Beh, apro questo thread per spiegare un po' della lingua di Cervantes da un punto di vista disteso e con un metodo dilettantistico, giocoforza, poich
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Beh, apro questo thread per spiegare un po' della lingua di Cervantes da un punto di vista disteso e con un metodo dilettantistico, giocoforza, poich
Fonetica
Allora, cominciamo per una cosa facile anche se non molto divertente, la fonetica. Giacché tanto lo spagnolo quanto l'italiano sono tutte e due lingue con una corrispondenza abbastanza grande fra lo scritto ed il parlato, si vedrà con rapidità.
Vocali/Vocales:
Lo spagnolo ha un sistema vocalico davvero semplice: a, e, i, o ed u, e basta!, niente di distinzioni fra la e o la o chiusa od aperta. Sempre la stessa o e la stessa e. Punto e palla (punto y pelota---> si dice in spagnolo colloquialemente per indicare in modo rotundo che una questione è finita e non c'è niente più da dire)
La Bi e la Vu/La Be y la Uve:
In spagnolo queste due lettere hanno il medesimo suono, che corrisponde all'italiano della B, questo fenomeno di confluenza delle due lettere nello stesso suono riceve il nome di "Betacismo" e pare che si deva all'influenza della lingua basca sul castigliano, poiché il basco la V non ce l'ha e le origini della lingua cervantina si trovano al Nord della Spagna (nella Rioja si trovarono i primi testi in castigliano).
Ci e CH, Zeta, Qu e Cappa/Ce y el dígrafo CH, Zeta, Qu y Ka:
La C ha il suono della K in combinazione con la a, la o e la u, come in italiano. Dunque, la differenza fondamentale radica nell'uso della C insieme alla e ed alla i. In spagnolo la c acquista lo stesso suono che la TH inglese in parole come "thing".
Ora, qualche precisazione, questo non è così nel Ispanoamerica, dove questa C ha il suono "S" (sorda), altrettanto in alcune regioni della Spagna questo è così, come le Isole Canarie e la Andalusia, anche se concretamente in Cádiz (Cadice) succede il contrario, cioè, la S acquisisce il suono TH (in spagnolo za, ce, ci, zo, zu), così, per esempio una frase come "Los sesenta y seis asesinos sediciosos de Saducea salieron libres" un zetero gaditano la pronuncerebbe: "Loz zezenta y zeiz azezinoz zediciozoz de Zaducea", intanto una frase come "Cincuenta y cinco sencillos y sinceros vecinos de Zaragoza zurzieron sus calcetines" sarebbe pronunciata dagli andalusi, canari e americani così: "Sincuenta y sinco sensillos y sinseros vesinos de Saragosa sursieron sus calsetines".
Ma questa è una generalizzazione troppo esagerata, non tutti lo fanno e ci sono aree in cui può essere più o meno accentuata questa pronuncia non-standard. Anche nella mia comunità autonoma, Galicia (Galizia) ci sono delle zone dove la C combinata con la i o la e la pronunciano come S (sempre sorda).
La Z si pronuncia anche come la TH inglese in think, ma soltanto può venire insieme alla a, o ed u, perché per la i e la e già viene la C a produrre questo suono. Ma può esserci qualche parola nella quale si combine la Z con una delle due vocali "vietate". Mi viene in mente la parola "Zinc" (Zinco).
La CH e quel digrafo che si impiega in spagnolo per rappresentare per scritto il suono che in italiano si ottiene all'unire la C con la e o la i. (cha, che, chi, cho, chu = cia, ce, ci, cio, ciu)
La Q anche come la C combinata con a, e, i ha il suono K, ma la u non si pronuncia mai. Ad esempio: Queso (formaggio) si pronuncia /keso/, quinto (quinto) si pronuncia /kinto/
Non c'è molto da dire sulla K, come in italiano, si tratta di una lettera non molto impiegata e già conoscete il suo suono
I lunga, Gi, Elle ed I greca/Jota, Ge, Ele e I griega:
La I lunga e la G nelle seguenti combinazioni (Ja, Je/Ge, Ji/Gi, Jo, Ju) hanno un suono che credo provenga dall'arabo che sarebbe una mistura fra la Acca aspirata dell'inglese e la R francese, più o meno il suono che si produce al fare gargarismo direbbe io. Non farmi caso, è uno scherzo, sarebbe più o meno come la Acca Aspirata inglese ma un po più marcata (Jarrón=Vaso, Jerga=Gergo, Joder=Fottere. La G con la o e con la u suona come in italiano (Gota=Goccia, Guante=Guanto), ma fate attenzione, la G con la u (GU) seguita da e od i, in questo caso il suono è quello della GH (Guiño=ammicco, Guerra=Guerra---> in spagnolo si pronuncia Gherra). Nei casi in cui la u sì se pronuncia questa circostanza viene indicata dalla dieresi sulla u (ü) (Pingüino=Pinguino, Lingüista=Linguista, Antigüedad=Antichità).
La Elle suona come in spagnolo, quando è soltanto una, se sono due insieme appare la differenza. Il suono della doppia elle spagnola in teoria mi sembra che sia equivalente a quello del "gli" italiano, ma molti castigliano parlanti, fra loro io stesso, siamo "yeístas", questo vuol dire che pronunciamo la doppia elle uguale che la Y, vale a dire, non impiegamo il suono del "gli" italiano, sennò soltanto quello del "gi", "ge" italiano, cosìcché non facciamo nessuna differenza fra "calló" y calló" (cadde e tacque rispettivamente). Pertanto la doppia elle e la Y hanno il suono equivalente a quello che hanno in italiano le parole che combinano la G con la i o la e
Erre/Erre:
Uguale all'italiano, soltanto commentare che il suono della erre forte la pronunciamo all'inglese quando siamo ubriachi. Vi succede lo stesso?
Esse/Ese:
Bene, in spagnolo non esiste la doppia esse, la S fra vocali suona sorda, soltanto abbiamo la S sonora quando dopo la S c'è una consonante sonora, ma questo come in italiano, nessun problema, secondo me.
