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Discussione: L'apprendimento dello spagnolo (La letra con sangre entra)

  1. #1
    Palloso Spagnolesco Permaloso L'avatar di Churchil
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    L'apprendimento dello spagnolo (La letra con sangre entra)

    Beh, apro questo thread per spiegare un po' della lingua di Cervantes da un punto di vista disteso e con un metodo dilettantistico, giocoforza, poich
    Ultima modifica di Churchil; 18-03-2011 alle 13:37

  2. #2
    Palloso Spagnolesco Permaloso L'avatar di Churchil
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    Fonetica

    Allora, cominciamo per una cosa facile anche se non molto divertente, la fonetica. Giacché tanto lo spagnolo quanto l'italiano sono tutte e due lingue con una corrispondenza abbastanza grande fra lo scritto ed il parlato, si vedrà con rapidità.

    Vocali/Vocales:

    Lo spagnolo ha un sistema vocalico davvero semplice: a, e, i, o ed u, e basta!, niente di distinzioni fra la e o la o chiusa od aperta. Sempre la stessa o e la stessa e. Punto e palla (punto y pelota---> si dice in spagnolo colloquialemente per indicare in modo rotundo che una questione è finita e non c'è niente più da dire)

    La Bi e la Vu/La Be y la Uve:

    In spagnolo queste due lettere hanno il medesimo suono, che corrisponde all'italiano della B, questo fenomeno di confluenza delle due lettere nello stesso suono riceve il nome di "Betacismo" e pare che si deva all'influenza della lingua basca sul castigliano, poiché il basco la V non ce l'ha e le origini della lingua cervantina si trovano al Nord della Spagna (nella Rioja si trovarono i primi testi in castigliano).

    Ci e CH, Zeta, Qu e Cappa/Ce y el dígrafo CH, Zeta, Qu y Ka:

    La C ha il suono della K in combinazione con la a, la o e la u, come in italiano. Dunque, la differenza fondamentale radica nell'uso della C insieme alla e ed alla i. In spagnolo la c acquista lo stesso suono che la TH inglese in parole come "thing".

    Ora, qualche precisazione, questo non è così nel Ispanoamerica, dove questa C ha il suono "S" (sorda), altrettanto in alcune regioni della Spagna questo è così, come le Isole Canarie e la Andalusia, anche se concretamente in Cádiz (Cadice) succede il contrario, cioè, la S acquisisce il suono TH (in spagnolo za, ce, ci, zo, zu), così, per esempio una frase come "Los sesenta y seis asesinos sediciosos de Saducea salieron libres" un zetero gaditano la pronuncerebbe: "Loz zezenta y zeiz azezinoz zediciozoz de Zaducea", intanto una frase come "Cincuenta y cinco sencillos y sinceros vecinos de Zaragoza zurzieron sus calcetines" sarebbe pronunciata dagli andalusi, canari e americani così: "Sincuenta y sinco sensillos y sinseros vesinos de Saragosa sursieron sus calsetines".

    Ma questa è una generalizzazione troppo esagerata, non tutti lo fanno e ci sono aree in cui può essere più o meno accentuata questa pronuncia non-standard. Anche nella mia comunità autonoma, Galicia (Galizia) ci sono delle zone dove la C combinata con la i o la e la pronunciano come S (sempre sorda).

    La Z si pronuncia anche come la TH inglese in think, ma soltanto può venire insieme alla a, o ed u, perché per la i e la e già viene la C a produrre questo suono. Ma può esserci qualche parola nella quale si combine la Z con una delle due vocali "vietate". Mi viene in mente la parola "Zinc" (Zinco).

    La CH e quel digrafo che si impiega in spagnolo per rappresentare per scritto il suono che in italiano si ottiene all'unire la C con la e o la i. (cha, che, chi, cho, chu = cia, ce, ci, cio, ciu)

    La Q anche come la C combinata con a, e, i ha il suono K, ma la u non si pronuncia mai. Ad esempio: Queso (formaggio) si pronuncia /keso/, quinto (quinto) si pronuncia /kinto/

    Non c'è molto da dire sulla K, come in italiano, si tratta di una lettera non molto impiegata e già conoscete il suo suono

    I lunga, Gi, Elle ed I greca/Jota, Ge, Ele e I griega:

