Originariamente Scritto da
crepuscolo
La frase va dimensionata nel tempo in cui è. E' rivolta a chi aderisce alla comunità ed a chi non aderisce.
Questo detto di Gesù, diretto alla comunità come tale, segnala il risultato positivo e negativo della missione, parallelo a quello della sua.
Prima di tutto, per comprendere il suo contenuto, occorre tener presente il concetto di peccato in Giovanni. Il "peccato" consiste nell'inserirsi volontariamente nell'ordinamento ingiusto.
I "peccati" sono la ingiustizie concrete alle quali conduce l'adesione a tale stato di cose ed ai suoi principi.
L'individuo che accetta un sistema ingiusto può farlo volontariamente , o perché non conosce altra possibilità. Ognuno di questi casi è rappresentato da uno degli invalidi/assoggettati che sono comparsi nel vangelo: l'invalido ( 5,3ss) ed il cieco dalla nascita (9,1ss) .
Il primo, che non sempre era stato invalido (5,5. trentotto anni infermo) , era stato capace di decisione e di peccato per la sua adesione volontaria all'istituzione oppressiva ; Gesù lo liberò dandogli la forza che gli permettesse di uscirne .
Il cieco, invece, non aveva peccato, poiché era cieco dalla nascita e non aveva mai avuto possibilità di scelta; Gesù gliela dà mostrandogli cosa significa essere uomo (9,6).
Al contrario, c'è il caso dei farisei (9,40), i quali, dinnanzi all'attività di Gesù a favore dell'uomo, la condannano. Sono i nemici dell'uomo; ad essi Gesù dichiara che il loro peccato persiste (9,41).
Appaiono così i modelli di azione che Gesù trasmette alla comunità:
a) Agli oppressi che non hanno mai conosciuto la dignità umana ( cieco dalla nascita), la comunità deve mostrare il progetto divino sull'uomo, e che Gesù è capace di realizzarlo.
b) Agli oppressi che hanno perso la libertà a causa della loro adesione volontaria al sistema ingiusto (invalido), la comunità offre la possibilità di uscirne, rompendo così con la loro condotta anteriore ( i loro peccati).
c) Nei confronti di quanti si rifiutano di porsi dalla parte dell'uomo e si ostinano nella loro condotta oppressiva ( farisei), la comunità denuncia il loro modo perverso di operare ( i loro peccati).
I discepoli continuano l'opera di Gesù, poiché egli conferisce loro la sua stessa missione ( 20,21). Per mezzo dello Spirito che ricevono da lui, sono suoi testimoni dinnanzi al mondo ( 15,26s).
La loro attività, come quella di Gesù, è la manifestazione con i fatti dell'amore gratuito e generoso del Padre (9,4).
Davanti a questa testimonianza, avverrà lo stesso che avvenne con Gesù: vi saranno alcuni che l'accetteranno e daranno la loro adesione a Gesù , ed alcuni che si induriranno nel loro atteggiamento ostile all'uomo, rifiuteranno l'amore e si volgeranno contro di lui, giungendo persino a perseguitare ed a dare la morte ai discepoli in nome di Dio.
Non è missione della comunità, come non lo era di Gesù, giudicare gli uomini (3,17; 12,47)
Il suo giudizio, come quello di Gesù, non fa altro che constatare e confermare quello che l'uomo dà di se stesso.
Come puoi notare, caro cono, siamo agli antipodi....o quasi:), e l'Eucarestia c'entra ben poco.