La Di/De, Effe/Efe, Acca/Hache, Emme/Eme, Enne/Ene, Pi/Pe, Ti/Te, Doppia vu/Uve doble non hanno nessuna differenza di suono, pertanto niente da commentare.
La Ics (Equis) ha il suono /ks/ come in italiano, ma c'è un'eccezione, al cominicio di parola la X in spagnolo suona come la S, ad esempio, xenofobia si pronuncerebbe /Senofóbia/
La Ñ spagnola si corrisponde col suono che produce la combinazione della g con la n in italiano (Español/Spagnolo)
Un altro dettaglio, le parole che incominiciano da ps. In spagnolo non si pronuncia la P iniziale, difatti queste parole si possono scrivere senza la p, psicólogo o sicólogo, ad esempio, sebbene la RAE (Real Academia de la Lengua) raccomandi scriverla con la pi.
Altra curiosità è il cambiamento della L per la R che si produce in Andalusia (mia mamma è di Siviglia). Ad esempio, la parola "alma" (anima), la pronunciano "arma" (arma). Espressione vezzeggiativa tipica di Andalusia: "Mi arma", per rivolgersi a qualcuno che si vuole bene, mi sembra che soprattutto l'impieghino le madri coi suoi figli.
Qui finisco la mia prima lezione dello spagnolo. Sicuramente può essere un po' confusa e "me haya dejado alguna cosa en el tintero" (frase che significa che ti sei dimenticato di qualcosa quando, ad esempio, parli di un tema, traduzione diretta: Lasciarsi qualcosa nel calamaio). Tranquilli che i seguenti messaggi saranno più divertenti che questo. ;). Speriamo! :p
Ciao, spero che vi serva di aiuto e non tentennare nel momento di segnarmi tutte le sgrammaticature che vediate, almeno le più grossolane.
Grazie.
bella questa "lezione"! mi sta tornando in mente qualcosa che ho fatto alle medie :D
Me ne sono appena reso conto che ho commesso un errore che pu
Bene, oggi mi sento con l'animo sufficiente per scrivere dei nuovi messaggi in questo thread. In questo primo messaggio parlerò della parola perché, poiché ha vari significati e mi sembra interessante spiegare come sono le corrispondenze in spagnolo in rapporto all'italiano. Ci si bisogna fare un po' di attenzione per dopo utilizzarla correttamente giacché nemmeno i castigliano parlanti la impieghiamo bene molte volte.
PERCHÉ:
Allora, in italiano avete una sola parola (perché) che ha vari significati, ma in spagnolo la cosa è un po' più complicata nel senso che la parola può diventare due parole o portare l'accento o non portarlo dipendendo dal significato che abbia. Cioè, in spagnolo esistono quattro forme: "porqué", "porque", "por qué" e "por que".
Ma che casino!, direte, certo, per questo motivo quelli che non si curano delle regole ortografiche riguardanti questa parola, dopo scrivono la prima che viene loro in mente o direttamente la più facile.
Dunque, cercherò di spiegarlo nel modo più semplice possibile per non dilungarmi molto in una questione ortografica che non è mica divertente, lo so. Dai!, andiamo!
Primo significato: pronome interrogativo
Esempio: Perché hai acceso la TV?
Attenzione! In spagnolo il perché nella sua accezione di pronome interrogativo si scrive separato e con accento sulla e, ossia: por qué
Nota: si scrive così tanto nelle interrogazioni dirette quanto nelle indirette.
Traduzione: ¿Por qué has encendido la TV?
Secondo significato: valore causale
Nella risposta alla domanda si usa il "perché" legato e senza l'accento: porque
Esempio: Perché ero annoiato.
Traduzione: Porque estaba aburrido.
Terzo significato: funzione di dimostrativo (credo)
È equivalente all'uso colloquiale in italiano del perché col senso di "per cui", "per la/il quale" ed è senz'altro il meno impiegato. In questo caso il "perché" che si deve impiegare è quello separato e senza l'accento, vale a dire: por que.
Esempio: Questo è il motivo perché non ho detto niente sulla nostra amicizia.
Traduzione: Éste es el motivo por que no he dicho nada sobre nuestra amistad.
Nota: non si suole impiegare in questo modo, sennò con l'articolo determinativo in mezzo alle due parole, ossia: "por el que". Éste es el motivo por el que no he dicho nada sobre nuestra amistad.
Questa forma equivarrebbe all'italiano per cui, più colloquiale e più impiegato nella lingua parlata, come in spagnolo "por el que" invece di "por el cuál" (per il quale), più formale e di maggior uso nella lingua scritta.
Dire che anche la forma separata e senza l'accento si impiega quando il verbo occorre della preposizione "por" e dopo viene una proposizione subordinata.
Esempio: Mi preoccupo per che non ti succeda niente.
Traduzione: Me preocupo por que no te pase nada.
Nota: Qui ho un dubbio, credo che in questo caso in italiano si scriva separato, come ho messo nell'esempio, ma non ne ho sicurezza piena. Se qualcuno fosse così gentile di togliermi il dubbio se lo ringrazerei moltissimo. ;)
Quarto significato: sostantivo (causa, motivo, ragione)
In questo caso si impiega la forma restante: "porqué", tutto legato e con l'accento, la forma più familiare per voi italiani. :D
Esempio: Non mi spiego il perché della tua partenza.
Traduzione: No me explico el porqué de tu marcha.
Nota: in spagnolo questo "perché" non è invariabile, cosicché se c'è una frase che parla di vari motivi o ragioni, es: "I perché dell'esistenza umana non li si potranno mai conoscere", trad: "Los porqués de la vida humana no se podrán conocer jamás".
Bene, questo è grosso modo lo più elementare delle combinazioni che si devono fare fra le parole "por" y "que" per ottenere i quattro diversi "perché" per i quali voi avete una stessa parola. Adesso alcuna precisazione di più.
