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C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
Schulze Monaco
c’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald
più in là c’è un mucchio di riccioli biondi
di ciocche nere e castane
a Buchenwald
servivano a far coperte per i soldati
non si sprecava nulla
e i bimbi li spogliavano e li radevano
prima di spingerli nelle camere a gas
c’è un paio di scarpette rosse
di scarpette rosse per la domenica
a Buchenwald
erano di un bimbo di tre anni
forse di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini
li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono
c’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
Joyce Lossu
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SERA DI FEBBRAIO
di Umberto Saba
Spunta la luna. Nel viale è ancora
giorno, una sera che rapida cala.
Indifferente gioventù s'allaccia;
sbanda a povere mète.
Ed è il pensiero
della morte che, in fine, aiuta a vivere.
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https://youtu.be/HSAymj4hp7Y
O capitano! Mio capitano!
O Capitano! Mio Capitano!
Il nostro viaggio tremendo è terminato,
la nave ha superato ogni ostacolo,
l'ambìto premio è conquistato,
vicino è il porto, odo le campane,
tutto il popolo esulta,
occhi seguono l'invitto scafo,
la nave arcigna e intrepida;
Ma o cuore! Cuore! Cuore!
O gocce rosse di sangue,
là sul ponte dove giace il Capitano,
caduto, gelido, morto.
O Capitano! Mio Capitano!
Risorgi, odi le campane;
risorgi - per te è issata la bandiera
- per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri
- per te le coste affollate,
te invoca la massa ondeggiante,
a te volgono i volti ansiosi;
Ecco Capitano! O amato padre!
Questo braccio sotto il tuo capo!
È solo un sogno che sul ponte
sei caduto, gelido, morto.
Non risponde il mio Capitano,
le sue labbra sono pallide e immobili
non sente il padre il mio braccio,
non ha più energia né volontà,
la nave è all'ancora sana e salva,
il suo viaggio concluso, finito,
la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo,
la meta è raggiunta;
Esultate coste, suonate campane!
Mentre io con funebre passo
percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto.
(Walt Whitman)
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A Dio
Sempre ti chiamo
quando tocco il fondo,
so il numero a memoria
e ti disturbo come un maniaco
abbarbicato al telefono;
lascio un messaggio se sei fuori.
So che a volte cancelli
a qualche fortunato
il debito che tutti con te abbiamo.
La bolletta falla pagare a me,
ma dimmi almeno
che non farai tagliare la mia linea.
Ti prego, quando echeggerà
quell'ultimo e dolorante squillo,
Dio-per-Dio!
non staccare: rispondimi!
Vittorio Gassman
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Amare è rischiare di essere rifiutati.
Vivere è rischiare di morire.
Sperare è rischiare di essere delusi.
Provare è rischiare di fallire.
Rischiare è una necessità.
Solo chi osa rischiare è veramente libero.
Alda Merini
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Le violette
Anche quest' anno andrai per violette
lungo le prode, nel febbraio acerbo.
Quelle pallide, sai: che han tanto freddo,
ma spuntano lo stesso, appena sciolte
l'ultime nevi; e fra uno scroscio e un raggio
ti dicono: «Domani è primavera.»
Ogni anno ti confidi al tuo tremante
cuore: «È finita», e pensi: «Non andrò
per violette – ché passò il mio tempo –
lungo le prode, nel febbraio acerbo.»
Invece (e donde ignori, e da qual bocca)
una voce ti chiama alla campagna:
e vai; e i piedi ti diventan ali,
sì alta è la promessa ch'è nell'aria.
E per amor dell’esili corolle
quasi senza fragranza, ma beate
d’esser le prime, avidamente schiacci
con gli steli la zolla entro le dita.
O sempre nuova, o non guarita mai
dell’inquieto mal di giovinezza,
a chi dunque darai le tue viole?
A nessuno: a te stessa: o, forse, ad una
fanciulla che ti passi, agile, accanto,
e ti domandi dove tu l’hai colte:
sola n’è degna, ella che fresca ride
come il febbraio; e non si sa qual sia
più felice, se ella, o primavera.
Ada Negri, Vespertina
https://scontent-mxp2-1.xx.fbcdn.net...hg&oe=65E201BF
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Quando senti qualcosa che
ti fa vibrare il cuore,
non domandarti mai cosa sia,
ma vivilo fino in fondo
perché quel brivido,
quella sensazione,
si chiama vita.
Alda Merini
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Pubblico
un testo che ho scritto diverso tempo fa
Eva
Imparammo parole
da libri non letti
senza indicazioni.
Provammo a capire
cos’è la saggezza
ma forse era infanzia.
Fummo come fanciulli
giocosi e sprezzanti
davanti al frutteto.
Di fronte al regno
ci lasciammo cadere
nella commedia più audace.
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Brava Nina, la tua poesia mi piace. :approved:
Meglio un testo scritto da un nick del forum anziché leggere conosciute composizioni poetiche di altri noti autori. :mumble:
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Mordi e fuggi anche lei? Speriamo di no.
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Di blog in blog, di forum in forum, sono approdata su questo spazio.
Ai posteri l'ardua sentenza. :)
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Hai morso: adesso non fuggire!
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Hai morso: adesso non fuggire!
Eva:)
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Ninag
Eva:)
Tranquilla, qui non ti caccia nessuno con la spada sguainata.
E le mele, al bar, sono a volontà. Soprattutto sotto forma di calvados
:D
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NON ANDARTENE DOCILE IN QUELLA BUONA NOTTE
Non andartene docile in quella buona notte,
i vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno;
infuria, infuria, contro il morire della luce.
Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta
perché dalle loro parole non diramarono fulmini
non se ne vanno docili in quella buona notte.
