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Risultati da 61 a 75 di 189

Discussione: I credenti possono continuare a cibarsi di animali, sapendo che...?

  1. #61
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    In effetti se noi qualche volta pensassimo alla morti, spesso cruente, di ci

  2. #62
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    [QUOTE=conogelato;1011786]Perfetto. Vedi Laura, quando parli di preistoria gi

  3. #63
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    Evidentemente non vi incontrerete mai, Cono parla di Spirito e tu Vega parli di Corpo.
    Di solito lo spirito inizia a formarsi con la coscienza e la coscienza si forma tramite il corpo dopo che questo si

  4. #64
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    Ma Crepuscolo dai!! Altro che spirito e coscienza!! Qui si è parlato di un certo status dell'uomo, perfino del resto della natura, come reali.
    Qui mi si viene a dire che esisteva un uomo vegetariano!!! Mi si parla di preistoria e di peccato originale!!!

  5. #65
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    Non so che cosa intendessero veramente ma confondere lo spirito inteso come coscienza di s

  6. #66
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    Io invece ho più paura che qui si confonda la religione con la scienza e la realtà. Come si dice..."a pensar male si fa bene due volte".
    Discorsi simili li ho letti altrove e direi che almeno all'apparenza chi li proponeva era convinto della bontà di quel che diceva. Quindi pare essere esistito questo mitico e fantomatico uomo vegetariano, uomo perfetto, natura perfetta ed armoniosa.

    E' ovvio poi che un credente, se crede nel peccato originale, nell'Eden e annessi e connessi sia poi spinto a mescolare fede e realtà, poichè dice che Dio esiste, ha creato questo mondo e la Bibbia contiene delle verità e quindi ci deve per forza essere legame tangibile, fisico, con quanto c'è di spirituale e di materiale, non solo simboli ed interpretazioni.

    Ma se si mescolano la scienza, le sue evidenze, con le ricostruzioni e le opinioni derivate dalla fede, nascono grossi problemi.

  7. #67
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    Citazione Originariamente Scritto da Vega Visualizza Messaggio
    Io invece ho più paura che qui si confonda la religione con la scienza e la realtà. Come si dice..."a pensar male si fa bene due volte".
    Discorsi simili li ho letti altrove e direi che almeno all'apparenza chi li proponeva era convinto della bontà di quel che diceva. Quindi pare essere esistito questo mitico e fantomatico uomo vegetariano, uomo perfetto, natura perfetta ed armoniosa.

    E' ovvio poi che un credente, se crede nel peccato originale, nell'Eden e annessi e connessi sia poi spinto a mescolare fede e realtà, poichè dice che Dio esiste, ha creato questo mondo e la Bibbia contiene delle verità e quindi ci deve per forza essere legame tangibile, fisico, con quanto c'è di spirituale e di materiale, non solo simboli ed interpretazioni.

    Ma se si mescolano la scienza, le sue evidenze, con le ricostruzioni e le opinioni derivate dalla fede, nascono grossi problemi.
    Sono d'accordo.
    Prendere alla lettera tutto ciò che è scritto nella Bibbia è da stupidi e da fondamentalisti; è per questo che semplici guerre di dominio vengono battezzate dai religiosi come crociate, ne abbiamo avuto mille esempi ed ancora non ci basta perché ne abbiamo altri esempi anche oggi. Io sostengo che se le religioni si occupano del mondo materiale ( la storia di Galileo, per fare un esempio, per la chiesa era inconcepibile e pericolosa perché ne scardinava le fondamenta, infatti non era umanamente possibile contraddire Dio, infatti nella Bibbia Giosuè ( un eroe-combattente ebraico) in una fatidica battaglia disse. " Fermati o sole!" e il sole si fermò, quindi se il sole si fermò vuol dire che si muove e se si muove il sole vuol anche dire che la terra sta ferma, la terra è lo sgabello di Dio, quindi deve stare ferma, va bene.
    Ciò è assurdo e alquanto pericoloso.
    Finché non ci si renderà conto( parlo soprattutto per i credenti) che la Bibbia è un libro spirituale, e parla solo al nostro spirito avremo dei preti combattenti, magari, invece benediranno solo le baionette.
    Scusate se rido perché ci sarebbe da piangere

