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Discussione: L'onest

  1. #1
    Opinionista L'avatar di Sniper
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    L'onest

    FORMULA 1. BAR SQUALIFICATA VA ALLA GUERRA CON LA FIA

    BARCELLONA - E' guerra aperta, in un fronte giudiziario che esce dai confini dello sport, tra la Bar Honda e la Fia, la Federazione internazionale dell'automobilismo. La scuderia anglogiapponese si ribella alla sua cacciata dal mondiale per tre Gp, compreso quello passato di Imola, e nonostante l'ambiente parli di sentenza mite annuncia di volersi appellare al giudice ordinario per poter essere in pista a Barcellona, sabato e domenica, e a Montecarlo, il 24 maggio.

    Scoppia una grana grande e grossa in Formula 1, uno sport sempre piu' in crisi, capace di autoavvelenarsi non per rendersi immune, non per 'mitridatizzarsi', ma come forma folle di autolesionismo: regole non solo a volte assurde, ma assai poco chiare fanno deflagrare la questione-zavorre. Ultima furbata di un mondo abituato ai trucchetti, secondo la corte d'appello della Fia, un serbatoio supplementare e nascosto con cui appesantire una macchina, in vista dei controlli dei commissari, che e' piu' leggera dei 600 chili previsti per la gara. Non c'e' prova di una frode deliberata, dicono i giudici d' appello che pure hanno ribaltato l'assoluzione degli steward di Imola, che avevano accettato le spiegazioni del team e confermato il terzo posto di Jenson Button, accompagnato dal quinto di Takuma Sato, 10 punti di squadra. Ma - aggiunge il tribunale di appello - ''le loro azioni al momento della procedura di svuotamento dei veicolo dopo l'evento, e il fatto che non abbiano usato il loro diritto secondo l'art.2.4 di indirizzare una richiesta di chiarimento dei regolamenti al Dipartimento tecnico della Fia, mostra almeno un'altamente riprovevole negligenza e mancanza di trasparenza''.

    Cos'era successo secondo la Corte? Tanto da convincerla a cancellare i 10 punti della Bar, i 6 e i 4 dei due piloti dal Gp di San Marino, a escludere la scuderia dai Gp di Spagna e di Monaco (una condanna che non si verificava dall'84, e fu la Tyrrell, di fatto la progenitrice della Bar), a sospenderla per ulteriori sei mesi, sebbene con la condizionale, e a condannarla al pagamento delle spese? Il sospetto e' che alcune scuderie usino la benzina come zavorra: nell'ultimo pit stop ne imbarcano di piu' del necessario, cosi' al termine sono regolari. La Bar di Button, dopo il terzo posto di Imola, pesava 605,98. Svuotata completamente, scendeva a 594,6 chili, 5,4 in meno del lecito, e dunque era stata ''usata la benzina come zavorra, e questo non e' conforme ai requisiti dell'art.4.2''.

    La Bar si oppone a questa ricostruzione, sostenendo in base ai propri dati che durante l'intera gara imolese la macchina non era mai scesa sotto i 600 chili, e dunque non c'era nessuna furbata. I commissari del Gp di San Marino se ne convinsero. Ma i giudici di appello, cui si era rivolta la stessa Fia ricorrendo contro gli stessi propri steward, annotano un comportamento della scuderia che dimostrerebbe almeno qualcosa di anomalo: ''L'ispezione ha rivelato che, a fronte del drenaggio di 160 grammi di benzina effettivamente tolta su richiesta dopo la gara, 8.92 chili rimanevano in uno speciale compartimento interno al serbatoio del carburante, e altri 2,46 nel fondo del serbatoio stesso. Queste quantita' rimasero nel veicolo dopo che la Bar aveva risposto 'tutto qua' quando fu richiesta se il processo di svuotamento era compiuto''.

    Per questo i giudici di secondo grado, pur non essendo riusciti a provare la frode, parlano di negligenza altamente riprovevole e di mancanza di trasparenza: per questo e' giunta una condanna peraltro altamente piu' mite rispetto alla richiesta della Fia, che voleva la cacciata senza se e senza ma del team dal mondiale.

    Insomma, rispetto alle prove trovate, questo strano secondo serbatoio, alla Bar Honda non e' andata malissimo. Ma ne esce male come immagine, e per questo si appella, si rivolge alla giustizia ordinaria. Parla solo Nick Fry, che descrive il suo sconcerto per una sentenza ''contraria'' alle prove emerse ieri, secondo le quali la macchina era in regola. Aggiunge che la stessa Fia ammette che le norme ''non sono chiare'', ripete che la vettura era sempre stata sopra il peso minimo a Imola.

    ''Mentre la Corte rigetta l'accusa originale della Fia, la frode, la Bar dice che questa pena e' totalmente e grandemente sproporzionata''. Il pool di avvocati e' al lavoro per difendersi da una sentenza ''sbagliata''. Fry sostiene che quel secondo serbatoio non e' pensato come zavorra, ma come pressurizzatore. Quella benzina, insomma, non serviva per fare una furbata. Anche se e' strano che un collettore che per altri team contiene un chilo, per la Bar arrivi a 10. Sara' un giudice (spagnolo, inglese, francese, italiano? Fry dice che si sapra' domani) a dire se la Bar potra' correre. Ma c'e' chi avverte: la situazione della British American Racing potrebbe peggiorare uscendo dai confini della giustizia sportiva.

    Dopo aver appreso della sentenza nei confronti della bar-honda,sono arrivato alla conclusione che oramai al giorno d'oggi nessuno sport

  2. #2
    Opinionista L'avatar di Sniper
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    vi vedo molto interessati alla faccenda...

