S
Per quanto mi riguarda credo siano solamente convenzioni, si trova quella che scateni meno panico sociale e la si mette in atto.
Al limite ci si può basare sulle fasi di sviluppo del sistema nervoso ma per me non ha molto senso.
Vorrei solo buttare giù due dati:
più di 1/3 degli embrioni muore nelle prime fasi della gestazione e che il 15% delle gravidanze riconosciute va incontro ad aborto "naturale".
Anch'io ho il sospetto che siano solo convenzioni, ma siccome non mi intendo della materia voglio sentire il parere di chi
In effetti la cosa si potrebbe affrontare con la massima tranquillit
Non sono certa di aver capito cosa realmente ti interessa, ma pu
[FONT="Georgia"][I]Ho un sogno e lo realizzer
Ciao iena. Sinceramente ci si scanna anche per molto meno, figuriamoci per una cos
Sì, se questa tua convinzione è basata sul fatto che prima dei tre mesi l'embrione non possa considerarsi un essere umano, dunque "sacrificabile". E se questa tua convinzione deriva da una analisi scientifica. In questo caso, quello che mi interessa è proprio sapere in cosa consiste questa analisi scientifica.
Non ho capito, stai dicendo che per te un embrione va considerato umano fin dal momento del concepimento?
Ultima modifica di Iena; 26-11-2009 alle 20:34
Iena secondo te un fiore di pesco, come d'un altro albero da frutto,
Allo stato dell'arte vige solo la convenzione giuridica per cui si è deciso burocraticamente che fino a tre mesi la soppressione dell'entità chiamata feto è sopprimibile, dopo tre mesi convenzionalmente non lo è più.
Che a tre mesi-epsilonne la "cosa" sia coacervato cellulare e a tre mesi p+epsilonne quella stessa cosa sia persona non è scientificamente proponibile anche perchè in quel microintervallo non succede niente di così epocale che non sia un aumento di cellule per altro limitatissimo, quindi quello che ho prima ho dopo.
Scientificamente l'idea è quindi chiara solo che poi la si isola solo in ambito scientifico onde non immischiare un certo criterio di analisi con problematiche non sue, al che, data la convenzione, ciascuno pensi quello che gli pare, che può assere un palliativo ad una situazione che passeggiata non è, ma che si trova comunque ad affrontare.
La legge ti permette di farlo entro quei limiti per decisione di maggioranza, lo vuoi fare, lo fai, perchè, se cambi la targhetta al feto, le motivazioni che fanno decidere di terminarlo spariscono?
[QUOTE=Il gatto;1076593]
La legge ti permette di farlo entro quei limiti per decisione di maggioranza, lo vuoi fare, lo fai, perch
[FONT="Georgia"][I]Ho un sogno e lo realizzer
Iena mi puoi spiegare che intendi "Dio pu
Avvertire è però un criterio psicologico aleatorio, se non avverti che cambia?
Poi nel concreto della realizzazione della terminazione puoi considerare di valutare il farla in uno stadio di limitata sensibilità percettiva piuttosto che in uno più spinto, cosa comunque ovviabile con una anestesia che induce lo stesso una percezione nulla sia nel feto che nella gestante.
Però lo stesso non ha senso, abbiamo un radicale cambio di status burocratico a fronte di un rimanere costante del feto dal punto di vista biologico.
La stessa cosa sarebbe prima e la stessa pure dopo come se il feto prima di uscire, fosse diverso da dopo uscito, il punto convenzionale lo si poteva pure mettere li, salvo valutare che nella continuità dello sviluppo senza soluzione di continuità, ovvero non c'è discontinuità, più si va a vanti e più la cosa diventa a rischio complicazioni.
Nel punto a tre mesi si sono combinati diversi aspetti e si è deciso per quel limite, però mi pare evidente che, dal punto di vista medico scientifico soltanto, la cosa fatta una settimana dopo sarebbe lo stesso, salvo l'accusabilità giuridica.
E' come il limite di velocità, ci stanno delle motivazioni di massima per cui l'alta velocità è sconsigliata, poi nell'applicazione pratica sotto a 100 va bene, sopra pigli la multa, ma è evidente che in pratica se andavi a 99 o a 101 è la stessa cosa, giuridicamente no, perchè servono limiti definiti e univoci a che una legge possa essere applicata.
