Originariamente Scritto da
Doppio
Ti è sfuggito che ho scritto che non sminuisco l'irrazionalità vedo, però analizzarla con criteri razionali non ha semplicemente senso, non analizzi un dipinto mettendolo su una bilancia.
Sulla fascinazione ti posso dare ragione, sul bisogno di significato no (io campo benissimo pensando che l'esistenza in se e per se sia del tutto priva di significato, e siano al limite le mie azioni in essa a fornirgliene uno transitorio che ha un valore in funzione di qualcosa di concreto, o almeno di concreto per me, ma a volte posso agire in un certo modo anche senza una ragione), l'esperimento di cui sopra dimostra che non si tratta di un bisogno, ma di un bias cognitivo, una scorciatoia del cervello che ha e ha avuto un ruolo nel nostro sviluppo cognitivo, ma che può benissimo portare ad una conclusione falsa, il fatto che le nostre funzioni cognitive mettano arbitrariamente in significato alle cose non garantisce in alcun modo che quel significato esista.
Sei un vero acrobata del salto logico: subiamo il fascino del metafisico e dunque ne abbiamo bisogno e dunque esiste e dunque è Dio.
Nessuno di questi è un passaggio logico. Posso subire il fascino del metafisico, ma vivere nella concretezza della realtà materiale (e mi dirai, "che vita vuota", ma non decidi tu come gli altri devono vivere); posso sentire bisogno del metafisico, ma questo può non esistere; infine, e questo è il salto logico più ingiustificabile, ammesso che esista il metafisico, non c'è una ragione al mondo per cui si configuri in una qualsivoglia divinità.
In pratica tu credi perché te lo senti, e va benissimo, ma continui a pretenderlo dagli altri, e non si può fare.