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Discussione: Letteratura Russa

  1. #46
    Opinionista L'avatar di Krapp
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    [QUOTE=Amarilli;848864]Posto qualcosa quando lo hai finito, non vorrei interferire nelle lettura.
    Fammi sapere.

    Letto!
    Nonostante la dose 'letale' di misoginia, ho molto apprezzato la descrizione dissacrante dell'istituzione matrimoniale: l'unione "legale", consacrata e benedetta, indispensabile all'epoca (all'epoca?) per dare legittimit
    "Forse i miei anni migliori sono finiti. Quando la felicita' era forse ancora possibile. Ma non li rivorrei indietro. Non col fuoco che sento in me ora. No, non li rivorrei indietro."

  2. #47
    Amarilli
    Guest
    Si il buon Vasja Pozdny

  3. #48
    Amarilli
    Guest
    Lev Tolstoj
    Angelo Maria Ripellino

    Per Anna Karenina

    Un ritratto diverso di Anna Karenina che nasce dalle varianti, quasi tutte inedite in italiano, delle prime versioni del romanzo, cui fanno da contrappunto le penetranti osservazioni del grande slavista Angelo Maria Ripellino su un tema per lui meno consueto.

    (1828

  4. #49
    Amarilli
    Guest
    Wisława Szymborska, Polacca, Premio Nobel
    Letture facoltative
    Biblioteca Adelphi


    La fine e l'inizio


    Dopo ogni guerra
    c'e' chi deve ripulire.
    In fondo un po' d'ordine
    da solo non si fa.

    C'e' chi deve spingere le macerie
    ai bordi delle strade
    per far passare
    i carri pieni di cadaveri.

    C'e' chi deve sprofondare
    nella melma e nella cenere,
    tra le molle dei divani letto,
    le schegge di vetro
    e gli stracci insanguinati.

    C'e' chi deve trascinare una trave
    per puntellare il muro,
    c'e' chi deve mettere i vetri alla finestra
    e montare la porta sui cardini.

    Non e' fotogenico
    e ci vogliono anni.
    Tutte le telecamere sono gia' partite
    per un'altra guerra.

    Bisogna ricostruire i ponti
    e anche le stazioni.
    Le maniche saranno a brandelli
    a forza di rimboccarle.

    C'e' chi con la scopa in mano
    ricorda ancora com'era.
    C'e' chi ascolta
    annuendo con la testa non mozzata.
    Ma presto
    gli gireranno intorno altri
    che ne saranno annoiati.

    C'e' chi talvolta
    dissotterrera' da sotto un cespuglio
    argomenti corrosi dalla ruggine
    e li trasportera' sul mucchio dei rifiuti.

    Chi sapeva
    di che si trattava,
    deve far posto a quelli
    che ne sanno poco.
    E meno di poco.
    E infine assolutamente nulla.

    Sull'erba che ha ricoperto
    le cause e gli effetti,
    c'e' chi deve starsene disteso
    con la spiga tra i denti,
    perso a fissare le nuvole.


    La moglie di Lot
    (da Grande numero)

    Ho guardato indietro,

  5. #50
    Opinionista L'avatar di Krapp
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    Marina Cvetaeva

    Insinuarsi

    E, forse, la vittoria vera

    su tempo e gravit
    "Forse i miei anni migliori sono finiti. Quando la felicita' era forse ancora possibile. Ma non li rivorrei indietro. Non col fuoco che sento in me ora. No, non li rivorrei indietro."

  6. #51
    Dall'altra parte del muro L'avatar di yuri gagarin
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    Krasnaja Ploscad'
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    Evtushenko, poeta non certamente allineato alla nomenklatura comunista


    “...Arrivederci, bandiera rossa....
    eri metà sorella, metà nemica.
    Eri in trincea speranza
    unanime d’Europa,
    ma tu di rosso schermo
    recingevi il gulag.
    ....
    Giace la nostra bandiera
    nel gran bazar d’Ismajilovo.
    La “smerciano” per dollari,
    alla meglio.
    Non ho assaltato il Palazzo d’Inverno,
    non ho preso il reichstag.
    Non sono un “kommuniak”.
    Ma guardo la bandiera e piango...”

    (“Arrivederci, bandiera rossa” E. Evtushenko)
    GUAI AI NEMICI DEL POPOLO

  7. #52
    Amarilli
    Guest
    Lo tsunami di Evtushenko

    FILO D'AMORE

    Quando, sfinita dalla passione, la notte
    come giorno cominciava a rinascere lenta,
    tra le nostre labbra disgiunte, unendole di nuovo,
    dolce, lieve, sospesa saliva di bimbo,
    come filo d'argento lucente oscillava.

    E non voleva questo filo separare
    due corpi trasformati in uno,
    solitario brillava e rammentava
    Re Salomone e la sua Amata, che,
    dopo l'instancabile gioco d'amore
    compreso avevano il distacco ineluttabile.

