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Ma tu cu vivi come bruto non volendo scendere un pochino dalle tiritere. Il sapere è un optional e gli altri per te non dicono cose giuste.
Già direi che l'universo e la materia ci creano i lor bravi problemi, figuriamoci se poi dobbiamo mettere il carro davanti ai buoi e dare per scontato un dio (e perché non più di uno?) e che esista altro.
E' perfettamente inutile insistere, fare appello alla ragione per rivendere dio.
Certo, il pensiero e l'ipotesi (sottolineo ipotesi) ci possono stare, fare mille capriole per tirare l'acqua al mulino, meno.
E quando abbiamo dibattuto e ci siamo confrontati, sarebbe risolto qualcosa? Hai dimostrato che c'è dio, che è il tuo e non quello di altri, che esiste una dimensione ultraterrena o al di là del tempo e dello spazio come li conosciamo noi?
Abbi pazienza Cono, ma ogni tanto darci un taglio sarebbe necessario, prendere una boccata d'aria, e lo dico anche per te.
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Ma non vedi come ci affascina la questione? Come ci coinvolge, come ci appassiona?
Lo scopo del discutere non è appurare chi ha torto e chi ha ragione, Laurina: ma suscitare in noi la Meraviglia! Fino a quando "Il cielo stellato sopra di noi" muoverà le corde più profonde del nostro essere, saremo certi di conservare la nostra Umanità. In mancanza, saremo destinati "a viver come bruti"
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Come sei finto. Ora stai a vedere che tutto il tuo discutere è volto alla meraviglia!:)
Per piacere.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
"Il cielo stellato sopra di noi"
e la "Legge morale in me", dove la lasci? Insieme al "seguir virtute e conoscenza"?
Quando la pianterai di citare, "a bovino lattiero", frasette avulse dal contesto?
Ti rinfresco la memoria...affinché, con un po' di conoscenza, tu non viva come un bruto.
"Conclusione" della "Critica della ragion pratica"
Questo é l'inizio.....con la "frasetta cult"
Due cose riempiono l'animo di ammirazione e di reverenza sempre nuove e crescenti, quanto più spesso e più a lungo il pensiero vi si ferma su: “il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me”. Queste due cose, non ho da cercarle fuori della portata della mia vista, avvolte in oscurità, e nel trascendente; né devo, semplicemente, presumerle: le vedo davanti a me, e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza.....omissis...
E la fine, conclusiva, é:
...omissis...In una parola: la scienza (criticamente cercata, e metodicamente introdotta) è la stretta porta che conduce alla dottrina della saggezza, se con questa s'intende, non solo ciò che si deve fare, ma ciò che deve servire da guida ai “maestri” per spianare alla saggezza un cammino aperto e facilmente riconoscibile, che ciascuno debba percorrere, assicurando chi li segua dai passi falsi: una scienza di cui deve sempre restare custode la filosofia, alle cui ricerche sottili il pubblico non ha da prendere parte alcuna; mentre deve partecipare alle sue “dottrine”, che solo dopo una siffatta elaborazione gli si possono presentare con buona chiarezza.
https://nowxhere.files.wordpress.com...-ragprat-2.pdf
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Scienza e Co Scienza: perfino l'etimologia ci viene in aiuto, ragazzi. L'una e l'altra ci costituiscono come Persone...
"Le vedo davanti a me, e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza"
Stupendo! :love:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Scienza e Co Scienza: perfino l'etimologia ci viene in aiuto, ragazzi. L'una e l'altra ci costituiscono come Persone...
"Le vedo davanti a me, e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza"
Stupendo! :love:
:clap
Adesso puoi affermare di aver letto la "Critica della Ragion Pratica" :D
...ma...
....l'etimologia....dai, cono....per piacere...
:climb:
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Speriamo che con l'affermazione di Cono si chiuda il (solito) loop.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
Speriamo che con l'affermazione di Cono si chiuda il (solito) loop.
....gravità quantistica a loop?...
Taccio, taccio...Tranquilla.
:D
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Quanto è un quanto di spazio e un quanto di tempo?:D
Aspettiamo che si gonfi, si sgonfi e "rimbalzi"?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
Quanto è un quanto di spazio e un quanto di tempo?:D
Aspettiamo che si gonfi, si sgonfi e "rimbalzi"?
come una brane sul mare di Dirac
:D
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Ma la gravità quantistica a loop si sposa con le energie negative di Dirac?:mumble:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Vega
Speriamo che con l'affermazione di Cono si chiuda il (solito) loop.
Direi di farlo chiudere al Maestro Giovanni Allevi, ragazzi: altro che Cono....altro che Vega....altro che Resto del carlino....
"Quando tutto crolla e resta in piedi solo l'essenziale, il giudizio che riceviamo dall'esterno non conta più. Io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo. E come intuisce Kant alla fine della Critica della Ragion Pratica, il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette, io posso essere immerso in una condizione di continuo mutamento, eppure sento che in me c'è qualcosa che permane! Ed è ragionevole pensare che permarrà in eterno."
Ieri sera a Sanremo, immerso nella sua malattia.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Direi di farlo chiudere al Maestro Giovanni Allevi, ragazzi: altro che Cono....altro che Vega....altro che Resto del carlino....
"Quando tutto crolla e resta in piedi solo l'essenziale, il giudizio che riceviamo dall'esterno non conta più. Io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo. E come intuisce Kant alla fine della Critica della Ragion Pratica, il cielo stellato può continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette, io posso essere immerso in una condizione di continuo mutamento, eppure sento che in me c'è qualcosa che permane! Ed è ragionevole pensare che permarrà in eterno."
Apparentemente, neanche Giovanni Allievi ha letto attentamente e tutto il capitolo conclusivo della "Ragion Pratica".
