premetto che lei è meglio di "socrate". detto ciò e per restare alla manifestazione del pensiero, mi permetterei di dire che se c'è una legge che va a precisare il contenuto di una disposizione costituzionale, come quella enunciata nell'art.18, e definisce una fattispecie di "reato", per l'appunto la "apologia di reato", e considerando tale il "fascismo", quindi anche quello "italiano", allora non è che puoi negare l'olocausto, ma diciamo che la legge non sarebbe neanche "necessaria", perché già parlare di "defunti", anche relativamente a una singola "morte", è qualcosa che a mio modo di vedere la "morale" sociale dovrebbe indurre a non "fare". poi, cadendo ovviamente in contraddizione con questa semplice "massima" morale, mi permetterei di dire che i morti ci furono, ma se non ci fossero stati, probabilmente oggi non avremmo, e parlo di "noi" italiani, le libertà che l'attuale ordinamento ci riconosce in quanto cittadini. ovviamente anche la libertà "d'opinione" ha un limite, che corrisponde al limite che la morale "sociale" consente, a parte i reati "codificati". ecco, quello che vorrei da parte delle autorità, sarebbe di avere una tolleranza se possibile "maggiore" nei riguardi di coloro che la morale sociale, prima che la legge, la "conoscono" poco. e mi pare di capire che non siano pochi, soprattutto i giovani. poi mi permetterei di dire che comunque sia il fascismo, non solo italiano, ha introdotto in italia leggi che, in qualche modo, mi paiono "ancora" in vigore, almeno per quanto mi riguarda. e ovviamente occorre che con tali leggi, in qualche modo, si ritorni a "fare i conti". mi permetterei di dire che ignorare il fascismo, degradandolo a fenomeno "deteriore" non sia qualcosa di proficuo ma anzi di "dannoso", ed essenzialmente per coloro che non lo conoscono e che quindi non conoscono le "leggi" che durante quel periodo furono dettate, leggi che oggi sono ancora in vigore. e parlo del codice penale e del codice civile.
si. anche il mio psichiatra parlava, se posso dirlo, di mao e di dittatori. ma il pazzo ero io. certo, meglio parlare di mao con lo psichiatra di provincia che soffrire di insonnia a stammheim. questo è sicuro. poi anche la cina un tempo era "sentita", quanto meno, "vicina". parlo ovviamente di altri tempi. non oso chiedermi "perché" oggi non sia più tanto "vicina". almeno non in quel "senso" là. mah. grazie a dio la legge, anche quella non scritta, è uguale per tutti. anche in italia.
quali cose "scritte", se posso? poi i reati, questo glielo potrei mettere per iscritto, sono sempre in qualche modo, "conosciuti" da chi di dovere. il discrimine è il senso di "equità". cioè a dire che non mi pare di essere per l'appunto, in uno stato di polizia. ecco, la tolleranza è una garanzia che va coltivata, ovviamente nei limiti che sono consentiti dalle disposizioni costituzionali e soprattutto penali in vigore. e ovviamente dalla sensibilità del giudice. le telecamere diceva qualcuno, "fanno parte dell'arredamento". abbiate pazienza.
stando a quanto le dicevo sopra, l'ingiuriato può querelare. poi se la persona in questione è solita dare dello stronzo, in generale a più persone, allora questo si "sa" da parte di chi di dovere e ovviamente non ci scappa la condanna per calunnia, ma si va nel civile, settore dell'ordinamento dove è contemplato un illecito che viene definito "lesione di un diritto personalissimo", quale è appunto ad esempio il "diritto all'onore". ovviamente non si parla di reato, ma di un interesse "leso" da un comportamento messo in atto da un soggetto, altro rispetto a chi ha subito quel tipo di lesione. tutto qua. e ovviamente si può chiedere di essere "risarciti". ma grazie a dio questo tipo di situazioni e al giorno d'oggi, mi paiono abbastanza "proverbiali" e anche se posso "ridicole". mi permetterei di dire che l'educazione fa onore a chi la coltiva e non a chi ne beneficia. e questa mi pare essere una "convinzione" abbastanza diffusa. almeno tra persone civili.