    La I lunga e la G nelle seguenti combinazioni (Ja, Je/Ge, Ji/Gi, Jo, Ju) hanno un suono che credo provenga dall'arabo che sarebbe una mistura fra la Acca aspirata dell'inglese e la R francese, più o meno il suono che si produce al fare gargarismo direbbe io. Non farmi caso, è uno scherzo, sarebbe più o meno come la Acca Aspirata inglese ma un po più marcata (Jarrón=Vaso, Jerga=Gergo, Joder=Fottere. La G con la o e con la u suona come in italiano (Gota=Goccia, Guante=Guanto), ma fate attenzione, la G con la u (GU) seguita da e od i, in questo caso il suono è quello della GH (Guiño=ammicco, Guerra=Guerra---> in spagnolo si pronuncia Gherra). Nei casi in cui la u sì se pronuncia questa circostanza viene indicata dalla dieresi sulla u (&#252 (Pingüino=Pinguino, Lingüista=Linguista, Antigüedad=Antichit&#224.

    La Elle suona come in spagnolo, quando è soltanto una, se sono due insieme appare la differenza. Il suono della doppia elle spagnola in teoria mi sembra che sia equivalente a quello del "gli" italiano, ma molti castigliano parlanti, fra loro io stesso, siamo "yeístas", questo vuol dire che pronunciamo la doppia elle uguale che la Y, vale a dire, non impiegamo il suono del "gli" italiano, sennò soltanto quello del "gi", "ge" italiano, cosìcché non facciamo nessuna differenza fra "calló" y calló" (cadde e tacque rispettivamente). Pertanto la doppia elle e la Y hanno il suono equivalente a quello che hanno in italiano le parole che combinano la G con la i o la e

    Erre/Erre:

    Uguale all'italiano, soltanto commentare che il suono della erre forte la pronunciamo all'inglese quando siamo ubriachi. Vi succede lo stesso?

    Esse/Ese:

    Bene, in spagnolo non esiste la doppia esse, la S fra vocali suona sorda, soltanto abbiamo la S sonora quando dopo la S c'è una consonante sonora, ma questo come in italiano, nessun problema, secondo me.


    La Di/De, Effe/Efe, Acca/Hache, Emme/Eme, Enne/Ene, Pi/Pe, Ti/Te, Doppia vu/Uve doble non hanno nessuna differenza di suono, pertanto niente da commentare.

    La Ics (Equis) ha il suono /ks/ come in italiano, ma c'è un'eccezione, al cominicio di parola la X in spagnolo suona come la S, ad esempio, xenofobia si pronuncerebbe /Senofóbia/

    La Ñ spagnola si corrisponde col suono che produce la combinazione della g con la n in italiano (Español/Spagnolo)

    Un altro dettaglio, le parole che incominiciano da ps. In spagnolo non si pronuncia la P iniziale, difatti queste parole si possono scrivere senza la p, psicólogo o sicólogo, ad esempio, sebbene la RAE (Real Academia de la Lengua) raccomandi scriverla con la pi.

    Altra curiosità è il cambiamento della L per la R che si produce in Andalusia (mia mamma è di Siviglia). Ad esempio, la parola "alma" (anima), la pronunciano "arma" (arma). Espressione vezzeggiativa tipica di Andalusia: "Mi arma", per rivolgersi a qualcuno che si vuole bene, mi sembra che soprattutto l'impieghino le madri coi suoi figli.

    Qui finisco la mia prima lezione dello spagnolo. Sicuramente può essere un po' confusa e "me haya dejado alguna cosa en el tintero" (frase che significa che ti sei dimenticato di qualcosa quando, ad esempio, parli di un tema, traduzione diretta: Lasciarsi qualcosa nel calamaio). Tranquilli che i seguenti messaggi saranno più divertenti che questo. . Speriamo!

    Ciao, spero che vi serva di aiuto e non tentennare nel momento di segnarmi tutte le sgrammaticature che vediate, almeno le più grossolane.

    Grazie.
    Ultima modifica di Churchil; 10-04-2009 alle 17:17

  3. #3
    bella questa "lezione"! mi sta tornando in mente qualcosa che ho fatto alle medie

  4. #4
    Palloso Spagnolesco Permaloso L'avatar di Churchil
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    Me ne sono appena reso conto che ho commesso un errore che pu

  5. #5
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    Bene, oggi mi sento con l'animo sufficiente per scrivere dei nuovi messaggi in questo thread. In questo primo messaggio parlerò della parola perché, poiché ha vari significati e mi sembra interessante spiegare come sono le corrispondenze in spagnolo in rapporto all'italiano. Ci si bisogna fare un po' di attenzione per dopo utilizzarla correttamente giacché nemmeno i castigliano parlanti la impieghiamo bene molte volte.