In spagnolo abbiamo due preposizioni che non si possono differenziare nell'italiano. "Por" y "Para", forse qualche giorno si può scrivere un altro messaggio più incisivo sulle differenze che esistono tra queste due preposizione, ma per ora e per il caso che ci attinge, basta con sapere che la preposizione "por" si può identificare con le proposizioni causali e "per" con le proposizioni finali, quindi, "Para que" è quello che diciamo invece di "Affinché, od Acciocché".
Spero che mi si abbia capito bene. :)
:approved:
Dai, adesso vi metto una lista di parole affinché studiate un po' di vocabolario. Oggi comincerò con parole che riguardano il corpo umano. Cercherò di mettere tutte quelle di cui mi ricordi e non lasciare nessuna persa nel dimenticatoio. Hehe, che esagerato sono, se mi scordo di qualcuna già la metterò un altro giorno. :p
El Cuerpo Humano I (Il Corpo Umano I)
El cabello: I capelli
Questa è la parola tecnica, cioè, quella che viene scritta negli shampoo, ma dopo la parola che si impiega nella strada (anche nelle case potete impiegarla, non vi preoccupare, è una forma di parlare) è: pelo, e quello che voi chiamiate "pelo", noi lo chiamiamo "vello".
Nota: "cabello" è una parola singolare e fa riferimento a tutti i capelli della testa.
El vello: Il pelo
Fa riferimento a quelli che non si trovano sulla testa, pertanto, una persona con molto "vello" è molto "velluda", ma anche questa è una parola tecnica e non si impiega normalmente, meglio impiegare la parola "peludo", ad esempio, se dite "tiene un culo velludo" (ha un culo peloso) suonerà veramente ridicolo e la gente si partirà della risa. Ricordate, la parola ad impiegare è "peludo", e già sapete, "el hombre como el oso, cuanto más peludo, más hermoso" (l'uomo, come l'orso, quanto più peloso, più formoso---> e che bello non rima :())
Los ojos: Gli occhi
(Nota: anche abbiamo un'altra parola con "ojo", che è "el ojete", letteralmente "occhietto" "occhio piccolo", non so, una cosa del genere. In italiano occhietto credo ricordare che possa significare ammicco, ma in spagnolo "ojete", o anche "ojo del culo" fa riferimento al buco del culo, cioè il luogo dal quale esce la merda delle ore dopo aver mangiato. Ah, in Argentina gli si chiama "orto". La parola tecnica, come in italiano, ano.)
La nariz: Il naso
(Nota: naso in modo colloquiale si può dire "napia", molto simile all'italiano "nappa" che si impiega per indicare un naso grande. Un' altra forma colloquiale di dire naso è "tocha" e di solito si impiega per parlare di un naso prominente. Ah, dire che anche si impiega l'espressione "Estar hasta las narices" "Essere fino ai nasi" per dire che sei proprio stufo, stufo morto, stufo fradicio, stufissimo o come si dica, questa medesima espressione si può anche impiegare con altra parte del corpo, potete immaginarvi quale. :asd:)
Le narici: las fosas nasales
Los dientes: I denti
(Nota: l'espressione "a denti stretti" in spagnolo si dice "a regañadientes" per esprimere qualcosa che si fa controvoglia e senza molto entusiasmo. Un'altra espressione che mi viene in mente è "poner los dientes largo", "mettere i denti lunghi" che significa che provochi in un'altra persona un'invidia molto grande.)
La lengua: La lingua
(Nota: un'espressione per indicare che qualcuno parla come una mitragliatrice, qui si può dire che "no para de darle a la lengua/ al pico", ossia, "non ferma di darle alla lingua/ al becco", una parola colloquiale per riferirsi alla lingua, anche se non molto impiegata è "la sinhueso", "la senzaosso", il motivo di questo soprannome credo che non sia necessario spiegarlo. ;))
La campanilla: L'ugola
(Il nome spagnolo fa riferimento alla somiglianza con una piccola campana, "campanella" si direbbe se tradotto letteralmente all'italiano. Mi sembra un nome più leggiadro :love: che quello italiano, che sembra molto più tecnico. :no:)
Ciao, continuo domani, che anche se non lo pare, scrivere queste quattro sciocchezze porta il suo tempo, che fastidio essere così lumacone. :wall:
El Cuerpo Humano II (Il Corpo Umano II)
La frente: La fronte
In spagnolo esiste, ad esempio, l'espressione "tener dos dedos de frente" (avere due diti di fronte) per indicare che si ha un minimo di intelligenza. Ah, e l'espressione "corrugare la fronte" in spagnolo si dice "[I]fruncir el ce
El Cuerpo Humano III (Il Corpo Umano III)
La coronilla: La tesa
L'espressione "estar hasta la coronilla" (essere fino alla tesa) viene a dire che sei molto stufo come con "las narices". Quando arriviamo a una parte più in basso del corpo umano vedrete che si può impiegare un'altra molto più comune ed abituale nel linguaggio di ogni giorno.
La sien: La tempia
Per suicidarsi, molta gente "se mete un tiro en la sien" (si mette una sparata nella tempia)
Las patillas: Le basette
Le chiamiamo come se fossero piccole "zampe" poiché "pata" significa zampa e "patilla" sarebbe "zampetta. Anche chiamiamo "patillas" alle stanghette degli occhiali.
La perilla: Il pizzetto
Qui noi usiamo il diminutivo di pera, come la frutta, che ha lo stesso nome che in italiano, sarebbe "perina" più o meno
El bigote/El mostacho: I baffi/I mustacchi
In spagnolo nei due casi si impiega la parola in singolare, per fare riferimento concreto ai peli si dice "los pelos del bigote" o "los pelos del mostacho".
Mi viene in mente l'espressione "Mover el bigote" (Muovere i baffi), che è una forma colloquiale da dire "mangiare".
La mandíbula/El maxilar: La mandibola/La mascella/La ganascia
Credo che in italiano mascella e ganascia facciano riferimento soltanto alla mandibola inferiore, ma in spagnolo se non si specifica, si sottintende che si parla dell'inferiore.