  8. #68
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    E' vero, non si debbono prendere i testi sacri delle religioni come testi di umana scienza, ma possono contenere importanti informazioni scientifiche.
    Nel Corano (21:31):
    "Non vedono, forse, quelli che non credono che i cieli e la terra formavano [una volta] una massa compatta e [che noi] li abbiamo separati, e che, a mezzo dell

  9. #69
    Candle in the wind L'avatar di conogelato
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    Scienza e Fede non sono in antitesi, ragazzi. Esse possono dialogare e interrogarsi sulla Vita, senza veti incrociati e senza pregiudizi ideologici.....



    La comparsa dell'uomo e la sua spiritualità. La Sacra Scrittura afferma che nella creazione dell’uomo c'è stato un intervento particolare di Dio. Egli, creato «a immagine e somiglianza di Dio» (Gen 1,26), porta in sé una “trascendenza” rispetto alle altre creature, che gli deriva dal principio spirituale che lo anima. La solennità con cui viene narrata la sua creazione, sia nel primo che nel secondo racconto della Genesi, l'alito di vita che viene inspirato nella creta preparata da Dio, la superiorità e i compiti che gli vengono assegnati nei confronti delle altre creature non lasciano dubbi sulla peculiarità della persona umana.

    Alla luce di questa verità, come valutare un processo evolutivo esteso alla forma umana? A prescindere dal momento in cui è stata raggiunta la soglia umana, si può parlare di un emergere dell'uomo dal mondo animale? Il problema è stato affrontato in varie occasioni dal magistero della Chiesa. L'insegnamento più basilare si trova tuttora nell'enciclica Humani generis di Pio XII (1950), ove si afferma che nell'ipotesi evolutiva deve essere fatta salva la creazione «immediata» dell'anima da parte di Dio (DH 3896). Questo punto va tenuto fermo dal credente. Del resto, ammessa la spiritualità dell'uomo, non sarebbe pensabile che un essere “veramente umano” possa derivare nella sua totalità da un antenato animale per semplice evoluzione biologica. Occorre ammettere “un intervento o una intenzionalità particolari” di Dio. Ciò del resto si verifica nella generazione di ogni essere umano, il quale nella sua totalità non è prodotto dai genitori, ma richiede un intervento speciale di Dio creatore, perché il principio spirituale, l’ anima, non può derivare dai genitori. C'è una certa analogia tra la “animazione” che si ha nel processo generativo e l'“ominizzazione” che si realizza nel processo evolutivo. Ritroviamo questa idea in una Catechesi di Giovanni Paolo II: «Non basta l’evoluzione a spiegare l’origine del genere umano, come non basta la causalità biologica dei genitori a spiegare da sola la nascita di un bambino. Pur nella trascendenza della sua azione, sempre rispettosa delle “cause seconde”, Dio crea l’anima spirituale del nuovo essere umano, comunicandogli il suo soffio vitale (cfr. Gen 2,7) attraverso il suo Spirito che è “il datore della vita”. Ogni figlio va visto dunque ed accolto come un dono dello Spirito Santo» (Catechesi del mercoledì, 27.5.1998, Insegnamenti, XXI (1998), p. 1053).