    Noi, del minimo movimento timorosi,
    tra le nostra labbra intatta salvavamo la distanza
    e, senza speranza, cercando di rallentare
    lo spezzarsi dell'esile filo trasparente,
    unendo le nostre labbra mute,
    attenti respiravamo un tremito d

  8. #53
    Amarilli
    Guest
    Maksim Gor'kij

    Scena per un'improvvisazione


  9. #54
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    [QUOTE=Amarilli;854465]
    Maksim Gor'kij

    Scena per un'improvvisazione


  10. #55
    Amarilli
    Guest
    Citazione Originariamente Scritto da crepuscolo Visualizza Messaggio
    l'uomo tartagliava perché era tornato bambino?
    L'enfant qui est en nous
    ou la solitude
    ou il est ivre seulement,
    tristement

  11. #56
    Amarilli
    Guest
    Aldanov Mark
    La Chiave





    Alla vigilia della rivoluzione russa a San Pietroburgo un ricco banchiere viene trovato assassinato nella sua gar

  12. #57
    Amarilli
    Guest
    Aleksandr Petrovic Sumarokov (1717-1777)

    La vanit

  13. #58
    Amarilli
    Guest
    Gavrila Romanovic Derzavin (1743-1816)

    Le fanciulle russe


    Hai visto, cantore di Teo,
    come sul prato di primavera il bycok
    danzano le giovani russe
    al suono dello zufolo del pastorello?

    Come, col capo reclinato, camminano,
    il tempo battendo coi calzari loro,
    e piano le mani e lo sguardo muovono
    e con le spalle si esprimono?

    Come con i loro dorati nastri
    le candide fronti splendono,
    sotto le preziose perle
    il soave petto respira?

    Come attraverso le azzurre vene
    scorre il roseo sangue,
    sulle gote, le fossette
    ardenti, l

  14. #59
    Amarilli
    Guest
    Lo dedico al mio zar

    Il Canto della Schiera di Igor'

    Splendido poema epico del medioevo slavo, il Canto della schiera di Igor' ha per argomento la tragica sconfitta di un esercito russo avvenuta nel 1185 ad opera dei Polovesiani o Cumani.
    Scritto forse poco dopo la disfatta, il poema ha avuto vicende assai complicate.

    Il manoscritto, scoperto casualmente alla fine del XVIII secolo, andò distrutto durante l'incendio di Mosca nel 1812.
    Ne rimasero l'edizione a stampa «Musin-Puškin» del 1800 e una copia scritta appositamente per l'imperatrice Caterina II.
    Già questo fatto gettò dei dubbi in alcuni studiosi, per i quali si tratterebbe di un falso.
    Tale idea è però stata sempre respinta dalla critica russa, e non soltanto per ragioni di ordine filologico.




    CANTO DELLA SCHIERA DI IGOR',
    DI IGOR' FIGLIO DI SVJATOSLAV, NIPOTE DI OLEG.

    Esordio nel ricordo di Bojan

    Non sarebbe forse meglio, o fratelli, intonare in stile antico il racconto della schiera di Igor', di Igor' figlio di Svjatoslav?

    Che invece questo canto esordisca secondo i fatti del nostro tempo, e non secondo la fantasia di Bojan! Ché il vate Bojan, se per qualcuno voleva cantare un canto, si arrampicava come uno scoiattolo sugli alberi, correva per la terra come un lupo grigio, volava sotto le nubi come un'aquila azzurra.

    Rievocava, diceva, le battaglie dei tempi andati. Lanciava allora dieci falchi contro uno stormo di cigni, e quale che arrivava a segno intonava per primo un canto in onore dell'antico Jaroslav, per l'ardito Mstislav che trafisse Rededja davanti alle schiere circasse, al bel Roman figlio di Svjatoslav.

    Ma Bojan, o fratelli, non dieci falchi lanciava contro lo stormo di cigni: ma posava le sue dita stregate sopra le corde viventi e quelle da sole cantavano ai principi gloria.

    Il presagio dell'eclisse

    Cominciamo dunque, o fratelli, questo racconto dall'antico Vladimir all'odierno Igor', il quale temprò la mente con la volontà, infiammò il cuore con il coraggio e, ricolmo di spirito guerriero, condusse le sue valorose schiere oltre la terra russa, in terra polovesiana.

    Alzò Igor' lo sguardo al sole lucente e vide che da esso veniva un'ombra che copriva le schiere.

    E disse Igor' alla sua družina: «Fratelli e družina, è meglio morire che essere fatti prigionieri. Montiamo perciò, o fratelli, sui nostri veloci destrieri per guardare l'acqua dell'azzurro Don!»

    S'infiammò al principe il cuore per il desiderio di guerra e la brama di bere l'acqua dell'azzurro Don gli rese oscuro il presagio.

