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Facebook nella bufera
Facebook nella bufera: il titolo crolla a Wall Street per il secondo giorno. Perde più del 5%, travolto dallo scandalo sull'abuso dei dati di milioni di utenti che coinvolge anche la società di consulenza politica Cambridge Analytica. E nella sua caduta trascina tutti i social media: Twitter -9,68%, Snapchat -3,6%. Il colosso del web è sotto inchiesta in Gran Bretagna e Stati Uniti. La Commissione parlamentare britannica su Cultura, Media e Digitale ha chiesto a Mark Zuckerberg di comparire per un'audizione. La Casa Bianca chiede di tutelare il diritto alla privacy. Il caso, secondo il Garante Ue per la privacy, 'potrebbe essere lo scandalo del secolo e mostra solo la punta dell'iceberg'. Tajani invita il fondatore di Facebook a dare spiegazioni al Parlamento europeo. (ANSA).
Finalmente, i nodi vengono al pettine... e sono ancor più felice di non aver mai avuto la tentazione di iscrivermi a questa mondiale bufala social, che non mi ha mai convinto.
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nemmeno io mai iscritta. Non ho mai capito questa esigenza di rendere pubblica la propria vita
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Io sono iscritta, ma pubblico pochissimo, solo foto, e raramente commento fatti politici: do per scontato che tutto quello che vi si scrive è pubblico, col mio nome e cognome, e perciò mi astengo dall’esprimere tutto quello che penso. Mi sorprendo che gli altri pensino che sia un sito privato, ma quando mai?
Fb comunque è comodissimo per mantenere i contatti lontani.
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Lavorando nella comunicazione è inevitabile avere e usare Facebook, se non altro per gestire la presenza online dei clienti, ma non ho mai pubblicato molto e complice l'inevitabile cliente o collaboratore tra gli amici non ho neanche mai avuto la tentazione di scrivere cose che se fossero pubbliche mi creerebbero problemi
Fortunatamente in Italia poche persone completano il profilo con informazioni sul lavoro, studi, abitudini e via dicendo, benché Facebook spinga per farlo. Piuttosto sono le conversazioni private il problema, in teoria non dovrebbero essere "leggibili", ma è vero e accertato che vengono prese statistiche dai termini utilizzati nelle conversazioni per capire "cosa pensa la gente", informazioni che vengono utilizzate o vendute alle aziende per le loro analisi di mercato (fin qui tutto legale e relativamente noto), inevitabile dire quanto questo possa pesare per una campagna politica, negli USA poi dove Messenger di Facebook è il sistema di messaggistica più usato
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Anche Whatsapp è di Facebook, quello che non è di Facebook è di Google, e quello che non è né di Facebook né di Google lo sarà nel prossimo futuro, se non implode prima. La strada è quella, da lì non si scappa.
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Non mi ha mai incuriosito iscrivermi
C'è gente che per colpa di fb ha litigato
Tu eri al mare con tizia, a me avevi detto che non ci andavi
Ma siete fuori? :asd:
Ovviamente non lo vedo come il male assoluto
E poi credo che ognuno lo usi nel modo che gli è più congeniale
A me praticamente non serve
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Citazione:
Originariamente Scritto da
efua
Non mi ha mai incuriosito iscrivermi
C'è gente che per colpa di fb ha litigato
Tu eri al mare con tizia, a me avevi detto che non ci andavi
Ma siete fuori? :asd:
Ovviamente non lo vedo come il male assoluto
E poi credo che ognuno lo usi nel modo che gli è più congeniale
A me praticamente non serve
Conosco un sacco di persone, specialmente giovani e giovanissimi che fanno risse, bullismi e chi più ne ha più ne metta, causa FB e tramite FB.
Poi capisco che, potenzialmente, sia un mezzo per contatti e per vedere siti commerciali o di eventi ecc. ma alla fine, quando c'è un uso di massa così ampio, è abbastanza ovvio come va a finire la storia.
E' inutile dire "ma sei snob se pensi che la massa è fatta solo di deficienti". Rassegnatevi, il QI medio è accertato che è così. Anche oggi ho sentito parlare del solito omicidio-suicidio del solito uomo-medio che invece di svoltare pagina, ammazza la donna che considera "roba sua", prima di levarsi dai coglioni, e questo continua a confermare di cosa sia fatta la "massa".