Esiste l'espressione "Reir a mandíbula batiente" (Ridere a mandibola battente), vuol dire che ti ridi in modo molto rumoroso e ostentato per una cosa che ti risulta molto divertente.
El cerebro: Il cervello
Ho visto, in un messaggio di Kyra, mi sembra, che anche in italiano si può impiegare la parola "cerebro", ma nel caso italiano la parola è sdrucciola e in spagnolo è grave giacché non viene accentuata. (Nel prossimo messaggio parlerò delle regole di accentuazione che in genere non sono molto complicate)
La cabeza: La testa/Il capo
Un altra maniera da dire "cabeza" in spagnolo è, in tono colloquiale "olla" (pentola). L'espressione "Irse la olla" (Andarsene la pentola) può avere dei vari significati. Può servire per indicare un piccolo momento di sbadataggine o trascuratezza, es: "Perdona, se me ha ido la olla, me lo puedes repetir" (Scusa, mi si è andata la pentola, puoi ripetermelo). Anche può indicare una dimenticanza un po' più notevole, es: "Se me fue la olla, tenía que recoger a mi hermana en la estación de tren a las cinco pero me fui al cine" (Mi si è andata la pentola, dovevo raccogliere [meglio ricevere?] mia sorella nella stazione di treno alle cinque ma mi sono andato al cinema. In ultimo, anche fa riferimento a diventare pazzo, es: Se le fue la olla, entró en el supermercado con una pistola y empezó a dispararle a la gente" (Gli si è andata la pentola, è entrato nel supermercato con una pistola e ha cominciato a sparare alla gente".
La barba: La barba
Non c'è bisogno di specificare molto, soltanto dire che qui non abbiamo dei barboni, ma già ci basta coi Borboni. :D
La barbilla: Il mento
La parola comune per parlare del mento è "barbilla" (piccola barba letteralmente), ma c'è una parola un po' più tecnica, "el mentón", che vi suonerà di più, se vi risulta più comodo potete anche impiegarla, è abbastanza conosciuta.
Las ojeras: Le occhiaie
"Ojeras" è come noi chiamiamo alle occhiaie facendo riferimento alle "borse degli occhi" che nei casi più estremi sono di un viola molto evidenziato e che gli appaiono alla gente che rimane tre giorni senza dormire ad esempio. Ma per riferirsi al buco in sé, in cui sono inserite gli occhi, che è un'altra accezione di occhiaie, noi impiegamo l'espressione "cuencas de los ojos"
Bene, credo che abbia finito con una delle tre parti fondamentali del corpo umano, la testa, adesso mancano il tronco e gli arti (noi diciamo "cabeza, tronco y extremidades").
[B][U][SIZE="4"]Reglas de acentuaci
Reglas de acentuación II (Regole di accentazione II)
Los monosílabos: I monosillabi
In genere non vengono accentuati, ma ci sono delle eccezioni, che si producono in caso di coincidenza fra due parole, quello che si chiama "tilde diacrítica" che ci serve per distinguere due parole. Ad esempio: "De" e "Dé". "De" è la preposizione "di" intanto che "Dé" è una forma verbale del verbo dare, che corrisponde al presente del congiuntivo: yo dé (io dia), èl/ella dé (lui/lei dia), altrettanto è la forma del imperativo formale: dé usted (dia Lei). Questo mi sembra un esempio ottimo perché coincide in modo abbastanza notevole col Da/Dà italiano, il primo una preposizione, il secondo una forma verbale del verbo dare.
Anche "Se"/"Sé". Il primo "se" è il pronome riflessivo corrispondente all'italiano "si" (ma non sempre, a volte anche nell'italiano si impiega se---> se se lo possono permettere). Il secondo "sé" con "la tilde" è una forma verbale del verbo essere, imperativo 2ª persona informale: Sé un hombre (Sii un uomo), o può pure essere la prima persona del singolare del presente di indicativo del verbo "Saber" (Yo lo sé: Io lo so)
O "Si/Sí", essendo la prima (se) la particella con valore condizionale (Si yo fuese tú: Se io fosse in te) e la seconda la affermazione (Sí, es mio: Sì, è mio)
Un altro esempio è: Más/Mas. Il primo significa "più" e il secondo "ma", malgrado si usi soprattutto la parola "pero" e "mas" sia un po' piu desueta.
Peraltro abbiamo quelle "tildes" che servono per differenziare pronomi di aggettivi od articoli.
Ad esempio: Tu/Tú. Il primo "tu" è l'aggettivo possessivo "tuo": tu amigo (il tuo amico). Il secondo "tú", quello que porta "la tilde", é il pronome personale "tu": Tú eres mi mejor amigo (Tu sei il mio migliore amico). Nota: il pronome possessivo sarebbe "tuyo": es el tuyo (è il tuo).
El/Él: Il primo "el" è l'articolo determinativo maschile singolare: il/lo/l'. El compañero de su hermano/El azúcar/El otro lado: Il compagno di suo fratello/Lo zucchero/L'altro lato. Il secondo "él", quello con "la tilde" corrisponde al pronome personale della terza persona singolare maschile "lui": Él es un idiota (Lui è un idiota).
L'ultimo esempio che mi viente in mente è quello per differenziare aggettivo possessivo e complemento della prima persona del singolare:
Mí/Mi: Con accento (Mí) e il pronome: A mí ---> A me, mentre il secondo si corrisponde col "mio" italiano, giacché in italiano non si fa la differenza fra l'aggettivo e il pronome possessivo (sempre si usa la parola mio), ma in spagnolo si dice "Mi amigo" (Il mio amico), ma "Este libro no es el mio" (Questo libro non è Il mio)
Continuo un altro giorno che adesso è troppo tardi. Seguirò parlando sugli accenti, è recordatevi bene le regole a scanso di confusioni, che non è lo stesso "un examen de inglés que un examen de ingles" (un esame di inglese che un esame delle inguini :asd:).
