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Originariamente Scritto da
bumble-bee
Il mio discorso non voleva essere esteso ai massimi sistemi... ma circoscritto ai nostri usi e costumi e alla morale.... sempre se, ce ne ancora qualche spicchio di morale, di qui da noi, in occidente, ma più specificatamente, in Italia.
Ad ogni modo la mia affermazione di fondo era questa : un tizio di carattere, che difende le sue legittime scelte... da irrimediabilmente fastidio al resto della comunità, che invece preferisce plasmarsi vicendevolmente, secondo convenienza, piuttosto che dover ammettere il comportamento di comodo.... finendo così con il puntare il dito contro colui che, con il suo gesto, mette a nudo le ipocrisie della collettività.
No dico, vi capita di notarlo, oppure no, oramai siamo tutti omogenizzati?
Grazie.
Sì in passato mi è capitato di notarlo, chi parla fuori dal coro può essere visto come elemento disturbante.
Ma, come dice Efua, non è detto che lui sia di carattere, magari è davvero un cacacazzi. e la comunità che si adatta vicendevolmente sia ipocrita
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Esperienza di vita vissuta, la mia
Assemblea di classe, terza liceo
Svisceriamo tra compagni di classe delle problematiche relative al nuovo assetto classe, due classi bilingue rese monolingua
Una proveniente dal corso sperimentale, l’altra da quello normale
Mi faccio portavoce del malessere di tutti, ne parlo alla professoressa di inglese
Mi giro verso la classe per cercare il consenso, se non di tutti, almeno di qualcuno
Nessuno
Sono stata io di carattere?
Sono stata scioccamente ingenua
Perché quell’episodio me lo sono trascinato appresso fino all’esame di stato, pregiudicandomi la valutazione finale, che in quegli anni aiutava non poco nell’immatricolazione alle facoltà a numero chiuso
La professoressa di inglese, che si credeva una di carattere: una cretina, sfigata
Io la mia lezione la imparai a mie spese
Di carattere mi faccio i fatti miei
E sotto traccia arrivo dove mi sono prefissata di arrivare
Di carattere sono perché persevero e non mi fermo
Indipendentemente dall’audience
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Originariamente Scritto da
bumble-bee
Il mio discorso non voleva essere esteso ai massimi sistemi... ma circoscritto ai nostri usi e costumi e alla morale.... sempre se, ce ne ancora qualche spicchio di morale, di qui da noi, in occidente, ma più specificatamente, in Italia.
Ad ogni modo la mia affermazione di fondo era questa : un tizio di carattere, che difende le sue legittime scelte... da irrimediabilmente fastidio al resto della comunità, che invece preferisce plasmarsi vicendevolmente, secondo convenienza, piuttosto che dover ammettere il comportamento di comodo.... finendo così con il puntare il dito contro colui che, con il suo gesto, mette a nudo le ipocrisie della collettività.
No dico, vi capita di notarlo, oppure no, oramai siamo tutti omogenizzati?
Grazie.
Da fastidio se non può essere messo all'angolo, altrimenti il potere, giusto od ingiusto, ha sempre il sopravvento; non si può resistere al sistema se non si rischia di farlo crollare. Ovviamente nella battaglia ognuno sa cosa sia bene e cosa sia male, anche se opposti.
Arrivando alla definizione, io credo che l'uomo di carattere, indipendentemente da quanto ce l'abbia grosso:mmh?:, è un uomo coerente, che segue un filo, anche se è il suo, e non vuole farselo tagliare perché sa che è un filo di giustizia, ancor di più perché altri ( sfruttati che non hanno il coraggio di opporsi al sistema, o che non ne hanno voglia) si identificano con lui.
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Putin e Zelensky sono uomini di carattere
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Comunque non vorrei essere al loro posto.
