Fast versus slow

Quanto c'è in voi di slow e quanto di fast?
Cosa vi piace fast e cosa slow?
In cosa siete fast e in cosa slow?

Il primo fu, nei miei ricordi adolescenziali, lo slow food. Poi vennero la slow art, lo slow gardening, living, walking, running,... lo slow fashion, le slow bakery, gli slow coffee, le creme slow care e chi più ne ha più ne metta.
Per il fast, così, al volo, mi vengono in mente solo food, fashion, lifting, repair, credit, delivery, device, service, rent, pay.

La mia natura è slow. Lo sono, ad esempio, nel prendere decisioni importanti, nel fare acquisti, nel prendere coscienza la mattina (la mia mezz'ora di catalessi post sveglia, in cui faccio di tutto in stato di semi incoscienza, è un tragico dato di fatto XDD).
Ma ho anche un lato fast nel trovare soluzioni in extremis (con il tempo contato o in situazioni di panico generale) o alternative; all'occorrenza sono velocissima ad affettare le verdure e in tutti i lavori manuali in genere.

Non amo il fast food (compreso il dover mangiare di corsa) e in generale le cose con un rapporto qualità/prezzo basso. Apprezzo di più i fast tecnologici - che sono davvero un grande aiuto -.
Adoro lo slow in genere - poterlo praticare significa avere tempo da spendere e dedicare -. E con esso tutto ciò che è tranquillo, rilassante, un po' isolato (il silenzio, i luoghi non affollati, la campagna, la montagna, il suono della natura di sottofondo,...).
Una delle cose che detesto di più è dovermi preparare o muovere troppo in fretta o con scarso preavviso, poi ci sono i grandi alberghi - quelli con "mille" stanze - e le persone kaotike (AxeUgene: l'ho scritto apposta così ;-) XDDD)
Queste sono le prime cose che mi sono venute in mente in questi 20 minuti di pausa (mentre i miei "colleghi" si stanno abbuffando a un buffet in piedi).

E voi?

Appena visto il titolo in inglese ho pensato subito ad uno di quei spam, poi per fortuna ho letto meglio... :asd:
...ordunque vediamo cosa viene in mente a me in questi ultimi minuti di pausa ciofeca, allora sicuramente odio il fast food, se devo ingozzarmi come un'oca preferisco saltare il pasto che è meglio :)
...anche sul lavoro sto virando lentamente sul slow, d'altronde l'età avanza ed il mio fast l'ho già fatto, ora largo ai giovani :p
...e pensare che il vecchio alla mia età era già in pensione da due anni, ma vabbè :\:
...quel poco di fast che c'è in me riesco a svilupparlo nello sport, dove prediligo le discipline dinamiche almeno finché ancora ce la faccio, ma poi ho già in mente un piano di ripiego per la terza età :D
:ciaociao:

Lo slow credo sia una tappa naturale. Prima si conosce tutto (o quasi) e poi si seleziona ciò che fa per noi al 100%.
Un po' come quando si provano varie marche di scarpe e si capisce di avere le caratteristiche adatta solo per 1 o 2. O mal di piedi tutta la vita o scarpe il più possibili compatibili.
Lo slow ha un che di ragionato, il fast è più soddisfazione immediata e poco consapevole.
Giusto per fare un macro paragone.

Citazione:

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Originariamente Scritto da Astrid

Una delle cose che detesto di più è dovermi preparare o muovere troppo in fretta o con scarso preavviso, poi ci sono i grandi alberghi - quelli con "mille" stanze - e le persone kaotike (AxeUgene: l'ho scritto apposta così ;-) XDDD)