[B][U][SIZE="4"]Reglas de acentuaci
Las distancias: pronombres, adjetivos y adverbios (Le distanze: pronomi, aggettivi e avverbi)
Beh, adesso spiegher
Frases hechas I (Frasi polirematiche I)
Quedar bien: Fare una bella figura (letteralmente: Restare bene)
Quedar mal: Fare una brutta figura (letteralmente: Restare male)
Por lo civil o por lo criminal: A torto o a ragione (letteralmente: Dal civile o dal criminale)
Estar en las últimas: Essere agli ultimi (letteralmente: Essere nelle ultime)
A tiro: A portata (letteralmente: A tiro [sparo con un arma di fuoco mirando verso un bersaglio)
Sin pies ni cabeza: Senza capo né coda (letteralmente: Senza piedi né capo/testa)
Tomar el pelo: Prendere in giro (letteralmente: Prendere i cappelli)
Nota: anche si impiega il verbo "vacilar"---> "No me vaciles" (Non prendermi in giro) ma devo indicare che "vacilar" anche ha il significato di tentennare, dubitare, esitare, barcollare, ecc. che ha l'italiano "vacillare"
Policia de paisano: Polizia in borghese (letteralmente: Polizia di civile)
Fulano y mengano: Tizio e caio (non c'è una traduzione letterale).
L'origine di queste due parole è arabo. Fulano (dall'arabo ispanico fulán) significa "quest'uomo" e mengano (dall'arabo ispanico man kán) significa "chicchessia".
Reglas de acentuación IV (Regole di accentazione IV)
Adverbios terminados en -mente: Avverbi finiti in -mente
Soltanto vengono accentuati quelli in cui l'aggettivo dal quale derivano portava "la tilde", cioè:
Rápido---> Rápidamente
Último----> Últimamente
Óptimo---> Óptimamente
Ridículo---> Ridículamente
Ma:
Cierto---> Ciertamente
Correcto---> Correctamente
Perfecto---> Perfectamente
Maligno---> Malignamente
Nota: in tutti i casi, l'accento ricade nella stessa sillaba che nell'aggettivo (Cierto/Ciertamente) anche se la prima sillaba dell'avverbio "men" ha certa forza al pronunciarla, ma credo che sia lo stesso in italiano. :mumble:
Ah, per certo, io ho appena scoperto questa regola dei pochi giorni fa. :dentone: Approfittate il dettaglio, alla fine perfino potresti parlarle lo spagnolo meglio da un madrelingua come io. :approved:
Los colores (I colori)
Rojo: Rosso (Carmesí: Cremisi/ Bermellón: Vermiglio/ Escarlata: Scarlatto/ Carmín: Rossetto)
Col rosso, abbiamo anche un'espressione simile ad "andare in rosso in banca", ma in spagnolo diciamo "estar en números rojos" (essere in numeri rossi).
Carmín, non so se corrisponde esattamente a rossetto, ma "carmín" è la parola che noi impieghiamo per quello che si usa per le labbre (carmín sarebbe la sostanza e "lapiz de labios" (matita delle labbre) lo strumento, anche se in uso estensivo si può dire "carmín" per lo strumento.
Carmesí non è invariabile in numero (carmesí, carmesíes)
Morado: Viola (Violeta, Malva, Lila, Púrpura: Porpora)
L'espressione "ponerse morado" (porsi viola, forse "diventare viola" sarebbe più corretto :mumble:) fa riferimento a una situazione in cui uno mangia molti cibi che gli piacciono perché ha l'opportunità (anche si impiega l'espressione "ponerse las botas" (infilarsi gli stivali) ma quest'espressione e più ampia, non soltanto in riferimento al cibo.
Azul: Azzurro/Blu (Añil: Indaco/ Turquesa: Turchese)
Marrón: Marrone (Ocre: Ocra/ Pardo/ Siena: Siena)
Vi suona l'espressione "comerse un/el marrón" (mangiarsi un marrone) o "menudo marrón" (che vero marrone), vuol dire che ti trovi in una situazione veramente imbarazzante. Quando un gruppo di persone fa una cattiveria, una puttanata, e soltanto uno di loro riceve la colpa, come capro espiatorio, o addirittura una persona che non aveva niente a che fare con quell'affare, in questo caso si dice che questa persona "se ha comido el marrón" (si è mangiato il marrone).
"Pardo" si impiega ad esempio per i colori degli occhi "marrones, castaños, pardos", per la peluria degli animali, infatti abbiamo la detta: "De noche todos los gatos son pardos" (Di notte tutti i gatti sono bigi) anche se "pardo" e bigio non sono lo stesso colore.
Rosa: Rosa
Uguale, ma non dimenticate che in spagnolo "Rosa" si pronuncia come in italiano "Roja" (Rossa), giacché in spagnolo non esiste la esse sonora fra due vocali. "La prensa rosa" è quella in cui si parla dei pettegoli sui famosi e tutta questa roba schifosa di merda. Andrebbe chiamata "prensa marrón", del colore della merda.
Amarillo: Giallo
"Amarillo" viene di "amaro". Ovviamente si concepiva certo rapporto fra questo colore e la sensazione di amarezza quando gli viene data tale nominazione.
Vediamo, qualche espressione con questo colore, il colore della sfortuna per gli attori dovuto alla micidiale coincidenza che portò Moliere all'aldilà mentre rappresentava la sua opera "Il malato immaginario" con vesti gialle.
Non so, ad esempio, si parla della "prensa amarilla" (stampa gialla) per fare riferimento ai giornali sensazionalisti. Mi dispiace, non mi viene in mente un esempio più bello. (Variabile, come in italiano: amarillo(s), amarilla(s))
Ah, noi non usiamo questo colore per riferirci a dei romanzi polizieschi.
Naranja: Arancione
In spagnolo è lo stesso nome sia per la frutta, sia per il colore: "la naranja", la frutta, "el libro naranja" (il libro arancione). Invariabile nel genero
Verde: Verde
Questo colore, come in italiano, è variabile soltanto nel numero: verde, verdes (verde, verdi)
Voi dite: "Essere al verde" per indicare che non avete dei quattrini, ma in spagnolo si impiega un altro colore per fare un'espressione similare, in seguito lo vediamo.
