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aiutiamo i chirurghi
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aiutiamo i chirurghi
Io voto NO.
Io voto sì.
via... a che serve ? sono davvero due spicci;
cioè, se vince il "sì" non mi straccio le vesti, ma il punto è proprio questo equivoco che hanno sparso i pentastellati, per cui il problema della politica sarebbero questi privilegi; anche perché la vera casta della politica non sono certo i parlamentari, ma le decine di migliaia di figure che ruotano attorno a tutte e istituzioni, anche locali, regioni e municipi;
il punto della politica sono i soldi veri, quelli grossi, le tasse, chi le paga, quanto, chi non le paga, dove;
tutta questa retorica della casta politica serve a rinviare un confronto diffuso sulle cose serie, a prescindere dalle opinioni di parte; prima le persone qualsiasi si rendono conto della scala e della natura delle questioni vere, prima si consolidano posizioni ragionevoli, su cui si possono formulare cose concrete;
non ci credono più nemmeno i pentastellati; solo che, siccome quella è l'ultima battaglia di bandiera che è rimasta loro, si devono impuntare, anche se è una cosa del tutto inutile, perché tanto andrà comunque riformato tutto il sistema.
io voto Sì
anche fossero due spicci il segnale di tagliare un parlamento di incapaci mangiapane a tradimento é troppo allettante..
nella Francia di allora si tagliavano le teste..:vquá gli si invita ,anche fin troppo gentilmente, di smetterla di fare i pagliacci:D
Sei talmente sveglio che nemmeno hai capito che gli stessi che vogliono tagliare i parlamentari sono gli stessi che, poi, sostituiscono i parlamentari con le "task force" di perfetti sconosciuti non votati da nessuno pagandoli pure profumatamente. :mmh?:
Sei talmente sveglio che fai bene a votare SI.
Bravo....vota SI.
E' la massima espressione del tuo essere sveglio....o SVEGLIONE. :mmh?:
è allettante come la mentina dopo che ti sei fumato due pacchetti di Gauloises senza filtro, ma non vuoi smettere;
mo', il caso tuo è un po' particolare perché vivi, lavori e paghi le tasse all'estero, quindi i problemi di fondo ti toccano fino ad un certo punto;
ma chi vive in Italia avrebbe bisogno di farsi un'opinione complessiva e informata su come si drenano e spendono i soldi pubblici - quelli "tanti" - per quali investimenti, dove, con quali prospettive;
uno può anche nutrire rancore nei confronti dei poltronari - che però stanno dappertutto, al 95% fuori dal Parlamento - ma darne una manciata in pasto ai leoni al circo è proprio la soluzione per imbonire la plebe, tenuta nell'ignoranza;
a me interessa di più che un bravo laureato di Napoli o Palermo abbia enti ben finanziati che lo facciano lavorare in Italia per produrre brevetti, innovazione, senza passare per trafile mafiose di baronie che premiano i raccomandati, perché poi quel laureato va all'estero e lì spende il nostro investimento in istruzione a beneficio di altri sistemi;
l'Italia è al secondo posto in UE per borse di studio, dopo la Germania; vuol dire che siamo bravi; ma poi, solo il 20% di questi finanziamenti viene erogato da progetti italiani; in pratica, abbiamo quelli bravi, ma li fanno lavorare in Germania, UK, USA, perché a noi piace gratificare le clientele diffuse, che votano chi promette vendette e bengodi, come si trattasse di tifo calcistico.
Io non ho ancora deciso cosa votare, ma in effetti chi è per il 'no' ha le sue buone ragioni. Se proprio si doveva tagliare, sarebbe stato il caso di tagliare gli stipendi dei parlamentari, non il loro numero. E mi preoccupa il drastico calo della rappresentanza territoriale.
Per continuare a non finanziare gli enti che dovrebbero far lavorare i bravi laureati bastano 400 parlamentari.
