Codesto � un aforisma, Mik. Non una poesia. Comunque...gran bella verit�!
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Codesto � un aforisma, Mik. Non una poesia. Comunque...gran bella verit�!
Perch� tu possa ascoltarmi...
Perch� tu possa ascoltarmi le mie parole
si fanno sottili, a volte,
come impronte di gabbiani sulla spiaggia.
Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l'uva.
E le vedo ormai lontane le mie parole.
Pi� che mie sono tue.
Come edera crescono aggrappate al mio dolore antico.
Cos� si aggrappano alle pareti umide.
E' tua la colpa di questo gioco cruento.
Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.
Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,
e pi� di te sono abituate alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ci� che io voglio dirti
perch� tu le ascolti come voglio essere ascoltato.
Il vento dell'angoscia pu� ancora travolgerle.
Tempeste di sogni possono talora abbatterle.
Puoi sentire altre voci nella mia voce dolente.
Pianto di antiche bocche, sangue di antiche suppliche.
Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.
Seguimi, compagna, su quest'onda di angoscia.
Ma del tuo amore si vanno tingendo le mie parole.
Tutto ti prendi tu, tutto.
E io le intreccio tutte in una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l'uva.
PABLO NERUDA
SERENO
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo
Mi riconosco
immagine
passeggera
Presa in un giro
Immortale
GIUSEPPE UNGARETTI
Se ogni giorno, ogni ora,
senti che a me sei destinata, con dolcezza implacabile...
se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi amor mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne n� si dimentica,
il mio Amore si nutre del tuo Amore amata...
e finch� tu vivrai, star� tra le tue braccia senza uscire dalle mie!
PABLO NERUDA
ARMONIA DELLA SERA
Gi� s'avvicina l'ora che trepido ogni fiore
come un vaso d'incenso svapora sullo stelo;
solcano effluvi e musiche la sera senza velo;
malinconico valzer, delirante languore!
Ogni fiore svapora trepido sullo stelo;
il violino geme come un afflitto cuore;
malinconico valzer, delirante languore!
Come un altare immenso � triste e bello il cielo.
Il violino geme come un afflitto cuore,
un mite cuore, ch'odia il nulla vasto e gelido!
Come un altare immenso � triste e bello il cielo;
nel suo sangue rappreso il sole immoto muore.
Un mite cuore, ch'odia il nulla vasto e gelido,
dei bei giorni che furono raccoglie ogni bagliore;
nel suo sangue rappreso il sole immoto muore...
Il tuo ricordo in me brilla come un cimelio.
C. BAUDELAIRE
Il suo sperma bevuto dalle mie labbra
era la comunione.
Bevevo con la mia magnifica esultanza
guardando i suoi occhi neri che
fuggivano come gazzelle.
E mai coltre fu pi� calda e lontana e mai
fu pi� feroce il piacere dentro la carne.
Ci spezzavamo in due come il timone di
una nave che si era aperta per un lungo
viaggio. Avevamo con noi i viveri per
molti anni ancora i baci e le speranze
e non credevamo pi� in Dio perch�
eravamo felici.
A. Merini
dopo questa, mi sa che ti tocca farmi compagnia agli inferi :asd:
vedrai che ci tocca la carta da parati di qualche santa immolatasi per non cadere nei peccati della carne; del pesce, dei crostacei, molluschi... :v
La poesia v� sempre rispettata. Non giudicata o usata come un'arma.....
Empiti di me.
Desiderami, stremami, versami, sacrificami.
Chiedimi. Raccoglimi, contienimi, nascondimi.
Voglio esser di qualcuno, voglio esser tuo, � la tua ora.
Sono colui che pass� saltando sopra le cose
il fuggitivo, il dolente.
Ma sento la tua ora,
l�ora in cui la mia vita goccioler� sulla tua anima,
l�ora delle tenerezze che mai non versai,
l�ora dei silenzi che non hanno parole,
la tua ora, alba di sangue che mi nutr� d�angosce,
la tua ora, mezzanotte che mi fu solitaria.
