L'eventuale soddisfazione/insoddisfazione per la propria vita è una condizione mentale che deriva dalle proprie idee/principi/valori e può essere parzialmente modificata dal soggetto stesso (si spera con atti socialmente sostenibili) in modo da renderci sistematicamente più sereni e tranquilli (la felicità è solo uno stato mentale irrealizzabile, raggiungibile solo temporaneamente ma in modo effimero, dato il rapporto perpetuo fra la naturale illimitatezza dei bisogni umani e la scarsità delle risorse), purchè non riguardi la consapevolezza della propria reale natura mentale che è immodificabile in quanto tale (comunque è raro che si riesca a conoscere autonomamente il proprio animo più intimo e profondo).
Ciò che si è può differire (anche intensamente) da ciò che si crede o si pretende di essere, talvolta anche contro evidenti insufficienze od inadeguatezze del proprio livello di intelligenza, delle caratteristiche mentali e comportamentali, dell'eventuale talento od aspetti innati e dei propri eventuali reali principi e valori (per alcuni può essere un principio od un valore non averne alcuno).
L'intensità di tale discrasia è solitamente direttamente proporzionale alla propria incapacità di autocritica ed autoanalisi, nonchè a caratteristiche caratteriali come l'arroganza, la superbia (soprattutto se non giustificata minimamente da motivi validi e reali) od una non sufficiente sensibilità.