    PERCHÉ:

    Allora, in italiano avete una sola parola (perch&#233 che ha vari significati, ma in spagnolo la cosa è un po' più complicata nel senso che la parola può diventare due parole o portare l'accento o non portarlo dipendendo dal significato che abbia. Cioè, in spagnolo esistono quattro forme: "porqué", "porque", "por qué" e "por que".

    Ma che casino!, direte, certo, per questo motivo quelli che non si curano delle regole ortografiche riguardanti questa parola, dopo scrivono la prima che viene loro in mente o direttamente la più facile.

    Dunque, cercherò di spiegarlo nel modo più semplice possibile per non dilungarmi molto in una questione ortografica che non è mica divertente, lo so. Dai!, andiamo!


    Primo significato: pronome interrogativo

    Esempio: Perché hai acceso la TV?

    Attenzione! In spagnolo il perché nella sua accezione di pronome interrogativo si scrive separato e con accento sulla e, ossia: por qué

    Nota: si scrive così tanto nelle interrogazioni dirette quanto nelle indirette.

    Traduzione: ¿Por qué has encendido la TV?


    Secondo significato: valore causale

    Nella risposta alla domanda si usa il "perché" legato e senza l'accento: porque

    Esempio
    : Perché ero annoiato.

    Traduzione: Porque estaba aburrido.


    Terzo significato: funzione di dimostrativo (credo)

    È equivalente all'uso colloquiale in italiano del perché col senso di "per cui", "per la/il quale" ed è senz'altro il meno impiegato. In questo caso il "perché" che si deve impiegare è quello separato e senza l'accento, vale a dire: por que.

    Esempio: Questo è il motivo perché non ho detto niente sulla nostra amicizia.

    Traduzione: Éste es el motivo por que no he dicho nada sobre nuestra amistad.

    Nota: non si suole impiegare in questo modo, sennò con l'articolo determinativo in mezzo alle due parole, ossia: "por el que". Éste es el motivo por el que no he dicho nada sobre nuestra amistad.

    Questa forma equivarrebbe all'italiano per cui, più colloquiale e più impiegato nella lingua parlata, come in spagnolo "por el que" invece di "por el cuál" (per il quale), più formale e di maggior uso nella lingua scritta.

    Dire che anche la forma separata e senza l'accento si impiega quando il verbo occorre della preposizione "por" e dopo viene una proposizione subordinata.

    Esempio: Mi preoccupo per che non ti succeda niente.

    Traduzione: Me preocupo por que no te pase nada.

    Nota: Qui ho un dubbio, credo che in questo caso in italiano si scriva separato, come ho messo nell'esempio, ma non ne ho sicurezza piena. Se qualcuno fosse così gentile di togliermi il dubbio se lo ringrazerei moltissimo.


    Quarto significato: sostantivo (causa, motivo, ragione)

    In questo caso si impiega la forma restante: "porqué", tutto legato e con l'accento, la forma più familiare per voi italiani.

    Esempio: Non mi spiego il perché della tua partenza.

    Traduzione: No me explico el porqué de tu marcha.

    Nota: in spagnolo questo "perché" non è invariabile, cosicché se c'è una frase che parla di vari motivi o ragioni, es: "I perché dell'esistenza umana non li si potranno mai conoscere", trad: "Los porqués de la vida humana no se podrán conocer jamás".


    Bene, questo è grosso modo lo più elementare delle combinazioni che si devono fare fra le parole "por" y "que" per ottenere i quattro diversi "perché" per i quali voi avete una stessa parola. Adesso alcuna precisazione di più.

    In spagnolo abbiamo due preposizioni che non si possono differenziare nell'italiano. "Por" y "Para", forse qualche giorno si può scrivere un altro messaggio più incisivo sulle differenze che esistono tra queste due preposizione, ma per ora e per il caso che ci attinge, basta con sapere che la preposizione "por" si può identificare con le proposizioni causali e "per" con le proposizioni finali, quindi, "Para que" è quello che diciamo invece di "Affinché, od Acciocché".