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Originariamente Scritto da
bumble-bee
Non si trattò di fideismo... ma di lotta tra poteri... Il potere del papato di Roma contro il tentativo di Enrico VIII di scavalcare questo potere, ponendosi al di sopra di esso, in quanto monarca, e quindi pretendendo di dover rispondere delle sue azioni solo a Dio e non al papa e chiedendo ai suoi sudditi di riconoscerlo come capo della chiesa d'Inghilterra.
Ad ogni modo... tralasciando l'esempio in questione... ritengo che chi osservi dei principi etici e morali, anche quando questi comportino delle rinunce o dei disagi, ebbene questo è indice di aver carattere.
Poi ovviamente bisogna pur considerare quali sono questi principi etici, a volte possono risultare discutibili. Da parte mia mantengo sempre un certo margine di flessibilità, non viviamo in un mondo in cui è sempre possibile "essere tutto di un pezzo". Per esempio, sul discorso covid in questi anni mantengo le mie idee, ma devo pur tener conto degli altri, vivendo in società. Occorre sempre un compromesso, fra i propri principi, le proprie idee, ed il reale. Non è possibile vivere in una bolla di sapone. L'essere umano in genere dovrebbe mantenere un certo equilibrio fra la propria idea di "giusto" e le leggi, le usanze del posto. Qualche volta esco un po' fuori dal seminato, lo ammetto... Sarà "carattere" o incoscienza?
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A volte c'entra lo spirito di contraddizione, così puoi aggiungere una terza opzione.
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Una persona di carattere... ammettiamo che l'uso comune di questa espressione possa valere come identificativo di un tipo di persona e supponiamo che molte persone possano ritrovarsi nel valore di coerenza, o linearità, e che la stessa valga allo stesso modo per tutte quelle persone che difficilmente se ne vorrebbero liberare. La coerenza, molto spesso, ci piace perché dà e assicura sicurezza, ci conforta l'idea di agire nel modo in cui interpretiamo la cosa giusta...ma una persona di carattere, per farla breve, quale carattere ha?
È solo coerente?
Solo fedele a se stessa?
A volte gli/le succede di immaginarsi un po' fuori dalla propria sicurezza di sè?
Insomma, qualche cazzata, ogni tanto la dice, la fa?
Essere di carattere non è essere autoreferenziali, non è l'io sono fatto/a così, sennò 'sto carattere sarebbe un fantoccio, un simulacro di idealità.
Essere una persona di carattere è non smettere di crescere.
Per pura ipotesi tentare di crescere.
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Originariamente Scritto da
Spirit
Poi ovviamente bisogna pur considerare quali sono questi principi etici, a volte possono risultare discutibili. Da parte mia mantengo sempre un certo margine di flessibilità, non viviamo in un mondo in cui è sempre possibile "essere tutto di un pezzo". Per esempio, sul discorso covid in questi anni mantengo le mie idee, ma devo pur tener conto degli altri, vivendo in società. Occorre sempre un compromesso, fra i propri principi, le proprie idee, ed il reale. Non è possibile vivere in una bolla di sapone. L'essere umano in genere dovrebbe mantenere un certo equilibrio fra la propria idea di "giusto" e le leggi, le usanze del posto. Qualche volta esco un po' fuori dal seminato, lo ammetto... Sarà "carattere" o incoscienza?
Concordo per l'elasticità mentale come segno di accomodamento con l'ambiente in cui si vive, ma nell'intimo ognuno è quello che vuole essere senza se e senza ma.
Per quanto riguarda il dubbio espresso nella nella tua frase che ho sottolineato direi che sarà il futuro a stabilirlo, e, se troverai dei segni che serviranno per farti capire e confermarti nelle tue idee, oltreché fortunato, sarai un uomo di carattere altrimenti se i segni che tu riceverai attraverso o dalla tua realtà saranno tutti avversi allora si che parlerei di incoscienza, anche se a volte gli incoscienti sono gli altri:asd:.
A questo punto io direi che un po' di spiritualità non guasta.:mahciao: