Quella è la tua rispettabilissima opinione. Ma ne esistono molto altre. Noto soltanto che il soggetto della frase è "sapere", non la vita.
Visualizzazione Stampabile
Quella è la tua rispettabilissima opinione. Ma ne esistono molto altre. Noto soltanto che il soggetto della frase è "sapere", non la vita.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.
(Dante Alighieri, Inferno XXVI)
Sono anni che non scrivo poesie. Ormai scrivo ben poco per mio diletto, che troppo devo scrivere per lavoro.
Questa la scrissi, quindi, anni fa. Ma in questo momento la sento ancora molto attuale
Uno dopo l’alto, scivolano i giorni,
pagine di vita vergate a mano
precedono un numero imprecisato
di fogli ancora da scrivere,
tra passato e futuro,
con un presente che spaventato
si specchia timidamente
nel riflesso evanescente
del mio inquieto animo.
E nell’incertezza di un domani
che di ieri ha il profumo,
ma non l’essenza,
che di oggi porta il riflesso,
ma non la sostanza,
sul piano dell’esistenza
lentamente mi muovo,
lungo una strada
di cui non è nota la destinazione.
La mosca ronza, ronza senza posa
nella mia testa putrida di aborti,
di crisi, vizi, di pensier distorti
sulle carogne, lurida e pelosa
ronza di questa vita cancerosa,
dei folli errori miei, dei troppi torti,
ronza su carne sfatta, fiori morti,
senza posarsi mai sopra una rosa.
Inetta, inerte e inebetita cedo
al suo cantar che nei precordi attosca;
piena di nausea amara già prevedo
qual fine piomberà su questa fosca,
vana esistenza, quale il mio congedo:
fugge la vita, ancor ronza la mosca.
Questo sonetto compie oggi trent'anni, ma sembra passato un secolo...
È bello.
E' notte e di pensieri dissipati
riempio la gola, e il loro tramestio
mi nega anche la pace e quell'oblio
che godono i mortali addormentati.
Rimugino sui danni sopportati
da un mondo che non sento ormai più mio,
scortate dal mio sordo mugolio
nel baratro dei sogni tramontati
precipitano folli le ore grame,
che tanto orride son quanto son lente,
e dei rimorsi il sozzo brulicame
urlar nel cranio udendo insofferente,
lascio alle spalle un altro giorni infame
che dal nulla venuto torna al niente.
Trenta candeline oggi per questo sonetto.
Brava Pazza, grande abilità tecnica, si nota un filo di pessimismo alla Turbo... :clap
LA GELOSIA
La gelosia è quer fonno de pavura
che ce l'avemo tutti dentr'ar core
quarcosa che avvelena er bonumore
pure si figni la disinvortura.
Hai voja a ddì che è giusta l'avventura,
le corna nun so più quer disonore...
Poi, si le metti nun je dai valore,
le tieni? Eh, li adè la fregatura!
Un dì feci a mi' moje: "T'amo tanto,
nun me tradi', te prego, pupa mia!
De me poi sta' sicura, io nun te pianto".
Così je feci, e li mortacci mia
de mezzo ce se mise quarche santo...
Resto' corpita...e 'n se n'annò più via!
Molto bella! Sei un degno epigono del Belli.
Lodevole. Purtroppo i dialetti sono in via di estinzione, una perdita enorme di bagaglio culturale. Ma così è.
FRA CIELO E TERRA
Umili fiori, prati senza tempo,
vita che nulla vuole e nulla chiede...
Tra cielo e terra è sospeso il mio cammino
e porto il peso che gli anni mi hanno dato.
Se a questi fiori potessi avvicinarmi
vivrei la vita come alito di vento,
sogno che passa per sempre ritornare.
(18-2-2011)
Sulla pietrosa piaggia la bambina
di un fiume vorticoso pigramente
gode del tumultuar della corrente
che dietro sterpi e sassi si strascina;
ma se un'amica a un tratto si avvicina
e per scherzare, per età incosciente,
la spinge a capofitto nel torrente,
dove l'acqua divalla e più mulina,
frenetica per questo scherzo amaro
annaspa ed alla sponda si protende,
se dalla morte vuol trovar riparo;
così, scaraventato tra le orrende
mote di questa vita, l'uomo ignaro
nuota e contro il destino non contende.
Bellissima, Pazza.