    Nell’animazione vi è un intervento “creativo” di Dio nel momento in cui si realizza l'organizzazione di una forma vivente tale da comportare i caratteri di vita umana. C'è quindi una connessione necessaria, per volontà di Dio creatore, tra la disposizione della struttura biologica della vita umana e il concorso divino che crea l'anima. Tale intervento divino rientra in quell'azione creatrice con cui Dio vuole e mantiene secondo il suo disegno la realtà con le sue caratteristiche e proprietà, comprese quelle di ordine spirituale. Nella generazione umana si realizza qualcosa di superiore alla dimensione biologica, perché Dio creatore così vuole attraverso le cause seconde che sono i genitori (per il rapporto fra causa prima e cause seconde AUTONOMIA, II.1). Anche pensando che la vita umana del bambino derivi immediatamente dai genitori nella sua totalità di corpo-anima-psiche e nella sua totalità personale — ed è per questo che il Magistero della Chiesa afferma che Dio chiama i genitori «ad una speciale partecipazione del suo amore ed insieme del suo potere di Creatore e di Padre» (Familiaris consortio, 28) — ciò non può significare che il principio spirituale si formi dai gameti dei genitori. Nel momento in cui si genera una nuova vita umana si ha un trascendimento, per volontà di Dio creatore, rispetto agli elementi che si uniscono.

    Nella “ominizzazione” si può ritenere che si sia verificato qualcosa di analogo, che vi sia stato cioè un intervento speciale di Dio in un essere vivente, voluto da Dio e da lui orientato — sia pure attraverso cause seconde — alla formazione di una vita veramente umana. È come se l'essere animale giungesse ad uno “stato di crisi” che fa sì che sia necessario che cambi e appaia in lui un essere nuovo (cfr. Nicolas, 1978). Secondo questo modo di vedere, ciò divenne possibile quando, attraverso i mutamenti biologici, si raggiunse un'organizzazione cerebrale tale da supportare uno psichismo riflesso e consentire la comparsa di una vita umana. Ora, se il processo dell'evoluzione va considerato come un solo atto divino che abbraccia tutte le forme della natura per crearle e farle agire secondo le loro leggi e proprietà, l'atto con cui Dio crea l'anima umana e fa esistere il primo uomo può essere visto allora come “ciò che dà a tutto quanto lo precede il suo senso e coronamento”, non per un determinismo ineluttabile, ma per un disegno esplicito di Dio.

    A questo proposito Giovanni Paolo Il ha affermato: «Dal punto di vista della dottrina della fede, non si vedono difficoltà nello spiegare l'origine dell'uomo, in quanto corpo, mediante l'ipotesi della evoluzione […]. È cioè possibile che il corpo umano, seguendo l'ordine impresso dal Creatore nelle energie della vita, sia stato gradatamente preparato nelle forme di esseri viventi antecedenti. L'anima umana, però, da cui dipende in definitiva l'umanità dell'uomo, essendo spirituale non può essere emersa dalla materia» (Catechesi, 16.4.1986). L’esistenza di una discontinuità, «di una differenza di ordine ontologico» tra l'uomo e l'animale viene ribadita anche nel già citato messaggio alla Pontificia Accademia delle Scienze del 22 ottobre 1996 (cfr. EV 15, 1353). È così che l'uomo può considerarsi frutto, ad un tempo, dell'evoluzione biologica e di un concorso particolare creativo di Dio: è creatura di Dio sia in forza della sua condizione fisica comune agli altri esseri viventi sia a motivo del singolare principio spirituale che gli è proprio.

    Questa concezione dell'evoluzione, aperta al trascendente, non può essere esclusa dalla scienza, perché le nozioni di creatura, di Creatore e di spirito non entrano nel dominio della scienza; e nello stesso tempo non può essere esclusa dal testo sacro e dalla fede, anche se possono rimanere aperti alcuni problemi. Non è però compito della teologia individuare in quale fase dell'ominizzazione sia comparso l'uomo. È questo un compito della scienza, la quale utilizza tutte le conoscenze che si possono avere sia sul piano morfologico, sia soprattutto sulle manifestazioni della cultura che contraddistinguono l'uomo.

