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Discussione: Principi religiosi universali

  1. #1
    Opinionista
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    Principi religiosi universali

    L'intervento su "i Ching" richiestoci dall'amico Aleke00 ci ha richiamato alla mente un antico testo Taoista nel cui titolo è contemplato tale termine.

    Vogliamo ora parlarne inquadrandolo in un contesto a più ampio respiro.

    Vogliamo quindi illustrarvi a grandi linee e citando brani di libri sacri, come si ritrovino nelle religioni dei popoli che ebbero una civiltà notevole quelle verità che noi vi abbiamo piú volte parlato. Queste religioni furono la base di ogni elevato pensiero filosofico-religioso dei grandi Maestri, sul quale poi l'ignoranza dell'uomo ha intessuto fantasiose aggiunte.

    Riassumiamo questi principi, queste verità che, con lievi differenze, riaffiorano in tutte le religioni:

    ‑ una unica esistenza eterna, infinita, incommensurabile, dalla quale è proceduto tutto il creato;

    ‑ la triplice manifestazione di questa esistenza detta anche Trinità;

    ‑ la legge di Causa ed Effetto o Karma, vigente nel mondo emanato, in conseguenza della prima causa‑effetto della creazione: la volontà creatrice è la causa ‑ l'immediata emanazione dell'universo è l'effetto;

    ‑ la legge di Evoluzione;

    ‑ la Reincarnazione o la trasmigrazione delle individualità in piú corpi, intesa come mezzo di evoluzione.


    Gli Atlantidi ebbero rapporti con molti popoli abitanti di terre limitrofe e lontane. Prima che questa civiltà terminasse il suo ciclo evolutivo non pochi avevano attinto alla saggezza di quella razza. I Turani furono fra questi e su ciò che presero da Atlantide sorse e si fondò la vasta civiltà cinese.
    Il Ching‑Chang‑Ching, o Classico di purezza, che come ogni testo sacro di remota data è attribuito non concordemente allo stesso autore, conserva brani antichissimi ed autentici rispetto alla sua prima stesura del tempo di Atlantide.

    Leggiamo alcuni passi per vedere quale idea se ne rispecchia della Divinità:

    « Il vero Tao non ha forma né corpo, ma produce e sostiene ogni forma ed ogni corpo. Il vero Tao non ha nome, ma conserva e nutre tutti i nomi (ovverossia tutte le cose); passa e passando diventa remoto, e, diventando remoto, ritorna. Il Tao si manifesta come puro e torbido, ed ha moto e riposo. Tao produsse uno, uno produsse due, due produsse tre, tre produsse le cose; tutte le cose si avanzano ad abbracciare la luce dalla quale sono emerse. Il Tao pervade ogni cosa e può essere riconosciuto nelle cose piú piccole come nelle piú grandi ».

    Per quanto concerne l'evoluzione è detto:

    « Colui il quale libera l'essere suo dal desiderio egoistico, ottiene l'unione consapevole con l'Uno; colui che ha l'assoluta purezza entra nel vero Tao ».


    Il concetto di reincarnazione non si trova così chiaramente espresso benché, se non si pensasse che la reincarnazione e la legge di causa ed effetto sono sottintese, nessun nesso logico si troverebbe nei testi sacri di questa religione. Lo troviamo piú chiaramente espresso in una saggia storia dove si domanda ad un moribondo: « Che cosa farà di te ora il Creatore? Sarai topo o insetto? ». Questo per mostrarvi che reincarnazione e karma (karma = legge di causa ed effetto) sono sottintese in tutto l'insegnamento di questa religione, in quanto la condizione della nuova vita viene determinata dopo la morte secondo le esperienze della vita trascorsa.

    Molte aggiunte, mutilazioni ed errate interpretazioni contano i testi sacri di questa religione; per esempio sappiamo che, per la legge di evoluzione, chi è giunto all'incarnazione umana non potrà mai reincarnarsi in una forma animale; pure, all'attento studioso ancora oggi si mostrano in modo inequivocabile le basi dell'antica Sapienza.

    La religione Brahamanica, la piú grande delle Ariane, ha in sé chiaramente espresso il concetto di Dio inteso come unica esistenza eterna; similmente la Trinità (Trimurti). La legge di evoluzione e quella di reincarnazione ne fanno parte integrante e sono espresse ed insegnate exotericamente come in nessun'altra religione. Non v'è bisogno quindi di citare i testi sacri se non per riconoscerne la bellezza e la dovizia morale, né v'è bisogno di mostrare l'identicità dei principi di questa religione con il nostro insegnamento.

