...alla ricerca di un senso di felicità..............dedicata a chi so io.

da Renan "Vita di Gesù"

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Infatti la fanciullezza, nella sua divina spontaneità, nel suo schietto stupore di gioia, prendeva possesso della terra. Tutti credevano che ad ogni momento stesse per spuntare il tanto desiderato regno; ognuno di vedeva di già seduto su un trono a fianco del maestro, si dividevano i posti; si cercava di calcolare i giorni. Questa si chiamava la "Buona Novella"; la dottrina non aveva altro nome. Un vecchio vocabolo, "paradiso", che l'ebreo, come tutti gli idiomi orientali, aveva tolto alla Persia, e che in principio indicò i parchi dei re achemenidi, riassumeva il sogno di tutti; un giardino delizioso, dove si sarebbe continuata in eterno la piacevole vita di quaggiù. Quanto durò questa ebrezza? Lo si ignora. Nulla durante quella magica apparizione, misurò il tempo più di quello che si misuri un sogno. La durata fu sospesa, una settimana fu come un secolo. ma sia stata di anni o di mesi, il sogno fu tanto bello che l'umanità ne ha vissuto di poi, e la nostra consolazione ancora sta nel raccoglierne il quasi svanito profumo. Oh! mai tanta gioia gonfiò il petto dell'uomo. In questo sforzo, il più gagliardo che abbia fatto per sollevarsi al di sopra del suo pianeta, l'umanità dimenticò il plumbeo peso che la lega alla terra e le amarezze della vita di quaggiù. Beato chi ha potuto vedere con i propri occhi quel divino sbocciare, partecipando anche per un giorno, all'impareggiabile illusione! Ma più beato ancora, ci direbbe Gesù, chi, libero da qualunque illusione, riproducesse in se stesso l'apparizione celeste, e senza sogno millenario, senza chimerico paradiso, senza segni nel cielo, con la rettitudine della sua volontà e la poesia della sua anima sapesse di nuovo creare nel proprio cuore il vero regno di Dio.