L'immagine che posto è un pò datata, è del 1947 ma è incommensurabilmente esplicativa dell'atteggiamento di alcuni dei 'nostri' telebani 'locali' presenti in "Discutere"
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L'immagine che posto è un pò datata, è del 1947 ma è incommensurabilmente esplicativa dell'atteggiamento di alcuni dei 'nostri' telebani 'locali' presenti in "Discutere"
meno male è che l'appellativo comunista, forse a causa di una delle tante ironie della Storia, sia ormai caduto in disuso.
al giorno d'oggi, e parlo dell' Italia, di comunisti come ce ne erano una volta, dico a livello di formazione ed esperienza personale, non ce ne è più.
tendenzialmente sono anch' io un pochino di sinistra perché anch' io un filino antiborghese, ma posso dire che nella sostanza, dopo aver vissuto sulla mia pelle il comunismo stalinista di una città come Roma, che tratta i sedicenti comunisti peggio dei traditori, del comunismo mi è rimasta la forma mentale. cioè a dire il rispetto anche se non la stima delle classi sociali inferiori alla mia; per l' umanità in quanto tale purché di umanità si possa parlare; per il "rigor" della formazione personale.
non augurerei mai ai giovani di oggi di vivere il comunismo, ciò che mi pare possibile a livello interiore, ma di studiarlo un po' si.
ciao.
arecata, non ho capito lo scopo del 3D
è che la signorina ha tanti parenti...ma un' unica madre. e tanti come lei...
volevo solo capire...
scusa ma non mi riferivo a te. mi riferivo alla signorina di acerra/pazza di acerra.
le laudi tientele per te, pella pampina...
Una volta in teatro, ho assistito ad una commedia siciliana, di cui adesso non ricordo in nome. Il protagonista, Enrico Guarneri, un attore di teatro catanese, straordinario, recitava la parte di un barbiere il quale, mentre tagliava i capelli ad un cliente, un ingenuo contadino, poco istruito, cercava di spiegargli cosa era il comunismo. Ebbene, per facilitarsi il compito, decise di fare un esempio pratico e cioè prese a modello un ricco possidente, che aveva diverse case e disse che il comunismo era un movimento politico che intendeva portare tutti allo stesso livello sociale, pertanto chi possedeva più case, doveva donarle a chi casa non aveva.
Il contadino capì perfettamente e anzi, si dimostrò entusiasta dal fatto di sapere che esisteva un partito politico simile e che sicuramente l'avrebbe appoggiato.
A quel punto prese la parola un altro cliente che aspettava il suo turno e disse al contadino che allora anche lui avrebbe dovuto donare le sue galline a chi non ne aveva nemmeno una.
Il contadino, sorpreso, fece una smorfia e disse :
" Regalare le mie galline?"
Il comunismo era destinato a fallire e se è durato tanto e ancora dura, in certi paesi, è perchè lo si impone con la forza. Il comunismo è fallito perchè nessun movimento su questa terra può limitare i sogni le ambizioni e i bisogni del genere umano.
L'idea che i bisogni e le ambizioni siano illimitate, è un'idea costruita da una specifica ideologia, non fa parte della natura umana in quanto tale. Infatti, alcune culture non ce l'avevano per niente. Peccato che quelli dalle "ambizioni smisurate" li abbiano sterminati.
senza sogni, ambizioni, la vita è pura noia, inoltre, non ci sarebbero grandi campioni, scienziati, artisti, solamente persone è società piatte. Prendi la Corea del Nord.... tutti lì a piangere per una mummia morta che viene sostituita da un'altra mummia, anche se vivente. Che ragione c'è a vivere in quel paese?
Una delle forme di cultura in cui non esisteva il concetto di "bisogni illimitati" era quella degli indiani d'America.
In equilibrio con l'ambiente, e sicuramente non società piatte.
Non riesci a capire che la scarsità è un concetto relativo e storico, perchè ci sei nato e pensi che sia "la verità", l'unica verità sull'uomo.
Comunque su Iris in questo momento danno "La ricerca della felicità", un bel film sulla diseguaglianza sociale nella società americana.
Ed è anche la storia vera di Chris Gardner.