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Citazione:
Originariamente Scritto da
BiO-dEiStA
Anche Whatsapp è di Facebook, quello che non è di Facebook è di Google, e quello che non è né di Facebook né di Google lo sarà nel prossimo futuro, se non implode prima. La strada è quella, da lì non si scappa.
Leggo, nelle tue parole, una sorta di inevitabile fatalismo... tuttavia, almeno per ora, tutto questo dipende ancora dalla nostra volontà individuale di esibire oppure no i casi nostri (gusti, affetti, preferenze politiche e quant'altro). Vedo, in tutto questo esibirsi, una marcata (e spensierata) attitudine all'esibizionismo e alla mania di protagonismo... che si spinge fino al punto di pubblicare in anticipo su Facebook - come in una sorta di vetrina globale - stragi, omicidi, femminicidi. Aberrante.
Citazione:
Originariamente Scritto da
Cornolio
Piuttosto sono le conversazioni private il problema, in teoria non dovrebbero essere "leggibili", ma è vero e accertato che vengono prese statistiche dai termini utilizzati nelle conversazioni per capire "cosa pensa la gente", informazioni che vengono utilizzate o vendute alle aziende per le loro analisi di mercato (fin qui tutto legale e relativamente noto), inevitabile dire quanto questo possa pesare per una campagna politica, negli USA poi dove Messenger di Facebook è il sistema di messaggistica più usato
Da quello che ho letto qua e là, pare che non siano state manipolate soltanto le elezioni americane, ma anche il risultato del referendum sulla Brexit. E si tratta di violazioni gravissime, perché lesive della libertà della persona.
Mi fanno ridere gli anchormen televisivi, quando - in prossimità di elezioni importanti - stanno lì a cronometrare al nanosecondo il tempo destinato, nei dibattiti politici, a ciascun rappresentante di partito, in modo che venga dato a tutti lo stesso spazio di visibilità. Ma i social network quando mai sono stati controllati o monitorati? Eppure, adesso tutti si scandalizzano e sembrano cascare dal pero...
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Io ho usato Facebook come una versione moderna di Discutere, nel senso profilo inventato e amici che non conoscevo prima.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Monia
Leggo, nelle tue parole, una sorta di inevitabile fatalismo... tuttavia, almeno per ora, tutto questo dipende ancora dalla nostra volontà individuale di esibire oppure no i casi nostri (gusti, affetti, preferenze politiche e quant'altro).
L'inerzia non si cambia nel breve periodo, e questo non è fatalismo ma semplicemente un dato di fatto. Ciascuno può agire in qualsiasi momento sulla volontà individuale, ma ciò che conta è la statistica.
Citazione:
Vedo, in tutto questo esibirsi, una marcata (e spensierata) attitudine all'esibizionismo e alla mania di protagonismo... che si spinge fino al punto di pubblicare in anticipo su Facebook - come in una sorta di vetrina globale - stragi, omicidi, femminicidi. Aberrante.
A parte le aberrazioni, che ci sono e in quanto tali fanno notizia, in ogni caso tutto ciò che finisce in rete sfugge per sempre al controllo di chi ce l'ha messo, e lascia tracce indelebili a disposizione di chiunque abbia interesse a seguirle. Se poi ci lasci anche nome e cognome gli risparmi perfino la fatica.
Quando dico questo a gente che posta qualsiasi cosa come fosse acqua, forse un tarlo nell'orecchio glielo metto. E quando la ditta per cui lavori ti chiederà di accedere al tuo profilo Facebook, quel tarlo diventa allarme rosso. Se Piero Manzoni fosse vivo oggi, sarebbe esterrefatto dei frutti che la sua provocazione aveva anticipato.
Citazione:
Originariamente Scritto da
Barrett
Io ho usato Facebook come una versione moderna di Discutere, nel senso profilo inventato e amici che non conoscevo prima.