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l'appunto sullo schizzoide era una battuta diretta ad altri, un gioco sulle identità da forum; altrimenti, sarei troppo pigro per mettermi a correggere :asd:

doversi muovere troppo in fretta perché sollecitati e senza potersi preparare è una delle cose che mi stressano di più e mi inducono all'aggressività; come in via generale chiunque cerchi di farmi fare qualcosa che non voglio senza negoziare o in modo surrettizio;

io me la prendo sempre comoda, su tutto, da sempre; finche l'anima non dice "sì", non mi muovo :D
avevo un mese per una scadenza di lavoro ? prima leggevo placidamente il testo, poi iniziavo a due settimane dalla consegna, in crescendo, fino all'ultimo giorno;
idem per gli esami; ho sempre bisogno di un periodo di ozio, in cui in realtà mi preparo allo sforzo, per poi svegliare il cervello sotto pressione;

amo l'ozio e il tempo davanti a me per oziare, riflettere, aspettare l'ispirazione per qualcosa di bello, da suonare, o qualcosa di buono da cucinare; al mare contemplo l'acqua prima del bagno, mi piacciono le attese, tipo sabato del villaggio.

Citazione:

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Originariamente Scritto da axeUgene

l'appunto sullo schizzoide era una battuta diretta ad altri, un gioco sulle identità da forum; altrimenti, sarei troppo pigro per mettermi a correggere :asd:

doversi muovere troppo in fretta perché sollecitati e senza potersi preparare è una delle cose che mi stressano di più e mi inducono all'aggressività; come in via generale chiunque cerchi di farmi fare qualcosa che non voglio senza negoziare o in modo surrettizio;

io me la prendo sempre comoda, su tutto, da sempre; finche l'anima non dice "sì", non mi muovo :D
avevo un mese per una scadenza di lavoro ? prima leggevo placidamente il testo, poi iniziavo a due settimane dalla consegna, in crescendo, fino all'ultimo giorno;
idem per gli esami; ho sempre bisogno di un periodo di ozio, in cui in realtà mi preparo allo sforzo, per poi svegliare il cervello sotto pressione;

amo l'ozio e il tempo davanti a me per oziare, riflettere, aspettare l'ispirazione per qualcosa di bello, da suonare, o qualcosa di buono da cucinare; al mare contemplo l'acqua prima del bagno, mi piacciono le attese, tipo sabato del villaggio.

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Molto belle quelle parole, finché l'anima non dice di sì, rispecchiano alla perfezione la filosofia del transurfing... :approved:
...da qualche anno anch'io ho imparato ad ascoltarla, e devo dire che ad oggi è stata infallibile :)
:ciaociao:

Citazione:

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Originariamente Scritto da Ale

Molto belle quelle parole, finché l'anima non dice di sì, rispecchiano alla perfezione la filosofia del transurfing... :approved:
...da qualche anno anch'io ho imparato ad ascoltarla, e devo dire che ad oggi è stata infallibile :)
:ciaociao:

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non ho presente in che consista il trans-surfing, ma ho constatato di persona che spesso estendiamo un concetto di utilità attesa - faccio uno sforzo, un sacrificio per ottenere un beneficio in seguito - anche a contesti in cui quell'eventuale utilità presenta costi imprevisti, che inficiano il senso del sacrificio; es:

studio per laurearmi in una materia che mi appassiona, così potrò lavorare in quel contesto ed essere gratificato; vs:

studio per laurearmi in una materia che mi fa accedere ad un contesto prestigioso e/o remunerativo, perché ho scambiato quel prestigio e remunerazione con la mia passione e attitudine; conseguito l'obiettivo, rischio di provare frustrazione, perché quel sacrificio mi presenta un conto esistenziale di esilio di determinate esigenze creative, alle quali quelle otto o più ore della giornata vengono sottratte, senza che avessi potuto preventivare questo saldo;

ora, è molto più facile a dirsi, come formuletta retorica; ma, in effetti, dal momento che non sappiamo quanto camperemo, anche l'eventuale sacrificio dell'oggi deve, dovrebbe, auspicabilmente, essere in sé appagante e remunerativo, come fosse il nostro ultimo giorno da vivi, magari anche solo per nutrire un personale narcisismo morale, beninteso; non c'è un giudizio di merito in quel che sostengo;
quello che trovo sintomo di scarsa efficienza esistenziale è il predisporsi alla recriminazione del se avessi saputo, non avrei agito in quel modo, laddove in effetti si è voluta investire la propria esistenza in modo non appagante, mortificato;

