Originariamente Scritto da
Rachele Giacobi
Non considero la fede spirituale come una guerra tra religioni o tra chiese di una stessa religione combattuta a colpi di dogmi,rituali,usanze frutto della miseria umana.
Dio non può fungere da garante di chiese o comunità.
La fede vera è sicuramente un dono concesso a tutti ma un dono si può accogliere o rifiutare,valorizzare o gettare nel cestino.
La fede fa parte della vita ed è data a tutti con la vita:può essere conservata inerte come fanno tanti indifferentemente dalla religione a cui appartengono dove l’esteriorità distrugge l’essenza della fede ed evidentemente suscita giudizi negativi.
Dirai che l’accoglienza o meno del dono della fede è già predisposta da Dio ma la fede è proprio questo:non sapere a quale sorte si è prescelti eppure agire secondo il bene per sé e per gli altri,non paralizzare lo spirito,sfruttare i talenti umani che sono anche un dono.
La capacità intellettuale è un dono:si può accogliere,sviluppare o restare nell’ignoranza.
Anche se Dio sa chi resterà nell’ignoranza non siamo forse spinti a studiare,confrontarci,documentarci?
La salute fisica è un dono ma la si può guastare con alimenti errati,inquinamento,fumo,alcool.
Dio sa chi morirà di malattia o di incidente ma,nonostante ciò andiamo in macchina o in aereo o teniamo una vita salutista.
Sono d’accordo sul fatto che il giudizio sul prossimo è sbagliato perché solo Dio conosce i sentimenti di ognuno e sa che cosa ne farà della sua fede;ammetto però l’esortazione e il consiglio dato certo non per invidia ma per benevolenza fraterna.
Quante volte si raccomanda a qualcuno di non agire in un determinato modo perché potrebbe andare incontro a guai,di non cedere alla gola se rischia il diabete(è forse invidia perché il catechismo dice di non essere goloso?)
Perché dunque Dio ha creato l’Umanità sapendo dei peccati di cui si sarebbe macchiata?
Forse per lo stesso motivo per cui si fanno dei figli che anche la loro vita presenterà dei problemi e si concluderà inevitabilmente con la morte.
Forse la fedeltà di pochi(come i cinque richiesti a Sodoma) basta per dare vita ad un’intera Umanità o addirittura basta la fedeltà di Uno(il Cristo) elevata al livello massimo per riqualificare tutta l’Umanità presente,passata e futura.
Dio sapeva già che Gesù non avrebbe ceduto alle tentazioni,che sarebbe stato tradito,che avrebbe testimoniato con la vita allora perché tutto questo teatro,cosa vuole Dio dall’Uomo?
Forse quello che vuole un genitore dai propri figli?Non ubbidienza,non sudditanza,non esteriorità,non schiavitù e nemmeno riconoscenza ma quell’affetto,quell’amore che alla fine comprende tutto ma senza obbligo in piena spontaneità.
Tanti semi sparsi dal vento non germogliano ma la pianta li produce ugualmente.
I figli non sono proprietà del genitore il quale deve accudirli finché non possono farlo da soli,può consigliare,esortare ma non obbligare perché la vita appartiene a loro.Il padre padrone non deve più esserci.
L’ubbidienza di Abramo è il fatto di non aver sacrificato Isacco secondo i riti pagani:si è fermato in tempo secondo il volere di un Dio che non accetta sacrifici umani.
Perchè allora Dio ha accettato il sacrificio di Gesù?Probabilmente era la firma che attestava che la vita del mondo non è definitiva,che porta sofferenza e morte e che è necessario confidare in un altro obiettivo che non è quello di vivere cento anni di benessere fisico ma un’eternità di pace spirituale che noi abbiamo difficoltà a comprendere.
Vedere un paradiso di delizie materiali(mangiare,bere,le vergini,il bel clima,i bei giardini)è il prolungare dei piaceri materiali non il benessere spirituale che i grandi santi hanno pregustato)
Il problema sessuale sembra essere diventato di estrema importanza visto le polemiche che crea.
Ognuno è libero di fare le proprie scelte nel rispetto delle leggi umane.
Non si può considerare invidioso chi è convinto che una sessualità degradata a bisogno materiale(mangio,bevo,dormo,faccio bisogni,esercito il bisogno sessule)non sia adeguata come non si può considerare invidioso chi non può divorziare perché la propria chiesa glielo vieta in quanto,rovesciando la medaglia potrebbe essere invidioso anche chi vede tante coppie che vivono condividendo gioie e dolori,pregi e difetti dell’altro mantenendo quella fedeltà non forzata ma originata da un particolare affetto.Per me questo è invidiabile!
Per i cristiani poi che seguono il vangelo in cui si dice che il male è già nell’intenzione,che sei adultero già dal momento che desideri una persona,che sei un ladro dal momento che vuoi impossessarti delle cose altrui non è pensabile l’invidia per un divorzio o una convivenza considerando il divorzio la conseguenza di una durezza di cuore e l’unione di due la condivisione di carne e spirito.
Nonostante io sia cristiana ammetto la separazione quando non c’è più un sentimento,quando un coniuge è violento,traditoe o beone quando,insomma,non esiste più intesa e non ha senso stare insieme.
Se consiglio a qualcuno una certa prudenza nell’agire sessualmente(specialmente per i giovani) non lo faccio perché invidio una loro libertà sessuale che qualcuno mi vieta ma perché la mia coscienza mi dice di farlo.Se seguo più la chiesa che la mia coscienza allora posso rammaricarmi.
Stranamente può bastare il proprio coniuge per essere felici.
Concludo dicendo che secondo il servo arbitrio Dio è onniscente ma gli manca una facoltà che ha l’uomo:la SPERANZA.