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L'essere vivente.
Nello “Srimad Bhagavatam” (6):
16:9 L'essere vivente è eterno e indistruttibile, perché non ha inizio e
non ha fine: non nasce e non muore. È il principio fondamentale di
tutte le forme corporee, eppure non appartiene ad alcuna
categoria corporea. L'essere vivente è cosi sublime che è
qualitativamente uguale al Signore Supremo. Ciò nonostante,
essendo estremamente piccolo, è incline a cadere sotto l’influsso
dell’illusione propria dell’energia esterna; egli si crea cosi varie
forme di corpi che corrispondono ai suoi differenti desideri.
10 Per questo essere vivente nessuno è caro, nessuno è sfavorevole.
L’essere vivente non fa distinzioni tra ciò che è suo e ciò che
appartiene ad altri. Egli è uno senza secondi; in altre parole, non
è turbato da amici o nemici, da benefattori o persone malevole.
Egli è soltanto un osservatore, un testimone delle differenti nature
degli uomini.
57 Quando l’essere vivente, pensando di essere differente da Me,
dimentica la sua identità spirituale, che lo rende qualitativamente
uguale a Me nell’ambito dell’eternità, della conoscenza e della
felicità, dà il via alla sua vita materiale condizionata. In altre
parole, invece d’identificare il suo interesse col Mio, s’interessa
delle sue espansioni corporee, quali la moglie, i figli e i possessi
materiali. In questo modo, per influenza delle sue azioni, da un
corpo viene a prodursi un altro corpo, e da una morte un’altra
morte.
63 Le persone che tentano di raggiungere il traguardo supremo della
vita devono con grande attenzione osservare la Persona Suprema
e Assoluta e l’anima individuale; esse fanno tutt’uno sul piano
qualitativo, poiché la loro relazione è quella che unisce la parte al
tutto. Questa è la suprema comprensione dell’esistenza. Non
esiste verità superiore.
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Una specie di puzzle; se la tesserina non va nel posto giusto non può far parte della visione globale dell'immagine e l'immagine stessa risulta incompleta.
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Più che puzzle a cui mancano pezzi potrebbe essere vista come acqua-nell-acqua: ad un livello più alto di comprensione, non c'è vera differenza tra me e il prossimo, non c'è nemmeno però la distinzione individuale: nell'acqua come una quantità di liquido si sposta, crea una corrente che provvede mantenere l'insieme pieno.
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Quell'acqua che tu dici la vedrei bene se riferita all'inconscio ma nel conscio io credo che esistano personalità diverse, infatti spesso abbiamo bisogno l'uno/a dell'altro/a.
Ovviamente tali tesi sono destinate a rimanere tali, quindi curiosità insoddisfatta, se l'ipotesi non riesce a dimostrare la nostra realtà. Attenzione a non idealizzare troppo lontano dalle cose di tutti i giorni in cui siamo immersi.
L'allegoria diviene fruttuosa se l'intendimento, non letterale, viene approfondito.