“Parthenope” (2024) di Paolo Sorrentino
Parthenope è una ragazza che ha la consapevolezza di una persona adulta, però lontana dalle proteste studentesche o dalle rivendicazioni del suo genere, che rinuncia al cinema per la carriera accademica, poco attratta dai coetanei o da playboy danarosi ma da attempati personaggi che siano scrittori alcolizzati, professori frustrati o preti con una scadente vocazione. Il film era in concorso a Cannes e mi chiedo cosa sarebbe stato se Sorrentino avesse curato maggiormente la sceneggiatura invece di continuare nella sua ricerca stilistica ed estetica fine a se stessa che, a mio parere, aveva affossato “E’ stata la mano di Dio”, con la sensazione guardando Parthenope di sfogliare una rivista come Vogue con delle foto animate o di osservare uno spot Martini.
Parthenope **