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Originariamente Scritto da
axeUgene
poi, evidentemente le persone equilibrate, invece, in maggioranza percepiscono e di conseguenza vanno coi piedi di piombo a sposarsi e far figli;
a me piace tanto stare in coppia, e sono un compagno molto affettuoso e premuroso; eppure ho sperimentato l'orrore di sentirmi carceriere mio malgrado, a fronte di desideri, ambizioni e aspettative a cui non ero in grado di rispondere, e ho imparato a riflettere anche su questa eventualità.
Mi pare giusto che oggi ci si sposi e si metta al mondo dei figli con maggior consapevolezza e responsabilità.
Mio figlio e compagna hanno deciso di andare prima a convivere ma non sono chiusi al matrimonio che forse un giorno ci sarà ma per una serie di motivi finora non si è fatto.
E io, anche se sono cose loro e soltanto loro, sono pienamente d'accordo.
Riguardo allo stare in coppia, in ogni coppia credo ci sia qualcuno diciamo più "forte" caratterialmente e uno più paziente che si adatta e che compensa.
È una buona cosa osservarsi e mettersi in discussione, riflettere su se stessi e su ciò che si vuole realmente, per riallacciarmi al discorso di Cono anche secondo me tutte le coppie che convivono da tanti anni hanno attraversato delle crisi, qualcuno le supera e qualcuno no, dipende dai motivi della crisi, ma non bisogna farne una colpa le cose bisogna volerle in due.
Se uno dei due vorrebbe ma l'altro no e deve soffrire meglio due persone felici separate che insieme ed infelici.
I figli che Cono continua a dire che soffrono della separazione, rispondo che i figli soffrono più di due genitori che si fanno la guerra continuamente e ipocriti, piuttosto che due genitori che continuano a fare i genitori anche a distanza ma felici e che si rispettano.
Per essere genitori non si deve per forza vivere sotto lo stesso tetto. È quando si usano i figli per farsi la guerra che si crea sofferenza a loro.
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Citazione:
Cio' che si é fatto sempre, gli uomini cacciatori e le donne a figliare, tutto
senza mettere il bando che la maiala di turno va a letto con il loro padre
A parte il giudizio che contiene la frase non posso fare a meno di commentare lo sterotipo che vede l'uomo cacciatore.
Uno sterotipo che a suo tempo, non qui altrove, anch'io avevo usato con leggerezza come tanti senza troppo pensarci al senso e un'utente, di cui ho stima, mi aveva fatto notare.
L'uomo è cacciatore e la donna una preda da cacciare e si sa che fine fanno le prede nella caccia, vengono uccise.
Poi ci domandiamo cosa ci sia ancora oggi dietro al comportamento di uomini che uccidono quando la donna è preda, è una proprietà.
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Originariamente Scritto da
axeUgene
non sei un'analfabeta rurale, magari attratta dal gossip o dalle circostanze pruriginose;
come medico sei parte della classe dirigente ed istruita;
io ho risposto alla questione, messa in termini di morale pubblica, che richiede la ponderazione di valori e la sintesi normativa, non i pettegolezzi;
se una persona mi dice che è contrario al bene pubblico la libertà individuale di cambiare partner, non fare figli, dedicarsi al proprio personale piacere o altro, io chiedo di esprimere un'ipotesi di normazione e argomentarla; e poi si discute di tutte le implicazioni; non è un concetto difficile per una persona istruita;
quando non arriva la risposta o questa è reticente, è segno che il contenuto morale della questione è molto debole, perché se qualcuno ruba o passa col rosso non è tanto difficile formulare o ribadire la norma, in termini di interesse e salute pubblica;
qui non va al rogo nessuno, nemmeno i nazisti dell'Illinois, i negazionisti covid, o gli ultrà di qualsiasi cosa; ma almeno discutiamo di qualcosa di concreto, esplicito, no ?
@ Axe.
E' il Vangelo che insegna essere le legge di Dio alla base
della convivenza umana. Al di fuori di quella legge, l'uomo
libero di scegliere va a cozzare contro le debolezze della
natuira umana.
Il Cristianesimo insegna che Dio ha fatto l'uomo e la donna
perché costituiscano la cellula della società umana. Ognuno
può pensarla come vuole ma se ognuno fa così, senza legge
superiore, é il caos. L'unione tra uomo e donna secondo la legge
di Dio é indissolubile fino alla morte dell'uno o dell'altra. Solo se
libero, a questo mondo, il coniuge può volgersi ad altre nozze.