Liberami di me. Voglio uscire dalla mia anima.
Io sono ci� che geme, che arde, che soffre.
Io sono ci� che attacca, che ulula, che canta.
No, non voglio esser questo.
Aiutami a rompere queste porte immense.
Con le tue spalle di seta dissepellisci queste ancore.
Cos� una sera crocifissero il mio dolore.
Liberami di me. Voglio uscire dalla mia anima.
Voglio non aver limiti ed elevarmi verso quell�astro.
Il mio cuore non deve tacere oggi o domani.
Deve partecipare di ci� che tocca,
dev�essere di metalli, di radici, d�ali.
Non posso esser la pietra che s�innalza e non torna,
non posso esser l�ombra che si disfa e passa.
No, non pu� essere, non pu� essere.
Allora griderei, piangerei, gemerei.
Non pu� essere, non pu� essere.
Chi avrebbe rotto questa vibrazione delle mie ali?
Chi m�avrebbe sterminato? Quale disegno, quale parola?
Non pu� essere, non pu� essere, non pu� essere.
Liberami di me, voglio uscire dalla mia anima.
Perch� tu sei la mia rotta. T�ho forgiata in lotta viva.
Dalla mia lotta oscura contro me stesso, fosti.
Hai da me quell�impronta di avidit� non sazia.
Da quando io li guardo i tuoi occhi son pi� tristi.
Andiamo insieme. Spezziamo questa strada insieme.
Sar� la tua rotta. Passa. Lasciami andare.
Desiderami, stremami, versami, sacrificami.
Fai vacillare le cinte dei miei ultimi limiti.
E che io possa, alfine, correre in fuga pazza,
inondando le terre come un fiume terribile,
sciogliendo questi nodi, ah Dio mio, questi nodi,
spezzando,
bruciando,
distruggendo
come una lava pazza ci� che esiste,
correre fuor di me stesso, perdutamente,
libero di me, furiosamente libero.
Andarmene,
Dio mio,
andarmene!
PABLO NERUDA
RIFUGIO
In alto c'� un pino distorto;
sta intento ed ascolta l'abisso
col fusto piegato a balestra.
Rifugio d'uccelli notturni,
nell'ora pi� alta risuona
d'un battere d'ali veloce.
Ha pure un suo nido il mio cuore
Sospeso nel buio, una voce;
sta pure in ascolto, la notte.
S. QUASIMODO
STANOTTE L'AMORE E' MUTO
Tacciono i boschi e i fiumi,
e 'l mar senza onda giace,
ne le spelonche i venti han tregua e pace
e nella notte bruna
alto silenzio fa la bianca luna:
e noi tegnamo ascose
le dolcezze amorose:
Amor non parli o spiri,
sien muti i baci e muti i miei sospiri.
TORQUATO TASSO
QUANDO MORRO'
Quando morr� voglio le tue mani sui miei occhi:
voglio che la luce e il frumento delle tue mani amate
passino una volta ancora su di me la loro freschezza:
sentire la soavit� che cambi� il mio destino.
Voglio che tu viva mentr' io, addormentato, t'attendo,
voglio che le tue orecchie continuino a udire il vento,
che fiuti l'aroma del mare che amammo uniti
e che continui a calpestare l'arena che calpestammo.
Voglio che ci� che amo continui a esser vivo
e te amai e cantai sopra tutte le cose,
per questo continua a fiorire, fiorita,
perch� raggiunga tutto ci� che il mio amore ti ordina,
perch� la mia ombra passeggi per la tua chioma,
perch� cos� conoscano la ragione del mio canto.
PABLO NERUDA
SONO UNA CREATURA
Come questa pietra
del S. Michele
cos� fredda
cos� dura
cos� prosciugata
cos� refrattaria
cos� totalmente
disanimata
Come questa pietra
� il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo.
GIUSEPPE UNGARETTI
A MIA MOGLIE
A mia moglie
Tu sei come una giovane
una bianca pollastra.
Le si arruffano al vento
le piume, il collo china
per bere, e in terra raspa;
ma, nell'andare, ha il lento
tuo passo di regina,
ed incede sull'erba
pettoruta e superba.