Leggi, allora. Tutto.
Due cose riempiono l'animo di ammirazione e di reverenza sempre nuove e crescenti,
quanto più spesso e più a lungo il pensiero vi si ferma su: “il cielo stellato sopra di me e la
legge morale in me”. Queste due cose, non ho da cercarle fuori della portata della mia vista,
avvolte in oscurità, e nel trascendente; né devo, semplicemente, presumerle: le vedo
davanti a me, e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima
comincia dal luogo, che occupo nel mondo sensibile esterno, ed estende la connessione in
cui mi trovo a grandezze immensurabili, con mondi sopra mondi, e sistemi di sistemi; e,
oltre a ciò, ai tempi senza confine del loro movimento periodico, del loro inizio e del loro
durare. La seconda parte dal mio Io invisibile, dalla mia personalità; e mi rappresenta in
un mondo che ha un'infinità vera, ma è percepibile solo dall'intelletto, e con il quale (ma,
perciò, anche al tempo stesso con tutti quei mondi visibili) mi riconosco in una
connessione non semplicemente accidentale, come nel primo caso, bensì universale e
necessaria. La prima veduta, di un insieme innumerabile di mondi, annienta, per così dire,
la mia importanza di “creatura animale”, che dovrà restituire la materia di cui è fatta al
pianeta (un semplice punto nell'universo), dopo essere stata dotata per breve tempo (non
si sa come) di forza vitale. La seconda, al contrario, innalza infinitamente il mio valore,
come valore di una “intelligenza”, in grazia della mia personalità, in cui la legge morale mi
rivela una vita indipendente dall'animalità, e perfino dall'intero mondo sensibile: almeno
per quel che si può desumere dalla destinazione finale della mia esistenza in virtù di questa
legge; la quale destinazione non è limitata alle condizioni e ai confini di questa vita, ma va
all'infinito.
Se non che, ammirazione e rispetto possono, bensì, stimolare l'indagine e la riflessione, ma
non colmare le lacune. Che cosa si ha da fare, ora, per istituire tale indagine in modo utile e
confacente alla sublimità dell'oggetto? Qui vi sono esempli che possono servire da
ammonimento, ma anche da modello. L'osservazione del mondo cominciò dal più
splendido spettacolo che i sensi umani potessero presentare, e che il nostro intelletto
potesse riuscire a seguire nella sua estensione: e finì nell'astrologia. La morale cominciò
con la proprietà più nobile dell'umana natura, il cui sviluppo e la cui cultura promettono
benefici senza fini: e fini nel fanatismo o nella superstizione. Così accade a tutti i tentativi
ancora rozzi, in cui la parte principale spetterebbe all'uso della ragione: uso che non si può
trovare da sé, con il frequente esercizio, come l'uso dei piedi: soprattutto quando concerna
proprietà che non si possono presentare così immediatamente nella comune esperienza.
Ma dopo che, per quanto tardi, fu introdotta la massima di riflettere bene anticipatamente
su tutti i passi che la ragione ha intenzione di compiere, e di non lasciarla procedere se non
sul binario di un metodo precedentemente ben studiato, lo studio dell'edificio del mondo
prese tutt'altra direzione, con un successo senza paragone migliore. Il cadere di una pietra,
o il movimento di una fionda, analizzato nei suoi elementi e nelle forze che vi si
manifestano, e trattato matematicamente, finì col produrre quella veduta chiara e per
sempre immutabile sulla costituzione del mondo, che, col progresso dell'osservazione, può
sperare di ampliarsi sempre di più, ma non mai temere di dover tornare sui propri passi.
Ora, quell'esempio può consigliare di mettersi sulla stessa strada nel trattare le
disposizioni morali della nostra natura, e darci la speranza di giungere a un risultato
altrettanto buono. Abbiamo pure a disposizione gli esempli della ragione che giudica in
materia morale. Analizzarli nei loro concetti elementari e, in mancanza della “matematica”,
intraprendere tuttavia un procedimento analogo a quello della “chimica”, di “separazione”
Immanuel Kant – Critica della ragion pratica
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dell'empirico dal razionale, che in essi si possa trovare, con ripetute ricerche sul comune
intelletto dell'uomo, può darci entrambi gli elementi allo stato puro e - cosa che ciascuno
per sé solo può fase - farceli riconoscere con certezza; e così porre rimedio, sia alla
confusione di un giudizio ancora rozzo e non esercitato, sia (cosa assai più necessaria) alle
“stravaganze geniali” con cui, come sogliono fare gli adepti della pietra filosofale, senza
alcuna indagine metodica e conoscenza della natura si promettono sognati tesori, e si
dilapidano i veri. In una parola: la scienza (criticamente cercata, e metodicamente
introdotta) è la stretta porta che conduce alla dottrina della saggezza, se con questa
s'intende, non solo ciò che si deve fare, ma ciò che deve servire da guida ai “maestri” per
spianare alla saggezza un cammino aperto e facilmente riconoscibile, che ciascuno debba
percorrere, assicurando chi li segua dai passi falsi: una scienza di cui deve sempre restare
custode la filosofia, alle cui ricerche sottili il pubblico non ha da prendere parte alcuna;
mentre deve partecipare alle sue “dottrine”, che solo dopo una siffatta elaborazione gli si
possono presentare con buona chiarezza.
Questo é quello che dice Kant.
Poi, tu (e chiunque altro) libero di interpretare e di estrarre frasi e frasette. Intere o manipolate.
Ma, prima, leggi
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Ascoltandolo, mi è sembrato che il maestro Allevi la stesse attraversando "quella stretta porta che conduce alla Saggezza..."
È stato un discorso memorabile,
c'era dentro tutto: filosofia, religione, scienza, sociologia. Ma soprattutto, credo, Umanità!