Ciò che Dio ha congiunto l'uomo non osi separare. Nei casi in cui
questa comunione é impedita dalle circostanze (cancro, malattiue gravi)
ci si fa carico della sofferenza e si va avanti anche nel caso di abbandono
dell'uno, l'altro non é autorizzato secondo la legge di Dio e il Vangelo
a scegliere altro compagno o compagna.
Il bene comune puà essere garantito solo dalla piena osservanza della
legge di Dio e del Vangelo.
Il concubinato é contro la legge di Dio e quindi deve essere sciolto.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Lilia
@ Axe.
E' il Vangelo che insegna essere le legge di Dio alla base
della convivenza umana. Al di fuori di quella legge, l'uomo
libero di scegliere va a cozzare contro le debolezze della
natuira umana.
Il Cristianesimo insegna che Dio ha fatto l'uomo e la donna
perché costituiscano la cellula della società umana. Ognuno
può pensarla come vuole ma se ognuno fa così, senza legge
superiore, é il caos. L'unione tra uomo e donna secondo la legge
di Dio é indissolubile fino alla morte dell'uno o dell'altra. Solo se
libero, a questo mondo, il coniuge può volgersi ad altre nozze.
Ciò che Dio ha congiunto l'uomo non osi separare. Nei casi in cui
questa comunione é impedita dalle circostanze (cancro, malattiue gravi)
ci si fa carico della sofferenza e si va avanti anche nel caso di abbandono
dell'uno, l'altro non é autorizzato secondo la legge di Dio e il Vangelo
a scegliere altro compagno o compagna.
Il bene comune puà essere garantito solo dalla piena osservanza della
legge di Dio e del Vangelo.
Il concubinato é contro la legge di Dio e quindi deve essere sciolto.
Questo sarà quello che dice la religione cristiana, ma non è legge terrena ed Italiana nel nostro caso specifico.
Quindi, fottesega!
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Lilia
@ Axe.
E' il Vangelo che insegna essere le legge di Dio alla base
della convivenza umana...
scusa, ma qui non siamo nella sezione adatta; non si tratta di una questione religiosa;
nel momento in cui però si sostiene che determinati comportamenti e stili di vita - l'individualismo, la libertà sessuale e sentimentale, la scelta di non procreare, ecc... - sono dannosi per la società, chi esprime tale giudizio lo pone come morale pubblica, intesa anche a chi non osserva eventuali precetti religiosi; e dovrebbe avere il senso di responsabilità di indicare le soluzioni, ponendosi eventualmente in contrasto con l'acquis della legge;
posto che quella che enunci è solo dottrina cattolica, visto che il resto della Cristianità ammette il divorzio, e sulla basi di un'esegesi, un coniuge che trattenga l'altro contro la sua volontà, non è conforme a precetti evangelici che qualsiasi giurista o strutturalista del linguaggio riterrebbe certamente prevalenti come ridondanza del testo e come collocazione gerarchica nel contesto dello scritto,
quindi, il punto è che si può sostenere qualsiasi etica, fondata su qualsiasi credenza; ma quando la si propone alla società intera, quella va argomentata secondo criteri di salute pubblica condivisi;
lascia da parte in Vangelo, e argomenta da cittadina, soppesando il bene pubblico; perché uno potrebbe anche dire: sai che ? i religiosi sono fanatici, da millenni seminano morte in nome delle loro divinità; è un problema di ordine pubblico, aboliamo i culti ! oppure: la crescita demografica è un problema gravissimo del pianeta; limitiamo la facoltà di avere figli !
per fortuna, la legge laica - accusata di idolatrare l'individuo - oltre a consentire divorzio, promiscuità sessuale e altro, per lo stesso valore di tutela delle libertà individuali, ammette anche il culto e la libertà religiosa, nonostante le derive di fanatismo, e non si intromette nella filiazione, se non per rigorosi e accertati motivi di tutela del minore;
chi ha proprie opinioni è libero di vivere in base a quelle; ma, nel momento in cui disquisisce di "degrado morale" e chiama in causa, direttamente o indirettamente, le mie scelte, dovrebbe quantomeno argomentare; altrimenti, è aggressione;
io non vado in giro a scrivere che chi va in chiesa o fa tanti figli è responsabile di degrado sociale, nemmeno se poi mi chiede le mie tasse per sostenere la sua famiglia numerosa, che altrimenti non sarebbe in grado di mantenere.
