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Momenti 2
Quando entro nella sua casa, la prima cosa che mi rapisce lo sguardo è la grande foto a colori della moglie che sorride, ancora giovane e biondissima ; ho la sensazione che sia ancora viva, lì presente fra noi, e che da un momento all’altro dovrebbe parlare per dire la sua come aveva sempre fatto quand’era in vita.
Il marito è ormai oltre l’ottantina: abituato ad un tenore di vita stellare, tra champagne, ristoranti prestigiosi, inviti altolocati, feste in casa o in giardino per innumerevoli amici, alle quali noi eravamo sempre invitati, da quando loro si stabilirono qui, ora conduce una vita più ritirata, confermandomi spesso che non disdegna la solitudine ed i suoi silenziosi colloqui con la moglie defunta.
I parenti e noi amici e vicini veniamo a trovarlo e quasi tutti gli portiamo qualche buon pasto caldo, gli gnocchi, un’orata al forno, o un gulasch, in quanto lui non sa cucinare. Peter (nome di fantasia) vorrebbe sempre sdebitarsi: quanto costa? Quanto ci hai impiegato?
Anche per la vigilia di Natale, quando l’ho invitato a casa mia, voleva contribuire col denaro, ma io gli dissi di portare il vino. Allora lui portò uno champagne che doveva essere costato più della cena.
Rimase piacevolmente sorpreso della tavola e del menù elegante, a partire dalle ostriche, e si sentì subito a suo agio come nei bei tempi andati: conversò molto e lasciò affiorare i suoi ricordi della seconda guerra mondiale, quando bambino correva con la sua piccola seggiola pieghevole sino al lontano rifugio antiaereo mentre suonavano le sirene e come, l’ultima volta che quel suono sovrastò il paese, lui non capì che si festeggiava la fine della guerra e corse lo stesso al riparo, allo stesso posto, dove non c’era però nessuno e lui rimase stupito. "Dove sono tutti?" Doveva avere cinque anni.
Altri ricordi emersero, del periodo degli alleati e delle prima cioccolata ed un frutto sconosciuto, la banana, che non aveva mai visto né assaggiato prima, offerte ai ragazzini dai soldati.
E’ un abile affabulatore e quella sera diede il meglio di sé.
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Grazie, Doxa!
In realtà ora, rileggendomi, mi sono venuti in mente altri momenti significativi, sicché considerala una bozza, che però ho voluto pubblicare subito.
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Attendiamo il seguito, dai..:)
https://th.bing.com/th/id/R.a3d4b00b...pid=ImgRaw&r=0
Sembra facile narrare..., invece è un faticoso esercizio.
La pagina bianca è come un deserto da attraversare.
Scrivere significa costruire dal nulla una frase, un proposizione, una trama. E’ un montaggio di parole.
Bisogna avere la capacità di “cogliere” gli elementi descrittivi e costruire la coerente narrazione, maneggiare i tempi verbali e gli avverbi in modo da costruire il corretto andamento temporale.
Buon proseguimento ! :approved:
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Grazie, Doxa!
Comunque non intendo proseguire, ma solo approfondire.:)
Condivido tutto quello che dici.
Hemingway ebbe a scrivere:
Non c’è niente di speciale nella scrittura.
Devi solo sederti davanti alla macchina da scrivere
E metterti a sanguinare.
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(Spero sia la versione definitiva, ma... il pregio della scrittura è poter modificare e correggersi, com' ebbe a scrivere mi pare Calvino)
Quando entro nella sua casa, il mio sguardo e la mia anima sono rapiti dalla grande foto a colori della moglie che sorride, giovanilmente abbronzata, sana, biondissima: l’immagine incorniciata campeggia su un tavolino in veranda dove non manca mai un vaso di fiori freschi, specialmente di margherite che lei adorava.
Una fitta mi attraversa il petto, il ricordo di lei che inopinatamente si presenta a casa mia radiosa per consegnarmi un manicaretto o domandarmi un piacere o semplicemente per conversare, interrompendomi nei miei lavori quotidiani. Un’amica come poche.
Il marito è ormai oltre l’ottantina: era abituato ad un tenore di vita stellare, tra champagne costosi, ristoranti prestigiosi, inviti altolocati, feste in casa o in giardino per innumerevoli amici, alle quali noi eravamo sempre invitati, da quando loro si stabilirono qui. Rammento ancora quando Peter apparve ad una nostra festa in giardino, non invitato, con un vassoio di innumerevoli calici di cristallo e champagne per tutti i miei invitati, attirando le simpatie e la gioia dei miei ospiti.
Ora conduce una vita ritirata, confessandomi spesso che non disdegna la solitudine ed i suoi silenziosi colloqui con la moglie defunta alcuni mesi fa per una grave malattia. Ama ritrarsi, conversare solo per pochi minuti, perché gli costa fatica uscire dai suoi pensieri per adeguarsi al ritmo di quelli altrui.
