Bicicletta lanciata a tutta velocit
Bicicletta lanciata a tutta velocit
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Questo e' neorealismo, Dark!!!
amate i vostri nemici
Incessante ticchettio, pioggia che batte sui vetri. Rumore lontano di ruote che solcano l'asfalto bagnato. Dentro silenzio. Profumo di fiori. E lui lì, proprio nel centro, l'espessione fiera di sempre, quasi fosse scolpita immutabile sul suo viso. Reminescenza di quel che fu vita, e ora giace immota, salma ormai fredda nel candido sudario, cassa di legno odorosa. Vanno, vengono... chi il suo sorriso ricorda s'affaccia alla porta, dialoghi piccoli, da copione, pagine già scritte. Poi è di nuovo silenzio. E solo lacrime e singhiozzi restano, a chiudere la sinfonia di una giornata...
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
[QUOTE=dark lady;778375]Bicicletta lanciata a tutta velocit
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ti ringrazio...
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Densa, ovattata, spumosa, la nebbia avvolge ogni cosa, in un
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
Odore pungente che pizzica le narici, gelida luce al neon, rumori ovattati d'incerta provenienza. Osservare l'incessante viavai di pazienti, infermieri, dottori, nella fredda corsia d'ospedale, con il pavimento e le pareti ugualmente beige. Camici bianchi, camici verdi, camici azzurri, svolazzano avanti e indietro, ora lenti ora di corsa, nel brusio di voci concitate che li accompagna. Giunge appena percettibile il suono dell'ascensore, che si blocca al piano e apre le sue porte, lasciando uscire qualche brandello di umanità, per poi richiudersi e tornare al suo monotono su e giù. La porta è li davanti, inesorabilmente chiusa, mentre l'orologio scandisce i secondi con inusitata lentezza, quarti d'ora che paiono infiniti, nell'attesa che logora lo stomaco. Quelle ore dilatate oltre ogni umana sopportazione, mentre un certo andirivieni inizia a prender corpo anche verso quella stanza, e ad ogni movimento il cuore rallenta i suoi battiti. Ed ecco che per l'ennesima volta si apre, fa uscire un viso stanco ma sorridente, a dire che l'intervento è finito, e che tutto è andato bene, mentre il respiro mi si scioglie in lacrime di sollievo.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene” [cit. Colazione da Tiffany]
Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità [cit: Manifesto futurista] .
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