Per far male come si è fatto negli ultimi 10-20-30-40... anni (decidi tu, secondo la tua opinione politica, quando è cominciato il declino di questo paese) ne bastano 400, con 600 e più non riusciamo a fare meglio nel peggio
Cambia che ad esempio se vivi in Molise o Val d'Aosta rischi che non ci sia più quasi nessuno a rappresentarti in parlamento. Se abiti in una piccola cittadina dimenticata da tutti, tipo la mia, non avrai probabilmente più alcun rappresentante che possa portare avanti le istanze del tuo territorio. Al di là dell'appartenenza politica, per un territorio è importante avere qualcuno in alto che lo rappresenti e che porti avanti le sue battaglie.
Per fare un esempio concreto: da noi stanno finalmente avviando l'iter per approvare il progetto della nuova autostrada, che ci toglierà almeno in parte dall'isolamento infrastrutturale in cui versiamo da sempre. Ma se non fosse stato per l'impegno dei nostri rappresentanti territoriali, sia a livello nazionale sia regionale, nessuno si sarebbe minimamente preoccupato di noi e dei nostri problemi.
beh, lo stipendio dei parlamentari - oltre ad essere inserito in un contesto generale di livelli e scatti, questioni amministrative - è il retaggio di una società molto classista, che ha compensato, o cercato di compensare, in questo modo il divario di classe nella rappresentanza;
a torto o ragione, si è pensato in origine che una remunerazione elevata potesse essere un deterrente alla corruzione, così come per i magistrati, ecc...
quanto alla rappresentanza dei territori, in effetti non è compito del parlamentare, che rappresenta tutto il corpo elettorale; per quella funzione ci sono le rappresentanze decentrate, che in concreto sono molto più presenti; se c'è una vertenza a Cremona il deputato eletto in zona non conta nulla, né ha mandato costituzionale per intervenire sulla questione, visto che non è stato eletto per rappresentare interessi locali;
sono cose che richiederebbero il ripensamento organico di tutto il sistema; il che non avviene - vedi referendum bocciato - perché alla fine dei conti si tratta di stabilire chi amministra e spende i soldi delle tasse, le attribuzioni, ecc...
la situazione attuale è un po' quella da trincea della Prima guerra, dove ognuno vorrebbe attaccare ma ha paura del massacro, o anche solo di metter fuori la testa, e di perdere qualcosa; i localisti-autonomisti delle regioni ricche temono una ri-centralizzazione dello stato; mentre i centralisti temono un confronto sulla spesa con quelle regioni, e una contrazione di risorse disponibili per comprare consenso; cioè, temono di essere costretti a riformare la spesa per la PA, a fronte di spinte al federalismo fiscale;
in teoria, hanno buone ragioni entrambi;
in pratica, se la cosa viene affrontata sotto una spinta conflittuale, composta male, c'è il rischio di una guerra fra regioni, un po' tra farsa e tragedia, con effetti imprevedibili, perché noi abbiamo ancora un immaginario di "nazione", ma la realtà concreta delle cose è che per il 95% della vita delle persone quello che si decide a Roma conta pochissimo in termini di qualità della vita;
s'è visto col Covid, dove stare a Vicenza o Brescia ha fatto la differenza; si vede per strada, dove hai manutenzione, oppure buche, strutture che crollano, nei tributi, dove in un posto arrivano inesorabili, in un altro li evadi tranquillamente per decenni, e nel rispetto della legalità, edilizia, ambientale, ecc... nella scuola, nelle addizionali fiscali;
e si vede palpabilmente anche sul riflesso nella spesa pubblica, dove i rapporti di forza hanno già aggirato il principio dello stato nazionale:
ad un maggior gettito, di fatto corrisponde una maggior spessa, come ci fosse già un federalismo, ma occulto, che cerca ulteriori legittimazioni.
certo; ma è come togliere il cucchiaino di zucchero al grande obeso; può anche essere, ma se illude che sia quello il punto...