    Disse: «Con voi o Russi, voglio spezzare la mia lancia sul confine del campo cumano; voglio sacrificare la mia testa o bere con l'elmo l'acqua del Don!»

    La schiera di Igor' marcia verso la battaglia

    O Bojan, usignolo del tempo antico! Se fossi stato tu a celebrare queste imprese, saltando come un usignolo sugli alberi, volando con la mente sotto le nubi, congiungendo le due ali della gloria dei nostri tempi, percorrendo il sentiero di Trojan, attraverso i campi e verso le montagne, così, intoneresti questo canto per suo nipote Igor':
    «Non la tempesta ha portato i falchi attraverso le ampie distese: stormi di cornacchie fuggono verso il grande Don.»

    Invece così avresti dovuto cantare, o profetico Bojan, nipote di Veles:
    «I cavalli nitriscono oltre la Sulà, risuonano inni di gloria a Kiev, squillano le trombe a Novgorod, si alzano gli stendardi a Putivl'.»
    Ultima modifica di Amarilli; 10-07-2008 alle 21:34

  15. #60
    Amarilli
    Guest
    Igor' aspetta Vsevolod, il caro fratello.


    E gli disse Vsevolod, Toro Impetuoso:
    «Unico fratello, unica mia luce, o tu, Igor'! Siamo entrambi figli di Svjatoslav!

    «Sella, fratello, i tuoi veloci destrieri, ché i miei son già pronti, sellati per te nei pressi di Kursk.
    E ti saranno compagni i miei esperti guerrieri kuriani, al suono delle trombe fasciati, sotto gli elmi cullati, sulla punta della spada allattati.
    A loro sono note le strade, conosciuti i sentieri.
    Hanno gli archi ben tesi, aperte le faretre, le sciabole affilate.
    Corrono nel campo come lupi grigi, per sé onore cercano e per il principe gloria!»

    Incursione dei Russi nel campo polovesiano


    Allora montò il principe Igor' sulla staffa d'oro e galoppò nel campo aperto.
    Il sole gli sbarrò il cammino di tenebra.
    La notte gemette tempesta, risvegliando gli uccelli.
    Si levò l'ululato ferino delle belve.
    Gridò Div dall'alto di un albero, affinché lo udisse la terra straniera: la Vol'ga e il litorale di Crimea, e Surož, e l'Oltresulà, e il Chersoneso, e te, grande idolo di Tmutorokan'!

    I Polovesiani fuggono per ignoti sentieri verso il grande Don. Stridono i carri nella notte, come cigni atterriti. Igor' conduce la schiera verso il Don.
    Ma per sua sciagura dall'alto delle querce lo guata Div in forma di uccello.

    Nei dirupi ululano i lupi alla tempesta, le aquile stridono chiamando le belve al banchetto, ganniscono le volpi contro gli scudi scarlatti.
    Sei già oltremonte, terra di Rus'!
    A lungo s'abbuia la notte.
    L'alba si accende di luce.
    La nebbia ricopre i campi.
    Si è assopito il trillo degli usignoli, il gracchiare delle cornacchie si è destato.
    Con gli scudi scarlatti i Russi ricoprono campi immensi, cercando per sé onore e per il principe gloria.

    All'alba di venerdì, travolsero le orde pagane dei Polovesiani e, spargendosi come frecce per il campo, rapirono le belle fanciulle cumane, e presero oro, e sete e preziosi broccati.
    E con mantelli, gualdrappe e pellicce, con ogni gemmato tessuto cumano si misero a gettar ponti su paludi e fangosi pantani.
    Rosso stendardo, bianco gonfalone, vessillo scarlatto, argentea insegna per il prode figlio di Svjatoslav!

    Riscossa dei Polovesiani


    Dorme nel campo l'ardito nido di Oleg, si è involato lontano! Ma non era nato per subire l'offesa del falco, né quella dello sparviero, né la tua, nero corvo cumano!
    Corre Gzak, come lupo grigio, Končak gli traccia il cammino verso il grande Don.
    L'indomani un'aurora di sangue annuncia la luce.
    Nere nubi avanzano dal mare, vogliono oscurare i quattro soli, dentro vi fremono fosche saette.
    Dovrà scoppiare una possente tempesta, dovrà scrosciare una pioggia di frecce dal grande Don!
    Qui le lance si spezzeranno, andranno in pezzi le spade contro gli elmi cumani, sul fiume Kajala, presso il grande Don!
    Sei già oltremonte, terra di Rus'!

    Ecco i venti, nipoti di Stribog, soffiano le frecce dal mare contro la schiera valorosa di Igor'.
    Rintrona la terra, scorrono torbidi i fiumi, la polvere copre i campi, gridano gli stendardi:
    «Avanzano i Polovesiani dal Don, dal mare e da ogni dove, le schiere russe sono circondate. I figli di Běs riempiono di grida la steppa, i valorosi Russi gli sbarrano il passo con gli scudi scarlatti
    !»

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