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Discussione: Per chi ha perso un Amico

  1. #1
    Opinionista
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    Per chi ha perso un Amico

    Cominceremo il nostro discorso con una necessaria premessa, invitando a riflettere sul fatto che la vita dell'uomo deve avere uno scopo, che non può essere quello di soddisfare tutti i desideri umani e di pensare o preoccuparsi solo per se stessi.

    La vita sociale e di relazione in cui l'uomo viene a trovarsi, gli avvenimenti stessi che gli accadono, il suo stesso modo di reagire agli stimoli, lo inducono a dedicare uno spazio più o meno grande agli altri. E gli altri sono - almeno in principio dell'evoluzione della coscienza - coloro la cui vita in qualche modo si riflette sulla propria, in qualche maniera la condiziona. E' un dedicarsi egoistico, quindi, allorché il legame non sia stabilito dall'affetto; ma anche quando l'interesse all'altro è originato dall'amore, non sempre è spoglio di egoismo; anzi, spesso si tratta di amore possessivo.

    Il vero amore desidera il bene di colui che si ama anche se ciò si concretizza in una situazione in cui l'amato non si può più avere vicino come prima. Crediamo che nessuna persona ragionevole possa contraddire tale affermazione.

    La vita presenta degli avvenimenti che non sono conseguenza della volontà di alcuno ed altri che, pur essendo conseguenza del comportamento di qualcuno, coinvolgono certi che non vi parteciperebbero se non fosse il caso che li ha messi a tiro. Di fronte a tali eventi si ripropone il quesito che indubbiamente ogni uomo si è posto nel corso della sua vita, e cioè se l'esistenza di tutto abbia un suo significato, oppure se tutto sia un non-senso.

    Quelli che non accettano il significato trascendente della vita si giustificano dicendo che non è dimostrato questo significato trascendente della vita; tuttavia, quando la loro esistenza li mette di fronte a dover accettare o no qualcosa di indimostrabile, suppliscono alla mancanza di certezza con la plausibilità offerta da un ragionamento logico.

    E non si può certo affermare che logico sia pensare che all'origine di tutto quanto esiste vi sia una fortuita circostanza che dal nulla -- in senso organico - non solo avrebbe creato la materia e la vita, ma avrebbe soprattutto composto quel codice genetico secondo cui tutto si sviluppa ordinatamente. Cioè, è assurdo pensare che dal caos il caso abbia creato, o quanto meno avviato, il procedere ordinato, ossia l'ordine e il fine.

    Se, invece, si volesse supplire a tale mancanza di logica pensando che tutto quanto esiste, esiste da sempre - cioè senza origine -, allora né conseguirebbe che tutto sarebbe eterno, al di là della caducità delle singole forme, e quindi l'esistere sarebbe eterno, al di là della caducità delle singole esistenze: ossia si affermerebbe, implicitamente, ciò che si vuol negare.

    Perciò, il negatore del senso trascendente della vita in nessun caso fonda la sua opinione sulla logica, come fa invece tranquillamente quando nella vita deve prendere partito di una cosa inaccertabile oggettivamente.


    La logica conforta, invece, l'opinione di chi crede che l'esistenza del Tutto abbia un significato trascendente. Non è certo il caso di addentrarci in dispute religiose o filosofiche, che nascono da una simile convinzione; tuttavia crediamo che si possano accettare, senza scomodare troppo la fede, alcune plausibili affermazioni come, per esempio, che se l'esistenza del cosmo ubbidisce a precise leggi, cioè ha un ordine, lo stesso ordine non può mancare nella vita dell'uomo, elemento di tale cosmo; e che al di là dell'incomprensibile, per voi, significato degli avvenimenti che vi capitano, a cui prima facevamo cenno, vi sia un preciso significato, una profonda ragione.

    In altre parole: o Dio non esiste, ma è illogico; oppure, se esiste, non può essere dispettoso e crudele. Cosicché quello che si reputa un castigo, una cattiveria della vita, al di là del suo sapore immediato deve nascondere un fine degno della Divinità, cioè un fine di amore e di vero bene per chi lo subisce. Tutto ciò è quanto suggerisce la logica e il buon senso.

