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Yes, I care
o
Me ne frego
Siamo chiamati a scegliere fra queste due opzioni, Gatto.
"Fu Don Milani ad adottare il motto «I care», letteralmente «Mi importa, ho a cuore» (in contrapposizione al «Me ne frego» di derivazione fascista). Questa frase scritta su un cartello all’ingresso della scuola di Barbiana, riassumeva le finalità di cura educativa di una scuola orientata a promuovere una forma di sollecitudine per l’altro attenta e rispettosa, sollecitando una presa di coscienza civile e sociale.
«Prendersi cura» (caring) del prossimo presuppone la relazionalità: l’avere attenzione e interesse al mondo degli altri richiede l’abilità di non essere centrati su se stessi (significa rendersi conto di che cosa fa, sente e vuole l’altro) insieme a quella di autoregolare e organizzare i propri comportamenti, e riguarda i sentimenti, la partecipazione alle emozioni altrui (empatia), la compassione. Si deve allo psicologo statunitense Carl Rogers, pioniere nello studio dell’empatia, una delle prime formulazioni della relazione di aiuto «come una situazione in cui uno dei due partecipanti cerca di favorire, in una o ambedue le parti, una valorizzazione delle risorse personali del soggetto ed una maggiore possibilità di espressione».
L’empatia è congruente con il prendersi cura, sostiene Martin Hoffman, uno dei più autorevoli studiosi nel campo dell’empatia. Il principio del prendersi cura non si riferisce ad una condizione particolare; come altri principi morali, rappresenta un valore fondamentale."
https://www.lastampa.it/scienza/2015...tro-1.35228608
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Originariamente Scritto da
conogelato
Yes, I care
o
Me ne frego
Siamo chiamati a scegliere fra queste due opzioni, Gatto.
"Fu Don Milani ad adottare il motto «I care»...
per un don Milani che ha fatto il suo in prima persona, ci sono milioni di persone convinte di essersi occupate di un problema intimando al mondo cosa si debba fare in termini di idealità, ma senza spiegare il come concreto, che è la parte difficile;
perché quando arrivi al come quasi sempre devi urtare qualcuno, molti o moltissimi, e spiegare loro perché quelli si dovrebbero scansare e/o cambiare il loro stile di vita;
per quello le buone idee - quelle adatte, praticabili, sentite come necessarie - di regola vengono facilmente adottate come legge, precetto che si impone; mentre le idee pisserine o troppo vaghe, pure espresse da personaggi di prestigio, contano come i commenti degli omini appoggiati alla balaustra, i pensionati che guardano i cantieri;
se vuoi dire come va fatto il ponte, lo puoi fare: ma prima ti prendi la laurea in ingegneria civile, fai l'esame di stato e poi firmi il progetto; con la conseguenza che gli operai ti danno retta, ma se il ponte crolla perché hai fatto tu una cazzata, vai in galera.
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Citazione:
Siamo chiamati a scegliere fra queste due opzioni, Gatto.
Forse tu senti voci e chiamate.
A me nessuna richiesta fu trasmessa.
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Non li leggi i giornali la mattina? Non ti informi sul web? Questo tempo così particolare nel quale viviamo, non ti dice niente? La pandemia non ti ha smosso di un millimetro? Sei esattamente quello di prima?
Allora è grave. Dovresti comprare e leggere questo libro.
"Sin dalle prime notizie che lo riguardavano il nuovo coronavirus
ci parve subito pericoloso e inquietante. Tuttavia, quando cominciammo
a preoccuparcene senza che ciò cambiasse la nostra vita di sempre, mai
avremmo pensato che in poche settimane esso avrebbe sconvolto il mondo intero, sconvolgendo la vita individuale di ciascuno, mettendo a soqquadro le strutture e le pratiche sanitarie, trasformando le megalopoli in
cui ci eravamo addensati in ghetti giganteschi con le serrande abbassate
e le strade vuote e con una parte crescente dei loro abitanti costretti a
vivere (se non morivano) di carità e di soccorso pubblico.
Non si può uscire oggi da un’apocalisse del genere ritornando alla
vita di prima e mettendosi alle spalle quella che abbiamo vissuto nelle
settimane scorse. Non si può, perché forse ci è ormai impossibile guardare l’altro, l’altro che non conosciamo, senza che insorga il timore del
contagio. Non si può, perché forse non riusciamo a liberarci delle nuove vibrazioni del nostro io maturate nella lunga solitudine. Non si può
soprattutto perché quello che ci è accaduto ci ha aperto gli occhi sulle
tragedie a cui ci esponiamo, avvalendoci del creato, come sinora abbiamo
fatto, non per preservarlo e migliorarlo, ma per ricavarne senza limiti
tutto ciò che soddisfa i nostri fni egoistici e immediati. Ha inoltre messo a nudo, a volte esaltandolo grazie alla solidarietà, a volte ferendolo a
causa delle diseguaglianze, il valore incommensurabile della persona. E
ci ha fatto capire quanto il bene comune dipenda certo dai governanti,
ma non dipenda meno da ciascuno di noi."
https://www.cnr.it/sites/default/fil...a-9-7-2020.pdf
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Compro il libro, leggo parole e trasmuto :D
Ti risulta che il mondo sia trasmutato per le passate pandemie?
Per altro a stessi problemi ci sono le stesse risposte.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
meogatto
Forse tu senti voci e chiamate.
A me nessuna richiesta fu trasmessa.