    Spero che mi si abbia capito bene.
    Ultima modifica di Churchil; 17-04-2009 alle 22:53

  6. #6
    Mother, did it need to be so high?

  7. #7
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    Dai, adesso vi metto una lista di parole affinché studiate un po' di vocabolario. Oggi comincerò con parole che riguardano il corpo umano. Cercherò di mettere tutte quelle di cui mi ricordi e non lasciare nessuna persa nel dimenticatoio. Hehe, che esagerato sono, se mi scordo di qualcuna già la metterò un altro giorno.


    El Cuerpo Humano I (Il Corpo Umano I)


    El cabello: I capelli

    Questa è la parola tecnica, cioè, quella che viene scritta negli shampoo, ma dopo la parola che si impiega nella strada (anche nelle case potete impiegarla, non vi preoccupare, è una forma di parlare) è: pelo, e quello che voi chiamiate "pelo", noi lo chiamiamo "vello".

    Nota: "cabello" è una parola singolare e fa riferimento a tutti i capelli della testa.

    El vello: Il pelo

    Fa riferimento a quelli che non si trovano sulla testa, pertanto, una persona con molto "vello" è molto "velluda", ma anche questa è una parola tecnica e non si impiega normalmente, meglio impiegare la parola "peludo", ad esempio, se dite "tiene un culo velludo" (ha un culo peloso) suonerà veramente ridicolo e la gente si partirà della risa. Ricordate, la parola ad impiegare è "peludo", e già sapete, "el hombre como el oso, cuanto más peludo, más hermoso" (l'uomo, come l'orso, quanto più peloso, più formoso---> e che bello non rima ))

    Los ojos: Gli occhi

    (Nota: anche abbiamo un'altra parola con "ojo", che è "el ojete", letteralmente "occhietto" "occhio piccolo", non so, una cosa del genere. In italiano occhietto credo ricordare che possa significare ammicco, ma in spagnolo "ojete", o anche "ojo del culo" fa riferimento al buco del culo, cioè il luogo dal quale esce la merda delle ore dopo aver mangiato. Ah, in Argentina gli si chiama "orto". La parola tecnica, come in italiano, ano.)

    La nariz: Il naso

    (Nota: naso in modo colloquiale si può dire "napia", molto simile all'italiano "nappa" che si impiega per indicare un naso grande. Un' altra forma colloquiale di dire naso è "tocha" e di solito si impiega per parlare di un naso prominente. Ah, dire che anche si impiega l'espressione "Estar hasta las narices" "Essere fino ai nasi" per dire che sei proprio stufo, stufo morto, stufo fradicio, stufissimo o come si dica, questa medesima espressione si può anche impiegare con altra parte del corpo, potete immaginarvi quale. )

    Le narici: las fosas nasales

    Los dientes: I denti

    (Nota: l'espressione "a denti stretti" in spagnolo si dice "a regañadientes" per esprimere qualcosa che si fa controvoglia e senza molto entusiasmo. Un'altra espressione che mi viene in mente è "poner los dientes largo", "mettere i denti lunghi" che significa che provochi in un'altra persona un'invidia molto grande.)

    La lengua: La lingua

    (Nota: un'espressione per indicare che qualcuno parla come una mitragliatrice, qui si può dire che "no para de darle a la lengua/ al pico", ossia, "non ferma di darle alla lingua/ al becco", una parola colloquiale per riferirsi alla lingua, anche se non molto impiegata è "la sinhueso", "la senzaosso", il motivo di questo soprannome credo che non sia necessario spiegarlo. )

    La campanilla: L'ugola

    (Il nome spagnolo fa riferimento alla somiglianza con una piccola campana, "campanella" si direbbe se tradotto letteralmente all'italiano. Mi sembra un nome più leggiadro che quello italiano, che sembra molto più tecnico. )

    Ciao, continuo domani, che anche se non lo pare, scrivere queste quattro sciocchezze porta il suo tempo, che fastidio essere così lumacone.
    Ultima modifica di Churchil; 17-04-2009 alle 23:53

  8. #8
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    El Cuerpo Humano II (Il Corpo Umano II)

    La frente
    : La fronte

    In spagnolo esiste, ad esempio, l'espressione "tener dos dedos de frente" (avere due diti di fronte) per indicare che si ha un minimo di intelligenza. Ah, e l'espressione "corrugare la fronte" in spagnolo si dice "[I]fruncir el ce

  9. #9
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    La coronilla: La tesa

    L'espressione "estar hasta la coronilla" (essere fino alla tesa) viene a dire che sei molto stufo come con "las narices". Quando arriviamo a una parte più in basso del corpo umano vedrete che si può impiegare un'altra molto più comune ed abituale nel linguaggio di ogni giorno.