I parenti e noi amici e vicini veniamo a trovarlo lo stesso e quasi tutti gli portiamo qualche pasto caldo fumante, gli gnocchi, un’orata al forno o un gulasch. Lui non sa cucinare: questa era un’occupazione di sua moglie, cuoca provetta e perfetta casalinga che curava ogni dettaglio di qualsiasi cena a casa loro .
Per la vigilia di Natale, quando l’ho invitato a casa mia, voleva contribuire col denaro, ma io gli dissi di portare il vino. Lui si vestì elegante e ci portò un Dom Pérignon magnum che ci stupì per la sua bontà già al primo assaggio.
Rimase piacevolmente sorpreso della tavola e del menù elegante, a partire dalle ostriche, e si sentì subito a suo agio come nei bei tempi andati, quando era il mattatore di numerose serate: conversò molto e lasciò affiorare i suoi ricordi della seconda guerra mondiale, quando bambino correva con la sua piccola seggiola pieghevole sino al lontano rifugio antiaereo mentre suonavano le sirene e come, l’ultima volta che quel suono sovrastò il paese, lui non capì che si festeggiava la fine della guerra e corse lo stesso al riparo, allo stesso posto, dove non c’era però nessuno e rimase stupito: “Dove sono tutti?” Doveva avere quattro anni.
Altri ricordi emersero, del periodo degli alleati e della prima cioccolata ed un frutto sconosciuto, la banana, che non aveva mai visto né assaggiato prima, offerte ai ragazzini vocianti dai soldati americani che si sentivano dei benefattori.
E’ un abile affabulatore e quella sera diede il meglio di sé, dimenticandosi della sua attuale chiusura al mondo: aveva ritrovato la sua vena più autentica ed amabile per una serata .
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Il tuo vicino è un galantuomo, innamorato della vita e delle persone delle quali si circonda ed è così preso dalla passione di vivere insieme a chi ama, che non si capacita, né mai si rassegnerà alla perdita della sua compagna di vita, linfa e fonte di quella gioia che scorre nelle vene di queste persone e senza le quali, tutto cambia, sentimenti e percezioni di sé e delle persone intorno, che non colmano il vuoto che si è venuto a creare, se non per brevi e labili momenti. Mi è uscita una lacrima, leggendo e immedesimandomi nel tuo amico, innamorato della vita, ma soprattutto della sua compagna non più presente e fonte primaria di stimoli. Io spero di andarmene io per primo, perché come il tuo amico, senza mia moglie accanto, perderei la mia linfa vitale.
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In realtà siamo vasi comunicanti :)
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Citazione:
Originariamente Scritto da
bumble-bee
Il tuo vicino è un galantuomo, innamorato della vita e delle persone delle quali si circonda ed è così preso dalla passione di vivere insieme a chi ama, che non si capacita, né mai si rassegnerà alla perdita della sua compagna di vita, linfa e fonte di quella gioia che scorre nelle vene di queste persone e senza le quali, tutto cambia, sentimenti e percezioni di sé e delle persone intorno, che non colmano il vuoto che si è venuto a creare, se non per brevi e labili momenti. Mi è uscita una lacrima, leggendo e immedesimandomi nel tuo amico, innamorato della vita, ma soprattutto della sua compagna non più presente e fonte primaria di stimoli. Io spero di andarmene io per primo, perché come il tuo amico, senza mia moglie accanto, perderei la mia linfa vitale.
Davvero, ti sei commosso?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
follemente
(Spero sia la versione definitiva, ma... il pregio della scrittura è poter modificare e correggersi, com' ebbe a scrivere mi pare Calvino)
Calvino scrisse:
Mi sembra che il linguaggio venga spesso usato in modo approssimativo, casuale, sbadato, e ne provo un fastidio intollerabile.
Non si creda che questa mia reazione corrisponda ad un'intolleranza per il prossimo: il fastidio peggiore lo provo sentendo parlare me stesso.
Per questo cerco di parlare il meno possibile, e se preferisco scrivere è perché scrivendo posso correggere ogni frase tante volte quanto è necessario per arrivare non dico a essere soddisfatto delle mie parole, ma almeno a eliminare le ragioni d'insoddisfazione di cui posso rendermi conto.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
follemente
Davvero, ti sei commosso?
Si.
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Bello folle!!! Uno splendido spaccato!
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Sembra quasi un episodio di una biografia di una persona a te molto cara, comunque è molto bello! :shy:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
dark lady
Bello folle!!! Uno splendido spaccato!
Citazione:
Originariamente Scritto da
ReginaD'Autunno
Sembra quasi un episodio di una biografia di una persona a te molto cara, comunque è molto bello! :shy:
Mille grazie!