Questo colore lo impieghiamo, ad esempio, per barzellette di contenuto sessuale (Chistes verdes: Barzellette verdi), sono delle barzellette in rapporto a questioni sessuali, situazioni "subidas de tono" (salite di tono: espressione che vuol dire lo stesso, di contenuto sessuale esplicito)
Anche per un vecchio che è un lascivo, libidinoso e debosciato, cui gli piace guardare con lussuria le ragazzine e le donne giovani, si impiega l'espressione "viejo verde" (vecchio verde).
E per finire con questo colore, mi piacerebbe citare dei versi del poeta granadino Federico García Lorca, una strofa del poema Verde que te quiero verde (Verde che ti voglio verde)
Verde que te quiero verde,
verde viento verdes ramas,
el barco sobre la mar
y el caballo en la montaña
Verde che ti voglio verde
verde vento verdi frasche
la nave sulla mare*
e il cavallo in montagna
*Nota: mare in spagnolo si può dire anche in femminile, ma quest'uso è adoperato soprattutto dai marinai e dai poeti
Blanco: Bianco
Eccolo qua, il colore per indicare che non abbiamo nemmeno un quarto di lira, un centimino (in spagnolo, prima dell'apparizione dell'euro si diceva "no tengo ni un duro" (non ho nemmeno un "duro" (moneta di cinque pesete). L'espressione in questione è: "Estar sin blanca" (Essere senza bianca)
Anche un'altra frase con questo colore: "Quedarse en blanco" (Restare in bianco). Ad esempio, quando in un esame per cui hai proprio studiato un mucchio e quando devi cominciare a scrive ti sei dimenticato tutto, non ti viene nulla in mente, in questo caso "te has quedado en blanco" (sei restato in bianco)
Anche esiste l'espressione "in albis", ma credo che anche in italiano ci sia, in riferimento a: senza saper cosa rispondere a una domanda.
Negro: Nero
Questo colore si può vedere in espressioni come "Humor negro" (Umore nero), si tratta di un umore molto tetro, in rapporto alla morte e a questioni sgradevoli e macabre.
L'espressione "Me tienes negro" (Mi tieni nero) vuol dire che sei stufo di qualcuno perché e proprio una vera piattola.
Gris: Grigio
El Cuerpo Humano IV (Il Corpo Umano IV)
La garganta: La gola
El cuello: Il collo
Conoscete l'espressione "estar hasta el cuello"?, significa essere in una situazione troppo complicata, trovarsi nei guai. Letteralmente, "essere fino al collo".
La nuca/El cogote: La nuca/Il coppino/La cuticagna/La collottola
Colloquialmente e scherzosamente, un "soplanucas" (soffianuche) è un omosessuale attivo, mentre che quello passivo sarebbe chiamato "muerdealmohadas" (mordeguanciali).
La nuez: Il pomo d'Adamo
In spagnolo al pomo d'Adamo, lo chiamiamo così "La nuez", letteralmente "la noce".
La papada: Il doppio mento / La pappagorgia
Los hombros: Le spalle
La espalda: La schiena
El pecho: Il petto
Las tetas: Le tette
Colloquialmente, si impiegano nomi di frutte per riferirsi a esse, "peras" (pere) e "melones" (meloni) quando sono di dimensioni considerevole.
Esiste anche il proverbio: "Tiran más dos tetas que dos carretas" (Tirano di più due tette che due carrette)
O quando si deve scegliere fra due opzioni che sono molto simili scherzosamente si dice: "Ante la duda, la más tetuda" (Di fronte al dubbio, la più tettona)
Los pezones: I capezzoli
El ombligo: L'ombelico
El costado: Il fianco
In spagnolo la parola "flanco" molto simile all'italiana "fianco" si impiega soprattutto nell'ambito militare (El flanco derecho/izquierdo del batallón---> Il fianco destro/sinistro del battaglione)
La cintura: La vita
Falso amico alla vista, "cintura" in spagnolo si dice "cinturón"
La cadera: L'anca
Questa parola probabilmente ha uno stretto rapporto con la parola galiziana e portoghese "cadeira" e con la catalana "cadira", ambedue hanno il significato di "sedia". Come curiosità, dire che in spagnolo, la parola "anca" si impiega soprattutto per fare riferimento alle zampe posteriori delle rane. "Ancas de rana", cibo costituito da questa parte dell'anatomia del suddetto anfibio.
Intercambio de género I (Scambio di genere I)
Ciao, in questo messaggio metterò delle parole che conosco, in genere molto simile nelle due lingue, con lo stesso medesimo significato ma che hanno il genero contrario, se maschile in spagnolo femminile in italiano e viceversa.
Femminili:
Animali:
La tigre: El tigre
La lince: El lince
La volpe: El zorro (la femmina del zorro è la zorra, parola che si impiega anche come sinonimo de prostituta, molto impiegato in questo senso)
La nasica: El násico
La parassita: El parásito
Parole che finiscono in -asi/-esi/-osi:
L'oasi: El oasis
L'enfasi: El énfasis
La parentesi: El paréntesis
La diagnosi: El diagnóstico
La prognosi: El pronóstico
Non passa lo stesso con parole finite in -isi, come "crisi" in spagnolo crisis, anche femminile.
Guardate, questo è un teorema mio, mi è venuto in mente proprio adesso, ma con le parole che conosco si sostiene. :dentone:
Parole di origine straniera:
La e-mail: El e-mail (colloquialmente "Emilio", nome di uomo)
La lobby: El lobby
La gag: El gag
La TAC: El TAC
La trance: El trance
Professioni, soprattutto di sorveglianza/sicurezza:
La sentinella: El centinela
La spia: El espía
La guardia: El guardia
La recluta: El recluta
Nota: tutte queste parole si mettono con l'articolo femminile se la persona che svolge la professione/compito è una donna, non come in italiano che hanno sempre genero femminile con indipendenza del sesso della persona in questione.
