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Discussione: Il Piano Astrale

  1. #16
    shake your mind! L'avatar di errezerotre
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  2. #17
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    [QUOTE=Il Manu;779680]Conogelato considera questa sostanziale differenza.

    Nessuno
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  3. #18
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    Non considerare le scritture sempre il senso letterale, hanno più livelli di interpretazione.
    Non fare questo errore.

    Pace e Bene

  4. #19
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Per noi cattolici l'anima che anela la luce, come dici tu, si trova nel Purgatorio. Per chi, in questa vita, ha scelto il male sempre, coscientemente, ed ha causato sofferenza e morte rifiutando il perdono.....non ci sarà piu' rimedio.

    III. La purificazione finale o purgatorio

    1030 Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo.

    1031 La Chiesa chiama purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt'altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al purgatorio soprattutto nei Concili di Firenze 621 e di Trento. 622 La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura, 623 parla di un fuoco purificatore:

    « Per quanto riguarda alcune colpe leggere, si deve credere che c'è, prima del giudizio, un fuoco purificatore; infatti colui che è la Verità afferma che, se qualcuno pronuncia una bestemmia contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro (Mt 12,32). Da questa affermazione si deduce che certe colpe possono essere rimesse in questo secolo, ma certe altre nel secolo futuro ». 624

    1032 Questo insegnamento poggia anche sulla pratica della preghiera per i defunti di cui la Sacra Scrittura già parla: « Perciò [Giuda Maccabeo] fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato » (2 Mac 12,45). Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, 625 affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti:

    « Rechiamo loro soccorso e commemoriamoli. Se i figli di Giobbe sono stati purificati dal sacrificio del loro padre, 626 perché dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro qualche consolazione? [...] Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e ad offrire per loro le nostre preghiere ». 627

    IV. L'inferno

    1033 Non possiamo essere uniti a Dio se non scegliamo liberamente di amarlo. Ma non possiamo amare Dio se pecchiamo gravemente contro di lui, contro il nostro prossimo o contro noi stessi: « Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna » (1 Gv 3,14-15). Nostro Signore ci avverte che saremo separati da lui se non soccorriamo nei loro gravi bisogni i poveri e i piccoli che sono suoi fratelli. 628 Morire in peccato mortale senza essersene pentiti e senza accogliere l'amore misericordioso di Dio, significa rimanere separati per sempre da lui per una nostra libera scelta. Ed è questo stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati che viene designato con la parola « inferno ».

    1034 Gesù parla ripetutamente della « geenna », del « fuoco inestinguibile », 629 che è riservato a chi sino alla fine della vita rifiuta di credere e di convertirsi, e dove possono perire sia l'anima che il corpo. 630 Gesù annunzia con parole severe: « Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno [...] tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente » (Mt 13,41-42), ed egli pronunzierà la condanna: « Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno! » (Mt 25,41).

    1035 La Chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell'inferno, « il fuoco eterno ». 631 La pena principale dell'inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l'uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira.

    1036 Le affermazioni della Sacra Scrittura e gli insegnamenti della Chiesa riguardanti l'inferno sono un appello alla responsabilità con la quale l'uomo deve usare la propria libertà in vista del proprio destino eterno. Costituiscono nello stesso tempo un pressante appello alla conversione: « Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano! » (Mt 7,13-14).

    « Siccome non conosciamo né il giorno né l'ora, bisogna, come ci avvisa il Signore, che vegliamo assiduamente, affinché, finito l'unico corso della nostra vita terrena, meritiamo con lui di entrare al banchetto nuziale ed essere annoverati tra i beati, né ci si comandi, come a servi cattivi e pigri, di andare al fuoco eterno, nelle tenebre esteriori dove ci sarà pianto e stridore di denti ». 632

