C'entra anche la fisica quantistica!
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Originariamente Scritto da
Durante
Sono anni che mi pongo una domanda e dopo diverse ricerche non sono venuto a capo di niente. Non riguarda la familiarità ma nello specifico le ereditarietà del patrimonio genetico. Quindi i geni che ereditiamo fanno si che replicano determinate caratteristiche si fisiche come l'alta statura o viceversa, i colori degli occhi e dei capelli, della pelle, del modo di camminare e altre diverse peculiarità. Quello che vorrei comprendere riguarda il cerebro non solo nella sua fisiologia ma nello specifico in maniera intrinseca sui neuroni e che tipo di ereditarietà ci può essere, esempio sia un nostro genitore o addirittura un antenato che abbia subito sia delle esperienze particolari, siano esse positive ma in modo particolari avvenimenti che gli hanno segnato il suo processo vitale senza capirne la motivazione o che non abbia avuto la capacità di risolverle sia nelle relazioni familiari, sociali, lavorative, quindi se si può ereditare dei disagi che a nostra volta non si comprende del perché ne percepiamo le sensazioni e che a sua volta influenzano il carattere indipendentemente dal suo formarsi dall'ambiente in cui siamo vissuti che è un'altra cosa.
Bella questione quella che proponi Durante!
Un problema che impegna psicologi e psichiatri nonché biologi nell'ambito della neurobiologia ma anche ma anche sociologi del comportamento umano!
Un puzzle da comporre alla luce degli importanti avanzamenti nel settore della genetica e della biologia molecolare che costituiscono il completamento di un progetto ambizioso come il sequenziamento dell’intero genoma umano.
Le ultime ricerche si prefiggono di localizzare geni specifici associati a tratti comportamentali e di comprendere
la complessa interazione che esiste tra geni e ambiente.
Le complesse leggi del Mendel ci danno solo un risultato probabilistico per cui certe caratteristiche fisiche e comportamentali possano essere ereditate dai vari livelli di progenie ma non un collegamento a livello molecolare che possano spiegare le varie differenze fisico-comportamentali di ogni singolo individuo!
Come è noto, infatti, il comportamento è
il risultato finale dell’interazione tra il patrimonio genetico che ognuno eredita dai propri genitori al momento del concepimento e l’ambiente in cui si trova a crescere e a vivere.
In sintesi tutti ciò rientra nell'ambito della “genetica comportamentale” (Behavioural Genetics) studia il comportamento, e in particolar modo alcuni aspetti della personalità umana quali l’intelligenza, l’introversione e
l’estroversione, l’orientamento sessuale, il comportamento aggressivo e antisociale, la ricerca continua di nuove sensazioni, l’abuso di alcool o di droghe, nel tentativo di individuare i geni che possano giocare un ruolo nel determinare l’espressione di tali tratti.
La ricerca genetica si costituisce in un’area molto complicata con varie implicazioni etiche ed anche giuridiche che negli ultimi tempi hanno dato vita a correnti di pensiero contrastanti e a dibattiti che vedono coinvolti non solo scienziati, ma anche filosofi, teologi, giuristi.
Ma per quel che riguarda le conoscenze acquisite dalle neuroscienze e dalla genetica, la domanda non è posta correttamente, perché per quanto ne sappiamo oggi, le cose stanno diversamente. Lo studio delle basi genetiche del comportamento con le moderne e potentissime metodologie della biologia molecolare è un argomento affascinante perché dimostra che la forza evolutiva della specie sta proprio nella
grande diversità che esiste, a partire fin dal DNA, tra i singoli individui. Selezionare individui con caratteristiche diverse, infatti, per la specie significa potersi adattare a qualsiasi ambiente e a qualsiasi variazione di esso, ma, mentre pensare che geni diversi determinino diverse caratteristiche fisiche è ormai un fatto acquisito universalmente (si pensi alle caratteristiche
fisiche della pelle e della sua pigmentazione tra chi vive al circolo polare artico e chi ai tropici).
Ma questa conclusione potrebbe non essere valida anche per caratteristiche più elusive, quali possono essere gli aspetti della personalità e del comportamento. L’esistenza in una popolazione, di individui con tratti di personalità e del carattere che potrebbero essere considerati al limite della norma per gli standard comuni, come coloro che sono alla ricerca continua di nuovi stimoli e di sensazioni intense, è stata e continua ad essere verosimilmente la spinta più forte per l’uomo ad andare oltre ciò che già conosce, a cercare di superare i propri limiti.
Limiti che potrebbero essere spiegati in maniera diversa da quella in atto con le neuroscienze, infatti recenti studi riguardanti la fisica quantistica potrebbero rimettere tutto in discussione, sembra che le biomolecole si scambino segnali elettromagnetici che potrebbero essere soggette ad effetti quantistici rendendo il tutto molto più complicato!:D
Per non parlare delle radiazioni naturali che provengono da terreni con sostanze pesanti ed instabili (generalmente neutroni da decadimento beta) che hanno fortemente contribuito alla biodiversità agendo fin dalla nascita della vita come elemento dii selezione naturale alterando continuamente il DNA delle cellule e dei virus, dalle onde elettromagnetiche in cui siamo immersi il cui impatto a livello biomolecolare è ormai accertato, dal sole e i suoi raggi ultravioletti e cosmici ed anche dalle variazioni nei secoli dalle variazioni del magnetismo terrestre!:wall:
Effetti quantistici sul corpo umano?
Non solo la fisica deve piegarsi ai diktat della fisica quantistica: sebbene in alcuni sistemi macroscopici, come quelli studiati dalla biologia e dalla chimica, gli effetti della fisica quantistica siano solamente secondari, ci sono continui tentativi di comprendere quali essi siano e come funzionino nel dettaglio. Un team di ricercatori ha recentemente provato a capire il ruolo dell'effetto tunnel, un fenomeno squisitamente quantistico, nell'ambito della biologia. L'effetto tunnel ha già dimostrato di essere la chiave grazie alla quale il Sole riesce a produrre l'energia che rende possibile la vita sul nostro pianeta.
All'interno del DNA, sono gli atomi di idrogeno a fare da collante tra le varie porzioni della struttura a doppia elica. In certe condizioni, questi atomi di idrogeno si comportano come un'onda, ed esiste una probabilità finita che essi vadano a trovarsi in luoghi differenti da quelli usuali quando il sistema collassa da quantistico a classico. La conseguenza di questo fenomeno è l'apparizione di mutazioni spontanee, possibilmente dannose per la salute. La vita media di questo tipo di mutazioni è brevissima, ed ancora non è chiaro quanto grande sia effettivamente il loro impatto.
Lo studio della biologia e della vita allo stato subatomico è solamente agli inizi, ma certamente si rivelerà fondamentale per raggiungere un nuovo livello di conoscenza degli organismi biologici e della vita in generale:approved:
Naturalmente quanto sopra non è tutta farina del mio sacco ... ma io faccio sempre così ... parto da cognizioni già in qualche modo acquisite per poi documentarmi su siti specializzati e per rispondere in maniera più attuale e completa almeno quelli parti che trovo più interessanti e secondo il mio gusto!
Di questo articolo non ho fatto in tempo a mettere il link ... ma trovo più comodo riportarlo direttamente comunque:
https://tech.everyeye.it/notizie/eff...no-501417.html