Il mio profilo è inventato dietro richiesta, gli amici sono veri e mi hanno chiesto loro l'amicizia, anche se su Facebook non scrivo nulla. Ma se mi cercano con nome e cognome non mi trovano, perché non ce l'ho mai messo.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Cornolio
Lavorando nella comunicazione è inevitabile avere e usare Facebook, se non altro per gestire la presenza online dei clienti, ma non ho mai pubblicato molto e complice l'inevitabile cliente o collaboratore tra gli amici non ho neanche mai avuto la tentazione di scrivere cose che se fossero pubbliche mi creerebbero problemi
Fortunatamente in Italia poche persone completano il profilo con informazioni sul lavoro, studi, abitudini e via dicendo, benché Facebook spinga per farlo. Piuttosto sono le conversazioni private il problema, in teoria non dovrebbero essere "leggibili", ma è vero e accertato che vengono prese statistiche dai termini utilizzati nelle conversazioni per capire "cosa pensa la gente", informazioni che vengono utilizzate o vendute alle aziende per le loro analisi di mercato (fin qui tutto legale e relativamente noto), inevitabile dire quanto questo possa pesare per una campagna politica, negli USA poi dove Messenger di Facebook è il sistema di messaggistica più usato
Condivido.
I social non sono certo il male assoluto, il problema è l'uso che ne fai. A livello lavorativo possono essere molto utili. Certo è che uno dovrebbe capire cosa abbia senso mettere in piazza e cosa no. Certo non la propria vita privata o cose che possano ritorcertisi contro. Poi purtroppo c'è pure chi lo fa.
In ogni caso a me ste situazioni non stupiscono più di tanto. Tutto il mondo social,e non solo, vive per la compravendita di dati. Viviamo in un mondo dove la tanto decantata privacy non esiste più da un pezzo, e non solo per i social.
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curioso constatare che c'è sempre un ciclo per ogni cosa , nascita ascesa culmine del successo e discesa , non mi meraviglio più di nulla , per quanto riguarda FB ci sono troppe cose da sistemare e troppi utenti con la scrittura facile , però grazie a lui io con la mia paginetta commerciale ho raggiunto target prima impossibili , coglierne la potenzialità e farne il miglior uso
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Barrett
Io ho usato Facebook come una versione moderna di Discutere, nel senso profilo inventato e amici che non conoscevo prima.
Il tuo è uno degli esempi di uso sano di Facebook come tool e non come "ambiente": chi lo usa per rimanere in contatto con clienti, amici lontani, per farsi pubblicità, nuovi amici... ok. Ma per molti Facebook è internet e internet è Facebook. Tantissimi non sanno ancora effettuare una ricerca su google, di conseguenza quei tanti (che navigano quasi esclusivamente da smartphone) hanno in Facebook l'unica finestra sul web. Ed è chiaro che per questi è difficile accettare che quando una cosa è gratis vuol dire che il prodotto sei tu (cit.)
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Citazione:
Originariamente Scritto da
okno
quando una cosa è gratis vuol dire che il prodotto sei tu (cit.)
Precisamente. Non potevi trovare affermazione migliore per descrivere la cosa.
E' che uno deve capire e accettare che è così e magari sfruttare ciò a suo vantaggio per quanto possibile.
Ad esempio, con fb ti arrivano le pubblicità mirate, che si basano sui tuoi gusti, sulle tue ricerche, ecc. A me questa cosa va benissimo, mi risparmia di cercare ovunque cose e mi trova risposte a bisogni che comunque ho.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
dark lady
Condivido.
I social non sono certo il male assoluto, il problema è l'uso che ne fai. A livello lavorativo possono essere molto utili. Certo è che uno dovrebbe capire cosa abbia senso mettere in piazza e cosa no. Certo non la propria vita privata o cose che possano ritorcertisi contro. Poi purtroppo c'è pure chi lo fa.
In ogni caso a me ste situazioni non stupiscono più di tanto. Tutto il mondo social,e non solo, vive per la compravendita di dati. Viviamo in un mondo dove la tanto decantata privacy non esiste più da un pezzo, e non solo per i social.
è vero. Diciamo che Google fa le cose in un modo un po' diverso. Poi sappiamo che lo fa comunque,altrimenti non offrirebbe gratis tutta la potenza che offre.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Yele
è vero. Diciamo che Google fa le cose in un modo un po' diverso. Poi sappiamo che lo fa comunque,altrimenti non offrirebbe gratis tutta la potenza che offre.
ho un problema con google maps , il cliente che cerca il numero civico della mia attività lo trova nella via giusta ma in un negozio diverso che svolge la mia stessa attività e concorre in modo sleale , sono tre anni che lamento il problema ma non ancora è stato risolto e non è un problema da poco
va tutto bene finché va bene , ma un problema diventa un grosso problema
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Citazione:
Originariamente Scritto da
dietrologo
ho un problema con google maps , il cliente che cerca il numero civico della mia attività lo trova nella via giusta ma in un negozio diverso che svolge la mia stessa attività e concorre in modo sleale , sono tre anni che lamento il problema ma non ancora è stato risolto e non è un problema da poco
va tutto bene finché va bene , ma un problema diventa un grosso problema
che sfiga !