Parole che finiscono in -ine:
L'origine: El origen
La margine: El margen
La vertigine: El vértigo
Sport:
La pallacanestro: El baloncesto
La pallamano: El balonmano
La pallavolo: El voleybol
La pallanuoto: El waterpolo
La boxe: El boxeo
La kickboxing: El kick-boxing
La maratona: El maratón (non poca gente dice "La maratón", ma è scorretto)
Altre parole:
La meteora: El meteoro
La cannabis: El canabis
Le bretelle: Los tirantes
La cometa: El cometa (in Spagna anche esiste la parola "cometa" in femminile, ma ha un altro significato, "una cometa" è un aquilone)
La pipì: El pipí (in spagnolo si dice "hacer pipí" senza l'articolo e suona un po' ridicolo se non sei un bimbo od una mamma parlando al bimbo)
La ciste: El quiste
L'appendice: El apéndice
La colica: El cólico
L'insonnia: El insomnio
La sindrome: El síndrome
La dengue: El dengue
La mangrovia: El manglar
La vernice: El barniz
La mappa: El mapa
L'enclave: El enclave
La suspense: El suspense
L'icona: El icono
La pergamena: El pergamino
L'automobile: El automóvil (tutti i nomi di macchine sono maschile "El Ferrari", "El Porsche", "El FIAT", "El Renault")
L'attrattiva: El atractivo
La polvere: El polvo
L'uniforme: El uniforme
L'eco: El eco
L'iride: El iris
La decima: El diezmo
La giada: El jade
L'ambra: El ámbar
La lignite: El lignito
La celluloide: El celuloide
L'estate: El verano
Inoltre esiste la parola "estío", ma attualmente non si impiega molto, nonostante si impieghi l'aggetivo "estival" (estivo). Però, più abituale è l'aggettivo "veraniego".
La palafitta: El palafito
La meringa: El merengue
La cartuccia: El cartucho
La garrotta: El garrote
La codata: El coletazo
La forbiciata: El tijeretazo
La gomitata: El codazo
La blazer: El blazer
La vodka: El vodka
La sprite: El sprite
La canfora: El alcanfor
La betulla: El abedul
L'abside: El ábside
La banca: El banco
Si impiega pure la parola banca, ma in riferimento al concetto astratto, l'azienda e gli edifici si chiamano "banco(s)", la "banca" sarebbe soltanto "l'insieme"
[B][U][SIZE="4"]Intercambio de g
Intercambio de género III (Scambio di genere III)
Entrambi:
L'ordine, parola che in italiano è sempre maschile, però in spagnolo può essere di ambo generi.
El orden:
Disposición, colocación (Disposizione, collocazione)
Criterio, regla (Criterio, regola)
Secuencia (Sequenza)
Formación de los soldados (Schieramento, disposizione dei soldati)
Orden arquitectonico---> dórico, jónico, corintio, ecc.
El orden público (L'ordine pubblico)
La orden:
Disposición, colocación (Disposizione, collocazione)
Criterio, regla (Criterio, regola)
Secuencia (Sequenza)
Mandato (Comandamento)
La orden religiosa (L'ordine religioso)
Orden militar o civil, profesional (Ordine militare o civile, professionale)
L'arte, parola che in italiano è sempre femminile ma che in spagnolo può essere tanto maschile quanto femminile, dipendendo dal significato:
El arte:
Actividad humana basada en una habilidad (Attività umana basata su una abilità)
Arte abstracto (Arte astratta)/ Séptimo arte (Settima arte)
Maña, astucia (Abilità, capacità)
Disposición personal de alguien (estens. inganno, raggiro)
La* arte: (*ovviamente si deve dire "el arte" in singolare ma "las artes" in plurale")
Actividad humana basada en una habilidad (Attività umana basata su una attività)
Maña, astucia (Abilità, capacità)
Las artes marciales (Le arti marziali)
Disposición personal de alguien (estens. inganno, raggiro)
La morale / Il morale
La prima fa riferimento all'insieme di regole di una filosofia, atteggiamento, contegno, condotta, e così via. La seconda fa riferimento allo stato d'animo. In tutti e due i casi in spagnolo la parola e femminile---> "La moral"
La morale:
La moral---> nel senso di quest'insieme di regole spirituali, psicologiche e di atteggiamento. Per quello che voi chiamate "morale" come la conclusione istruttiva che si ottiene di una vicenda o che viene raccontata in una favola, allora la parola impiegata in spagnolo è "moraleja", che è un diminutivo, ma non confondere con un altro diminutivo: "moralina", che è una parola spregiativa (il dizionario la definisce come morale inopportuna, superficiale o fasulla), anche se poteva parere l'esatto contrario, poiché la terminazione in -ejo/-eja di solito e dispregiativa (tipo--->tipejo).
Il morale:
La moral: Lo stato d'animo (avere il morale a terra---> tener la moral por los suelos)
La fine / Il fine
La prima fa riferimento alla scadenza di qualcosa, il secondo fa riferimento allo scopo. Beh, in spagnolo in entrambi i casi la parola è maschile, e le si toglie la "e" finale, rimanendo "fin". Cosicché in tutti e due i casi si dice "El fin".
Frases hechas II (Frasi polirematiche II)
Matar dos pájaros de un tiro: Prendere due piccioni con una fava (letteralmente: ammazzare due uccelli da uno sparo)
Pregunta capciosa: Domanda trabocchetto (letteralmente: Domanda capziosa)
Al acecho: In agguato
En bandolera: A tracolla
Bueno para nada: Buono a nulla (letteralmente: Buono per nulla)
Tanto da: Tant'è (letteralmente: Tanto da, un altra espressione simile---> "Da lo mismo" [Da lo stesso] che vuol dire che "non importa")
Tirar la toalla: Buttare la spugna (letteralmente: Buttare l'asciugamani)
Despedida de soltero/a: Addio al celibato (letteralmente: Congedo da celibe/nubile)
No tengo ni duro tio !