    Oltre all’animazione, che comporta una discontinuità ontologica tra l’animale e l’uomo vi è un altro aspetto che può avere rilevanza sul piano teologico: quello del «monogenismo», cioè della derivazione dell’umanità da un’unica coppia, alla quale la teologia lega tradizionalmente la dottrina del peccato originale per spiegarne la propagazione a tutta l’umanità. A questo riguardo va osservato che, mentre non può essere messa in discussione l’universalità del peccato a partire dagli inizi dell’umanità e il bisogno universale della salvezza che viene da Cristo, la natura della trasgressione che nelle sue conseguenze avvolge tutta l’esperienza umana e si accresce con l’apporto di tutti gli uomini appartiene al mistero del peccato. Uno stretto legame fra universalità del peccato originale e monogenismo può risultare quasi ovvio nel testo sacro, ma alcuni teologi (fra questi K. Rahner, Il problema dell’ominizzazione, Brescia 1965) hanno ritenuto di non poterlo dedurre in modo apodittico.

    Il Magistero ha precisato alcuni termini della questione nella citata enciclica Humani generis, dicendo che «non si vede come poter comporre» un abbandono del monogenismo con la dottrina sul peccato originale (DH 3897; SACRA SCRITTURA, V.3). Ma ciò che oggi “non si vede” potrebbe, secondo alcuni, vedersi in futuro. J. De Fraine ritiene che l’oscurità che impedisce di vedere oggettivamente come il poligenismo possa conciliarsi con la Rivelazione non sarebbe necessariamente definitiva (cfr. Adamo e la sua discendenza, Roma 1966). Per H. Haag si deve distinguere tra la storicità dei particolari del racconto biblico e la storicità dell’irruzione del peccato nell’umanità (cfr. Dottrina biblica della creazione e dottrina medievistica del peccato originale, Brescia 1970). Di converso, non va dimenticato che l’ipotesi del monogenismo da un punto di vista scientifico non può essere esclusa in modo assoluto e che la possibilità di un’origine monogenetica del corpo umano è ammessa anche da alcuni autori.

    Al termine di questo itinerario ci siano consentite alcune osservazioni conclusive.

    La vera alternativa non è tra evoluzione e creazione, bensì tra due diverse visioni di un mondo in evoluzione l’una dipendente da un Dio trascendente e Creatore, l’altra autosufficiente, capace di crearsi e trasformarsi, per una sorta di potenza e intelligenza immanente. Non siamo dunque di fronte ad una alternativa fra lettura scientifica e rivelazione cristiana, ma tra una visione atea e materialista ed una visione religiosa di tutta la realtà, aperta al trascendente. Non è quindi in gioco una visione della realtà dal punto di vista della scienza.

    La conciliabilità tra teoria evolutiva e fede cristiana resta vera anche se la teoria risultasse in seguito falsa. Essa può rientrare in un quadro armonioso di tutta la creazione. Riconoscere Dio all'interno dell'evoluzione dell'universo è in coerenza con un azione divina che generalmente si serve, per i suoi disegni progettuali, di cause seconde, ed è in fondo una visione molto più attraente che non lasciare tutto al caso. L’idea di un disegno generale, che emerge “a posteriori” anche a seguito di eventi di tipo non deterministico, è ragionevole, anche se l’esistenza di disegno globale non è rigorosamente dimostrabile all’interno del solo metodo scientifico sperimentale.

    Il fatto che la creazione sia affidata all'uomo ne accresce la grandezza e le responsabilità anche sul piano bio-ecologico. L’uomo è l’essere che ha un significato per sé stesso e fa assumere un significato alla realtà che lo circonda. La sua peculiarità non deriva dal livello morfologico evolutivo o dai prodotti della cultura, ma dalla sua capacità di generare cultura, fondata sulla progettualità e sulla simbolizzazione. La sua grandezza nel disegno generale di Dio, deriva dalla sua capacità di conoscere Dio, dalla sua libertà, dalla sua vocazione a conformarsi a Gesù Cristo, prototipo e vera immagine di ogni uomo. L’uomo ha il compito di prolungare la creazione di un mondo in evoluzione voluto da Dio, assumendone la gestione e divenendo egli stesso protagonista di una evoluzione delle risorse della natura nelle loro potenzialità, a lode di Dio e a servizio dei suoi simili. Questo impegno dell’uomo, animato dallo Spirito di Cristo, orienta tutta la realtà cosmica e umana verso le mete finali della storia in cui Cristo ricapitolerà in sé tutta la realtà creata da Dio e la consegnerà al Padre per l’eternità.

