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Risultati da 1 a 15 di 30

Discussione: Dio crea o trasforma

  1. #1
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Dio crea o trasforma

    Secondo voi la creazione di Dio

  2. #2
    nuova...... L'avatar di [SuNrIsE]
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    non so se credere in dio o meno quindi opto per un qualcosa di gia' esistente che, per cause naturali, e' arrivato ad avere dei principi per cui l'uomo potesse prendere vita
    Le persone non cambiano, si rivelano

  3. #3
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Citazione Originariamente Scritto da [SuNrIsE] Visualizza Messaggio
    non so se credere in dio o meno quindi opto per un qualcosa di gia' esistente che, per cause naturali, e' arrivato ad avere dei principi per cui l'uomo potesse prendere vita
    Scusa se ho tralasciato l'aspetto del dubbio o dell'agnosticismo, comunque tutto

  4. #4
    nuova...... L'avatar di [SuNrIsE]
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    quindi e' meglio se non mi esprimo?
    Le persone non cambiano, si rivelano

  5. #5
    El Mahico L'avatar di Bigio
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    Citazione Originariamente Scritto da [SuNrIsE] Visualizza Messaggio
    non so se credere in dio o meno quindi opto per un qualcosa di gia' esistente che, per cause naturali, e' arrivato ad avere dei principi per cui l'uomo potesse prendere vita
    [QUOTE=crepuscolo;788288]Scusa se ho tralasciato l'aspetto del dubbio o dell'agnosticismo, comunque tutto
    Bang Bang

  6. #6
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Citazione Originariamente Scritto da [SuNrIsE] Visualizza Messaggio
    quindi e' meglio se non mi esprimo?
    No, no, puoi rispondere come vuoi, sono io che non sono stato chiaro; tra l'altro mi sono dimenticato pure il "?".
    Ciao.

  7. #7
    nuova...... L'avatar di [SuNrIsE]
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    tutto e' bene accetto pero' la domanda riguarda esclusivamente Dio...quindi non ho altro da aggiungere la mia l'ho detta
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  8. #8
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    [QUOTE=Bigio;788303]A me sembra che hai risposto comunque alla domanda iniziale del post.

    Per quanto mi riguarda, rispondo da persona in "crisi mistica".

    Se si vuol credere in Dio, cos

  9. #9
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    Se postuliamo Dio quale Prima Causa al quale far risalire tutto l'Esistente dobbiamo affermarla in questi termini:
    La "prima causa", antecedente al tempo, allo spazio, alla materia, deve essere necessariamente diversa da tutto quanto cade sotto la nostra attenzione nel mondo dei finito, del limitato, del transitorio.

    Si può immaginare che il rapporto esistente fra questa prima causa ed effetto nello spazio-tempo. Anche senza addentrarsi in considerazioni sul rapporto che esiste fra causa ed effetto nella realtà fisica (che, per altro, è messo in dubbio da taluni che non lo ritengono realmente esistente, ma lo ritengono frutto della nostra abitudine a considerare costanti i legami fra certi fenomeni osservati) si può capire che causa ed effetto, azione e reazione quali la scienza li coglie, sono eventi spazio-temporali, che appartengono cioè ad un dato tipo di realtà, ma che di tutt'altra natura deve essere il rapporto che lega questi tipi di realtà con ciò che ne ha determinato l'esistenza.

    Perciò, solo per comodità di linguaggio si può chiamare "prima causa" la realtà antecedente alla Realtà esistente, tenendo presente che il rapporto che esiste tra queste, è tutto da determinare.

    La causa del Tutto, cioè la "prima causa", deve essere indipendente da tutto, deve essere la "prima causa increata", altrimenti si dovrebbe spostare l'esame fino a trovare la causa esistita da sempre.

    Poiché siamo al di fuori del tempo e dello spazio, è opportuna una precisazione, cioè sostituire l'avverbio di tempo "sempre" con un vocabolo più adatto: "eternamente", perché nel linguaggio comune si confonde il significato di "eterno", con quello di perpetuo e di perenne. "Eterno" significa senza tempo, mentre "perpetuo" è qualcosa che ha avuto un inizio e che continua in un supposto tempo senza fine.

    Dunque, la prima causa è eterna. Se è eterna (cioè aeternum, senza tempo), perché ovviamente siamo al di là del tempo e dello spazio, è immutabile, perché se mutasse avrebbe in qualche modo una successione. Poi deve essere assoluta, cioè indipendente da tutto, altrimenti non sarebbe "prima causa". Se è eterna, immutabile, assoluta, deve essere "una". Se è "una" è tutto quanto esiste, occupa tutto quanto esiste, allora è illimitata. Se è illimitata vuol dire che niente la limita e quindi è infinita. Se è infinita, non esiste un punto dove essa non sia, quindi è onnipresente e poiché è eterna, è l'eterna-onnipresenza. Se allora è eterna, immutabile, assoluta, illimitata, infinita, onnipresente e se si confrontano i caratteri di questa "prima causa" con quelli universalmente riconosciuti dalle filosofie e dalle religioni a Dio, vediamo che si può chiamare questa "prima causa" Dio.

    Se è onnipresente è a contatto del Tutto, niente quindi può esserle ignoto; allora è onnisciente. Osservando poi con quanto ordine e intelligenza si svolge la vita naturale del creato, è impossibile non ammettere che altrettanto ordine, equilibrio, intelligenza non siano in ciò che ne è stato la causa.

