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Originariamente Scritto da
sandor
guarda. io un po' di procedura l'ho studiata, ma il concetto di "tabella" applicata al diritto mi suona un po' come quello del tutto assurdo di "arbitrio nel bilanciamento di una reazione chimica". poi: mi definisci il significato di "riduzione tassonomica"? poi le attenuanti riducono ovviamente la pena, ma riconoscere o meglio "decidere" che ci sono in una certa situazione è sempre nella discrezionalità del giudice.
pochissimo, viste le risultanze, le quali, ovviamente, ci devono essere; il processo attuale e garantito è una cosa parecchio "grigia", con pochissima discrezionalità;
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no. ed è a causa della ineliminabile quota di "discrezionalità" del giudice a motivare l'esistenza di più gradi di merito e del grado di "legittimità", cioè cassazione, proprio a tutela del cittadino contro eventuali "errori" del giudice.
beh, no, appunto: l'"errore" è una cosa, l'arbitrio un'altra; la tutela dell'indagato è contro l'errore, in via generale; l'arbitrio del giudice implica una fattispecie diversa; ma non è questo l'argomento del topic...
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si. semplicemente perché dio non lo puoi vedere. invece la macchina si. ma se tu puoi vedere la macchina, quest'ultima può vedere te? no. stessa cosa tra dio e uomo, mutatis mutandis.
ma che vuol dire ?
l'auto la usi, e produce effetti sugli altri, oltre che su di te, documentati; ma se invochi Dio, che puoi documentare ?
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e tu lascialo stare. non è che ai dormitori della caritas chiedano ai preti se dio esiste. pensano piuttosto a mangiare e dormire...
questo lo può fare altrettanto un ateo; non spiega la necessità di Dio;
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si. però se esiste un passato, l'inizio del passato dov'è? la scienza lo sa? e se non lo sa, allora l'ipotesi di dio continua ad avere una sua legittimità...
tutto è legittimo dove non c'è possibilità di confutazione; il punto è: a che serve ? convenzionalmente, intendo; vale lo stesso per l'astrologia; in effetti, potresti assumere la gente nella PA sulla base del segno di nascita ? certo che no, perché non hai alcun elemento che giustifichi il merito;
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era o no verificabile la storia, che certamente conosci, di quel giovane che manifestava "i segni" fisici della passione a ogni nuova pasqua? lo stesso dr. marcelletti, all'epoca, non riusciva a dare una spiegazione plausibile. eppure...
per ora, nessun miracolo è stato osservabile dalla scienza, con metodi "ciechi";
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solo ipotesi. alcune osservabili, altre no. come peraltro a livello scientifico.
la scienza ti richiede sempre una necessità, un veno osservabile che deve essere spiegato con elementi noti; la causalità intelligente, volitiva, della creazione non rientra in quest'ambito;
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no. ti ripeto che tra legge divina e legge umana la differenza è che la prima è interiore, la seconda ha ad oggetto l'ordine pubblico, come il codice della strada.
questo lo dici tu; non certo le religioni, che hanno i loro precetti in positum, a partire dai comandamenti, che non sono "interiora" :asd:
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la prima può essere in certo modo discrezionale. la seconda no. perché se anche le regole "individuali" di circolazione fossero diverse per ciascuno, allora quanto meno sarebbe "comune a tutti" il senso del pericolo.
prova ad andare con questa tesi da un qualsiasi gerarca di qualsiasi chiesa, pretendendo di non conformarti, poi mi dici...
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ovviamente se la legge divina è puramente interiore, allora ognuno ne deriva i precetti che crede. e così mi pare nasca qualsiasi tipo di religione.
beh, è il contrario: le religioni nascono come imposizione di regole rituali da parte dei sacerdoti, intermediari della natura, maligna o benigna, a seconda della disobbedienza/obbedienza;
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si. però mi pare che i santi del cattolicesimo siano tanti, anche ricordati da tanta gente che grosso modo ne riconosce, ovviamente su basi non razionali, la santità. poi mi verrebbe da dire che il numero dei seguaci ovviamente non dimostra che dio c'è. però dimostra la validità e l'utilità dell'idea di dio.
ecco, qui sei arrivato al punto; ma, puntualmente, confondi le questioni:
un conto è "Dio"; altro il fatto che la gente ci creda o meno, che è - al contrario di "Dio" - un fatto, e rilevantissimo; ma non puoi verificare il primo col secondo; poi, la tua valutazione di "utilità" è molto soggettiva:
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insomma più che dimostrare l'esistenza dio si dovrebbe constatare che a partire da quell'idea è possibile che la "carità" ecclesiastica sia percepita come proveniente appunto e in definitiva da dio.
lo dici finché nessuno ti uccide per motivi di religione; poi, il giorno in cui uno si fa esplodere in nome di "Dio" o ti accoltella, l'utilità la percepisci diversamente; gli europei hanno fondato lo stato laico dopo un secolo e mezzo di guerre di religione, non a caso...
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si. ma il bene che la chiesa fa nel mondo mi pare qualcosa non solo più "reale" ma anche più importante che dimostrare "l'esistenza di dio". forse è questo che ti voleva dire cono.
da come argomenta, non credo; il bene lo può fare chiunque sia motivato, così come il male; i maggiori sterminatori di cristiani della storia sono stati altri cristiani;
la tua percezione della questione è proprio "da italiano", tutta "politica", incentrata su un ruolo assistenziale di persuasione di opportunità pragmatiche, che non è il senso proprio di una dottrina religiosa;
vanno benissimo le iniziative caritatevoli, meno altre, a seconda del giudizio di ognuno;
ma una dottrina religiosa dovrebbe dare un senso all'esistenza individuale di ognuno che ci creda, descrivere una cosmogonia che poi può essere la base di un'etica e relativi precetti e comportamenti;
pertanto, la prima pietra dovrebbe essere quella narrazione di senso, possibilmente coerente e organica; ma non perché lo dica io;
se il credente aderisce ad un racconto malfermo, può a livello cosciente rimuovere le incongruenze, ma queste poi producono angoscia a livello inconscio, e spingono a "tradire" tutto ciò che si fonda sul malinteso;
con l'apparente paradosso per cui, se nel mondo antico si poteva credere in modo superstizioso e ingenuo, in massa, data l'ignoranza, per essere davvero credenti nel mondo moderno, in modo robusto, serve una notevole dose di mediazione culturale;
perché altrimenti, tutta la cultura disponibile, non solo quella scientifica, viene continuamente a perturbare l'equilibrio esistenziale di una persona; se non in modo cosciente, nel subconscio.