    http://www.disf.org/Voci/121.asp
    amate i vostri nemici

  10. #70
    Opinionista L'avatar di Vega
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    [QUOTE=solesolo;1012522]E' vero, non si debbono prendere i testi sacri delle religioni come testi di umana scienza, ma possono contenere importanti informazioni scientifiche.
    Nel Corano (21:31):
    "Non vedono, forse, quelli che non credono che i cieli e la terra formavano [una volta] una massa compatta e [che noi] li abbiamo separati, e che, a mezzo dell

  11. #71
    Opinionista L'avatar di crepuscolo
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    [QUOTE=Vega;1012801]
    La formazione dell'universo e dei relativi corpi celesti

  12. #72
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    la superiorità e i compiti che gli vengono assegnati nei confronti delle altre creature non lasciano dubbi sulla peculiarità della persona umana.
    Cono, per milioni di anni le creature di ogni specie hanno vissuto senza quel rompicoglioni dell'uomo e così continuano a fare anche se ora siamo qui a rompere. Quale compito e quale superiorità avermmo nei loro confronti?

    A prescindere dal momento in cui è stata raggiunta la soglia umana, si può parlare di un emergere dell'uomo dal mondo animale?
    E' facile così, non sapete dire come e quando però è successo ed è vero!!

    Del resto, ammessa la spiritualità dell'uomo, non sarebbe pensabile che un essere “veramente umano” possa derivare nella sua totalità da un antenato animale per semplice evoluzione biologica
    Sempre e solo questioni di fede. Mi raccomando tienilo sempre a mente, perchè tendi come sempre a confondere i fischi coi fiaschi. Per fortuna il magistero della Chiesa non è la scienza.

    C'è una certa analogia tra la “animazione” che si ha nel processo generativo e l'“ominizzazione” che si realizza nel processo evolutivo
    L'analogia la vede lui, non chi fa scienza. E' sempre una contaminazione fideistica.

    Questa concezione dell'evoluzione, aperta al trascendente, non può essere esclusa dalla scienza, perché le nozioni di creatura, di Creatore e di spirito non entrano nel dominio della scienza


    Ohiohiohi, cosa leggono i miei poveri occhi...la scienza non può escludere questa concezione ma queste nozioni non sono di dominio scientifico?????? E allora come fa ad accettarle??? Il discorso si contraddice da solo.

    Non è però compito della teologia individuare in quale fase dell'ominizzazione sia comparso l'uomo. È questo un compito della scienza, la quale utilizza tutte le conoscenze che si possono avere sia sul piano morfologico, sia soprattutto sulle manifestazioni della cultura che contraddistinguono l'uomo.
    Beccati!!! Così, dopo che la scienza ha messo un confine, arrivate voi belli belli a continuare a sparare le vostre elucubrazioni su quanto sia vero ed evidente che l'uomo sia stato creato da dio e tutte le tiritere su scienza e creazione.
    Praticamente opportunismo totale. Vi appropriate delle nozioni, delle conoscenze e le rigirate ad arte a favore dell'ideologia religiosa.

    Non siamo dunque di fronte ad una alternativa fra lettura scientifica e rivelazione cristiana, ma tra una visione atea e materialista ed una visione religiosa di tutta la realtà, aperta al trascendente. Non è quindi in gioco una visione della realtà dal punto di vista della scienza.


    Ahhhh, ecco cos'è che gli prude!!!!

