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Dantedì
In occasione delle celebrazioni per il Dantedì, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del ministro della Cultura, Dario Franceschini, in diretta su RaiUno, Roberto Benigni ha letto il XXV Canto del Paradiso nel Salone dei Corazzieri al Quirinale. L'attore toscano ha sottolineato che Dante ha scritto il Paradiso "per rimuovere le persone dallo stato di tristezza, di miseria, di povertà nel quale si trovano e condurli a uno stato di felicità. Voleva la felicità. Cos'è la felicità per Dante? Il fine del Paradiso è il desiderio infinito che ognuno di noi ha di immedesimarsi, di ricongiungersi con la realtà divina". "Ognuno di noi - ha detto Benigni - sente che dentro c'è una scintilla immortale, e Dante lo sa. Dopo aver letto il Paradiso, se lo si legge lasciandosi andare, non si guardano più le altre persone con distrazione o indifferenza, ma come scrigni di un mistero, depositarie di un destino immenso", ha aggiunto.
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Decisamente, infinitamente meglio Gassman quando leggeva una qualsiasi lista della spesa.
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Mai che Dante legga Dante!
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(particolare dalla “Divina Commedia” di Alfonso d’Aragona, conservata al British Library di London).
Alfonso d’Aragona (1481 – 1500) fu un figlio illegittimo del re di Napoli, Alfonso II, e dell’amante del sovrano, Trogia Gazzela.
Il giovane Alfonso è noto per essere stato il secondo marito di Lucrezia Borgia. Morì assassinato all’età di 19 anni. Il mandante fu Cesare Borgia, il famigerato “duca Valentino”, figlio del pontefice Alessandro VI, Rodrigo Borgia.
https://upload.wikimedia.org/wikiped...exander_Vi.jpg
Cristofano dell’Altissimo, ritratto del papa Alessandro VI, olio su tela, Corridoio vasariano, Firenze.
Buon pomeriggio Cono, forse per insufflare ulteriore sapienza nella mente degli allievi che indottrini dovresti far leggere loro anche la lettera apostolica “Candor Lucis Aeternae”, promulgata da papa francesco lo scorso 25 marzo in occasione del “Dantedì” e settimo centenario della morte di Dante Alighieri.
Questo è link del Vaticano con la predetta lettera.
http://www.vatican.va/content/france...rio-dante.html
Può essere sorprendente che un pontefice (e con lui alcuni suoi predecessori) abbia celebrato Dante che scaraventò all’Inferno tra i simoniaci, nella terza bolgia di Malebolge, un papa mentre era ancora in vita, Bonifacio VIII, Caetani. Ma l’Alighieri era un credente e un conoscitore della teologia cristiana.
Un’ampia parte iniziale della Lettera di papa Francesco fa sue le parole di Paolo VI: “Non rincresce ricordare che la voce di Dante si alzò sferzante e severa contro più d’un Pontefice Romano, ed ebbe aspre rampogne per istituzioni ecclesiastiche e per persone che della Chiesa furono ministri e rappresentanti”.
Ma, come detto, nonostante i gravi peccati compiuti dagli ecclesiastici, Dante, come Cono, rimase fermo nella sua fede cattolica e la sua filiale affezione alla Chiesa.