Riprendo il terzo romanzo di G. Martin, che avevo interrotto con la lettura di "I fiumi della guerra" (secondo libro edizione Mondadori). Speriamo che "Il Portale delle Tenebre" riservi un finale con meno "lacrime e sangue"
Chi non prova freddo non potr� mai assaporare appieno il gusto di una cioccolata calda con i biscotti (Drizzit by Bigio)
Aaaahn ok.
Anche a me "Io uccido" non era piaciuto granch� ma mi sono fatta tentare da questo "noir" perch� avevo letto recensioni positive di molti lettori. Apprezzamenti soprattutto riguardo all'ambientazione tutta italiana, e all'epoca storica che fa da sfondo.
Potrebbe avere del potenziale ma ne esce una descrizione superficiale e raffazzonata delle Brigate Rosse, Aldo Moro, Milano notturna e malavita organizzata.
E' un minestrone.
E vabb�, il protagonista mutilato che si fa delle docce fredde per compensare le mancate erezioni fa anche un po' tenerezza
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"Find what you love and let it kill you"
Charles Bukowsky
deve avere una sessualit� quantomeno peculiare il signor faletti, ci pesta sempre dentro la pratica sessuale estrema o il feticismo morboso.
No, tu non sei una persona cattiva, tu sei fantastica, sei la persona che preferisco...
Peccato che di tanto in tanto sai essere una gran troia.
E' che � facile pensare di rendere piccante e trasgressivo un romanzo usando il sesso in tutte le salse. In realt� � ancora pi� facile cadere nel banale.
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"Find what you love and let it kill you"
Charles Bukowsky
germinal (�mile zola)
purtroppo la mia traduzione, bench� firmata camillo sbarbaro, � datata e ampollosa. ciononostante il libro mi � piaciuto molto e l'ultimo centinaio di pagine � andato via quasi d'un fiato. alla fine, per�, non ho capito bene quale sia l'idea che zola vuole far passare: che gli scioperi sono inutili? che l'uomo � malvagio - homo homini lupus - salvo, forse, quand'� un uomo sfruttato e quindi, si direbbe, impotente? l'ottimismo con cui si chiude germinal � luminoso come il sole dell'avvenire, ma non abbastanza da lasciarmene vedere le basi. comunque aggiungo che leggendo ho pensato a the grapes of wrath e ai minatori del sulcis, ma anche agli studi di medicina fatti da flaubert per descrivere la morte di mme bovary, non perch� si parli qui di medicina ma per la precisione con cui � descritta la miniera. e mi sono stupita di come uno scrittore di quell'epoca parli senza falsi pudori di sesso.
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dissento sul bench�. � datata perch� l'ha fatta camillo sbarbaro, suvvia. e magari un francesista ci potrebbe dire che anche lo zola originario � datato nella scrittura.
il disastro nella miniera lo ricordo ancora dopo 35 anni, anche se l'unico personaggio per cui mi sono commossa � il cavallo cieco.
credo che il messaggio di zola - indipondentemente dalle quintalate di analisi antologiche cui sono stata esposta negli anni - sia che l'uomo � sostanzialmente una bestia (la b�te humaine, appunto, e sarebbe bello trovare la e con ^) ma c'� una speranza di redenzione nel sol dell'avvenir.
arpia certificata
il bench� era per l'ampollosa
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ti aspettavi uno sbarbaro pi� scorrevole? credo che sia quella che ho anch'io, ma non la ricordo cos�. per� devo anche dire che quando l'ho letta avevo un allenamento diverso da oggi.
mi vien da riprenderlo, ma temo che mi deprimerei scoprendo che non lo reggo pi�. non sarebbe laprima volta che mi succede.
arpia certificata
grandi ustionati (paolo nori)
lo confesso, quando leggo queste cose autobiografiche, soprattutto di autori che frequento un po', mi sento in imbarazzo. � come se li sorprendessi in mutande, mi sento cos� e da qualche parte so di averlo gi� scritto. tuttavia, dopo aver letto anche altri libri su disavventure ospedaliere vere o finte, questo qua mi ha inflitto cos� poco sentimentalismo che mi veniva la tentazione di passar sopra allo stile di nori, che digerisco a fatica. una delle cose migliori � foscolo, comunque. quando nori verr� a milano tra un paio di settimane vorrei che mi firmasse questa copia o magari noi la farem vendetta, non so ancora.
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non piangete la mia morte (bartolomeo vanzetti)
la rabbia, la rabbia con cui ho letto questo libro. dalle lettere e dal discorso finale di vanzetti esce chiara e limpida la figura di un uomo coerente con i suoi ideali altissimi, coraggioso, generoso. degli avvenimenti c'� poco da dire, si conoscono - quindi dico delle emozioni, che sono forti. sull'onda dell'emozione mi sono riascoltata la ballata di sacco e vanzetti, cantata da joan baez, che so a memoria. ora so che le parole di quella ballata sono proprio le parole di vanzetti.
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storia di altre storie (vincenzo cerami, francesco guccini)
inizia un po' troppo simile al "dizionario delle cose perdute" che ho appena letto e gi� temevo la delusione da manovra editoriale, ma poi viene il bello. la storia e l'importanza di non impararla passivamente, la lingua letteraria e il dialetto, la velocit� e i suoi effetti. amo guccini da molto tempo, ma adesso amo anche cerami. e pasolini � la guest star.
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la libert� delle donne - contro il femminismo moralista (valeria ottonelli)
la prima parte del libro, quella che batte insistentemente sul tasto del femminismo moralista, l'ho trovata irritante e spesso vagamente in malafede, con dei distinguo che non condivido e mi sono sembrati pretestuosi. invece mi � piaciuta e ho trovato acuta la discussione sul congedo di paternit� obbligatorio e sul lavoro domestico e di cura, discorsi che - come dice l'autrice - vengono affrontati in italia senza sganciarsi da una concezione della famiglia troppo tradizionalista e arretrata. se non avesse voluto essere (gratuitamente) provocatorio, sarebbe un buon libro.
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