Originariamente Scritto da
axeUgene
questa è un'argomentazione che avrebbe un senso solo ed esclusivamente se esistesse solo la tua chiesa, e relativa dottrina;
siccome, al contrario, credono in Dio anche quelli che potrebbero rivolgere a te la stessa osservazione, accusandoti di quel compromesso nel momento in cui scegli il tuo dio a discapito del loro, che precetta cose diverse, siamo tutti sulla linea di partenza;
e la pluralità è un fatto che si impone, non una mia opinione;
è inutile che tu perori il credere di per sé; tu dovresti dimostrare - che è diverso da enunciare postulati di fede - che quei precetti cui ti richiami rappresentano la "vera" volontà divina; ma non contro l'opinione del non-credente, bensì a fronte delle analoghe versioni dei credenti diversi;
ovviamente, ciò non è possibile per vie razionali, ma per identificazione del sentimento; e qui non sei particolarmente efficace;
in ultimo, qualunque credente tra infinite possibilità scende a compromessi tra principi contraddittori, nel momento in cui chiami in ballo un sentimento, di amore, per esempio, a fronte di una pretesa "legge";
quando affermi che non appoggeresti mai la decisione di divorziare di una tua figlia ti trovi esattamente in quella contraddizione, che è la stessa del padre talebano che lapida la figlia adultera, con minor intensità;
così come qualsiasi persona che obbedisca ad un imperativo categorico, sebbene non lo chiami "Dio", non scende a compromessi e, almeno in teoria, è certamente più "credente" di chi creda davvero in una ricompensa eteronoma di un dio onnipotente che giudica.