l'abolizione del Senato avrebbe tolto di mezzo un terzo di parlamentari e il voto pleonastico, oltre a rimuovere il problema dello status di elettorato attivo dei giovani tra 18 e 25 anni;
il 60% ha votato contro, il che rappresenta pur sempre un'indicazione che qualche vincolo lo pone;
poi, ci sono anche altri aspetti: da 30 anni viviamo nell'UE; significa che molti aspetti di normativa generale, principi, sono elaborati a livello sovranazionale, per scelta e adesione; mentre una gran parte di attribuzioni sono decentrate; cioè, la funzione del Parlamento nazionale è molto ridotta rispetto all'idea che si può avere nell'immaginario da Prima repubblica, stato nazionale, ecc...
ah già... il Senato, avevo rimosso che abbiamo anche questa bizzarria
Ora mi scrivi che, da quando siamo nell'UE, la funzione del Parlamento nazionale è ridotta, così mi dai un motivo in più per ridurre il numero dei parlamentari (senatori compresi che avevo dimenticato)
Io capisco le ragioni del no, capisco che un taglio dei parlamentari senza aver prima previsto una seria riforma elettorale (ma quante riforme abbiamo visto negli ultimi anni? E perché sempre chiamate con nomi in latino maccheronico?), una valutazione su bicameralismo, proporzionale, sbarramenti etc... e solo populismo... e allora? **
No ma davvero vogliamo capirlo che forse in tanti e troppi siamo stufi, io ho 46 anni e lavoro da autonoma da 26, sempre votato, sempre pagato le tasse ( in ritardo, a volte, dilazionando, spesso, dal 2009 ad oggi) ho sempre solo avuto complicazioni, burocrazia, tasse, balzelli e bastoni tra le ruote., non ultimo lo scorso anno GDPR e Fatturazione elettronica, tutto insieme, ma va bene, mi sono aggiornata, mi sono adeguata e ora procediamo abbastanza, ma non del tutto certi, di non incorrere in sanzioni, soprattutto per il GDPR.
Poi vedo lo stato dei sistemi informatici statali, comunali, al servizio del cittadino (ultimo esempio mio figlio che si è iscritto all'università, tra lunedì, martedì e mercoledì , 3 giorni), si bloccano, si impallano, non sono aggiornati, i numeri delle segreterie non rispondono, quando rispondono non sanno aiutarti, alla fine riesci a sbrogliartela tu, perché in 26 anni da imprenditore in Italia, volente o nolente, hai sviluppato una capacita di risolvere per conto tuo da medaglia d'oro.
... va be... mi sono lasciata trascinare, chiedo scusa per lo sfogo
**spero che vinca il sì, perché mi sono rotta i ... ( mi tengo pulita và), spero che seguano vere riforme spero che questo paese cambi, in meglio, ma comunque quando sento la parola polita (riferita ai politici non a io che scelgo dove fare la spesa) mi viene da sorridere o ridere amaramente
I parlamentari servono perchè il lavoro del Parlamento va avanti e si svolge attraverso le "Commissioni Parlamentari".
Le Commissioni Parlamentari sono dei gruppi di lavoro specializzati su una singola materia che portano avanti le leggi. Svolgono le audizioni dei tecnici - o degli esperti - per farsi una idea precisa della materia che trattano e poi redigono le leggi che portano poi al voto nella Assemblea plenaria di tutto il Parlamento.
La riduzione dei parlamentari, oltre a creare problemi di rappresentanza territoriale - come è già stato detto da chi mi ha preceduto - crea anche problemi nel lavoro quotidiano del Parlamento, che avviene nelle Commissioni.
Ma la domanda fondamentale rimane questa: che senso ha ridurre il numero di parlamentari se poi, al posto delle Commissioni Parlamentari (che sono il vero luogo di vita democratica) vengono istituite le "task force" di cosiddetti "tecnici", non votati da nessuno e pagati profutamente, e che il governo di turno istituisce senza alcun mandato democratico?
Solo gli sprovveduti non hanno capito il disegno politico che c'è dietro: ridurre il numero di parlamentari ha il solo scopo di AUMENTARE la capacità di controllo sui parlamentari stessi da parte delle segreterie dei partiti. Meno parlamentari ci sono, più è facile controllarli e meno problemi di dissidenti ci saranno in futuro.
