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Discussione: L'ultimo film che avete visto?

  1. #7936
    Superstite L'avatar di Doppio
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    Stasera sono stato al cinema a vedere Never let go, non in capolavoro, non credo lo consiglierei, ma ha i suoi momenti paurosi. È diventato difficile trovare un buon horror, ormai si abusa tantissimo di trucchetti da quattro soldi come il jumpscare, in questo film almeno ci si è limiati a un paio, costruendo invece la tensione giocando con la musica, i tempi cinematografici e instillando dubbi su ciò che stia effettivamente accadendo.
    Non avete ancora visto niente

    Moderatore droghe

  2. #7937
    Opinionista L'avatar di Barrett
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    Due film provenienti da Venezia

    “Il tempo che ci vuole” (2024) di Francesca Comencini
    Sul rapporto tra Francesca Comencini e il padre Luigi, conosciuto ai più per aver realizzato il miglior Pinocchio della storia del cinema e della televisione. Il film parte proprio da quelle riprese nel quale si nota la capacità di Comencini padre a gestire e a comprendere i bambini dentro e fuori dal set. Ritroviamo la coppia verso la seconda metà degli anni 70, con lei ormai diventata adulta in un contesto devastato da stragi ed eroina. Ma è anche un periodo in cui c’è una netta frattura generazionale tra padri e figli. Il loro rapporto è incrinato con Francesca che accusa il padre di non conoscerla affatto, aggiungendo che lui tranquillamente, educatamente ma in maniera viscerale, detesta le donne. Francesca è una ragazza insicura e con scarsa personalità, facilmente influenzabile. Sarà il cinema a salvarla. Il film era a Venezia fuori concorso e ha ricevuto ottime recensioni anche se personalmente non mi ha convinto del tutto. Ha lo stesso difetto di Limonov e di altre biografie cinematografiche, cioè quello di dover seguire per filo e per segno gli avvenimenti senza approfondire un periodo preciso. Apprezzabile però da un punto di vista tecnico, come pure ho trovato convincenti le interpretazioni. Per quanto riguarda la musica trovo condivisibile la scelta del secondo movimento della settima di Beethoven nel corso di una scena vibrante; fatico invece a comprendere l'utilizzo di Hey Hey My My di Neil Young nel momento in cui viene annunciato il rapimento di Moro, anche per una questione temporale in quanto il brano usciva l'anno dopo. Bello il finale, in quella massima espressione di magia che solo il cinema può esprimere.

    Il tempo che ci vuole ***


    “Vermiglio” (2024) di Maura Delpero
    La vita in alta montagna durante la guerra e l’inverno rigido.
    Il film ruota intorno a una famiglia nella quale il capofamiglia è il maestro del paese, con l’idea di continuare ad insegnare anche a casa. Protagoniste le tre figlie che dormono nello stesso letto, con sogni, aspirazioni e obiettivi diversi. La grande pensa a sposarsi con un soldato siciliano, la seconda passa tutto il giorno a pregare e a chiedere perdono per i suoi pensieri, la più piccola è la più brava a scuola ma è anche quella che possiede gli orizzonti più ampi. Improvvisamente il quadretto familiare viene sconvolto da una notizia inaspettata, da una lettera proveniente da lontano. Anche il film si incupisce, le scene diventano più lunghe, forse si perde qualcosa della naturalezza iniziale. Nell’ambientazione e nei temi trattati ricorda il cinema di Olmi, anche per l’utilizzo del dialetto e di attori non professionisti. A Venezia Vermiglio ha vinto il premio della Giuria, ed è dell’altro giorno la notizia che è stato designato a rappresentare l’Italia nella corsa agli Oscar. La regia è magnifica, con primi piani insistenti, inquadrature fisse e rari movimenti della macchina da presa; pochi fronzoli ma una cura maniacale dei dettagli. Bella anche la fotografia, con ottiche che rendono le immagini sempre un po’ sfumate. Che dire della sequenza finale che termina con i titoli di coda sulle note di Chopin? Poesia pura.

    Vermiglio ****

  3. #7938
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Quindi per te potrebbe anche vincerlo, l'Oscar.
    amate i vostri nemici

  4. #7939
    Opinionista L'avatar di Barrett
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    La strada è lunga. Ci sono due selezioni da superare prima di arrivare alla cinquina finale. Non è facile.

  5. #7940
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Questo lo so, volevo sapere se il film ha o no tutti i requisiti per aggiudicarsi la statuetta.
    amate i vostri nemici

  6. #7941
    Opinionista L'avatar di Barrett
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    Non mi piace la parola "requisiti" come se stessimo leggendo un curriculum vitae.

  7. #7942
    Opinionista L'avatar di Barrett
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    Ancora da Venezia.

