Originariamente Scritto da
axeUgene
infatti, Gesù era un ebreo osservante del primo secolo, e non si doveva certo porre i problemi che si ponevano Anselmo d'Aosta o Tommaso d'Aquino, gli artefici della Dottrina della Chiesa;
delle due, l'una: se Dio deve aspettare per giudicare, vuol dire che prima delle azioni umane le ignora; se le conosce prima, in quanto autore e regista del film, il Giudizio a posteriori è solo l'illusione umana; nel quadro della predestinazione - chiaramente espresso da Paolo, anche se fai finta di non capire: quelli che ha conosciuti, ha predestinati... e ha glorificati - quello che conta è il desiderio di compiere il bene, ma viene espunto l'opportunismo di contrattare la salvezza mediante l'obbedienza farisaica;
la perdita di autorevolezza della Chiesa cattolica sta nell'aver voluto ignorare il senso del vero passo essenziale della Romani: quelli che non hanno Legge, ma sono legge a se stessi, e i cui stessi pensieri si scusano e accusano, e cioè il Primato della coscienza;
ci sono arrivati, come al solito e a denti stretti, con 3 o 4 secoli di ritardo, col Conc. V II°, e solo dopo che il mito dell'Obbedienza all'autorità aveva mostrato il suo potenziale mostruoso; ma siamo ancora lì, e in modi molto concreti, che riguardano tutti:
quando in tv si confrontano Marco Cappato e e un monsignore sul tema dell'eutanasia, il secondo è costretto a balbettare frasi ipocrite, perché è evidente che nessuna legge può obbligare il devoto cattolico - come in tutti gli altri casi precedenti, divorzio, ecc... - ma l'assenza di una legge costringe tutti, anche chi non crede o crede diversamente, fino alla condizione di una tortura oggettivamente imposta in nome di una fede non condivisa;
questo ripugna anche alla maggior parte degli stessi cattolici, più o meno osservanti;
la marginalità della Chiesa cattolica è proprio che da secoli si trova in ritardo e a rimorchio di una Modernità che vorrebbe rifiutare, perché quel passo di Paolo le toglie potere, ma che rappresenta il sentimento autentico della quasi totalità dei suoi stessi fedeli; cioè, uno può anche decidere di affidare la fine delle proprie sofferenze a Dio, se ci crede; ma non è che può essere monsignor Paglia a decidere che questo è un obbligo, opponendosi alla libertà di scegliere anche di chi non condivida la sua dottrina.