  3. #3
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    grazie della partecipazione

  4. #4
    Opinionista L'avatar di Tzunami
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    [QUOTE=Sniper]FORMULA 1. BAR SQUALIFICATA VA ALLA GUERRA CON LA FIA

    BARCELLONA - E' guerra aperta, in un fronte giudiziario che esce dai confini dello sport, tra la Bar Honda e la Fia, la Federazione internazionale dell'automobilismo. La scuderia anglogiapponese si ribella alla sua cacciata dal mondiale per tre Gp, compreso quello passato di Imola, e nonostante l'ambiente parli di sentenza mite annuncia di volersi appellare al giudice ordinario per poter essere in pista a Barcellona, sabato e domenica, e a Montecarlo, il 24 maggio.

    Scoppia una grana grande e grossa in Formula 1, uno sport sempre piu' in crisi, capace di autoavvelenarsi non per rendersi immune, non per 'mitridatizzarsi', ma come forma folle di autolesionismo: regole non solo a volte assurde, ma assai poco chiare fanno deflagrare la questione-zavorre. Ultima furbata di un mondo abituato ai trucchetti, secondo la corte d'appello della Fia, un serbatoio supplementare e nascosto con cui appesantire una macchina, in vista dei controlli dei commissari, che e' piu' leggera dei 600 chili previsti per la gara. Non c'e' prova di una frode deliberata, dicono i giudici d' appello che pure hanno ribaltato l'assoluzione degli steward di Imola, che avevano accettato le spiegazioni del team e confermato il terzo posto di Jenson Button, accompagnato dal quinto di Takuma Sato, 10 punti di squadra. Ma - aggiunge il tribunale di appello - ''le loro azioni al momento della procedura di svuotamento dei veicolo dopo l'evento, e il fatto che non abbiano usato il loro diritto secondo l'art.2.4 di indirizzare una richiesta di chiarimento dei regolamenti al Dipartimento tecnico della Fia, mostra almeno un'altamente riprovevole negligenza e mancanza di trasparenza''.

    Cos'era successo secondo la Corte? Tanto da convincerla a cancellare i 10 punti della Bar, i 6 e i 4 dei due piloti dal Gp di San Marino, a escludere la scuderia dai Gp di Spagna e di Monaco (una condanna che non si verificava dall'84, e fu la Tyrrell, di fatto la progenitrice della Bar), a sospenderla per ulteriori sei mesi, sebbene con la condizionale, e a condannarla al pagamento delle spese? Il sospetto e' che alcune scuderie usino la benzina come zavorra: nell'ultimo pit stop ne imbarcano di piu' del necessario, cosi' al termine sono regolari. La Bar di Button, dopo il terzo posto di Imola, pesava 605,98. Svuotata completamente, scendeva a 594,6 chili, 5,4 in meno del lecito, e dunque era stata ''usata la benzina come zavorra, e questo non e' conforme ai requisiti dell'art.4.2''.

    La Bar si oppone a questa ricostruzione, sostenendo in base ai propri dati che durante l'intera gara imolese la macchina non era mai scesa sotto i 600 chili, e dunque non c'era nessuna furbata. I commissari del Gp di San Marino se ne convinsero. Ma i giudici di appello, cui si era rivolta la stessa Fia ricorrendo contro gli stessi propri steward, annotano un comportamento della scuderia che dimostrerebbe almeno qualcosa di anomalo: ''L'ispezione ha rivelato che, a fronte del drenaggio di 160 grammi di benzina effettivamente tolta su richiesta dopo la gara, 8.92 chili rimanevano in uno speciale compartimento interno al serbatoio del carburante, e altri 2,46 nel fondo del serbatoio stesso. Queste quantita' rimasero nel veicolo dopo che la Bar aveva risposto 'tutto qua' quando fu richiesta se il processo di svuotamento era compiuto''.

    Per questo i giudici di secondo grado, pur non essendo riusciti a provare la frode, parlano di negligenza altamente riprovevole e di mancanza di trasparenza: per questo e' giunta una condanna peraltro altamente piu' mite rispetto alla richiesta della Fia, che voleva la cacciata senza se e senza ma del team dal mondiale.

    Insomma, rispetto alle prove trovate, questo strano secondo serbatoio, alla Bar Honda non e' andata malissimo. Ma ne esce male come immagine, e per questo si appella, si rivolge alla giustizia ordinaria. Parla solo Nick Fry, che descrive il suo sconcerto per una sentenza ''contraria'' alle prove emerse ieri, secondo le quali la macchina era in regola. Aggiunge che la stessa Fia ammette che le norme ''non sono chiare'', ripete che la vettura era sempre stata sopra il peso minimo a Imola.

    ''Mentre la Corte rigetta l'accusa originale della Fia, la frode, la Bar dice che questa pena e' totalmente e grandemente sproporzionata''. Il pool di avvocati e' al lavoro per difendersi da una sentenza ''sbagliata''. Fry sostiene che quel secondo serbatoio non e' pensato come zavorra, ma come pressurizzatore. Quella benzina, insomma, non serviva per fare una furbata. Anche se e' strano che un collettore che per altri team contiene un chilo, per la Bar arrivi a 10. Sara' un giudice (spagnolo, inglese, francese, italiano? Fry dice che si sapra' domani) a dire se la Bar potra' correre. Ma c'e' chi avverte: la situazione della British American Racing potrebbe peggiorare uscendo dai confini della giustizia sportiva.

    Dopo aver appreso della sentenza nei confronti della bar-honda,sono arrivato alla conclusione che oramai al giorno d'oggi nessuno sport

  5. #5
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