Su Google maps inesattezze ce ne sono molte, ma tieni conto di cosa parliamo... fotografare e ricostruire tutto il territorio mondiale, centimetro per centimetro... non riesco neanche a immaginare la mole di dati gestiti
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il problema non è l'uso che ne fai tu ma l'uso che fanno determinate "entità" di qualsiasi informazione venga inserita e che poi viene venduta o ceduta ad altri
Consiglio la lettura di questo libro per capire da chi e come vengono usati i profili di chiunque navighi su internet (fb, google, apple, amazon, discutere.it ecc. ecc.)
https://www.amazon.it/dp/B01LXPRGC3/...ng=UTF8&btkr=1
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mi avete fatto iscrivere voi!!!
:asd:
..per via delle foto di un raduno di anni fa entrai in quella giungla con uno pseudonimo e ci sono rimasto avvisando gli amici del profilo
tutto dipende da cosa uno vuole/cerca;
vi sono parecchi vantaggi o svantaggi come tutte le relazioni social della vita
that´s it
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Citazione:
Originariamente Scritto da
efua
C'è gente che per colpa di fb ha litigato
Tu eri al mare con tizia, a me avevi detto che non ci andavi
Ma siete fuori? :asd:
si guarda delle commedie ridicole:asd:
un´amico ha l´applicazione amici chiusa (cioé puo vedere solo lui i suoi amici) onde evitare che qualcuna dica; "chi é quell´amica?"
solo foto vaghe di natura e qualche sport estremo , MAI abbraccicato con una tipa ..onde evitare ; " e quella chi eh?"
ebbene ancora si domanda come "le altre " fanno a sgammarlo..:asd:
eh sí é dura per chi ha scheletri nell´armadio...questo é certo...:v
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Cornolio
Lavorando nella comunicazione è inevitabile avere e usare Facebook, se non altro per gestire la presenza online dei clienti, ma non ho mai pubblicato molto e complice l'inevitabile cliente o collaboratore tra gli amici non ho neanche mai avuto la tentazione di scrivere cose che se fossero pubbliche mi creerebbero problemi
Fortunatamente in Italia poche persone completano il profilo con informazioni sul lavoro, studi, abitudini e via dicendo, benché Facebook spinga per farlo. Piuttosto sono le conversazioni private il problema, in teoria non dovrebbero essere "leggibili", ma è vero e accertato che vengono prese statistiche dai termini utilizzati nelle conversazioni per capire "cosa pensa la gente", informazioni che vengono utilizzate o vendute alle aziende per le loro analisi di mercato (fin qui tutto legale e relativamente noto), inevitabile dire quanto questo possa pesare per una campagna politica, negli USA poi dove Messenger di Facebook è il sistema di messaggistica più usato
Vero. Ho provato a fare un paio di quei test scemi che girano e sono rimasta sbalordita di come fb riesca a conoscere bene il nostro profilo psicologico, evidentemente raccoglie e analizza tutto quello che scriviamo o clicchiamo.
Comuqnue rimane un ottimo strumento, se usato nel modo giusto, per l'informazione, la pubblicità e l'associazionismo.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Monia
Facebook nella bufera: il titolo crolla a Wall Street per il secondo giorno. Perde più del 5%, travolto dallo scandalo sull'abuso dei dati di milioni di utenti che coinvolge anche la società di consulenza politica Cambridge Analytica. E nella sua caduta trascina tutti i social media: Twitter -9,68%, Snapchat -3,6%. Il colosso del web è sotto inchiesta in Gran Bretagna e Stati Uniti. La Commissione parlamentare britannica su Cultura, Media e Digitale ha chiesto a Mark Zuckerberg di comparire per un'audizione. La Casa Bianca chiede di tutelare il diritto alla privacy. Il caso, secondo il Garante Ue per la privacy, 'potrebbe essere lo scandalo del secolo e mostra solo la punta dell'iceberg'. Tajani invita il fondatore di Facebook a dare spiegazioni al Parlamento europeo. (ANSA).
Finalmente, i nodi vengono al pettine... e sono ancor più felice di non aver mai avuto la tentazione di iscrivermi a questa mondiale bufala social, che non mi ha mai convinto.