Gli indiani d'America erano sicuramente un popolo che viveva rispettando la natura, traendo da essa solamente quanto necessario per il sostentamento giornaliero.Tuttavia, la loro era una società destinata a soccombere, poiché non abbastanza evoluta proprio per il loro stile di vita, semplice, esistenziale. Inoltre, non conoscevano la scrittura e pertanto la loro storia evolutiva veniva promulgata oralmente. Ora, ascoltare un racconto indiano, di sera, seduti intorno ad un fuoco, mentre il capo tribù invoca gli avi e gli spiriti della notte, alternando il racconto, a brevi pause, dove il silenzio ha lo stesso peso specifico delle parole pronunciate e contribuisce a rendere mistico il racconto, sarebbe un'esperienza assolutamente da vivere, per comprendere quanto questo popolo fosse grande, purtroppo sono stati quasi tutti sterminati relegati in riserve-prigioni che li ha resi come gli animali negli zoo, ma tutto quanto detto, non vuol dire che loro non avessero sogni, aspirazioni e ambizioni, anzi ne avevano, eccome, tuttavia relegati nella loro dimensione e nella loro concezione della vita e della libertà individuale.
Almeno, se non erano alieni il concetto vale anche per loro. Non si nasce uguali, ma tutti hanno uguali diritti e doveri. Poi c'e chi emerge o si distingue dagli altri in ogni tipo di società, a mio modesto avviso.
Un po come le comuni anni 70, hanno retto finche' sistemi piu' robusti non hanno fatto sentire la loro concorrenza verso motivazioni che si indebolivano.
hai un'idea vaga e idilliaca degli indiani d'America. Inoltre hai una concezione evoluzionista delle culture e delle società.
Il concetto di "evoluto" è relativo.
Rispetto all'equilibrio con l'ambiente erano molto più evoluti degli inglesi, tanto per fare un esempio.
Inoltre stiamo parlando troppo genericamente, perchè i diversi gruppi erano centinaia, con strutture politiche e sociali molto diverse tra loro.
Non ti voglio fare un trattato di antropologia, ma ti voglio solo suggerire che c'è molto da sapere sui nativi, come sulle culture africane precoloniali, e non erano semplicemente "culture poco evolute". In Africa esistevano sistemi politici complessi, imperi.
Resta che il concetto di scarsità è relativo.
Quando gli inglesi mostrarono le asce di metallo ad alcune culture indiane, loro non pensarono che erano utili per "fare più lavoro" o "tagliare più alberi", bensì pensarono che erano utili per fare la stessa quantità di lavoro in meno tempo. lavorare meno e continuare a vivere come prima.
La scarsità è data dal rapporto tra bisogni e risorse. Se limiti i bisogni, non hai bisogno di avere sempre più risorse. Un concetto molto più evoluto di noi che vogliamo usare sempre più risorse per avere sempre di più, distruggendo tutto.
Non tiene conto del fatto che, se si e' sempre di piu', per quanto il procapite resti lo stesso, la richiesta complessiva aumentera', e, con raddoppio su qualche decennio si raggiunge comunque il limite insostenibile.
Sul tipo una alga che raddoppia in dieci secondi ci mette un decennio a coprire un lago, quanto ci mette a coprire l'intero lago?
Gli indiani si sostentavano con i bisonti che richiedevano un certo territorio per essere in numero sufficiente a sostentare una tribu', diciamo di 100 individui.
Se questi diventavano 200 e la tribu' confinante lo stesso, che succedeva visto che il territorio non aumentava e dava sostentamento a 200 individui e non 400?
Eppure nessuno chiedeva di piu'.
Non sai nemmeno formulare i quiz :asd:
Dovevi dire: se ci mette 10 anni a coprire metà lago, ma raddoppia in 10 secondi, quanto ci mette a coprire l'intero lago ?
Risposta: 10 secondi.
Comunque confondi anche cause con conseguenze: siamo sempre di più proprio perché viviamo come virus, anziché in equilibrio con l'ambiente che ci ospita.
Le società che noi chiamiamo "meno evolute", in realtà erano "più evolute" sotto questo aspetto. Nel senso che la loro mortalità era in equilibrio con l'ambiente.