    La sien: La tempia

    Per suicidarsi, molta gente "se mete un tiro en la sien" (si mette una sparata nella tempia)

    Las patillas: Le basette

    Le chiamiamo come se fossero piccole "zampe" poiché "pata" significa zampa e "patilla" sarebbe "zampetta. Anche chiamiamo "patillas" alle stanghette degli occhiali.

    La perilla: Il pizzetto

    Qui noi usiamo il diminutivo di pera, come la frutta, che ha lo stesso nome che in italiano, sarebbe "perina" più o meno

    El bigote/El mostacho: I baffi/I mustacchi

    In spagnolo nei due casi si impiega la parola in singolare, per fare riferimento concreto ai peli si dice "los pelos del bigote" o "los pelos del mostacho".

    Mi viene in mente l'espressione "Mover el bigote" (Muovere i baffi), che è una forma colloquiale da dire "mangiare".

    La mandíbula/El maxilar: La mandibola/La mascella/La ganascia

    Credo che in italiano mascella e ganascia facciano riferimento soltanto alla mandibola inferiore, ma in spagnolo se non si specifica, si sottintende che si parla dell'inferiore.

    Esiste l'espressione "Reir a mandíbula batiente" (Ridere a mandibola battente), vuol dire che ti ridi in modo molto rumoroso e ostentato per una cosa che ti risulta molto divertente.

    El cerebro: Il cervello

    Ho visto, in un messaggio di Kyra, mi sembra, che anche in italiano si può impiegare la parola "cerebro", ma nel caso italiano la parola è sdrucciola e in spagnolo è grave giacché non viene accentuata. (Nel prossimo messaggio parlerò delle regole di accentuazione che in genere non sono molto complicate)

    La cabeza: La testa/Il capo

    Un altra maniera da dire "cabeza" in spagnolo è, in tono colloquiale "olla" (pentola). L'espressione "Irse la olla" (Andarsene la pentola) può avere dei vari significati. Può servire per indicare un piccolo momento di sbadataggine o trascuratezza, es: "Perdona, se me ha ido la olla, me lo puedes repetir" (Scusa, mi si è andata la pentola, puoi ripetermelo). Anche può indicare una dimenticanza un po' più notevole, es: "Se me fue la olla, tenía que recoger a mi hermana en la estación de tren a las cinco pero me fui al cine" (Mi si è andata la pentola, dovevo raccogliere [meglio ricevere?] mia sorella nella stazione di treno alle cinque ma mi sono andato al cinema. In ultimo, anche fa riferimento a diventare pazzo, es: Se le fue la olla, entró en el supermercado con una pistola y empezó a dispararle a la gente" (Gli si è andata la pentola, è entrato nel supermercato con una pistola e ha cominciato a sparare alla gente".

    La barba: La barba

    Non c'è bisogno di specificare molto, soltanto dire che qui non abbiamo dei barboni, ma già ci basta coi Borboni.

    La barbilla: Il mento

    La parola comune per parlare del mento è "barbilla" (piccola barba letteralmente), ma c'è una parola un po' più tecnica, "el mentón", che vi suonerà di più, se vi risulta più comodo potete anche impiegarla, è abbastanza conosciuta.

    Las ojeras: Le occhiaie

    "Ojeras" è come noi chiamiamo alle occhiaie facendo riferimento alle "borse degli occhi" che nei casi più estremi sono di un viola molto evidenziato e che gli appaiono alla gente che rimane tre giorni senza dormire ad esempio. Ma per riferirsi al buco in sé, in cui sono inserite gli occhi, che è un'altra accezione di occhiaie, noi impiegamo l'espressione "cuencas de los ojos"

    Bene, credo che abbia finito con una delle tre parti fondamentali del corpo umano, la testa, adesso mancano il tronco e gli arti (noi diciamo "cabeza, tronco y extremidades").

