Risultati da 1 a 7 di 7

Discussione: Case Discografiche

  1. #1
    Acquerapide
    Guest

    Case Discografiche

    Perché oggi la musica di valore non arriva al pubblico?

    Se firmi un contratto con una casa discografica che ti lancia, poi devi fare quello che ti scrivono loro.
    Se non sei già un cantante affermato e con una schiera di aficionados, non farai mai la tua musica. Devi fare un album all'anno, né più né meno, altrimenti o bruci le vendite del precedente o vieni dimenticato. Devi essere gnocca o gnocco ovviamente, vestirsi come ti dicono e parlare con i giornalisti quando e come ti dicono. Le case discografiche possono combinare anche matrimoni e prole se hai una faccia che vale milioni.

    Non voglio fare il moralista, in fondo me la sto prendendo non con la musica in sé, ma con l'ennesimo aspetto deteriore del capitalismo. Ma è triste sapere che una ragazza bruttina come Janis Joplin oggi non sarebbe mai montata su un palco, o che se vuoi rimanere a galla devi ripetere all'infinito un tuo riff riuscito, sapendo che i veri amanti della musica, come te prima di metterti in mano alle case discografiche, penseranno che sei tu il nemico della musica, il cantante della domenica e non le persone che ti tengono in pugno.

    Non si tratta ovviamente di un fatto solo di oggi, una storia della musica di qualità si accompagna da sempre a quella (finta) della musica commerciale, dove i Beatles sono dei grandi artisti ed Elvis ha inventato il Rock and Roll e poi c'era la marmotta che incartava la cioccolata...

    ma allora perché negli anni settanta i gruppi di valore potevano ancora comunque essere conosciuti al grande pubblico nonostante che i soldi valessero altrettanto ed oggi no?
    Ultima modifica di Acquerapide; 24-02-2007 alle 13:43

  2. #2
    Fabione l'africano L'avatar di Fabionoir
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    appena ho una mezz'ora di tempo e una birra, esprimerò una mia opinione.... troppe cose da dire al riguardo
    "Contro la stupidit

  3. #3
    Acquerapide
    Guest
    Ci conto!

  4. #4
    الإمام محمد بن الحسن المهدى L'avatar di Mr. D.
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    Ti venisse!!! Ma un thread meno denso, no? Ora mi toccherà rimuginarci tutta la notte...
    بناهاى آباد گردد خراب
    ز باران و از تابش آفتاب

    پى افكندم از نظم كاخي بلند
    كه از باد و باران نيابد گزند

    از آن پس نميرم كه من زنده*ام
    كه تخم سخن را پراكنده*ام

    هر آنكس كه دارد هش و راى و دين
    پس از مرگ بر من كند آفرين

  5. #5
    Acquerapide
    Guest
    hem..hem...