    “Familia” (2024) di Francesco Costabile
    Storia realmente accaduta, tratta dei rapporti familiari tossici all'interno delle mura domestiche per via di un marito violento. Il film elenca i passi che portano al disastro dopo l'ennesimo tentativo in seguito all’ostacolato rientro in famiglia: inizialmente la situazione è apparentemente tranquilla, poi i segnali si susseguono in un crescendo di intensità, come i vestiti che non vanno bene, troppo tempo per buttare l'immondizia, gelosia nei confronti dei colleghi con conseguenti dimissioni dal posto di lavoro, e anche nei confronti di un figlio colpevole di un gesto gentile. I pedinamenti e l’ossessione si trasformano ben presto in un attacco fisico. Il tema è volutamente monocorde, nel quale solo uno dei personaggi viene approfondito, quello che a Venezia nella sezione Orizzonti ha vinto il premio per la migliore interpretazione. Non tutte le sequenze sono convincenti e anche la forma avrebbe avuto bisogno di una maggiore cura. Si esce dal cinema come se fossimo stati noi stessi testimoni reali di questo strazio.
    Familia **

    “Joker: folie a deux” (2024) di Todd Philips
    Ritroviamo Joker in carcere in attesa del processo, struccato e depresso. Qui conosce Lee (Lady Gaga), psichiatra che si è fatta internare per studiarlo e che lo riaccende. La particolarità del sequel è che si tratta di un piccolo musical con vecchie canzoni che irrompono ad intervalli regolari ma che alla fine nasconde una debolezza di fondo. Se non fosse stato presentato in concorso a Venezia non sarei mai andato a vederlo e questo testimonia come da qualche anno la mostra strizzi l'occhio più a Hollywood che alla scoperta di nuovi film che hanno bisogno dei festival per arrivare al pubblico. La sceneggiatura è poca cosa, tutta incentrata sulla scoperta da parte di Arthur Fleck che l'interesse che suscita nella gente è legata a Joker e non a lui come persona. Il film è sicuramente ben confezionato ma con alcuni fastidiosi luoghi comuni hollywoodiani e con un sussulto finale. Se si deve scegliere che film andare a vedere non dovrebbe essere questo.

    Joker: folie a deux **

  8. #7943
    Opinionista L'avatar di Barrett
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    “Iddu – L’ultimo padrino” (2024) di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza
    Un mafioso di provincia (Toni Servillo) uscito di prigione viene investito dalle conseguenze della sua precedente attività criminale e dalle sue conoscenze. Per non incorrere in ulteriori procedimenti giudiziari deve aiutare i servizi segreti a rintracciare il nuovo boss della mafia (Elio Germano) per via del loro legame. Malgrado le sue perplessità, il mafioso pensa di sfruttare l’occasione per chieder al boss un aiuto al fine di sbloccare un suo intervento edile finito nelle maglie della burocrazia comunale. Il film era a Venezia in concorso e si regge sull’interpretazione dei due grandi attori, mentre il tema dell’influenza della mafia sulla società e sull’attività politica viene raccontata con distacco e una punta di ironia.

    Iddu – L’ultimo padrino ***

  9. #7944
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Mamma mia Barrett io sullo stesso tema venerdì ho visto "Il traditore" con Pierfrancesco Favino e l'ho trovato orrendo. Neppure sono riuscito a vederlo per intero. Prima volta che mi è capitato. Orrendo!
    amate i vostri nemici

  10. #7945
    Opinionista L'avatar di Barrett
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    Citazione Originariamente Scritto da Barrett Visualizza Messaggio
    "Il traditore" di Marco Bellocchio, il quale dopo la scomparsa di Bertolucci e Olmi è l'ultimo della sua generazione non soltanto ad essere in vita ma a continuare a fare film. "Il traditore" è stato presentato in concorso a Cannes e narra le vicende di Tommaso Buscetta, figura non di spicco della mafia palermitana, coinvolto suo malgrado negli scontri tra la cupola storica e quella appartenente ai corleonesi interessati a spostare i traffici illegali dal tradizionale contrabbando a quello della droga, tradendo, secondo Buscetta, lo spirito originario di Cosa Nostra. Arrestato a Rio ed estradato in Italia decide di collaborare col Giudice Falcone, permettendo alla giustizia di portare alla sbarra i capi mafia. Il film che mantiene per certi versi un taglio documentaristico, ha nell'interpretazione dei protagonisti, i loro dialoghi e i primi piani l'aspetto più riuscito. Soprattutto notevole Pierfrancesco Favino nella parte di Buscetta. Non sempre convincente invece la regia di Bellocchio, ad esempio nelle scene più movimentate o in quelle del maxi processo.
    Il traditore ***
    Questa fu la mia recensione. Confermo quella impressione, non tutto riuscì perfettamente.

  11. #7946
    la viaggiatrice L'avatar di dark lady
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    Mi sono guardata Interstellar, dopo aver assistito alla conferenza di un astrofisico sulle nozioni di fisica presenti nel film. Molto interessante guardarlo con un occhio più scientifico. Film splendido, peraltro.
    “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]

    Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .

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