I probi, con l'ultima onda, gridando quanto splendide
le loro deboli gesta danzerebbero in una verde baia,
s'infuriano, s'infuriano contro il morire della luce.
Gli impulsivi che il sole presero al volo e cantarono,
troppo tardi imparando d'averne afflitto il cammino,
non se ne vanno docili in quella buona notte.
Gli austeri, prossimi alla morte, con cieca vista accorgendosi
che occhi spenti potevano brillare come meteore e gioire,
s'infuriano, s'infuriano contro il morire della luce.
E tu, padre mio, là sulla triste altura maledicimi,
benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose, te ne prego.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.
(Dylan Thomas)
(scritta per il padre morente)
Maggio 1951
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Sei bella.
E non per quel filo di trucco.
Sei bella per quanta vita ti è passata addosso,
per i sogni che hai dentro
e che non conosco.
Bella per tutte le volte che toccava a te,
ma avanti il prossimo.
Per le parole spese invano
e per quelle cercate lontano.
Per ogni lacrima scesa
e per quelle nascoste di notte
al chiaro di luna complice.
Per il sorriso che provi,
le attenzioni che non trovi,
per le emozioni che senti
e la speranza che inventi.
Sei bella semplicemente,
come un fiore raccolto in fretta,
come un dono inaspettato,
come uno sguardo rubato
o un abbraccio sentito.
Sei bella
e non importa che il mondo sappia,
sei bella davvero,
ma solo per chi ti sa guardare....
Angelo De Pascalis
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F25 - J19 (1858)
Un sepalo - petalo - e una spina
In un comune mattino d'estate -
Una boccetta di Rugiada - Un'Ape o due -
Una Brezza - una capriola fra gli alberi -
Ed io sono una Rosa!
Emily Dickinson
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Citazione:
Originariamente Scritto da
restodelcarlino
Tranquilla, qui non ti caccia nessuno con la spada sguainata.
E le mele, al bar, sono a volontà. Soprattutto sotto forma di calvados
:D
:)
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Un testo notevole. Mi piace!
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Viviamo in tempi infami
dove il matrimonio delle anime
deve suggellare l’unione dei cuori;
in quest’ora di orribili tempeste
non è troppo aver coraggio in due
per vivere sotto tali vincitori.
Di fronte a quanto si osa
dovremo innalzarci,
sopra ogni cosa, coppia rapita
nell’estasi austera del giusto,
e proclamare con un gesto augusto
il nostro amore fiero, come una sfida.
Ma che bisogno c’è di dirtelo.
Tu la bontà, tu il sorriso,
non sei tu anche il consiglio,
il buon consiglio leale e fiero,
bambina ridente dal pensiero grave
a cui tutto il mio cuore dice: Grazie!
Paul Verlaine
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La bellezza non ha causa:
esiste.
inseguila e sparisce.
Non inseguirla e rimane.
Sai afferrare le crespe
del prato, quando il vento
vi avvolge le sue dita?
Iddio provvederà
perché non ti riesca.
Emily Dickinson
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Sempre della Dickinson....
Ho preso un Sorso di Vita
Ho preso un Sorso di Vita −
Vi dirò quanto l’ho pagato −
Precisamente un’esistenza −
Il prezzo di mercato, dicono.
M’hanno pesata, Granello per Granello −
Bilanciata Fibra con Fibra,
Poi m’han dato il valore del mio Essere −
Un solo Grammo di Cielo!
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Per anni ho tenuto in borsa un libro con le sue poesie! :love:
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Mi parlano spesso dell'amore
Mi parlano spesso dell’amore
E io, quando mi sento offrire
con tanta leggerezza un problema così grave,
inorridisco.
L’amore è qualcosa
che può capovolgere la storia,
può dannare un’anima
o farla salire in paradiso:
è questione di fortuna.
L’amore è una piramide alata
con radici ben profonde nella terra.
Amore e morte sono la stessa cosa.
L’uomo innamorato non conosce il suo destino:
sa che è stato colpito a morte
da un evento storico,
sa che può morirne,
perché l’amore è un accadimento miracoloso.
Alda Merini
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Mio fiume anche tu
Fa piaga nel Tuo cuore
La somma del dolore
Che va spargendo sulla terra l’uomo;
Il Tuo cuore è la sede appassionata
Dell’amore non vano.
Cristo, pensoso palpito,
Astro incarnato nell’umane tenebre,
Fratello che t’immoli
Perennemente per riedificare
Umanamente l’uomo,
Santo, Santo che soffri,
Maestro e fratello e Dio che ci sai deboli,
Santo, Santo che soffri
Per liberare dalla morte i morti
E sorreggere noi infelici vivi,
D’un pianto solo mio non piango più,
Ecco, Ti chiamo, Santo,
Santo, Santo che soffri.
Giuseppe Ungaretti
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“E faremo l’amore”: una poesia di Charles Bukowski
-Allora cosa faremo?
-L’amore.
-Davvero?
-Si.
-Perfetto, allora mi spoglio.
-E perché ti togli i vestiti?
-Per fare l’amore.
-E chi ti ha detto che devi spogliarti per fare l’amore?
-Che io sappia, si fa così.
-No, quello non è amore, quello è possesso.
-Non capisco, e come si fa?
-Lasciati addosso i vestiti e parliamo fino a stancarci,
fino a provare a decifrarti, fino a conoscere tutto a memoria,
fino a scoprire i nostri segreti più profondi,
fino a scioglierci solo guardandoci,
fino a quando questi occhi si stanchino e mi obblighino a dormire.
-E proverai a tenerli ancora aperti?
-Si, solo per vederti.
(Charles Bukowski)