    Allora, voi che siete schiantati dal dolore per la perdita di una persona amata, se siete creature ragionevoli, se veramente amate chi è trapassato, dovete arginare il vostro dolore nel pensiero che la sofferenza che state vivendo ha un senso per la vostra vita, e che la morte di chi amate è un evento necessario al suo vero bene.

    Se veramente amate chi è trapassato non potete essere tanto egoisti da pensare che sarebbe stato meglio che il suo bene non si fosse compiuto.

    Ripetiamo: tutto questo è quanto una persona di buon senso può, accettare senza scomodare la fede, semplicemente seguendo il raziocinio, strumento che appunto è dato all'uomo per fargli capire il senso della realtà nella quale vive.

    Se poi, per bontà vostra, credete che la voce che vi parla vi sia amica e che questa voce conosca, se non tutto, almeno parte della Verità, allora vi diciamo, sapendo che ci credete, che la separazione dai vostri cari trapassati è solo per voi, che rimanete nel mondo fisico, perché loro vi sentono e vi vedono in forza del legame di amore che vi unisce.

    Non pensateli quindi con dolore, perché li rattristereste; ricordateli nei momenti in cui erano sereni, nella certezza che li ritroverete, perché il legame creato dall'amore è un legame che non si spezza mai e che, nelle future esistenze, conduce chi si ama a ritrovarsi in amore.

    Come l'esistenza di chi è trapassato continua, così la vostra deve proseguire a beneficio di coloro che vi sono vicini fisicamente. Se vi sembra che il destino sia stato crudele con voi, avete un motivo di più per non essere crudeli con gli altri facendo pesare su loro il vostro dolore.

    Ora ci facciamo estemporanei portavoce di un ideale messaggio che tutti i vostri amati, che hanno lasciato il piano fisico, potrebbero rivolgervi. Accoglietelo nella convinzione che corrisponde al loro sentire, finalmente "lucido" e non più ottenebrato dal giogo della materia.
    Che sia di supremo conforto per chi crede che tutto non finisca con la vita sul Piano Fisico:

    Amico mio,

    non potermi vedere più fisicamente ti ha lasciato in un dolore che ti fa rifiutare la vita.

    Sappi che questa è l'unica cosa che può farmi soffrire, e perciò promettimi che troverai la forza necessaria per reagire e continuare a vivere come quando mi vedevi, mi toccavi, mi interrogavi, ed io ti rispondevo.

    Sappi che sono egualmente vicino a te; anzi, più di prima; e che l'amore e l'amicizia che ci unisce ci lega indissolubilmente e ti condurrà a rivedermi, riabbracciarmi, riavermi.

    Le nostre strade sono solo momentaneamente ed apparentemente divise, ma al di là del velo che ti separa da me, e che dà corpo al romanzo della vita, noi tutti siamo una cosa sola.

    Ora tu non puoi più dedicarti a me fisicamente, e se rimpiangi di non averlo fatto in passato più di quanto potevi, promettimi che da ora in poi ti dedicherai di più agli altri a cui sei vicino, ed offrimi quel di più che farai.

    Un giorno, quando tutto questo anche per te sarà compiuto e trascorso, volgendoti indietro nel ricordo tutto ti sembrerà un brevissimo sogno, quasi non vissuto, e solamente la pienezza data dalla consapevolezza di aver pagato un debito, la gioia della comprensione del perché è potuto accadere, la felicità di ritrovarsi quale frutto del tuo dolore, saranno ciò che ne rimane.

    Ti abbraccio

    Il tuo Amico per sempre
    .



    Che la pace sia con voi e con tutti gli uomini.
    Ultima modifica di Il Manu; 19-05-2008 alle 02:35

  2. #2
    nuova...... L'avatar di [SuNrIsE]
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    bellissime idee e bellissime parole...
    hai donato speranza anche a me....che sono cosi' confusa.
    Le persone non cambiano, si rivelano

  3. #3
    Stronzo chi legge!! L'avatar di EVOKar
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    MIo padre prima di morire scrisse un bigliettino che trovammo stipato in un cassetto della sua scrivania. C'era scritto di ricordarlo sereno e sorridente, e quando non ci sarebbe stato pi
    [COLOR="Black"][SIZE="4"][FONT="Century Gothic"]La foto col sigaro

  4. #4
    tutto passa L'avatar di sd&m
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    Il Manu sei un grande, ti ringrazio x quello che hai scritto

  5. #5
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Si, grazie.
    amate i vostri nemici

  6. #6
    Opinionista L'avatar di Artemis
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    Sublime.
    ???? ??????? ????????

