julius evola

[Mr. D.]

Per l'esattezza, sono arrivato in fondo a "La metafisica del sesso", pi

[sd&m]

e come mai consideri spazzatura tale testo?

[Mr. D.]

Devo entrare nello specifico o ti basta in generale?

[sd&m]

fai te

[Mr. D.]

Ho pensato a lungo a cosa scrivere, da un lato perché spinto dalla goliardia avevo deciso di postare un intervento lungo ed articolato, più o meno un commentario di ogni capitolo e paragrafo, dall'altro perché chissà perché pensavo di dover dimostrare chissà cosa...
Ma la voglia è poca, e in fondo temo di sapere già le risposte che mi verrano date, id est mi limiterò a dire in breve cosa non apprezzo.
In realtà, lo spunto di base non mi starebbe neanche tanto sul gozzo: anzi, mi trova persino d'accordo nel considerare la sessualità (o l'eros) come un fenomeno non riducibile ad un mero sfregamento di pezzi di carne. Ma con delle riserve.
Perché se è vero che la sessualità umana non si riduce solo all'atto fisico, ma si propaga in una serie di conseguenze mentali, non per questo vedo la necessità di postulare una "metafisica" di qualsivoglia natura, e per "metafisica" intendo il senso peggiorativo del termine. In realtà, la critica sta tutta qui, nel termine "metafisica", le cui pretese superiorità rispetto agli approcci scientifici (il pregiudizio evoluzionistico) non vengono mai spiegate con un qualcosa di più di un generico perché sì; e francamente, mi pare un po' poco per poter sperare che lo si possa prendere sul serio. Ma Evola ha comunque influenzato molte generazioni, perciò inizio a credere che il sapere veramente elitario non siano questi libri ammuffiti, ma i linguaggi formali... E così per tutto il libro: si rifiuta come fondante per la sessualità la necessità biologica di continuare la specie, ma si dà adosso agli omosessuali, si cerca di non sembrare misogini, ma si ricade nella dicotomia della donna santa/puttana, si rifiuta il potere conoscitivo della fisiologia ma la si cita male e con malafede, si postula una concezione della storia assolutamente slegata da un qualunque contesto empirico, ma assolutamente priva di riscontri di qualunque tipo...

Alla fine della fiera, abbiamo a che fare non con doxà, non con alethèia; non con episteme o con empiria, solo con dogmi di fede presentati come verità non di fede.
In pratica, cristianesimo con nomi esotici. Con cui si avvalla una precisa concezione politica razzista e antidemocratica, pur professando una non meglio definita apolitìa.
Decisamente, troppo indigesto per il mio palato.