    Leggiamo insieme alcuni brani del Mundaka-Upanishad ed assieme ne converremo:

    « L'intelletto purificato dalla conoscenza conosce e contempla Brahama. Chi conosce Brahama diviene Brahama ».

    E a proposito di Brahama, o Altissimo: « Presente ogni dove, grande dimora entro la quale si rilassa tutto ciò che vive; piú sottile di ciò che è sottile; entro il quale sono i mondi con i loro abitatori. Egli è l'imperituro Brahama ».

    E in altro testo: « Oltre gli Universi, Brahama l'eterno, l'indivisibile, l'immutabile, nascosto a tutti gli esseri inversamente alla loro evoluzione, il Signore conoscendo il quale si diviene immortali, l'unico respiro di tutti i mondi, l'Eterno Giovane, l'Anziano degli Anziani, l'Anima dei Mondi, che è chiamato non nato, che è chiamato Eterno ».

    Notando la cristallina chiarezza e veridicità di questi testi viene fatto di pensare che gli appartenenti a questa religione siano fra i piú illuminati ed evoluti. Ma se il popolo non ha compreso questa cristallina bellezza ed ha travisato la verità tanto da trasformarla in superstizione e da divenire fanatico, non dobbiamo meravigliarci. Questo avviene anche in Occidente; anzi, mentre i santoni Indú cercano di illuminare le menti dei fedeli, non altrettanto si può dire di certe altre autorità religiose.

    La chiara esposizione della Verità non è determinante per l'individuo se non al fine di farlo capire, comprendere ed assimilare, ovverosia "evolvere".


    Nella Grecia, terra dove videro la luce saggi uomini, variamente fu espresso il pensiero filosofico‑religioso; ma se diversi furono i modi di esprimersi, non cosí le basi sulle quali ogni grande mente imperniò la sua filosofia.

    Anche secondo la teologia di Orfeo, tutte le cose hanno origine da un immenso principio divino al quale noi, per nostra ignoranza, diamo un nome considerandolo come una personalità extracosmica. t pure riconosciuta l'esistenza della Trinità intesa come Spirito universale, Anima o Coscienza universale, Mente universale.

    Gli Orfici credono nella reincarnazione e nella legge di Evoluzione in quanto l'uomo, avendo in sé potenzialmente la somma e la sostanza di tutto, attraverso la trasmigrazione mette in atto ciò che ha in potenza.

    Pitagora insegnava la reincarnazione assieme al moto solare concentrico. Noi vi abbiamo spiegato altre volte la matematica mistica di questo Grande; vi abbiamo svelato cosa Egli intendesse per unità, trialità e via dicendo. E per fare altri nomi, Platone, Ammonio Sacca con i neoplatonici e analogisti.
    Empedocle insegnava dottrine di trasmigrazione ed evoluzione.
    Plotino predicava una dottrina identica a quella dei Vedantini, cioè che l'anima, emanata da un unico principio divino, sarà, dopo il pellegrinaggio sulla terra, ricongiunta a questo.
    Porfirio, oltre che aver raccolto gli scritti del suo maestro Plotino, fu lui stesso autore condividendone la fede e il pensiero.

    Molti altri ancora potremmo citare, se questi nomi non bastassero.

    Possano queste parole stimolare quanti sono pronti a seguire una sadhana-ascesi, non ha importanza se Cristiana, Induista o Mussulmana, non importa se calcate le orme di una Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, di un Muhammad Rahiim Bawa o di uno Swami Yogananda, ha importanza che sia concreta, fattiva ed operante.
    Ma allo stesso modo è importante che comprendiate che ciò che vi divide dai vostri fratelli di viaggio è un sottile velo che ad un dato punto del percorso và stracciato per vedere la Verità-Luce nella sua vera Essenza, la quale non è ne Cristiana, ne Induista, ne Mussulmana. C'è un monento in cui non potrete più identificare con una religione o dare un nome a ciò che vedrete con gli occhi del Cuore.