� migliore del maschio.
� come sono tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio,
Cos�, se l'occhio, se il giudizio mio
non m'inganna, fra queste hai le tue uguali,
e in nessun'altra donna.
Quando la sera assonna
le gallinelle,
mettono voci che ricordan quelle,
dolcissime, onde a volte dei tuoi mali
ti quereli, e non sai
che la tua voce ha la soave e triste
musica dei pollai.
Tu sei come una gravida
giovenca;
libera ancora e senza
gravezza, anzi festosa;
che, se la lisci, il collo
volge, ove tinge un rosa
tenero la tua carne.
se l'incontri e muggire
l'odi, tanto � quel suono
lamentoso, che l'erba
strappi, per farle un dono.
� cos� che il mio dono
t'offro quando sei triste.
Tu sei come una lunga
cagna, che sempre tanta
dolcezza ha negli occhi,
e ferocia nel cuore.
Ai tuoi piedi una santa
sembra, che d'un fervore
indomabile arda,
e cos� ti riguarda
come il suo Dio e Signore.
Quando in casa o per via
segue, a chi solo tenti
avvicinarsi, i denti
candidissimi scopre.
Ed il suo amore soffre
di gelosia.
Tu sei come la pavida
coniglia. Entro l'angusta
gabbia ritta al vederti
s'alza,
e verso te gli orecchi
alti protende e fermi;
che la crusca e i radicchi
tu le porti, di cui
priva in s� si rannicchia,
cerca gli angoli bui.
Chi potrebbe quel cibo
ritoglierle? chi il pelo
che si strappa di dosso,
per aggiungerlo al nido
dove poi partorire?
Chi mai farti soffrire?
Tu sei come la rondine
che torna in primavera.
Ma in autunno riparte;
e tu non hai quest'arte.
Tu questo hai della rondine:
le movenze leggere:
questo che a me, che mi sentiva ed era
vecchio, annunciavi un'altra primavera.
Tu sei come la provvida
formica. Di lei, quando
escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna
che l'accompagna.
E cos� nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun'altra donna.
UMBERTO SABA
Sole che sorgi libero e giocondo
sul colle nostro i tuoi cavalli doma;
tu non vedrai nessuna cosa al mondo
maggior di Roma.
ORAZIO
Mi basta un breve soggiorno a Roma per farmi prendere la mano ogni volta... :asd:
Natale de guera
***
Ammalapena che s�� fatto giorno,
la prima luce � entrata ne la stalla
e er Bambinello s�� guardato intorno:
�Che freddo, mamma mia. Chi m�aripara?
Che freddo, mamma mia. Chi m�ariscalla?�
- �Fijo, la legna � diventata rara
e costa troppo cara pe compralla� -
�E l�asinello mio �ndov�� finito?� -
�Trasporta la mitraja
sur campo de battaja: � requisito� -
�Er bove?� � �Puro quello
fu mannato ar macello�.
�Ma li Re Maggi ariveno?� � �� impossibile
perch� nun c�� la stella che li guida,
la stella nun v� usc�, poco se fida,
pe paura de quarche diriggibile�.
Er Bambinello ha chiesto: �Indove stanno
tutti li campagnoli che l�antr�anno
portaveno la robba ne la grotta?
Nun c�� neppuro un sacco de polenta,
nemmanco una frocella de ricotta�.
- �Fijo, li campagnoli stanno in guera,
tutti ar campo e combatteno. La mano
che seminava er grano
e che serviva pe vang� la tera
adesso vi� addoprata unicamente
pe ammazz� la gente.
Guarda, laggi�, li lampi
de li bombardamenti!
Li senti?, Dio ce scampi,
li quattrocentoventi
che spaccheno li campi?� -
Ner d� cos� la Madre der Signore
s�� stretta er Fijo ar c�re
e s�� asciugata l�occhi co le fasce.
Una lagrima amara pe chi nasce,
una lagrima dorce pe chi m�re.
***
Trilussa