ma che cosa sarebbe "lapalissiano":
il tuo commento
il fatto che tu lo consideri un commento
o il fatto che io non ti abbia chiesto un commento ulteriore?
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ma che cosa sarebbe "lapalissiano":
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il fatto che tu lo consideri un commento
o il fatto che io non ti abbia chiesto un commento ulteriore?
Ahahahahahaha per me era ovvio che "Tempo di vendemmia" fosse gi� un commento. (ma che hai mangiato a pranzo, carissima?)
allora
ovvio e lapalissiano non sono esattamente sininomi. se vuoi dire ovvio, � meglio dire ovvio. lapalissiana � un'affermazione talmente evidente da risultare ridicola, per esempio "se non fosse morto sarebbe ancora in vita" (detto appunto di la palice). � un aggettivo che qui non � adeguato.
"tempo di vendemmia" pu� essere un titolo, non un commento. una constatazione. una datazione. non un commento.
ho mangiato miele e zuccherini, perch�?
lapalissiano e�un termine usato soventemente nel vangelo...
certo, ed � lapalissiano dire che sei ot.
esempio azzeccato:v
speriamo sia chiaro ora..
monseigneur de la palice est mort
il est mort devant pavie
un quart d'heure avant sa mort
il etait encore en vie.
che gli italiani, ignoranti di lingue nel 1525 come oggi, intrepretarono come 'era vivo', invece che 'era ancora in piena azione'.
la battaglia di pavia � importante per un sacco di motivi, non ultimo il fatto che francesco I di francia pot� scrivere a sua madre che tutto � perduto, fuorch� l'onore, anche grazie ai perfetti cavalieri come il la palice che furono allegramente massacrati dai proletari archibugieri svizzeri? spagnoli? boh?
poi arrivarono tempi meno eroici e il povero la palice divent� sinonimo di ovvia banalit�.
poesiola, commento, nozione curiosa e acidata tutto in un post.
di che vantarmi...
Paul Celan
di notte
Di notte, quando l'amore come un pendolo
oscilla tra Sempre e Mai
la tua parola incrocia le lune del cuore
e il tuo occhio grigio e azzurro
dona alla terra lo sguardo del cielo.
Dal bosco lontano, nero
di sogno, ci arriva il vento
di ci� che � passato,
e quello che abbiamo dimenticato
ci gira intorno,
enorme
come sa esserlo solo
lo spettro di ci� che sar�.
Quello che ora si leva e discende
riguarda ci� che � pi� profondamente nascosto:
� cos� che il tempo - cieco come lo sguardo che ci offriamo -
ci bacia sulla bocca
ciccino, un commento. so che puoi farlo.
sono lusingata e sento il dovere di precisare che gli italiani non interpretarono male nel senso letterale, ma perch� buttarono in coglionella quella che era stata una eroica gesta.
un conto � dire che uno � ancora vivo perch� tira il fiato, un altro � dire che si � fatto ammazzare mentre combatteva a quattro palmenti;)
PS esiste una versione probabilmente pi� seria della faccenda su cui c'� un' eccellente voce su wiki, ma la mia - quelal che mi insegnarono, intendo - � pi� divertente, perch� si attaglia cos� bene al carattere italico (vero o presunto);)
di altri gatti poetici. questo � franco fortini
non fatevi ingannare dall'apparente andamento prosastico. � un testo metricamente astutissimo - oltre che di deliziosa tenerezza e di giusta stagione.
chiss� chi era il gatto, chiss� se � solo il cemento che si � fatto pietra dopo il luglio luminoso.
DEL TUO TIMIDO GATTO
Del tuo timido gatto
Che scendeva la scala
Dell'orto la mattina
Con la sua ombra fina
Lungo le terrecotte
Che cosa � rimasto? Nulla
fuor che l'impronta impressa
Dalle sue zampe nella
Gettata di cemento
Dove annusava incerto
Fra le tue grida : "Via,
Via di l�, stupidino!"
Era luglio, era aperto
Il cielo. Pensai: "Certo
Rimarr� sempre un segno."
Ora il cemento � pietra
alle piogge d'ottobre.
Ostinate lo coprono
Le foglie senza forma.
Toglile e potrai leggere
L'orma di quegli unghioli.
Guardo fuori dalla finestra, questa domenica mattina e penso a Carducci....
La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar.
Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.