Un po' di tempo fa un uccello del malaugurio di un certo calibro gliel'ha un po' tirata a Facebook e Google, evidentemente sapeva cosa stava dicendo. Vediamo se Google è il prossimo.
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Originariamente Scritto da
dietrologo
il problema non è l'uso che ne fai tu ma l'uso che fanno determinate "entità" di qualsiasi informazione venga inserita e che poi viene venduta o ceduta ad altri
Consiglio la lettura di questo libro per capire da chi e come vengono usati i profili di chiunque navighi su internet (fb, google, apple, amazon, discutere.it ecc. ecc.)
https://www.amazon.it/dp/B01LXPRGC3/...ng=UTF8&btkr=1
va be' ma è ovvio che la merce più preziosa sono i dati e i gusti degli utenti, per poter vendere vendere vendere !
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Guarda, guarda cos'hanno scoperto...
Nel 2014, ovvero tre anni prima dell'elezione di Trump, il programma per la raccolta di dati su Facebook fu avviato da Cambridge Analytica sotto la supervisione dell'ultraconservatore Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump durante la campagna elettorale e suo braccio destro nei primi mesi alla Casa Bianca. Per Chris Wylie - la talpa che ha provocato lo scandalo - Bannon, tre anni prima del suo incarico alla Casa Bianca, cominciò a lavorare ad un ambizioso programma: costruire profili dettagliati di milioni di elettori (si parla di 50 milioni di persone!) su cui testare l'efficacia di molti di quei messaggi populisti che furono poi alla base della vittoriosa campagna elettorale di Trump. Infatti, Bannon fu vicepresidente della Cambridge Analytica dal 2014 al 2016 e fu proprio lui a lanciare la società, grazie ai pingui finanziamenti dei suoi ricchi sostenitori, a partire dalla famiglia miliardaria dei Mercer.
Allora, ha ragione Steven Spielberg quando dice che i "social network sono senza legge, come il West"?
L'indignazione globale monta a vista d'occhio e, mentre Zuckerberg ancora tace, nasce l'hashtag #DeleteFacebook, che ha il sapore di una vera e propria sfida: costruire un'alternativa sicura a Facebook, che rispetti la privacy degli utenti. Ideatore di questa campagna è l'imprenditore Jason Calacanis, che ha lanciato un concorso per costruire un social globale sicuro: "Facebook è una forza distruttrice nella nostra società. - ha detto - Noi investiamo 100mila dollari per costruire qualcosa di meglio."
Il progetto "anti Facebook" si chiama Open Book Challenge ed è un percorso di costruzione di sette team di lavoro: ogni squadra avrà 12 settimane di tempo e 100mila dollari a disposizione per costruire un'alternativa al colosso Facebook e ai suoi traffici di dati. Non è una sfida semplice, ma l'idea di togliere a Facebook il monopolio social a livello globale, è già un passo positivo.
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Questi qua sono solo gli ultimi arrivati, lo scandalo serve a screditare Facebook. Raccolta e manipolazioni dati pare esistano da un bel po' e non li ha inventati Cambridge A., ma prima di ora nessuno ne parlava.
https://www.youtube.com/watch?v=6rZowADxhuI
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Magiostrina
Questi qua sono solo gli ultimi arrivati, lo scandalo serve a screditare Facebook. Raccolta e manipolazioni dati pare esistano da un bel po' e non li ha inventati Cambridge A., ma prima di ora nessuno ne parlava.
diciamo che non faceva parte dei dibattiti diffusi, ma chi voleva, poteva saperlo...
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E chi voleva poteva scriverlo...ora si svegliano tutti.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Magiostrina
E chi voleva poteva scriverlo...ora si svegliano tutti.
Uhm... è vero che sta succedendo un po' come lo scandalo sessuale a Hollywood, dove fra gli addetti ai lavori tutti sapevano e nessuno fiatava. Ma in questo caso il problema sono i numeri: non poche decine o un paio di centinaia di persone abusate, ma decine di milioni. Ed è improbabile che 51 milioni di persone abbiano accettato volontariamente la manipolazione dei propri dati a scopi economici o politici. Fanno venire i brividi le potenzialità di una manipolazione di massa, come descritto in questo video del Corriere:
http://video.corriere.it/alexander-n...0-709a5e0412ee
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