    1037 Dio non predestina nessuno ad andare all'inferno; 633 questo è la conseguenza di una avversione volontaria a Dio (un peccato mortale), in cui si persiste sino alla fine. Nella liturgia eucaristica e nelle preghiere quotidiane dei fedeli, la Chiesa implora la misericordia di Dio, il quale non vuole « che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi » (2 Pt 3,9):

    « Accetta con benevolenza, o Signore, l'offerta che ti presentiamo noi tuoi ministri e tutta la tua famiglia: disponi nella tua pace i nostri giorni, salvaci dalla dannazione eterna, e accoglici nel gregge degli eletti ». 634
    Ultima modifica di conogelato; 23-11-2007 alle 15:32
    amate i vostri nemici

  5. #20
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Caro Manu, visto che sei esperto sull'argomento, sai dirmi in che modo gli esseri umani si rapporteranno? ossia che rapporto avr

  6. #21
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    I rapporti saranno di un amore che è sconosciuto sulla terra. Slegato dal corpo materiale, il corpo astrale non è più "compresso" e può quindi esprimersi in misura nettamente maggiore. Può quindi provare un terrore inaudito o una gioia "paradisiaca".

    I rapporti di affetto verranno quindi sperimentati con un maggior senso di unione, ma non solo per i tuoi parenti, ma anche per tutti gli esseri che incontrerai. Scoprirai che moltissime altre persone hanno avuto relazioni con te ma in altre vite. Potrai scoprire che un individuo con il quale hai avuto un rapporto non proprio idilliaco è stato il tuo più grande amico o la tua compagna, in una vita passata.
    Tutte le incomprensioni saranno solo un lontano ricordo e la gioia della permanenza in un luogo tanto meraviglioso sarà amplificata dal fatto che potete condividerla con chi avete amato.

    E chi rimarra sulla terra, visitato di tanto in tanto, sarà considerato, così come usate dire voi, lo "sfigato".

    Ecco che le relazioni si estendono oltre il proprio ristretto nucleo familiare e danno un senso alle parole di chi già sul mondo terreno affermava: "La Terra la mia casa, l'Umanità tutta la mia famiglia".

    Pace e Bene

  7. #22
    Raff
    Guest
    [QUOTE=Il Manu;779690] dov'

  8. #23
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    L'Assoluto è qui! Tra voi, più vicino del vostro stesso Essere.

    Vi mancano solo gli "strumenti" per percepirlo.

    Circa prima dell'inizio già S. Agostino aveva detto che prima dei tempi il tempo non esisteva in quanto creato da Dio.

    Se esistesse un tempo che governa anche Dio, questi sarebbe limitato dal tempo e non sarebbe più l'Assoluto, l'Illimitato.

    Il Tempo è un sottoprodotto di Dio nel momento che nasce la Creazione, nasce un Cosmo. Ma nel momento che non si considera la Creazione e si considera l'Assoluto il tempo non esiste. Egli E'.

    Pace e Bene

  9. #24
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Cosi' infatti risponde a Mose', sul Sinai: "Io sono Colui che sono". (In ebraico Jahve)
    amate i vostri nemici

  10. #25
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    Precisiamo subito che il tempo, come lo spazio, sono strettamente inerenti alla materia. Questo lo dice anche la vostra scienza. Tanto è vero che essa ipotizza questo: se fosse vera la teoria del big-bang, cioè dell'esplosione iniziale, che culminasse con la traslazione di tutti i corpi celesti; e se questi corpi, giunti ad un certo limite, cominciassero anzichè a smaterializzarsi, come abbiamo già spiegato, a tornare indietro per raggrupparsi tutti al centro del cosmo, formando così un nuovo globo di materia; il quale globo desse poi luogo ad una nuova esplosione e quindi al sorgere di un nuovo cosmo, ebbene, la vostra scienza conclude che questo nuovo cosmo molto probabilmente avrebbe tutta una diversa struttura materiale, e quindi spaziale, e quindi temporale.