  6. #6
    الإمام محمد بن الحسن المهدى L'avatar di Mr. D.
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    Mah. Non riesco ad essere d'accordo (strano)... Alla fin fine, tutti i dischi che puoi trovare in un negozio possono definirsi "commerciali", dal disco cervellotico a quello più orecchiabile stanno lì entrambi con uno scopo ben preciso: essere acquistati. Per questo, col tempo si è cercato di capire cosa faccia vendere un disco, come promuoverlo, come inserirlo nel mercato e in quale nicchia... E questo da sempre. Il rock non fu certo inventato da Elvis, ma quest'ultimo, pur essendo bravo, sfondò per altri motivi ovvero l'aspetto e la promozione di cui poté godere. E questo fu chiaro da subito alle etichette.
    Ti faccio un esempio.
    Ti piace il soul? Immagino di sì, e immagino saprai anche che la casa discografica maggiormente involta nella distribuzione di questa musica fu (&#232 la Motown; ebbene, detta major curava certosinamente (Gaye avrebbe detto ossessivamente) l'aspetto, il look, la persona dell'artista, il suo portamento e ciò che avrebbe dovuto dire...
    Rispetto ai periodi precedenti, oggi abbiamo due fattori che alimentano il feticismo del "non si fà più buona musica dai XXX" , e cioé la televisione e il maggior sviluppo delle forme sonore e delle possibilità, in conseguenza dell'ampliamento del mercato.
    Mi spiego meglio.
    La televisione: è un formidabile mezzo pubblicitario, ampiamente sfruttato per "far conoscere" le nuove tendenze del mercato, ma da sola non copre l'intero arco di produzione annuale di musica. Si limita a "suggerire" cosa comprare a quegli ascoltatori più distratti, magari in cerca di semplici sottofondi, insomma quelli che della musica non gliene frega più di tanto e che cercano solo qualcosa per riempire il silenzio e che da soli non passerebbero mai del tempo a frugare nei negozi di dischi. Quindi, i musicofagi come te e Fabionoir non sono il target a cui si rivolge la musica pubblicizzata in televisione. Però: tale pubblicità è MOLTO più rumorosa che quella di un giornale, molto più invasiva, e si cade spesso nell'illusione di considerarla come vetrina omnicomprensiva dell'offerta...
    Lo sviluppo del mercato e del mondo musicale: col tempo e col benessere piombato sulla nostra società, il numero di persone interessate a comprare musica e in grado di farlo sono aumentate. Questo però non ha avuto corrispettivi aumenti nell'alfabetizzazione musicale, rimasta dominio di pochi al di là di qualche sporadica nozione. Ora, non tutti sono in grado di apprezzare Cage, o Ligeti o Boulez (che in effetti fa cagare anche me). Per questo, si sono create le nicchie di cui sopra, dove le più specifiche contano di un pubblico seriamente intenzionato a cercarsi i dischi per i fatti suoi. Nel frattempo, con sempre più persone accatastate nelle fasce medie della complessità musicale, le forme si sono usurate molto più velocemente, riducendo i tempi di sopravivvenza dei generi musicali e portandoli a stereotiparsi prima di subito. Così, dopo un po' si ha l'impressione di non sentire più niente di nuovo o valido. Senza contare l'assuefazione al suono che sopraggiunge a un certo punto...
    ...
    ...
    Ho bisogno di dormire...
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  7. #7
    Acquerapide
    Guest
    Cerco di evitare in genere il feticismo del luogo comune, così come anche l'assunto un po' snob secondo il quale ciò che è vox populi sia sempre falso... Sarebbe facile, andando in senso opposto, avere la verità sempre in mano.

    Molte delle cose che dici sono vere e le condivido.
    Qualche virgola: non è che non si fa più buona musica. La buona musica si trova, vero.

    Semmai non si incoraggia più a fare buona musica; invece si incoraggiano (o meglio, in molti modi, si costringono) giovani musicisti che firmano contratti con case musicali, a diventare delle appendici (con una mera parvenza di vita propria) di macchine mediatiche che operano esclusivamente per logiche di grandissimi numeri (molto più di un tempo) e che in ragione di questa crescita esponenziale delle cifre in gioco ( in termini di denaro e di utenti), operano in modo molto più standardizzato di prima.
    Insomma, non c'è spazio non solo per fare cose nuove, ma neanche per la variazione sul tema. E non c'è neppure spazio per l'artista bravo ma esteticamente sgradevole.

    Si ha così la paradossale situazione di artisti che un tempo avrebbero passato la vita a zappare la terra senza neanche sospettare delle proprie virtù e che oggi potrebbero dedicarsi alla musica, a creare, ma c'è un mercato che impedisce a tutta questa potenzialità di venire fuori. Infatti le piccole case discografiche, le "etichette indipendenti" sono a tutt'oggi escluse con violenza dal circuito che è invece dominato dalle major, situazione questa che un tempo, invece, non c'era.

    Concludo con la riflessione per cui, a livello di inconscio collettivo diciamo, certi tempi come gli anni '70 sono stati effettivamente vissuti come periodi di fermento sociale, di cambiamenti profondi.

    Infatti ai tempi c'erano i Beatles (e pace per chi crede che siano stati dei grandi...), ma c'erano anche i Rolling Stones, i Doors, i Velvet Underground, Frank Zappa: c'era spazio per tutti.

    Oggi siamo tornati come nell'800: molte persone potrebbero creare qualcosa di nuovo, molte persone potrebbero apprezzare qualcosa di diverso, ma siamo sempre a rimestare nel solito pentolone.

    Non è questione di poter trovare qualcosa di nuovo, volendo, ma di rapporto tra ciò che è e quelle che sarebbero le potenzialità che l'era moderna permette.

    E' uno spreco enorme di risorse.
    Ultima modifica di Acquerapide; 21-03-2007 alle 00:11

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