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Discussione: "Epistemologia della Perfezione" o "Perfezionismo"

  1. #1
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    Citazione Originariamente Scritto da Romano Antonio Anna Paolo Visualizza Messaggio
    Da sempre la Filosofia ha cercato una ragione del mondo e di andare ad identificare la sua fondamentale essenza.

    La Filosofia di tre Maestri (Senofane, Parmenide e Zenone) venuti da Oriente, dalla Grecia in Magna Graecia e ad Elea (alle pendici del Monte Stella, nel Cilento-Terra già dei Miti degli Argonauti, con Giasone, Ercole e il Vello d'oro, e le Sirene, Ulisse e Palinuro) vi attuò nel V secolo avanti Cristo un evento che possiamo con ogni ragione definire come l' "Epifania divina" dello Spirito santo della Verità del Dio Jahve IO SONO.
    Infatti i tre filosofi, come i tre Re Magi della nascita del divino Figlio, venuti da Oriente fino ai piedi della Stella, resero manifesto, con un clamore che fissò le basi dello stesso pensiero filosofico, che "il fondamento di tutte le cose stava nell'ESSERE". Stava in quell'ESSERE che era già impersonato dal Dio Jahve-IO SONO, nella Religione Ebraica.
    Nello stesso periodo, a Crotone, anche il pensiero del Greco Pitagora caratterizzava questo ESSERE filosofico-religioso nell'essenza del NUMERO, teorizzandolo nella famosa Scuola Italica che vi era sorta.

    Dopo 25 secoli, in cui la filosofia prese altre vie, maggiormente influenzata dalla Verità del DIVENIRE teorizzato in Grecia da Eraclito, nel 1998 sorse a Saronno la "Nuova Scuola Italica", che rifondò la Scuola Italica di Pitagora, alla luce dell'ESSERE FONDAMENTALE sostenuto dalla Scuola Eleatica, ritenendolo ASSOLUTO e DIVINO in quanto "trascendente" la realtà concreta del divenire, e presente come la forza suprema che stava alla base della RELATIVITA' GENERALE affermata da Einstein.

    Romano Amodeo
    E' evidente che gli Antichi non avevano capito bene che ruolo giocasse il tempo. Il dio Giove, padre di tutti gli dei che nel mito era ancor esso figlio ed era persino soggetto al destino, era padrone del tempo? Che io ricordi no. Allora i filosofi cominciarono a pensare quale fosse un Dio migliore e Giove, padre di tutti gli dei ( un pochino aristocratico) morì e divenne un mito.
    Quindi astrattamente, i filosofi ragionando sul tempo, pensarono che Dio diveniva continuamente anziché essere sempre, pensarono inoltre che il tempo non si potesse manipolare, ma Dio, essendo Dio, poteva adattarvisi; quindi Dio, e non Javhé o io sono, ritornava padrone del tempo: Dio diviene; ossia si trasforma e continua ad essere; nel famoso quanto astratto mondo delle idee Dio è signore del tempo ( fermati sole!).
    Ultima modifica di crepuscolo; 04-05-2009 alle 18:37

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