  7. #7
    Opinionista L'avatar di Krapp
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    Ci sono due modi opposti di porsi davanti alla trascendenza e/o alla non-trascendenza (con numerose sfumature intermedie) e occorre rispettare entrambe le posizioni.
    Io per
    "Forse i miei anni migliori sono finiti. Quando la felicita' era forse ancora possibile. Ma non li rivorrei indietro. Non col fuoco che sento in me ora. No, non li rivorrei indietro."

  8. #8
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Infatti, lo ritroviamo pari pari nelle Sacre Scritture (Salmo 49)

    Ascoltate, popoli tutti,
    porgete orecchio abitanti del mondo,
    voi nobili e gente del popolo,
    ricchi e poveri insieme.

    4 La mia bocca esprime sapienza,
    il mio cuore medita saggezza;

    5 porgerò l'orecchio a un proverbio,
    spiegherò il mio enigma sulla cetra.


    6 Perché temete nei giorni tristi,
    quando mi circonda la malizia dei perversi?

    7 Essi confidano nella loro forza,
    si vantano della loro grande ricchezza.


    8 Nessuno può riscattare se stesso,
    o dare a Dio il suo prezzo.



    9 Per quanto si paghi il riscatto di una vita,
    non potrà mai bastare



    10 per vivere senza fine,
    e non vedere la tomba.

    11 Vedrà morire i sapienti;
    lo stolto e l'insensato periranno insieme
    e lasceranno ad altri le loro ricchezze.




    12 Il sepolcro sarà loro casa per sempre,
    loro dimora per tutte le generazioni,
    eppure hanno dato il loro nome alla terra.


    13 Ma l'uomo nella prosperità non comprende,
    è come gli animali che periscono.


    Viviamo l'idea della morte come un tabu', qualcosa che toccherà sempre agli altri. Fino a quando.....
    A volte certi fatti angosciosi ci "costringono" a rientrare in noi stessi.
    amate i vostri nemici

  9. #9
    Opinionista L'avatar di OrsoBruno
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    La separazione è una componente dell'esperienza umana:ci si comincia a separare fin dal primo soffio di vita,tutto del resto è iniziato per un drammatico distacco,lo raccontano le scritture antiche.
    Per tutta la vita si ha paura dei distacchi.Si anelano a volte per essere indipendenti e crescere.Siamo condannati al distacco,ed in ogni distacco c'è una parte di noi che muore.

    Figuriamoci quando un lutto segna la nostra vita.Confrontarsi con i mille vuoti che la morte di una persona cara ci crea nel quotidiano è una delle imprese più dure.Il mondo a volte perde di significato,siamo come annientati,a volte l'essere vivi ci fa sentire in colpa.Essere sopravvissuti a chi amavamo ci fa sentire come dei traditori.Il superamento del distacco ,ho scoperto con dolore,fa leva sulle risorse interiori che possediamo.
    Si fa una scelta ,quella di vivere ,anche con il dolore.Che ,per me resta immutato è come un vecchio sgabuzzino dove ogni tanto vado a rimestare ,di certo mi stempera le avversità che affronto quotidianamente.
    Una morte la vivo come è una prova,perchè per chi resta c'è da affrontare la vita.

    Io mi fermo qui, tu vai avanti.

    La fede è solo una luce per non perdersi nel buio.
    Alla luce ci si aggrappa sempre,come ad una madre.

    Ogni lutto ha bisogno di essere elaborato ,si dice così,ed io prima mi ci arrabbiavo.Cosa devo elaborare non è un equazione.
    Invece no.E' proprio una formula:
    vita e morte la compongono ,e per me si rincorrono.
    Perchè la certezza che dopo la morte ci sia la vita è una cosa che si può provare a spiegare ma si deve solo sentire.
    Ultima modifica di OrsoBruno; 21-05-2008 alle 17:35
    Per cogliere tutto il valore della gioia ,devi avere qualcuno con cui condividerla.
    M.Twain

  10. #10
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Grazie Orso! Parole che aiutano, indubbiamente...
    amate i vostri nemici

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