Originariamente Scritto da
doxa
Crepuscolo ha scritto
Buongiorno Crepuscolo. Interessante il tuo riferimento mitologico alle Parche della mitologia romana, assimilate nella mitologia greca alle tre Moire, figlie di Ananke la dea del destino, della necessità inalterabile, del fatum: divinità della mitologia romana, a cui ci si deve adeguare e alla quale è inutile tentare di sottrarsi. Infatti era persuasione comune e radicata presso gli antichi che l’ umana vita fosse soggetta al destino, che al momento della nascita di ognuno già fossero decretate le vicende della sua vita fino al momento della morte.
Il sostantivo “destino” allude alla predeterminazione fatale degli eventi, considerati al disopra dell’umana capacità di volere e di potere, perciò i detti popolari “subire il destino”, “rassegnarsi al destino”, “seguire il proprio destino”.
Nel nostro tempo il termine fato è caduto nell’oblio, sostituito da “destino”. Nell’antichità, però, secondo alcuni autori, fatum e destino venivano usati entrambi perché differivano nel significato. Per i Romani Il fatum alludeva alla sottomissione dell’individuo ad una necessità che non si conosce, che appare casuale, che regola il susseguirsi degli eventi secondo un ordine non modificabile. Invece il destino era modificabile, l’individuo era il protagonista delle sue scelte, delle sue azioni, nel bene e nel male.
Crepuscolo secondo te siamo predestinati, o siamo liberi? E se siamo liberi, quanto possiamo dirci responsabili delle conseguenze delle nostre azioni?