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Preghiera dell'ateo
“Ah, mio dio, Mio Dio,
perché non esisti?
Dio onnipotente, cerca (sfórzati) a furia di insistere
almeno di esistere”.
Queste frasi le scrisse il poeta livornese Giorgio Caproni (1912 – 1990): la sua ricerca di Dio sembra una caccia alla preda che continuamente fugge, ma in realtà non esiste. Tuttavia la consapevolezza non determina la fine della caccia, ma tramite una preghiera teopoietica produce la paradossale relazione di dipendenza dell’individuo nel Dio che gli manca.
Quella che Caproni chiama la sua “ateologia” esprime interrogativi: il rammarico: “Ah, mio Dio, Mio Dio. Perché non esisti?”, la sarcastica esortazione: “Dio di volontà, Dio onnipotente, cerca (sforzati!) a furia d’insistere – almeno – d’esistere”.
La preghiera è un atto di comunicazione con il divino, un momento di riflessione e di connessione con il sacro.
Un altro “cercatore” di Dio che spiava eventuali segnali del dominus negato, fu il poeta francese Pierre Reverdy (1889 – 1960): “Ci sono atei di un'asprezza feroce, che tutto sommato si interessano di Dio molto più di certi credenti frivoli e leggeri”.
Infatti la linea di frontiera passa non tra chi crede e chi nega, ma tra chi pensa e s’interroga e chi banalizza e si immerge nell’indifferenza o la superficialità.
Un altro “ideale fratello” di Caproni fu lo scrittore ateo russo Aleksandr Zinov’ev (1922 – 2006), in una sua pagina scrisse una preghiera che rappresenta bene quel momento segreto in cui un individuo si sente completamente solo, guarda il cielo e sa che non ha nessun abitatore. Eppure questa persona desidera che ci sia un testimone per le azioni dell’umanità, che ci sia uno che faccia veramente giustizia, che non sia corruttibile, che veda e registri tutta la sofferenza inflitta dagli altri.
La sua preghiera dice: "Ti supplico mio Dio, cerca di esistere almeno un poco, per me. Apri i tuoi occhi, ti supplico, non avrai altro da fare che questo: seguire ciò che succede, è ben poco ma, oh Signore, sforzati di vedere, te ne prego! Vivere senza testimoni, quale inferno! Per questo, forzando la mia voce, io grido, io urlo: Padre mio, ti supplico e piango! Esisti, cerca di esistere".
La domanda rivela nell’autore il suo bisogno di un Dio onnipotente, onnisciente e onnipresente.
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Io penso che il mio non credere non sia un sapere, non sia una certezza, come potrebbe esserlo? Nessuno sa, nel vero senso della parola, se Dio esiste o meno. Se qualcuno vi dice :"io sono certo che Dio non esiste" non avete a che fare con un ateo, ma, per come la vedo io, con uno sprovveduto. La verità è che nessuno lo sa. In breve, io non so se Dio esiste o meno (e con Dio intendo ogni forma di "intelligenza" così detta superiore, non umana, divina); io credo che non esista.
Ma questo Dio non lo prego di esistere, non me ne curo.
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La cosa rivoluzionaria (e che ci salva tutti, Kanyu) è che Lui si cura di noi.
Ciao, a martedì.
Ciao Doxa, un abbraccio.
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L’esistenza di Dio è necessaria ? Per chi ? Per chi subisce il male ed ha bisogno di un Dio giustiziere ?
Ai cristiani cosa serve il loro Dio indifferente che mette continuamente alla prova i suoi seguaci ?
Se esistesse e fosse buono, non contorto, toglierebbe il male dal mondo.
A cosa servono la sua onnipotenza, onniscienza e onnipresenza ?
La disperazione induce a gridare: Dio non esiste ! Per esistere ha bisogno di chi crede che esista.
I teisti presumono che nell’anima di ogni ateo ci sia potenzialmente un credente. Tale convinzione non è un dileggio nei confronti dell'ateo, anche se lo può diventare, ma il coerente risultato della loro fede in quanto, se esiste un disegno divino, esso deve aver lasciato il suo segno in ogni creatura e non può averne esclusa alcuna.
Caro Cono, se Dio non esiste non c’è perdizione o dannazione. Sbaglio ?
Una religione “salva” i suoi seguaci dai pericoli esistenziali, più psicologici e sociali che "spirituali": paura della morte, paura della sofferenza, ecc..
Gli atei capiscono e riconoscono la funzione psicologica e sociale della religione, e pensano che questa "salvi" da (alcuni) problemi chi in essa crede. Ma l’insegnamento del Nazareno ha come centralità le cosiddette “beatitudini” non l'aldilà.
Non è un caso che tutte le grandi religioni hanno avuto il primo grande sviluppo tra le masse dei poveri, degli analfabeti, dei diseredati.
Il cristianesimo col tempo da religione degli emarginati divenne la religione "amica" dei padroni, col conseguente connubio del trono con l’altare e l’invito dei presbiteri alle masse di "essere buoni", non ribellarsi ai sopraffattori o al potere costituito, per avere come premio il Paradiso.
Per quanto detto mi sembra che rendere la propria - unica e irrepetibile - vita ostaggio di entità che danno prova di tutto eccetto che della loro esistenza è una scommessa azzardata.
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Qua dentro, di Dio ne parlano più gli atei dei credenti....
Chi crede in Colui che ha vinto la Morte, diventa una persona libera, Doxa. Gli ostaggi sono coloro che ne hanno paura. Che vedono la bara come la fine di tutto....
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Sempre a rigirare la frittata?
Perfino il Giubileo con le indulgenze vi devono ancora mettere sotto il naso. Chi saranno ora quelli paurosi e poco liberi?
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Ciao, buondì! Rifletti: c'è qualcosa di più liberante? La cancellazione delle colpe! Viene Uno a dirti "Guarda, le tue colpe sono cancellate. I tuoi peccati, estinti. Il tuo debito....lo pago io." E questo Uno è Dio!!! :love:
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Originariamente Scritto da
Vega
...il Giubileo con le indulgenze ...
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Originariamente Scritto da
conogelato
La cancellazione delle colpe!.... le tue colpe sono cancellate. I tuoi peccati, estinti. .....
Devo io, "cosiddetto ateo",far notare al catechista-Maestro-Giudice che l'indulgenza cancella la pena temporale, e che colpa e peccato sono "regolati" da altre procedure?
«L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi»
(Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1471)
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Originariamente Scritto da
conogelato
Ciao, buondì! Rifletti: c'è qualcosa di più liberante? La cancellazione delle colpe! Viene Uno a dirti "Guarda, le tue colpe sono cancellate. I tuoi peccati, estinti. Il tuo debito....lo pago io." E questo Uno è Dio!!! :love:
Citazione:
Originariamente Scritto da
restodelcarlino
Devo io, "cosiddetto ateo",far notare al catechista-Maestro-Giudice che l'indulgenza cancella la pena temporale, e che colpa e peccato sono "regolati" da altre procedure?
«L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi»
(Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1471)
Cioè viene perdonato e cancellata la pena non cancellati i peccati/colpe ? Come se un condannato per omicidio o un ladro ricevesse il perdono e venisse scarcerato, con l'indulto condonata la pena della reclusione in carcere ma non significa cancellare il reato e ritrovarsi con la fedina penale pulita, mi par di capire.
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Allora: la risposta è molto semplice, amici ed amiche.
Bene e Male hanno sempre una retribuzione....una conseguenza....un frutto. "Il salario del peccato è la morte ' dice la Scrittura. Il peccato non confessato, reiterato, non abbandonato, conduce l'Uomo all'Inferno. Se invece una persona si pente, lo confessa e lo abbandona, grazie al Perdono di Dio evita per così dire la pena di morte e si salva. Per questo diciamo che la Misericordia di Dio è superiore al peccato. Rimangono però le conseguenze, di ciò che è stato commesso (le cosiddette pene temporali) da purificare una volta chiusi gli occhi a questa Vita. Il Purgatorio rappresenta tale luogo....tale condizione....
L'indulgenza plenaria CANCELLA anche quella e ci spedisce DIRETTAMENTE in Paradiso!
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Con la compravendita della sciacqautura dell'anima. Complimentoni!
Vi comprate la pulizia pure sfrutando l'aiuto agli altri invece di farlo semplicemente per il bene in sè, per aiutare un altro in difficoltà.
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L'Amore di Dio è gratuito, Laura: chi riceve il perdono dei peccati non paga moneta....
Proprio donando ai suoi Apostoli lo Spirito Santo, Cristo risorto ha loro conferito il suo potere divino di perdonare i peccati: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (Gv 20, 22-23).
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Quale gratuità scusa? Di esempi ne sono stati fatti a iosa di questa mancanza di gratuità.
Hai poi una lista bella iena di doveri per sciacquarti l'anima il prossimo anno.
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Ancora il Signore nel Vangelo:
"Tu sei Pietro, a te io dò le chiavi del Regno dei cieli. Tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli" (Matteo 16)
Nota bene i verbi usati da Gesù: legare e sciogliere. Il Maligno ci lega a lui a caro prezzo.
Dio ci scioglie gratuitamente.
Il peccato ci rende schiavi.
Il perdono ci rende liberi. :love:
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Hai bisogno di una rinfrescata sulla lista di cosette da fare durante il Giubileo per dare una rinfrescata all'anima?
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La religione è uno sfogatoio e per chi crede, per timore di una condanna dopo la dipartita per salvarsi l'anima, ma stranamente dopo la così detta confessione si continua a peccare. I comportamenti fuori luogo tanto per usare un eufemismo vengono perpetuati sia dai credenti sia dagli atei e spesso da alcuni chierici. Per rimanere nell'ambito della chiesa nei primi anni del cristianesimo la confessione era pubblica davanti a tutta l'ecclesia, una donna confessò il suo adulterio mettendo in grande difficoltà chi rappresentava l'ecclesia, quindi fu stabilito che la confessione fosse esercitata nel segreto del sacramento. La citazione è stata ottenuta da degli storici e nello specifico nei volumi di storia D'Italia scritto da Indro Montanelli e Roberto Gervaso.
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Gesù Cristo ha conferito alla Sua Chiesa il potere di perdonare i peccati: una cosa enorme, amici ed amiche!
In una società dove nessuno ti perdona mai niente, dove paghiamo a caro prezzo ogni nostra debolezza.... ascoltare il Signore che ci dice "Rialzati, và, ti assolvo dai tuoi peccati"... è assolutamente liberante! :love:
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Disse quello sempre col ditino puntato.
Ma se proprio tu stai sempre a bacchettare e polemizzare e tutti sempre cattivi, egoisti, edonisti ecc...?
Ma di che perdono vai cianciando?
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Il Perdono dei peccati. Per chiederlo... bisogna prima conoscerli.
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Impara a riconoscere i tuoi.
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È la prima cosa. La base.
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Mi pare che sia mettere su questa base.
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Leggi com'è bello e profondo il Salmo 50, composto da Davide:
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto;
perciò sei giusto quando parli,
retto nel tuo giudizio.
Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo Santo
Spirito.
Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso!
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La prima cosa è rendersi conto di chi siamo (peccatori, cenere, crusca portata dal vento, Laurina)
La seconda, rendersi conto di quanto siamo amati da Dio.
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A parte rendersi conto di essere peccatori, sarebbe bene rendersi conto di certi errori e non farli più o guardare ai propri più che a quelli altrui. Hai voglia a postare salmi e versetti per sgamare.
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Ti sto dicendo che senza conoscenza dei nostri peccati tutto è vano. Come potrei essere capace di Perdono se prima non sperimento quello di Dio per me?
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Fratel Cono ho un aneddoto da farti leggere, non so in quale sezione inserirlo e lo colloco qui.
"Ho letto una volta di una disputa, a tratti surreale, fra due scienziati del secolo scorso, Hans Bethe e Leó Szilárd. Si racconta che i due discutessero a proposito dell’opportunità di tenere un diario delle cose viste e vissute, delle persone incontrate, delle emozioni e dei pensieri suscitati. Sembra che il primo avesse detto al secondo — il quale intendeva scrivere un diario, ma non per sé, per memoria di Dio — che il suo progetto non aveva molto senso, perché probabilmente "Dio sapeva già tutto". E si dice che Szilárd avesse risposto: "Sì, certo, ma non conosce la mia versione".
p. s. Caro Cono, mi hai detto che ti stai accingendo a leggere un altro libro con sguardo libero da preconcetti e col desiderio di scoprire nuovi orizzonti, ma temo che tu venga sopraffatto dalla stanchezza. :bua::mumble::clap
Tieni sempre presente che “… si scrivono libri e libri senza fine ma il molto studio debilita il corpo”; dal biblico Qohelet/Ecclesiaste (12,12).
https://www.cortiledeigentili.com/wp...4/03/libri.jpg
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Infatti Leopardi divenne gobbo a forza di studiare fino a notte, col mozzicone di candela da sfruttare fino in fondo.
Ma direi che ne valse la pena, fratel Doxa :)