Pur condividendo il tuo intervento, OrsoBruno, l'occhio mi e' caduto su questa affermazione:
Mi permetto solo di allargare un po' il discorso.
Gli elementi in gioco non sono solo morale e logica, ci sono gli istinti. Cio' che si scambia per morale in realta' spesso non e' altro che un'interpretazione data ad un istinto, ad una emozione la cui origine forse puo' essere trovata in quella parte della nostra mente piu' antica, piu' "rodata".
Cio' non esclude che comunque si possa piu' semplicemente parlare di morale, proprio perche' la morale trae spesso origine da uno impulso semplice (inteso come non complesso, elementare), essendo in effetti a volte un'interpretazione cosciente dell'istinto stesso.
Questo, nel caso dell'aborto, si legge nella volonta' della madre di agire per la sopravvivenza del proprio figlio, il volgarmente detto "istinto materno". Ed in effetti , e' una scelta pro-natura quella di tenere un bambino. E' ovvio che in condizioni favorevoli (stabili, in senso economico e familiare) la scelta non puo' che essere quella della vita. Fermo restando che sempre di scelta si tratta pero'.
Il problema sono i figli indesiderati, quelli frutto di una violenza, quelli frutto di un errore che forse si pagherebbe un po' troppo caro (nell'ottica sia dei genitori che in quella di colui che potrebbe venire al mondo), e ce ne sono altri di esempi di questo genere.
Chi cerca una dimensione spirituale in tutte le cose si meravigli nell'apprendere di come anche un aborto faccia parte della vita, e non perda tempo a giudicare gli altri in modo sprezzante. Siamo tutti laidi e santi al tempo stesso, non vedo perche' insistere nel dimostrarlo.