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gillian
Crisanti: vaccino obbligatorio può aiutare. La provocazione: niente copertura medica ai no vax
Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell'Università di Padova, si era schierato nel 2020 a favore dell’obbligo di vaccinazione contro il Covid. In un secondo momento ha smussato la posizione, mantenendo comunque la linea del rigore su tempi e urgenza della campagna di somministrazioni.
In una intervista all’agenzia Adnkronos, Crisanti ha ribadito che l’obbligatorietà del vaccino «potrebbe aiutare», ma non è facile ingiungerla senza precondizioni specifiche (come nel caso della scuola, dove la vaccinazione «è legato all'ammissione» dei bambini). In maniera più provocatoria, Crisanti ha suggerito anche l’ipotesi di «levare» la copertura sanitaria a chi rifiuta di farsi inoculare il vaccino per ragioni di pregiudizio od ostilità ideologica al farmaco. «Ci sono persone che non si vogliono vaccinare per pregiudizio - ha fatto notare in un collegamento con la trasmissione In Onda - In quel caso, penso che il miglior deterrente che ci sia è togliere la copertura sanitaria se si prendono il covid: un giorno in rianimazione costa 2.500 euro, non capisco perché lo debba pagare il servizio sanitario, visto che è una decisione loro».
Bassetti: chi non si vaccina stia a casa
Anche Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, non ha mai evocato esplicitamente l’obbligo di vaccinazione. Ma la sua linea è orientata verso la maggior severità possibile nei confronti di chi sceglie di non vaccinarsi, con tanto di ipotesi di un lockdown “selettivo” per i no vax.
Andreoni: valutare l’obbligo per gli over 60
Fra le posizioni più aperte sull’obbligo vaccinale c’è quella di Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma.
Andreoni sostiene che si debba «ragionare seriamente» su qualche imposizione per gli over 60, dove l’incidenza di «esitanti» o scettici è così elevata da intralciare l’andamento dell’intera campagna. «C’è in ballo il bene della collettività», ha aggiunto, sottolineando che «gli oltre 2 milioni di over 60 che ancora non sono vaccinati sono un macigno enorme.
Il blocco anagrafico ha rappresentato da subito una delle categorie più ostiche per il processo di somministrazioni dei farmaci, anche se non sono del tutto chiare le motivazioni del gap rispetto ad altri gruppi anagrafici. Fra le ipotesi ci sono una conoscenza meno diffusa dei farmaci in sé o una minore dimestichezza con i sistemi di prenotazione, oltre a quote di scettici o «esitanti» diffusi in tutte le generazioni.
Cosa farà tutta questa gente, lontana dai riflettori, quando il Covid sarà finito???🤔🙄😅😎😎
Forse continueranno a fare il logo mestiere ... ma a te che te ne frega ... invece che pensare agli altri cosa faranno ... Pensa a cosa farete voi no-vax... se sarete ancora in tempo di fare qualcosa!:😈😈😈🎃🎃