"Noi" abbiamo rotto l'equilibrio e abbiamo iniziato ad aumentare in modo sproporzionato rispetto alle risorse disponibili, proprio in virtù del concetto di "bisogni illimitati", in un mondo che invece è limitato.
In un modo o nell'altro andremo incontro a quel limite, che ci limiterà, in modo più meno drastico.
Sta a noi scegliere se farci limitare drasticamente oppure scegliere di metterci in equilibrio con le risorse limitate, cioè auto-limitarci o evolverci... magari imparando da quelle società che abbiamo definito "meno evolute".
Certo sono confuso.
Ti seguiremo, dacci la luce.
Non do nessuna luce, però la tua formulazione dell'indovinello era assurda.
In alternativa a quella che ho scritto io si può anche formulare così:
c'è un grande lago nel quale vive una pianta acquatica che raddoppia la sua dimensione ogni giorno. Dopo venti giorni ricopre l'intera superfice del lago.
Dopo quanti giorni ricopre metà lago?
Risposta: 19 giorni
Decisamente diverso.
La saturazione del tutto avviene comunque nel tempo di raddoppio.
Coda che poi sta a dire che comunque se aumenta il numero la capacita' di contenerlo si satura e lo fa in modo rapidissimo quando si sta a meta'.
vedi ? c'è questa morale para-religiosa del limitare i bisogni che si atteggia proprio come una morale sul desiderio e che, in questo modo, imbocca un vicolo cieco;
non è un caso che i socialismi radicali, comunismi, ecc... siano tutti maturati in società rurali in cui la religione si è istituzionalizzata e accorpata alla politica, creando un vuoto di morale religiosa propria;
già accettare oggi il comprensibile "bisogni" marxiano in luogo di "desideri" è una tesi in nuce; epperò - direbbe Qvelo - è sbagliata :asd:
i desideri si limitano per appagamento; quando avviene per impossibilità oggettiva di una certa classe si crea una situazione di violenza potenziale, alla Galtung;
purtroppo, i comunisti non hanno potuto leggere Lacan per tempo, e rendersi conto delle dinamiche del desiderio individuale, della necessità, ma anche delle forme di un limite a quello;
un ragionare di politica moderno non dovrebbe occuparsi dei contenuti morali come tali, perché questi sono un risultato vettoriale su cui si incide poco efficacemente e, in genere, quando avviene il contrario - si forza la società - si generano tragedie;
la politica dovrebbe evitare le strozzature funzionali, cioè il mancato recepimento di una domanda sociale che contiene certamente sempre anche elementi di progresso, a causa di ostacoli che impediscono la trasmissione fluida di quella domanda;
quella di limitare precettiziamente istinti e desideri di aggregati umani è un'illusione - para-cognitiva - pericolosa perché impedisce di valutare correttamente i comportamenti di quegli aggregati, che in gruppo sono una cosa diversa dall'apparenza del singolo: l'allevatore di polli che diventa un criminale in divisa, l'impiegato di banca che diventa hooligan o stragista con armi automatiche, il panettiere che si fa esplodere in nome di "Dio", il figlio di borghesi progressisti che stupra, ecc...
essere para-comunisti - ma anche neo-fascisti, nazionalisti, ecc.. - oggi è una cosa come la superstizione religiosa, di seconda mano, la finzione di uno stato d'animo possibile tramite la rimozione di un dato di realtà, verosimilmente destinata ad un decorso analogo a quello delle religioni;
nel frattempo, si affermano ideologie autenticamente di prima mano, e sono quelle a cui si dovrebbe prestare attenzione.
Già peccato che ogni qualvolta qualcuno ha voluto "limitare" i bisogni della gente, il mercato nero e l'illegalità erano dietro l'angolo a schiacciarti l'occhiolino..... come per esempio durante il periodo del proibizionismo americano. Nessuno è riuscito o riuscirà ad ingabbiare bisogni e desideri della gente perchè questi sono "fisiologici".
Poi neanche a dirlo, mi piacciono le tue uscite tipo queste " hai un'idea vaga e idilliaca degli indiani d'America".... che per invogliare la discussione sono un toccasana!!
Da oggi ti chiamerò "Sentenza"!!!