Lo stesso quando uno muore, è morto non quando è morto, ma quando il medico che scrive il certificato decide che sia morto e le due cose mediamente sono così a ridosso che mediamente poco importa se il morto è morto un po prima o un po dopo l'ora burocratica.
Poi se serve la realtà scientifica è un casino e la realtà burocratica ha un solo utilizzo.
Ultima modifica di Il gatto; 26-11-2009 alle 21:39
[QUOTE=Pulsar;1076603]Continuo a non comprendere cosa realmente vuoi sapere Iena, prova a fare domande pi
Diceva bene gatto di distinguere i problemi.
Se intendi quando inizia ad esistere un individuo, questo inizia molto presto.
Il dna che determinerà tutte le caratteristiche genetiche della persona è deciso nel momento in cui lo spermatozoo feconda l'ovulo.
Tutto quanto avviene dopo è un processo continuo.
Però non si può identificare quello zigote (ovulo fecondato) con una persona.
Infatti da quello stesso zigote potrebbero in seguito svilupparsi più persone, i gemelli.
Quindi esiste un intervallo di tempodopo la fecondazione in cui vi è ancora indeterminazione se da quell'ovulo verra una solo persona o più.
Pertanto l'ovulo fecondato non può essere considerato persona.
Superata la fase di indeterminazione è ormai deciso quanti embrioni ci siano.
Però non tutti questi embrioni diventeranno feti. La natura è molto selettiva e la maggior parte di questi embrioni verrà scartata prima di diventare feti.
I promossi avranno un graduale sviluppo e, a meno di problemi, nasceranno.
A meno di problemi che però, per natura, spesso si presentano e, soprattutto nelle prime delicate fasi, si hanno molti casi di aborti naturali.
Un caso poi davvero notevole è quello, molto più frequente di quanto si creda, che capita quanto un gemello più forte "divori" un gemello più debole.
Ora sul dove inizi la persona è davvero difficile dire, anche perchè è difficile dire cosa sia una persona.
I criteri usati sono molteplici.
Il più pratico (ma da quasi tutti in occidente ritenuto sbagliato) è che la persona cominci quando esce dal corpo della madre e finisca quando muore (il problema è evidentemente che quel bambino poteva vivere anche se fosse uscito settimino, dunque era persona due mesi prima quanto lo è ora).
Un altro criteri è quello della senzienza. Una persona è tale se è senziente. dunque inizia ad esserlo quando il suo sistema nervoso è abbastanza complesso da produrre i primi pensieri.
Tale criterio e rifiutato però da coloro che ritengono persona anche chi non è senziente.
Il terzo criterio invece (filosoficamente sfaccettatissimo) consiste nell'individuare una caratteristica fondante dell'individuo, unica ed indivisibile ed univocamente associata alla persona.
Nel più dei casi tale caratteristica è stata chiamata anima e viene decisamente scinta dalla senzienza.
È una caratteristica a priori.
Il dubbio in tal caso allora è quando "nasce" l'anima?
Non nella fecondazione, dato che lo zigote può dividersi e portare a più gemelli ma l'anima è indivisibile per definizione (se non lo fosse perderebbe ogni utilità nell'individuare un preciso individu).
Difficilmente sostenibile che sia già nell'embrione (ma vi è chi lo sostiene).
Dato che la maggior parte degli embrioni non diventa feto è difficile immaginare che vengano fatte nascere miliardi e miliardi di anime uniche ed irripetibili, per poi farle vivere solo qualche settimana o qualche ora.
Verrebbe quindi da pensare che questa anima sia da associare al feto, dunque all'incirca intorno ai tre mesi.
Ovviamente non si concorda. Per chi crede nella trasmigrazione delle anime il problema dello spreco di miliardi di anime non esiste (di contro però non esiste alcuna irripetibilità in nessuna fase della vita).
Anche tra chi nega fortemente la metempsicosi però c'è chi sostiene che l'embrione abbia anima (o semplicemente che sia predestinato ad averne una quando diventa feto).
Nel mio punto di vista farei qualche precisazione, l'indeterminazione alla fecondazione esiste in base alla impossibilit