sia chiaro: questa per me non è una colpa morale, anche qui non c'è giudizio; solo l'esortazione a valutare la sostenibilità personale del proprio set di priorità; se prendi 10 kg nelle trattorie della Costiera amalfitana, puoi dire: katso, ora mi tocca la dieta, ma quanto ho goduto...

ma se li prendi da Mconald's, per quanto in quel momento potessi aver avuto l'esigenza di abboffarti di quella roba in fretta, su sgabelli scomodi, tra arredi orribili e vista-strada commerciale, un pensierino sul fatto che ne valesse o no la pena ci sta.

Citazione:

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Originariamente Scritto da axeUgene

non ho presente in che consista il trans-surfing, ma ho constatato di persona che spesso estendiamo un concetto di utilità attesa - faccio uno sforzo, un sacrificio per ottenere un beneficio in seguito - anche a contesti in cui quell'eventuale utilità presenta costi imprevisti, che inficiano il senso del sacrificio; es:

studio per laurearmi in una materia che mi appassiona, così potrò lavorare in quel contesto ed essere gratificato; vs:

studio per laurearmi in una materia che mi fa accedere ad un contesto prestigioso e/o remunerativo, perché ho scambiato quel prestigio e remunerazione con la mia passione e attitudine; conseguito l'obiettivo, rischio di provare frustrazione, perché quel sacrificio mi presenta un conto esistenziale di esilio di determinate esigenze creative, alle quali quelle otto o più ore della giornata vengono sottratte, senza che avessi potuto preventivare questo saldo;

ora, è molto più facile a dirsi, come formuletta retorica; ma, in effetti, dal momento che non sappiamo quanto camperemo, anche l'eventuale sacrificio dell'oggi deve, dovrebbe, auspicabilmente, essere in sé appagante e remunerativo, come fosse il nostro ultimo giorno da vivi, magari anche solo per nutrire un personale narcisismo morale, beninteso; non c'è un giudizio di merito in quel che sostengo;
quello che trovo sintomo di scarsa efficienza esistenziale è il predisporsi alla recriminazione del se avessi saputo, non avrei agito in quel modo, laddove in effetti si è voluta investire la propria esistenza in modo non appagante, mortificato;

sia chiaro: questa per me non è una colpa morale, anche qui non c'è giudizio; solo l'esortazione a valutare la sostenibilità personale del proprio set di priorità; se prendi 10 kg nelle trattorie della Costiera amalfitana, puoi dire: katso, ora mi tocca la dieta, ma quanto ho goduto...

ma se li prendi da Mconald's, per quanto in quel momento potessi aver avuto l'esigenza di abboffarti di quella roba in fretta, su sgabelli scomodi, tra arredi orribili e vista-strada commerciale, un pensierino sul fatto che ne valesse o no la pena ci sta.

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Il transurfing è, se così si può chiamarla, la filosofia di Zeland, la trovi anche googlando... :approved:
...del resto capisco cosa intendi, ad esempio verso la metà degli nineties mi sono buttato a capofitto nei concorsi per la p.a. rincorrendo il miraggio del posto fisso statale :o
...ma quello che mi fece veramente desistere (sempre in merito al seguire la vocina interna) da ciò furono i consigli diversi ed indipendenti quando tentai il concorso per polizia penitenziaria, la riuscirono veramente a convincermi di mollare il colpo :eek:
...d'altronde era un epoca in cui avevo ancora relativa facilità a trovare un lavoro più umano, ed in un certo senso così è stato :\:
...vabbè dai, attualmente sto niente male e con un orario che per le mie attuali esigenze è perfetto :)
:ciaociao: