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Le rose di Pantani (Gianni D'Elia-Claudio Lolli)
Le rose che attendevano Pantani...
Ma piene di spine e sole di dolore...
Dal podio del mondo alle ferite mani...
Dite la vera storia del campione…
E di un sistema drogato che fa esami…
E come di questo vincere si muore...
Se vivere non basta più al domani...
E come tocca correre poi a folle...
Estinguere quel male che più impari...
Altro non fu l'ebbrezza che malore,
L'occhio di morte, la fine dell'eroe
Come il Pirata ciclista, l'autore
Assassinato, di SCRITTI CORSARI…
Scesi dal galeone, come cani...
Matati dal deserto delle folle...
Marco, vola sulla bici leggera...
L'ultima tappa è quella ch'è più vera...
Tu te ne vai dal falso di quest'era...
Marco, vola sulla bici leggera....
O gente del deserto, offri una rosa...
Ma piangerà anche i sassi... una cosa pietosa...
Spettacolo d'Italia, amore e orrore…
E' tutta un'onda in pianto la Riviera…
Nel Paese dei Balocchi è notte nera…
Una bici da corsa, rovesciata
E con le ruote che girano per aria
Ma si sente, fin da qui, il fiato del mare
Nella risacca roca è un pedalare
Il papavero rosso del campione
Un fiore nel sole, poesia del corridore
La nobiltà della strada e del sudore
E Marco, vola sulla bici leggera...
L'ultima tappa è quella ch'è più vera...
Tu te ne vai dal falso di quest'era...
Marco, vola sulla bici leggera...
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Da alcuni è ritenuta la più bella canzone del mondo in lingua italiana
La cura (Manlio Sgalambro-Franco Battiato)
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
Ti salverò da ogni malinconia
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te ...
Io sì, che avrò cura di te.
https://www.youtube.com/watch?v=cLJp-YJeuzc
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Le testament (Georges Brassens)
Je serai triste comme un saule
Quand le Dieu qui partout me suit
Me dira, la main sur l'épaule
“Va-t'en voir là-haut si j'y suis”
Alors, du ciel et de la terre
Il me faudra faire mon deuil
Est-il encor debout le chêne
Ou le sapin de mon cercueil
S'il faut aller au cimetière
J'prendrai le chemin le plus long
J'ferai la tombe buissonnière
J'quitterai la vie à reculons
Tant pis si les croqu'-morts me grondent
Tant pis s'ils me croient fou à lier
Je veux partir pour l'autre monde
Par le chemin des écoliers
Avant d'aller conter fleurette
Aux belles âmes des damnées
Je rêv' d'encore une amourette
Je rêv' d'encor m'enjuponner
Encore un' fois dire: “Je t'aime”
Encore un' fois perdre le nord
En effeuillant le chrysanthème
Qui est la marguerite des morts
Dieu veuill' que ma veuve s'alarme
En enterrant son compagnon
Et qu'pour lui fair' verser des larmes
Il n'y ait pas besoin d'oignon
Qu'elle prenne en secondes noces
Un époux de mon acabit
Il pourra profiter d'mes bottes
Et d'mes pantoufl's et d'mes habits
Qu'il boiv' mon vin, qu'il aim' ma femme
Qu'il fum' ma pipe et mon tabac
Mais que jamais - mort de mon âme
Jamais il ne fouette mes chats
Quoique je n'aie pas un atome
Une ombre de méchanceté
S'il fouett' mes chats, y a un fantôme
Qui viendra le persécuter
Ici-gît une feuille morte
Ici finit mon testament
On a marque dessus ma porte
“Fermé pour caus' d'enterrement”
J'ai quitté la vie sans rancune
J'aurai plus jamais mal aux dents
Me v'là dans la fosse commune
La fosse commune du temps
Il testamento
Sarò triste come un salice
Quando il Dio che ovunque mi segue
Mi dirà, mano sulla spalla,
«Va un po a vedere lassù se ci sono»
Allora, sul cielo e sulla terra
Dovrò per forza mettere una croce
È ancora in piedi la quercia
O l'abete della mia bara?
Se bisogna andare al cimitero,
Prenderò la strada più lunga,
Marinerò la tomba
Lascerò la vita a ritroso
Tanto peggio se i becchini mi sgridano
Tanto peggio se mi credono matto da legare,
Voglio partir per l'altro mondo
Con la testa tra le nuvole come uno scolaretto
Prima di andare a giocar a "m'ama, non m'ama"
Dalle belle anime dei dannati
Sogno giusto un amorino ancora
Sogno di andar ancora a donne
Ancora una volta dire «Ti amo»
Ancora una volta perdere la bussola
Sfogliando il crisantemo
Che è la margherita dei morti
Dio voglia che la mia vedova si attristi
Seppellendo il suo compagno,
E che per farle versar lacrime
Non ci sia bisogno di cipolle,
Che lei prenda in seconde nozze
Uno sposo della mia taglia
Lui potrà approfittare dei miei stivali
E delle mie pantofole, e dei miei abiti
Che beva pure il mio vino, che ami la mia donna
Che fumi la mia pipa e il mio tabacco
Ma che mai – che io sia dannato
Che mai maltratti i miei gatti
Per quanto io non abbia un briciolo,
Un' ombra di cattiveria
Se maltratta i miei gatti, ci sarà un fantasma
Che andrà a perseguitarlo
Qui giace una foglia morta
Qui finisce il mio testamento.
Si è scritto sulla mia porta
«Chiuso per lutto»
Io ho lasciato la vita senza rancore
Non avrò mai più mal di denti
Eccomi nella fossa comune,
La fossa comune del tempo.