Taglio parlamentari, il ragionamento di Tuzi (M5s): ''Meno sono, meglio si controllano."
Io mi colloco tra gli indecisi.
Tendenzialmente sarei per il SI perchè sono anni che si sente lamentare e ci si lamenta di troppi parlamentari, alti stipendi, vitalizi ecc...mentre i sacrifici sono richiesti sempre agli altri, popolo e popolino, adesso che c'è la possibilità di cambiar qualcosa, ci invitano al NO perchè mina la democrazia.
Eppure l'hanno votata loro i parlamentari questa legge.
Il cambiamento spesso spaventa più del restare come siamo però se guardiamo alle ultime votazioni, il cambiamento che si voleva, la combinazione di governo che ne è uscita fuori è stata disastrosa.
Neanche io mi sento rappresentata da chi ci governa ma non so che alternative migliori ci siano.
Neanche se il referendum risultasse vincere i sì, cosa di cui dubito.
beh, il governo ha un mandato democratico a far questo, anche perché le commissioni possono elaborare quel che vogliono, ma poi l'adozione di un provvedimento dipende comunque dalla maggioranza che esprime il governo;
un mio amico e collega, autonomo, tre bollette non pagate enel - privato - dopo riduzione della potenza e sollecito, le ha pagate; ricevuto e-mail di conferma, ma la riduzione di potenza continua da giorni;
telefona, e l'operatore gli dice che a loro quelle bollette non risultano pagate; lui fa: ma come, ho le vostre mail di conferma ! e quello: ce le rimandi :D e il mio amico: come ? e quello: via fax :rotfl:
lui spedisce dischi in tutto il mondo, col servizio Spring, delle poste olandesi, efficientissimo, al costo di 8 euro al pezzo, che paga il cliente; spedire in Italia con PPII cosa tra i 12 e i 20 euro; PPII è privatizzata;
ma il polso di quello che qualcuno continua ad illudersi che sia una nazione si vede da altro:
chi abita al nord o al centro ricco, paga mediamente le tasse, e si vede fare lavori pubblici; se campo abbastanza, dal centro di Monza, Trento e Trieste, potrò andare in metro e scendere direttamente a S. Babila, Lima o Bande nere;
a Roma la terza linea metro si ferma, e la talpa viene sepolta sotto piazza Venezia; è Roma, la capitale, si pagano le addizionali più alte d'Italia, eppure... monnezza che non si sa dove mettere, trasporti da Terzo mondo... perché ?
se uno deve andare da Palermo a Trapani, si legge l'Odissea durante il viaggio; nell'isola capita che manchi l'acqua; in una regione che ha 20mila dipendenti, di cui un quinto dirigenti, come altre 15 messe insieme; a Salerno si ferma l'Italia ad alta velocità; non parliamo delle reti internet... in compenso, se non paghi una multa o la TARI in certe regioni, prima che ti arrivi qualcosa passano ere geologiche; perché ?
non è che le risposte possono essere cercate nel numero dei parlamentari, nei vizi delle élites, o nel rimpiattino tra le parti politiche, perché è ovvio che alla base di queste deformità c'è un tacito patto di scambio diffuso, per cui il consenso si impernia su una domanda diffusa, popolare, di NON affrontare e risolvere certe cose, che è il risultato di una frammentazione di domande diverse, in cui tutti chiedono qualcosa, ma nessuno è disposto a rinunciare alla propria area grigia di anarchia.
è questa è una triste realtà che ci caratterizza... poi certo oggi si inizia a tagliare i parlamentari nazionali... domani, quando sarò nonno, magari quelli regionali... poi i consiglieri comunali... e chissà, tra qualche migliaia di anni... forse... le cose miglioreranno.
@axe
ma se "alla base c'è un tacito patto di scambio diffuso....anarchia" e se non esiste modo o voglia di cambiare questo stato di cose, che differenza fa un terzo di parlamentari in meno? Nessuna, come non la fa un terzo in più.