    La conciliabilità tra teoria evolutiva e fede cristiana resta vera anche se la teoria risultasse in seguito falsa. Essa può rientrare in un quadro armonioso di tutta la creazione. Riconoscere Dio all'interno dell'evoluzione dell'universo è in coerenza con un azione divina che generalmente si serve, per i suoi disegni progettuali, di cause seconde, ed è in fondo una visione molto più attraente che non lasciare tutto al caso. L’idea di un disegno generale, che emerge “a posteriori” anche a seguito di eventi di tipo non deterministico, è ragionevole, anche se l’esistenza di disegno globale non è rigorosamente dimostrabile all’interno del solo metodo scientifico sperimentale.
    A parole si può far tornare tutto.

    Il fatto che la creazione sia affidata all'uomo ne accresce la grandezza e le responsabilità anche sul piano bio-ecologico
    Idem come in cima. La natura è campata e campa anche senza di noi.

    Cono, dai, hai riproposto le solite menate fideistiche che tentano di conciliare scienza e fede ma che in realtà sono antiscientifiche e che hanno senso solo per chi, come te, ci crede. Nulla di oggettivo e di reale o provato.

  13. #73
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    Alla fine, non ho ancora capito se i credenti come me possono mangiare la carne di maiale oppure no.
    Ma quello che invece è assai misterioso è che cosa devono fare i miscredenti che non sono il contrario di quelli che credono ma non credono solamente in Dio, poi penso che anche, voi, o atei, abbiate un cuore come tutti gli altri. A questo punto ( punto che ho messo prima), o voi materialisti, voi, ripeto, avete dei problemi di nutrizione? mangiate la carne o state attenti alla gotta?

  14. #74
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    Per Vega.

    Nel Corano (10:40):
    "Ma [essi] trattano di menzogna ci

  15. #75
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    Citazione Originariamente Scritto da solesolo Visualizza Messaggio
    Nel Corano (10:40):
    "Ma [essi] trattano di menzogna ciò ch’essi non [possono] abbracciare con la [loro] scienza, mentre non ne è giunta ancora ad essi la spiegazione; così hanno trattato di menzogna [i loro profeti] quelli che furono prima di essi; guarda quale è stata la fine degli iniqui!"

    La verità è che Dio non ha ancora rivelato ogni cosa. Non credo ci si debba aspettare rivelazioni scientifiche da parte di Dio, ma importanti chiarimenti sì.

    Nel "Secondo libro di Nefi" (27:6-11):
    "Ed accadrà che il Signore Iddio vi farà pervenire le parole d’un libro, e saranno le parole di coloro che sono morti. Ed il libro sarà sigillato e nel libro vi sarà una rivelazione di Dio, dal principio alla fine del mondo. Perciò, a causa delle parti sigillate, gli scritti che sono sigillati non saranno svelati nei giorni della malvagità e delle abominazioni del popolo. Pertanto il libro sarà loro tenuto celato. Ma il libro sarà affidato a un uomo ed egli svelerà le parole del libro, parole che vengono da quelli che dormono nella polvere, ed egli confiderà queste parole a un altro uomo. Ma non svelerà le parole che sono sigillate né pubblicherà il libro. Poiché il libro sarà sigillato dal potere divino e la rivelazione ivi sigillata sarà tenuta nascosta nel libro fino al tempo che è noto al Signore, allorché potrà apparire; sappiate infatti che tutte le cose vi sono rivelate, dalla fondazione del mondo alla sua fine. E viene il giorno in cui le parole sigillate del libro saranno lette sui tetti delle case; e saranno lette per il potere di Cristo; ed ogni cosa sarà rivelata ai figlioli degli uomini, ciò che è stato e ciò che sarà fra gli uomini fino alla fine del mondo."

    Lo so, un ateo non crede alle sacre scritture, però tu anticipi giudizi, mentre Dio non ha finito di parlare...
    Il fatto è che anche Joseph Smith o Maometto, ognuno per scopi diversi, hanno anticipato i giudizi (in scienza si prevede con scarto dalla media).
    In effetti in Dio non esiste il tempo come esiste per noi e passato presente e futuro si intrecciano fino a fermarsi, quando sarà ora, nell'eterno presente.
    Allora ti accorgerai che il giudizio con il suo seguito di male sarà o è come neve al sole.

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