[QUOTE=Malo Perverso;998468][COLOR="Red"]
[QUOTE=Churchil;998472]
Ti ho fatto delle piccolissime correzioni, ma tranquillo che non le quoterei nelle perle di discutere, che non sono cos
In effetti serve la stoffa da professore e lo stile, che non si possono comprare al supermercato.
Comunque ti ringrazio per le lezioni di lingua spagnola.
Capita ogni tanto di imbattermi in qualche soggetto femminile proveniente da tale paese latino e mi saranno molto utili nel migliorare, oltre che lo scambio dialettico e culturale, anche l'uso della lingua, in modo da affinarla ulteriormente e comprendere le sfumature del pensiero femminile.
Los artículos I (Gli articoli I)
El artículo determinado (La articolo determinativo)
Masculino singular: El / Maschile singolare: Il/L'/Lo
Femenino singular: La / Femminile singolare: La/L'
Masculino plural: Los / Maschile plurale: I/Gli
Femenino singular: Las / Femminile plurale: Le
Nota: ci sono delle parole femminili in cui al singolare si impiega l'articolo maschile anziché il femminile, per una questione di suono, eufonia, non saprei.
I classici esempi, sono: agua (acqua), aguila (aquila), arma (arma) ed alma (anima). Ah, anche mi viene in mente ágata (agata).
Si dice: "El agua fría" (L'acqua fredda), "El aguila majestuosa (L'aquila maestosa)", "El arma mortífera (L'arma micidiale)", "El alma generosa" (L'anima generosa), "El ágata argentina" (L'agata argentina).
Sono tutte parole che cominciano dalla "a", ma questo non chiarisce niente, poiché si dice "la ardilla" (lo scoiattolo), "la amiga" (L'amica), "la aguja" (L'ago), "la altura" (L'altezza). Non so perché è così, ma così è e dovete impararlo così, e basta. Ma fate attenzione, perché al plurale sì che se ne corrispondono col proprio del suo genere: las aguas, las águilas, las armas, las almas, las ágatas.
Nota: ricordate che per differenziare l'articolo determinativo maschile singolare dal pronome personale maschile della terza persona singolare, quest'ultimo porta la "tilde" El/Él
El estudiante: Lo studente / Él es estudiante: Lui è studente
Dai, aggiungo un'altra parola che pur essendo femminile porta l'articolo determinativo maschile.
Asta: ha vari significati, ma il più impiegato è come sinonimo di corno (spec. quello del toro).
El asta del toro (Il corno del toro) .
Una frase molto ascoltata: "herido por asta de toro" (ferito da corno di toro).
Ascoltate, il mio teorema è che le parole di soltanto due sillabe che comincino per as-, ag-, al-, od ar-, avendo soltanto due sillabe sono quelle che portano l'articolo inverso, ma anche le parole che con più sillabe siano sdrucciole (ágata). Ah, o che la prima sillaba sia costituita soltanto da una "a" (agua)
Altra parola: "El alga" (L'alga)
Ragazzi, dimenticate il teorema prima, credo che sono le parole con la prima sillaba formata soltanto da una "a" (agua), ovviamente deve essere la lettera in cui venga l'accento, le parole di tre sillabe, sdrucciole, che comincino da "a" come prima sillaba (águila), (ágata) e le parole di due sillabe in cui la prima cominci per la "a" e sia la sillaba accentuata (asta, alga, arma, alma, anca) quelle che eseguono questa regola.
Sì, adesso mi sembra di aver scoperto alla fine il perché di questa regola. Eh, non lagnarvi che il vostro "professore" vi insegna delle cose che perfino lui non conosceva finché le scrive qua. Sto facendo del mio meglio. :D
Los artículos II (Gli articoli II)
El artículo indeterminado (L'articolo indeterminativo)
Femenino singular: Una / Femminile singolare: Un'/Una
Masculino singular: Un / Maschile singolare: Un/Uno
Femenino plural: Unas / Femminile plurale: Delle
Masculino plural: Unos / Maschile plurale: Dei/Degli
In spagnolo non facciamo questo giro di parole che dovete fare in italiano per ottenere il plurale poiché con la struttura dello spagnolo consistente in aggiungere una esse per formare il plurale è più semplice (c'è qualche sfumatura, ma questo lo spiegherò in un altro messaggio).
Differenze da spiegare:
Nel femminile singolare: in spagnolo si usa sempre una, dimenticate l'apostrofo, in spagnolo non ne abbiamo questo. Ovviamente sono le stesse eccezioni di cui ne ho parlato nei messaggi antecedenti: un arma, un águila, un alga, un ala (penna) e tutte le restante parole che compiano alcuna delle tre regole da me menzionate prima, cioè, prima sillaba accentuata e formata soltanto da una "a", parole di due sillabe accentuata la prima e che incominci da "a" o parole sdrucciole di tre sillabe che incomincino da "a"
Nel maschile singolare: sempre "un", giacché "uno" soltanto è pronome. Esempi: ¿Tienes un amigo? Sì, tengo uno. (Hai un amico? Sì, ne ho uno/ ¿Viste a un estudiante? Sí, vi a uno. (Hai visto uno studente? Sì, ne ho visto uno.)
La domanda porta l'articolo che accompagna il nome, la risposta ha il pronome solo, senza accompagnare il nome, che è sottinteso. Nel femminile non c'è problema perché coincidono. Es: ¿Tienes una cerveza? Sí, tengo una (Hai una birra? Sì, ne ho una.) Nota: anche noi usiamo birra come parola colloquiale per riferirci a una "cerveza".
Riguardo al plurale, credo che non abbia nessun problema per gli italo-parlanti, semplicemente si aggiunge una esse, unos, unas, sempre così. È più difficile per i castigliano-parlanti abituarsi alla vostra norma del plurale che coincidono con le preposizioni articolate, di cui noi non ne abbiamo più di una o due.