    E proprio il generato ci conduce a fare un'altra considerazione e, cioè, che non si può pensare che tutto quanto esiste sia stato tratto dal nulla, ma piuttosto che Dio l'abbia tratto da se stesso, cioè che sia stato "emanato".

    Non solo, ma non si può pensare all'emanato come a qualcosa di staccato da Dio, che viva autonomamente senza negare a Dio il Suo carattere assoluto; perciò l'Emanato deve rimanere in Dio e non si può quindi pensare a Dio e alla sua creazione, come a due momenti diversi. L'Emanato non solo deve restare in Dio, ma deve esservi sempre stato.

    Se allora, causa e causato sono una realtà unica, "inizio" e "fine" riscontrabili nell'Esistente non sono eventi oggettivi, sono illusioni, apparenze. Quanto noi percepiamo non è la Realtà, è un'apparenza di essa; sono congetture che la nostra mente costruisce su informazioni che le pervengono dai sensi, ma non è la Realtà di ciò che è. La Realtà è ciò che è e non ciò che i nostri sensi ci fanno ritenere che sia.

    Certo, deve esservi un modo comprensibile che concilia questi due aspetti del problema, ed è proprio da questa spiegazione che debbono scaturire i valori antropologici, non il contrario. Errato sarebbe da valori umani immaginare la realtà di Dio e su quelli creare un'etica: ma proprio questo errore è stato fatto: cioè, partendo da ciò che i nostri sensi ci fanno ritenere realtà, gli uomini hanno tratto tutte quelle concezioni del divino che ne fanno un Essere antropomorfico, se non nell'aspetto, per lo meno nel comportamento.

    Invece ci pare più proprio pensare che Egli sia la "causa di tutto", come è stato postulato deducendo che "causa" e "causato" debbono essere un'unica Realtà.

    Questo è quello che la logica e gli elementi in possesso della vostra mente devono farvi concludere. Cioè credere nell'esistenza di Dio non è solo un atto di fede, ma anche la conclusione di un processo intellettuale.

    Pace e Bene
    Ultima modifica di Il Manu; 05-12-2007 alle 21:42

  10. #10
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Scusate il casino, a questo punto sarebbe bene chiuderlo.
    Ciao a tutti.

  11. #11
    El Mahico L'avatar di Bigio
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    [QUOTE=crepuscolo;788341]Hai ragione tu, la domanda
    Bang Bang

  12. #12
    nuova...... L'avatar di [SuNrIsE]
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    infatti...quale casino? siamo qui x discutere no?
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  13. #13
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    Mose' chiede a Dio "Chi sei? Qual e' il tuo nome? Come devo chiamarti davanti al Faraone?"
    "Io sono Colui che sono" risponde. Parla al presente, intendendo l'immanenza di chi e' sempre stato esistente e sempre ha interagito con la Creazione. Tutto era in Dio e tutto e' stato chiamato all'esistenza, dunque, come emanazione di Lui. Possiamo scorgere le Sue impronte ovunque, intorno a noi...
    amate i vostri nemici

  14. #14
    Opinionista L'avatar di Malak
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    Io risponderei così: Dio è tutto, tutto proviene da Dio. Parlerei di creazione, o donazione di se stesso, ma non mi piace.

    Le 5 vie di San Tommaso vertono anche sulla "causa prima", lo sappiamo tutti, analizziamo quella detta "ex causa":

    « [...] in tutte le cause efficienti concatenate la prima è causa dell'intermedia e l'intermedia è causa dell'ultima [...] ora, eliminata la causa è tolto anche l'effetto: se dunque nell'ordine delle cause efficienti non vi fosse una prima causa, non vi sarebbe neanche l'ultima, né l'intermedia. Ma procedere all'infinito nelle cause efficienti equivale ad eliminare la prima causa efficiente [...]. Dunque bisogna ammettere una prima causa efficiente, che tutti chiamano Dio. »
    Accade quel che, noto solo ora, ha ben illustrato Il Manu: la ragione umana coglie Dio. Non lo comprende, ne lo spiega, ma lo identifica.

    Nel Credo Niceo - Costantinopolitano si dice "Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili".

    Nel mondo non esiste solo il piano umano della percezione e dell'indagine scientifica. Esse sono limitate ai sensi e alla ragione umana.

    Noi possiamo, da uomini, studiare i corpi celesti, nei movimenti, nella formazione, composizione e molto altro, tuttavia non arriveremo mai a comprendere i motivi di quelle regole, che potremo solo cogliere.

    Platone, lo ricordiamo anche per il mito della caverna, che ripeto in modo sintetico, ma credo non sia nemmeno il caso. Non lo ricordo alla perfezione nei dettagli, inoltre. Tuttavia: degli uomini sono legati in una caverna e possono solo guardare davanti a loro, una parte. La caverna è con poca luce e su questa parete passano ombre. Per quegli uomini quelle ombre sono la realtà. Tuttavia uno di loro si libera e riesce a capire che quelle ombre non sono la realtà, ma una proiezione di figure che vengono mosse e che proiettano la loro ombra per via di un fuoco che spande luce.

    La realtà non è solo ciò che vediamo, questo per me significa. E nel mito, l'uomo che si libera e prova a spiegar quanto ha compreso agli altri uomini, ancora legati, non viene compreso, perchè non sono in grado di andar oltre i prpri sensi, mentre l'altro uomo ha notato l'evidenza.

    Ora, la creazione è fondamentale. Essa è l'inizio del piano salvifico divino. Parlerei quindi ci creazione di un mondo visibile, che è immerso in Dio, pur mantenendo una sua identità.

  15. #15
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Io, prima, mi porrei queste domande.
    C'

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