Allora di dico che se più è uguale, preferisco meno; sarà, anzi sicuramente è, anche una scelta emotiva, se non addirittura velata di astio nei confronti di chi, davanti ad un paese in affanno, chiede sacrifici agli elettori senza, non dico rinunciare, ma rimodulare, sospendere, ridurre i propri privilegi
Bene, bisognerebbe allora far la conta delle presenze e assenze dei parlamentari,se nonostante l'assenteismo di molti parlamentari il paese va avanti ugualmente, le votazioni ci sono, le leggi vengono portate avanti allora significa che si può benissimo fare a meno di una fetta di parlamentari, in particolare gli assenteisti.:DCitazione:
parlamentari servono perchè il lavoro del Parlamento va avanti e si svolge attraverso le "Commissioni Parlamentari".
Le Commissioni Parlamentari sono dei gruppi di lavoro specializzati su una singola materia che portano avanti le leggi. Svolgono le audizioni dei tecnici - o degli esperti - per farsi una idea precisa della materia che trattano e poi redigono le leggi che portano poi al voto nella Assemblea plenaria di tutto il Parlamento.
La riduzione dei parlamentari, oltre a creare problemi di rappresentanza territoriale - come è già stato detto da chi mi ha preceduto - crea anche problemi nel lavoro quotidiano del Parlamento, che avviene nelle Commissioni.
in sé, il taglio non è un dramma;
il dramma è un decennio di propaganda in cui tante brave persone sono state illuse e fuorviate con la favoletta per cui i problemi dipendono dai pochi, dalle élites cattive che sottomettono il popolo buono e onesto;
tu leggi il commento di Breakthrough, autonoma: lei è convinta che il suo nemico sia la burocrazia statale; in parte è così; ma, in effetti, chi ha il maggior interesse in quella burocrazia sono i commercialisti: se hai un banco di caldarroste al mercato rionale ti toccano comunque 1600 euro l'anno di commercialista - perché non puoi sbagliare una virgola in quel ginepraio - e 3500 euro base di contributi, che non rivedrai mai;
magari l'autonomo vota un partito pieno di commercialisti, o di avvocati collusi con quelli, interessati al contenzioso, e ostili a riformare la Giustizia, perché sono una pletora, e poi di che campano ?
così però se devi commissionare un lavoro ci pensi dieci volte, e nove su dieci rinunci; perché se qualcosa va storto passano 12 anni in media prima di rivedere quello che hai anticipato ed eventuali danni; intanto, chiudi o stai a pane e cipolla, licenzi, ecc...
ora, posto che non ho un atteggiamento da tifoso per nessuno schieramento - ho certamente idee liberali e laburiste, di sinistra, ma liberale, non forcaiola e non estremista - voto no perché non voglio premiare quella demagogia facile che ha prodotto la rappresentazione dei pochi colpevoli, sempre altri, estranei, che è un po' la politica dello struzzo;
visto che ti piace la storia e certamente conosci Churchill, ti dovrebbe tornare se dico che un politico onesto non deve essere povero o ascetico, ma dire la verità ai suoi elettori; verità che in genere è sgradevole; si promettono non latte e miele, ma sudore e lacrime, a volte pure sangue, in vista di un obiettivo;
qui, in Italia, invece, ci siamo abituati ad una piazza, vera o virtuale, in cui è stato remunerativo aizzare l'odio, mediante il falso o la semplificazione, incassare consensi e potere senza assumersi le responsabilità, pure quando si è al governo e si accusano poteri forti e occulti che remano contro.
per dire una cosa del genere dovresti ponderare il peso di una serie di altri soggetti, dalla Regione - la più potente d'Italia, quella col gettito fiscale maggiore - alla CIndustria, l'Assolombarda, i costruttori locali... non è che un deputato, ma di Foggia, per il fatto di essere un parlamentare ha lo stesso potere;
posto che nella nostra Cost è proprio escluso che un deputato possa esercitare una rappresentanza per mandato territoriale; con buona pace dei paladini della Nazione, che non obiettano nulla ma, anzi, spesso sostengono questo modo di operare, come fosse normale.