Bentrovato
Ci sei mancato :D
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Citazione:
Originariamente Scritto da
meogatto
Compro il libro, leggo parole e trasmuto :D
Ti risulta che il mondo sia trasmutato per le passate pandemie?
Per altro a stessi problemi ci sono le stesse risposte.
Guarda...ho capito: Facciamo finta che non ti abbia detto niente, ok? :sisi:
La sofferenza ci disturba. E il sofferente diventa, così, un invisibile. Peggio, un indifferente. Una figura destinata a essere lasciata in disparte, lontano da quello sguardo che fa male. Anche in un momento in cui, con la pandemia da Coronavirus, la sofferenza ci circonda. Ne parla, dalle colonne di Repubblica, Enzo Bianchi, fondatore della Comunità Monastica di Bose, in Piemonte. “È noto – scrive – che il termine latino virus significa ‘veleno’, ossia un organismo che origina molte malattie negli esseri viventi e mostra la sua forza attraverso il contagio che si diffonde e minaccia la vita. L’esperienza che stiamo facendo della pandemia dovuta al Covid 19, esperienza dolorosa e faticosa che tocca tutta la nostra convivenza, ci rivela come l’aria può essere ammorbata e diventare sempre più mortifera. Per questo possiamo fare del virus anche una parabola, applicata soprattutto all’indifferenza, malattia che si è dilatata nella nostra società occidentale e che giorno dopo giorno minaccia la possibilità della buona convivenza, facendoci precipitare nella barbarie”.
“L’indifferenza – prosegue Bianchi – è restare insensibili a ciò che accade fuori di noi, non riuscire più ad ascoltare le grida di chi ci invoca e ci chiama accanto, la durezza del cuore che non ci fa più conoscere viscere di compassione. L’indifferenza diventa un habitus del disinteresse per gli altri e impedisce ogni coinvolgimento. Non l’odio, ma l’indifferenza è l’opposto dell’amore fraterno. Si faccia attenzione: non si tratta di spegnimento di desideri e interessi, ma piuttosto di una riduzione di desiderio e interesse al proprio io, in una dinamica di philautía, di egoismo in cui ognuno pensa a sé stesso e non è più capace di pensare anche per gli altri e con gli altri, non è più capace di dire ‘noi’. L’indifferenza regna così nel nostro quotidiano. A un certo punto ci abituiamo a vedere e rivedere ciò che inizialmente ci ha turbato, non reagiamo più, perché non siamo più scandalizzati del male che incontriamo. L’abitudine provoca l’insensibilità e l’insensibilità, l’indifferenza”.
https://www.aibi.it/la-pietra-scarta...mo-sofferenza/
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Caricarsi delle croci del mondo credo lo schiacciamento delle vertebre.
E poi si finisce per dire agli altri come debbono vivere e la cosa e' sgradita al che, nel caso fosse, aumenti solo il casino in corso.
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Se ognuno ne portasse un pezzetto, potremmo fare squadra. E magari superare gli ostacoli che mano a mano la Vita ci presenta. Il tuo pensiero nichilista va nella direzione opposta: Ne prendo atto. Continua pure a fregartene.
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In effetti si porta gia' la propria e quelle dei famigliari.
Bastano e avanzano e poi gli altri non sono cosi' amorevoli come li vuoi propinare.
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Cio' pure sei crocette gatte :D
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Se non allarghiamo i nostri orizzonti Gatto, la nostra cerchia ristretta....se non passiamo dall'io al noi, la sindrome della capanna ci travolgerà. Facendoci sempre guardare all'altro come a un pericolo, un avversario, un competitor. Quando invece è un Fratello.
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P magari e' uno che non gradisce intrusioni ne improvvisati maestri di vita altrui.
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Della serie "ma a me, che me frega?"
Giusto...giusto....scusa se ti ho disturbato eh
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Originariamente Scritto da
conogelato
Della serie "ma a me, che me frega?"
Giusto...giusto....scusa se ti ho disturbato eh
guarda che gattomiao ti ha solo fatto presente l'ovvio, che qualsiasi adulto comprende:
ci sono opinioni diverse su cosa sia buono e giusto;
quando tu scrivi:
Citazione:
Originariamente Scritto da
conogelato
Se ognuno ne portasse un pezzetto, potremmo fare squadra. E magari superare gli ostacoli che mano a mano la Vita ci presenta. Il tuo pensiero nichilista va nella direzione opposta: Ne prendo atto. Continua pure a fregartene.
semplicemente rimuovi la pluralità di opinioni, con la tua che intendi come giusta, e gli altri egoisti e in mala fede se non "fanno squadra" con te, ma tra di loro, squadra diversa;
ma questa è una finzione infantile; la realtà il più delle volte mostra conflitti tra interessi tutti legittimi e più o meno con interessi equi-ripartiti; te lo mostro subito:
è egoista chi vuole energia pulita per salvaguardare l'ambiente ? non credo; l'ambiente è certamente un "noi", no ?
ma se vuoi istallare pale eoliche ti trovi ovunque contro le soprintendenze, con le loro buone ragioni di tutela del paesaggio, e rappresentano sempre un "noi" di valore notevole, in cui è probabile figurino grossomodo le stesse persone che vogliono energia pulita;
spesso il commerciante che vuol riaprire è il figlio dell'anziano che vorrebbe tutelato e chi vuole poter lavorare all'acciaieria desidera non rischiare la malattia propria e dei propri cari, e chi vuole le strade prive di immigrati consuma beni e servizi in cui quella manodopera è indispensabile perché quella persona se li possa permettere; e così via.