Anche i nostri pensieri fanno parte di Dio... :D E la nostra libertà è la libertà di Dio...
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Rispondo a te come ho risposto a Vega: Lo si ama, Dio, non per ricevere un premio. Lo si ama per riconoscenza. Per gratitudine. Perchè ha agito CONCRETAMENTE nella nostra esistenza. Lui, che era Dio, si è lasciato picchiare, torturare, crocifiggere e morire per la Salvezza di ogni uomo! Conosci un Amore più grande di questo?
Carissimo, se non esiste Resurrezione dai morti, tutte le nostre discussioni sono solo teatrino. Affabulazione fine a sè stessa....
"Ora, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini!
Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
1 Corinzi, 15
ma la Salvezza, almeno quella che prospetti tu, è un premio;
altrimenti, dovresti descriverla come qualcosa di diverso, immanente nella vita, e concepire comunque un amore per Dio anche in assenza di vita ultraterrena; il che ti ripropone il problema della moralità in assenza di premi/castighi;
puoi concepire una persona che non creda all'Aldilà e alla resurrezione, che di fronte ad un dilemma di coscienza faccia ciò che tu, credente, attribuiresti ad un precetto divino ? credo di sì; e allora credere in premi, resurrezioni e altro diventa marginale, irrilevante, come è implicito nel passo della Romani su chi non ha legge e diventa legge di se stesso, perché quella legge gli è già stata trasmessa nel sentimento, anche se non crede;
riconosciuto questo, i culti sono come le rotelline e i braccioli dei bambini, che non hanno fatto loro i motivi della giustizia e hanno bisogno di un'autorità.
E tu guardi solo un lato della medaglia con storiella del sacrificio però che non torna, cosa di cui è già stato discusso, e non vuoi guardare l'altro lato che sarebbe il bastone che ti tira proprio dio nel "groppone", già detto e ricetto anche questo.
Se non fosse per le "cheche" di dio il male non avrebbe certo l'ultima parola come dici tu. È dio che ha le cheche e quindi fa l'irritato. Ieri non faceva entrare in paradiso, oggi sì. Si vede che le cheche gli sono un pochino passate
Quanto al poi, se per caso fosse un posto dove non importa più nulla della vita precedente, sarebbe un male se ci trovassimo tutti felici, vittime e carnefici, dove questi ultimi si rendono conto di quanto son stati bischeri?
Bisogna vedere cosa cerchi, se giustizia o vendetta. Perché non so quanto una pena eterna possa chiamarsi giustizia e far finire insieme chi ha ucciso con chi si è fatto qualche trombata in libertà senza danno a nessuno.
Perché è facile fare gli splendidi con pace e amore, ma poi visto il desiderio nutrito per l'aldilà, fatto di sofferenza senza fine, direi che di falsità e ipocrisia ce ne siano.
Com'è questa resurrezione, perché l'hanno vista solo in pochi e non l'anno vista tutti, se, come intendi tu, Gesù ha perdonato tutti?
Cono non presentare il piatto pronto di polenta quando per l'esecuzione hanno contribuito eminenti studiosi girando continuamente intorno, per paura che si attaccasse.
La giustizia degli uomini è limitata. Incompleta. Parziale.
Quella di Dio è perfetta.
Noi spesso mischiamo Bene e Male, definiamo Bene ciò che è Male e viceversa. Allora tutto apparirà netto. Distinto. Chiarissimo.
«Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. [25]Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. [26]Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. [27]Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? [28]Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? [29]No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. [30]Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio». ]Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». [37]Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. [38]Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, [39]e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. [40]Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. [41]Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità [42]e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. [43]Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!"
MATTEO 13
Come è risorto Gesù Cristo? Col solo Suo Spirito o anche col Corpo? Li mostra o no, ai Suoi Apostoli, i segni della Passione?
Allegato 29436
Lo vedrai coi tuoi occhi, il Signore. Con quegli stessi occhi che hai adesso mentre stai leggendo :)
si. se non te li cavi perché "hanno dato scandalo"...
bene, ma il tuo costrutto si basa su questo:
cui si aggiunge:
questo ti pone problemi enormi, di cui sembra sfuggirti il senso, ma non dal mio punto di vista; proprio da quello del credente:Citazione:
Carissimo, se non esiste Resurrezione dai morti, tutte le nostre discussioni sono solo teatrino. Affabulazione fine a sè stessa....
cioè, quel senso di giustizia del non credente di cui in Paolo, Romani, non avrebbe senso, perché non ci dovrebbe essere alcuna traccia di Dio nel sentimento di quei senza legge che sono legge a sé stessi; con tutte le innumerevoli conseguenze di cui abbiamo parlato;
e verrebbe meno quella stessa gratuità, di cui invece scrivi ora, dato che definisci la condizione-premio/castigo come imprescindibile;
ripeto: la tua configurazione implica necessariamente che quella giustizia abbia un senso solo posta la Salvezza ultraterrena; ma questo significa che il relativo precetto non abbia un valore assoluto in sé, cui conformarsi perché si sente come giusto, ma solo nell'eventualità di quella Salvezza come remunerazione;
questo è un imperativo eventuale, opportunista, poco virtuoso e poco umanista, diffidente, che lascia un vuoto enorme: cioè, il pensiero soggiacente è che sia impossibile pensare ad un'umanità che non rubi nel supermercato anche sapendo che potrebbe farla facilmente franca, che è un sentimento rattrappito, da cui non può sorgere amore e gratuità;
quella gratuità e gratitudine che evochi a parole dovrebbe manifestarsi proprio in assenza di una qualsiasi prospettiva di remunerazione: morirò e non ci sarà niente dopo, non avrò alcun premio, ma faccio lo stesso il bene, perché questo è il mio sentimento di giustizia;
questo sarebbe essere ad immagine e somiglianza;
non la condizione infantile di aspettarsi qualcosa dal Padre.