    Pace e Bene

  2. #2
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    [QUOTE=Il Manu;844614]L'intervento su "i Ching" richiestoci dall'amico Aleke00 ci ha richiamato alla mente un antico testo Taoista nel cui titolo

  3. #3
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Tutto molto attraente e affascinante, come caratteristica del Manu. Sarebbe bello che l'uomo potesse liberarsi dai gravami del corpo, ma egli e' ANCHE corpo e dunque soggetto a debolezza, malattia e morte. Soggiace nei suoi giorni alla sua miseria ontologica, che lo porta a peccare, a ogni pie' sospinto, di superbia, di orgoglio, di ira, di invidia, di gelosia, di giudizio, di lussuria, di menzogna, di omicidio e via discorrendo. Dunque, l'uomo ha bisogno di Uno che vinca questa sua ancestrale condizione. Uno che non abbia schifo di lui nonostante tutto. Che prenda i suoi peccati e li perdoni, affogandoli nel Suo amore! Guardo il Crocifisso e trovo risposta, in questo senso. E mi chiedo se l'islam, l'ebraismo, l'induismo, il brahmanesimo eccetera (con tutta la loro magnifica storia e cultura) siano in grado di dare risposte cosi' globali alle ansie di conoscenza e di vita eterna che ogni uomo, consapevolmente o meno, si porta dentro.
    amate i vostri nemici

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da conogelato Visualizza Messaggio
    Tutto molto attraente e affascinante, come caratteristica del Manu. Sarebbe bello che l'uomo potesse liberarsi dai gravami del corpo, ma egli e' ANCHE corpo e dunque soggetto a debolezza, malattia e morte. Soggiace nei suoi giorni alla sua miseria ontologica, che lo porta a peccare, a ogni pie' sospinto, di superbia, di orgoglio, di ira, di invidia, di gelosia, di giudizio, di lussuria, di menzogna, di omicidio e via discorrendo. Dunque, l'uomo ha bisogno di Uno che vinca questa sua ancestrale condizione. Uno che non abbia schifo di lui nonostante tutto. Che prenda i suoi peccati e li perdoni, affogandoli nel Suo amore! Guardo il Crocifisso e trovo risposta, in questo senso. E mi chiedo se l'islam, l'ebraismo, l'induismo, il brahmanesimo eccetera (con tutta la loro magnifica storia e cultura) siano in grado di dare risposte cosi' globali alle ansie di conoscenza e di vita eterna che ogni uomo, consapevolmente o meno, si porta dentro.
    E' proprio il concetto di "peccato" che è errato. Non esiste il peccato così come lo descrivete. Esiste solo la Coscienza. Espansa, come nel Santo, ed insufficiente in quello che voi chiamate peccatore, ma mai errata. Giammai.

    Ognuno esprime il suo Essere, quindi la sua Coscienza per quello che è dato esprimere e per quello che ha raggiunto.

    Non è condannabile il fiore che non è ancora sbocciato. Non è condannabile la Coscienza di un individiduo che ha comportamenti dettati da insufficente evoluzione. Quella è la sua natura, e chi condanna quella natura sta giudicando-condannando Di0, quindi adempite a ciò che dicono le vostre Scritture: Non giudicate!

    Pace e Bene

  5. #5
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Manu, Dio appunto non ha condannato l'uomo, ma si e' fatto prossimo a lui incarnandosi, morendo e risorgendo perche' i suoi peccati fossero perdonati. Il cuore del Cristianesimo e' il perdono! La salvezza dunque non e' data da una evoluzione mentale dell'individuo, ma del suo aderire a tale tipo di amore e viverlo concretamente ogni giorno....
    amate i vostri nemici

  6. #6
    Opinionista L'avatar di Philosopher of science
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    Il Manu
    Esiste solo la Coscienza. Espansa, come nel Santo, ed insufficiente in quello che voi chiamate peccatore, ma mai errata. Giammai.
    La coscienza, come la volontà deve essere guidata da dei principi altrimenti ricate sotto la definizione di "istinto", perchè esiste una cosienza erronea: un piccolo esempio. Prima della scoperta dell'eliocentrismo, tutti pensavano che fosse il sole a girare attorno alla terra, ora sono convinti tutti del contrario; sotto il profilo della coscienza, gli uni eranio convinti quanto gli altri,ma non altrettanto si può dire in base alla verità, i primi sbagliavano. Dunque la coscienza è sì inviolabile, ma deve essere accompagnata per primo da sani principe e per secondo, in ogni caso, da un analisi della situazione oggettiva di modo che la coscienza non sia poi giustificazione delle azioni, ma essa sia accompagnata da un ragionamento che le da veridicità. Non bisogna farsi offuscare dalla coscienza altrimenti saremmo come animali e ognuno farebbe quello che vorrebbe. Bisogna ricordarsi che sono i pricipi che muovono la coscienza e non viceversa, essa ci da solo la forza di applicarli, anche andando controcorrente.
    [I]Le convinzioni, pi

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