    La stessa scienza riconosce, dalle teorie della relatività in poi, con le successive parziali conferme che si sono avute, che lo spazio è strettamente inerente alla materia e che non esiste può assolutamente uno spazio vuoto, indeformato, tridimensionale, infinito ecc., come ipotizzavano Euclide e tutti gli antichi. Lo spazio è invece come un'emanazione della materia, per intendersi: e questo lo dice la vostra scienza. E quindi, se lo spazio, e conseguentemente il tempo, è direttamente connesso e dipendente dalla materia, ne consegue che a materie diverse corrispondono spazi e tempi diversi.

    Ora, siccome il piano astrale non è che una diversa dimensione, un diverso stato di sostanza (che gli antichi esoteristi hanno chiamato Energia o Forza sottile) ne deriva che anche lo spazio e il tempo del piano astrale sono estremamente diversi da quelli che sono nel piano fisico; così, come, analogamente e conseguentemente, sono diversi nel piano mentale.

    Allora, fare una relazione fra questi tempi è una cosa estremamente difficile. E anzi, non vi sarebbe assolutamente nessuna relazione se non vi fosse una costruzione comune, se non vi fossero dei comuni denominatori fra gli esseri astrali e gli esseri fisici.

    Per quello che possiamo dirvi, l'uomo che vive nel suo mondo fisico ha il senso dello spazio perchè deve spostare il suo corpo in un certo ambiente: se desidera visitare un luogo, deve traslocare il suo corpo, con atti meccanici, da un luogo all'altro. Nelle altre dimensioni, invece, la cosa è completamente diversa. Mentre nel piano fisico, ripetiamo, occorre una certa serie di azioni meccaniche per spostare il proprio corpo fisico, nel piano astrale sapete che è sufficiente un desiderio per trovarsi immediatamente nel luogo che si desidera visitare. Tutto questo, voi capite, da una visione e una percezione dello spazio totalmente diversa.

    Che la concezione dello spazio cambi in funzione del modo di percepire e dell'ambiente così percepito, che la concezione della realtà nella quale uno si trova possa radicalmente cambiare in funzione del tipo di percezione che ha, non occorre arrivare al piano astrale per dimostrarlo, ma basta un esempio.

    Se voi aveste il senso dell'odorato molto sviluppato, come lo hanno certi animali, vi accorgereste se in un dato ambiente sono state delle persone o degli animali, e quali vi sono stati, anche se ora non ci sono può. Per accorgervi che in una stanza c'è stato qualcuno, a voi occorre vedere degli oggetti spostati rispetto a come li avevate lasciati, o altri segni altrettanto tangibili e visibili. Se invece aveste il senso dell'odorato molto sviluppato, come lo hanno certi animali, entrando in un ambiente vi accorgereste subito, anche se niente è stato spostato, che c'è stato qualcuno; e lo percepireste dall'odore che quella persona o quell'animale hanno lasciato nell'ambiente.

    E' chiaro che tutto questo vi darebbe una concezione, una sensazione molto diversa della realtà e dello spazio-tempo.

    Detto questo, potete ben pensare a quanto sia diversa la concezione della realtà, e la sua percezione, in un piano dove basta desiderare per trovarsi, immediatamente, in un ambiente diverso, in un luogo diverso. E questo, solo per parlare del meccanismo dello spostamento. Se infatti andiamo a parlare della percezione visiva, certo è un modo completamente diverso. E questo modo diverso di percepire attiene a concezioni diverse della realtà: concezioni che sarebbero completamente indipendenti, e non avrebbero nessun punto di riferimento, se proprio non fossero costruite in modo che vi siano dei comuni denominatori, per un piano generale che non vi stiamo adesso a spiegare: lo stesso Piano generale, fratelli cari, per il quale a noi ci è consentito parlare assieme e comunicarvi certe Verità.

    Pace e Bene
    Ultima modifica di Il Manu; 23-11-2007 alle 16:13

  11. #26
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    In che senso "nella mia dimensione"?

  12. #27
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    Il Manu c'e....ma non c'e'!
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  13. #28
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  14. #29
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  15. #30
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