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[QUOTE] io ho risposto alla questione, messa in termini di morale pubblica, che richiede la ponderazione di valori e la sintesi normativa/QUOTE]
A domanda e' seguita risposta con una sintesi normativa.
Sintesi certo valida in ambito cattolico, ma 500 anni fa poteva essere globale, come il semaforo rosso sarebbe locale se dovessero circolare gli alieni sensibili ad altre frequenze.
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Ma siamo stati catapultati in religione e non me ne sono accorta?!
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Citazione:
Originariamente Scritto da
efua
Ma siamo stati catapultati in religione e non me ne sono accorta?!
no, però in questo caso troverei inopportuno censurare;
abbiamo l'opportunità di vagliare la compatibilità tra convinzioni personali - non ci formalizziamo sulla religione; uno potrebbe essere anche vegano e argomentare nello stesso modo, mutatis mutandis - e morale pubblica;
magari si riuscisse ad ottenere qualche risposta intellegibile e coerente, in cui il cittadino utente argomenta la sua morale, esattamente come si può argomentare l'opportunità di fermarsi col semaforo rosso;
vabbè, di questo passo avremo i no-sem: tanto, la vecchina che arroti sulle strisce, prima o poi doveva morire, no ? :asd:
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Direi nelle fonti del diritto e nelle motivazioni primarie che lo legittimano.
Similmente al monarca che trova legittimazione divina, o in un diverso sistema legittimato dal popolo, piuttosto che dal censo, o la classe sociale.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
meogatto
Direi nelle fonti del diritto e nelle motivazioni primarie che lo legittimano.
certo, in teoria; per chi sia istruito e abbia la capacità di comprendere e articola il senso;
in questo caso, sarebbe tutto ovvio; pare che invece serva una maieutica, visto che sembra poco chiara la distinzione tra etica pubblica e privata, e la conseguente necessità di argomentare la prima; cioè, uno può anche sostenere che il divorzio sia socialmente inopportuno; ma mi deve argomentare la cosa in termini verificabili di ordine pubblico, e non in base a sue preferenze irrilevanti per quello.
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In un sistema incardinato sulla divinita', una affermata volonta' di questa e' del tutto legittimante di un odinamento pubblico che regoli pure il privato, tutto vincolato a non dispiacere la divinita' stessa..
Le scritture di tale volonta' sono la dimostrazione verificabile che chiedi.
Ovviamente in un contesto che riconosce tale autorita.
Uguale alla dimostrazione che il rosso serve, ma se gli alieni non lo vedono, vedendo dall'ultravioletto in su, ecco che le tue ragioni cadono, o rinunci, o inventi un semaforo diverso per non scontrarci terrestri e alieni.
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Censurare io?
Non è da me e poi qui abbiamo l’opportunità di avere raccolti tomi e tomi di sapienza :D
Che si continui pure
Allora quando creai il 3d era per lanciare un segnale chiaro che volevo arrivasse a chi, con chi, di fatto ci siamo capiti
Pur senza essere io l’impiegata delle Poste :D
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Ma certi segnali di possono usare perche' l'ordinamento pubblico nostro non norma il privato.
Prova a usarli nell'Islam dove tutto si incentra sulla divinita' e pubblico e privato sono funzionali a questa.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
efua
Censurare io?
magari a dark salta la mosca al naso :D
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Allora quando creai il 3d era per lanciare un segnale chiaro che volevo arrivasse a chi, con chi, di fatto ci siamo capiti
Pur senza essere io l’impiegata delle Poste :D
beh, i 3ds servono per discutere, esporre idee; sul segnale non mi sono capito :D
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Originariamente Scritto da
meogatto
In un sistema incardinato sulla divinita', una affermata volonta' di questa e' del tutto legittimante di un odinamento pubblico che regoli pure il privato, tutto vincolato a non dispiacere la divinita' stessa..
eh, ma non siamo in quel sistema;
e io nemmeno censuro; la questione è che un adulto dovrebbe capire la differenza tra la sua personale censura religiosa all'alcol e la ratio di ordine pubblico, che ti consente un litro di vino mentre giochi a briscola, ma non se ti metti alla guida;
se si censura l'alcol, la sessualità o la vita sentimentale libera, o la famiglia allargata, bisogna argomentare in termini di ordine pubblico, sul piano delle conseguenze del comportamento per gli altri soggetti.