Ci
Ci
Salve, non ho trovato una sezione presentazioni perci
Il feto che vive nel grembo della madre non ha coscienza, o almeno non ancora, e vive dunque di vita vegetativa.
Se il fatto in sè tormenta la vostra coscienza, sappiate che da un certo punto di vista "uccidere" un feto corrisponde ad uccidere una pianta e forse anche meno. Ma se chi commette l'atto lo fà con l'intenzione di voler negare una vita diventa omicidio anche se tale non è stato, e di tale atto dovrà rispondere.
Chi pensa e desidera uccidere un suo simile, ma non ha gli strumenti o la forza per mettere in atto queste intenzioni, non è meno colpevole di chi questo proposito porta a compimento.
Solo la legge imperfetta degli uomini non può punire le intenzioni essendo note solo al singolo, ma le Legge Divine, che tutto soppesano, producono effetti anche e sopratutto sulle intenzioni di atti non portati a compimento.
Pace e Bene
Ultima modifica di Il Manu; 17-04-2008 alle 11:34
Dubito che chi sceglie l'aborto lo faccia con l'intenzione di sopprimere una vita.
Sulle leggi Divine ci sarebbe da discutere ma credo servirebbe un 3d apposito....
Cmq ho perso un po il filo, non ho capito esattamente qual'è la tua opinione in merito all'aborto
[QUOTE=AliceIsCrazy;847688]Dubito che chi sceglie l'aborto lo faccia con l'intenzione di sopprimere una vita.
Sulle leggi Divine ci sarebbe da discutere ma credo servirebbe un 3d apposito....
Cmq ho perso un po il filo, non ho capito esattamente qual'
Interessante discussione che coinvolge molti (forse troppi) argomenti etici e morali che vanno per fortuna al di là della questione "quando inizia" e "quando finisce" la vita, questione correttamente definita capziosa.
La discussione coinvolge necessariamente la normativa esistente ed a me interessa da sempre molto quello che precede la studio della norma esistente (il diritto positivo), scienza interessante ma di per sè un po' arida.
Dal punto di vista positivo la disciplina sull'interruzione volontaria di gravidanza consente tale intervento e lo regola mettendo a disposizone della donna le pubbliche strutture allo scopo destinate, se come insegnano i nostri predecessori, "legis virtus, haec est, imperare, vetare, permittere, punire, ", la legge in questione si limita a definire lecito un comportamento altrimenti proibito, diversamente ragionando non vi sarebbe necessità di definirlo in tal modo.
E' permesso un comportamento (sopprimere una potenziale vita) che sarebbe in contrasto con i principi dell'ordinamento ma è necessario farlo perchè vi sono altri principi ritenuti prevalenti e degni di tutela (l'autodeterminazione della donna riguardo alla maternità, questa legge opera quindi, per tutta una serie di motivi un bilanciamento d'interessi e ne afferma la prevalenza di uno su un altro, si tratta di una scelta politica (nel senso ampio e nobile del termine) che rimette alle scelte etiche e morali della donna singola la decisione ultima sulla maternità senza sacrificare la possibilità di scelta ad esigenze etiche superiori a quelle del singolo.
La contraddizione tra questa scelta politica e un principio etico non solo religioso (la tutela del bene fondamentale della vita) è però, a mio parere, più apparente che reale.
Così come sono più apparenti che reali gli altri esempi di contraddizione elencati nel post d'apertura (la guerra, la legittima difesa, la caccia) ed in generale ogni attività umana che implichi la soppressione di una vita.
Che la vita sia un diritto fondamentale e assoluto, che sia il diritto fondamentale presupposto di ogni altro diritto è, però a ben vedere, una constatazione meramente naturalistica (i diritti e i doveri li esercitano solo i vivi), non certo morale.
Che la vita, come la libertà di pensiero, d'espressione e di movimento, sia un diritto fondamentale, quindi "naturale" e preesistente al diritto "positivo" è un'affermazione che è rinvenibile a sua volta in atti e statuti normativi (dichiarazioni universali, dichiarazioni europee, costituzioni), quindi, in ultima analisi in atti normativi, quindi in atti frutto di una scelta politica, atti che dovrebbero nelle intenzioni non attribuire un diritto ma, semplicemente, prendere atto della sua esistenza e dichiararlo "inviolabile".
La vera contraddizione sta proprio qui.
L'affermazione di un diritto naturale per mezzo di un atto normativo (positivo).
Tale contraddizione è allo stato attuale destinata a permanere, attualmente infatti, essendo i diritti fondamentali della persona rimessi a statuti normativi, essi rappresentano non l'affermazione di qualcosa che preesiste ma una dichiarazione d'intenti, un fine a cui l'umanità tende.
In altre parole, la legge sull'interruzione di gravidanza non viola alcun diritto fondamentale dell'uomo in quanto la salvaguardia della vita umana e la sua affermazione assoluta semplicemente non esiste.
Quando l'umanità avrà raggiunto un livello di evoluzione in cui sarà semplicemente impensabile risolvere un conflitto con la forza, l'uso di metodi violenti e la soppressione di altre vite, si potrà affrontare il problema della liceità dell'aborto, prima no.
Moderatore Debate Square
"Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti"
- P. Conte -
Angst essen Seele auf
[QUOTE=mat612000;847702]Quando l'umanit
L'uomo che tu chiami "evoluto", solo quando troverà la perfetta comunione col trascendente sarà privo delle fragilità e delle paure che, quaggiu' sotto le stelle, lo costringono a peccare e a dettare legge sul piu' debole (in questo caso il bambino nel ventre della madre).
amate i vostri nemici
[QUOTE=Il Manu;847695]Non hai perso il filo e hai compreso correttamente poich
Nel 2008 ancora si parla di leggi divine??????? In ragione di ciò mi viene da pensare che Berlusconi è al governo per diritto divino...........chi sa che alla prossima intervista non sveli l' arcano segreto.
SO FAR SO BURP!!.
[QUOTE=AliceIsCrazy;847932]Intendi che non vuoi esprimere un'opinione in merito? Perch
[QUOTE=borgo_pio;847949]Nel 2008 ancora si parla di leggi divine??????? In ragione di ci
Manu, secondo voi il feto quando acquisisce una coscienza?
[SIZE="1"][B]Tout cela ne vaut pas le poison qui d