  10. #10
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    [B][U][SIZE="4"]Reglas de acentuaci
    Ultima modifica di Churchil; 09-07-2010 alle 00:27

  11. #11
    Palloso Spagnolesco Permaloso L'avatar di Churchil
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    Reglas de acentuación II (Regole di accentazione II)

    Los monosílabos: I monosillabi

    In genere non vengono accentuati, ma ci sono delle eccezioni, che si producono in caso di coincidenza fra due parole, quello che si chiama "tilde diacrítica" che ci serve per distinguere due parole. Ad esempio: "De" e "Dé". "De" è la preposizione "di" intanto che "Dé" è una forma verbale del verbo dare, che corrisponde al presente del congiuntivo: yo dé (io dia), èl/ella dé (lui/lei dia), altrettanto è la forma del imperativo formale: dé usted (dia Lei). Questo mi sembra un esempio ottimo perché coincide in modo abbastanza notevole col Da/Dà italiano, il primo una preposizione, il secondo una forma verbale del verbo dare.

    Anche "Se"/"Sé". Il primo "se" è il pronome riflessivo corrispondente all'italiano "si" (ma non sempre, a volte anche nell'italiano si impiega se---> se se lo possono permettere). Il secondo "sé" con "la tilde" è una forma verbale del verbo essere, imperativo 2ª persona informale: Sé un hombre (Sii un uomo), o può pure essere la prima persona del singolare del presente di indicativo del verbo "Saber" (Yo lo sé: Io lo so)

    O "Si/Sí", essendo la prima (se) la particella con valore condizionale (Si yo fuese tú: Se io fosse in te) e la seconda la affermazione (Sí, es mio: Sì, è mio)

    Un altro esempio è: Más/Mas. Il primo significa "più" e il secondo "ma", malgrado si usi soprattutto la parola "pero" e "mas" sia un po' piu desueta.

    Peraltro abbiamo quelle "tildes" che servono per differenziare pronomi di aggettivi od articoli.

    Ad esempio: Tu/Tú. Il primo "tu" è l'aggettivo possessivo "tuo": tu amigo (il tuo amico). Il secondo "tú", quello que porta "la tilde", é il pronome personale "tu": Tú eres mi mejor amigo (Tu sei il mio migliore amico). Nota: il pronome possessivo sarebbe "tuyo": es el tuyo (è il tuo).

    El/Él: Il primo "el" è l'articolo determinativo maschile singolare: il/lo/l'. El compañero de su hermano/El azúcar/El otro lado: Il compagno di suo fratello/Lo zucchero/L'altro lato. Il secondo "él", quello con "la tilde" corrisponde al pronome personale della terza persona singolare maschile "lui": Él es un idiota (Lui è un idiota).

    L'ultimo esempio che mi viente in mente è quello per differenziare aggettivo possessivo e complemento della prima persona del singolare:

    Mí/Mi: Con accento (M&#237 e il pronome: A mí ---> A me, mentre il secondo si corrisponde col "mio" italiano, giacché in italiano non si fa la differenza fra l'aggettivo e il pronome possessivo (sempre si usa la parola mio), ma in spagnolo si dice "Mi amigo" (Il mio amico), ma "Este libro no es el mio" (Questo libro non è Il mio)

    Continuo un altro giorno che adesso è troppo tardi. Seguirò parlando sugli accenti, è recordatevi bene le regole a scanso di confusioni, che non è lo stesso "un examen de inglés que un examen de ingles" (un esame di inglese che un esame delle inguini ).
    Ultima modifica di Churchil; 09-07-2010 alle 00:27

  12. #12
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    [B][U][SIZE="4"]Reglas de acentuaci
    Ultima modifica di Churchil; 31-10-2010 alle 11:30

  13. #13
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    Las distancias: pronombres, adjetivos y adverbios (Le distanze: pronomi, aggettivi e avverbi)

    Beh, adesso spiegher
    Ultima modifica di Churchil; 31-10-2010 alle 11:32

  14. #14
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    Frases hechas I (Frasi polirematiche I)

    Quedar bien: Fare una bella figura (letteralmente: Restare bene)

    Quedar mal: Fare una brutta figura (letteralmente: Restare male)

    Por lo civil o por lo criminal: A torto o a ragione (letteralmente: Dal civile o dal criminale)

    Estar en las últimas: Essere agli ultimi (letteralmente: Essere nelle ultime)

    A tiro: A portata (letteralmente: A tiro [sparo con un arma di fuoco mirando verso un bersaglio)

    Sin pies ni cabeza: Senza capo né coda (letteralmente: Senza piedi né capo/testa)

    Tomar el pelo: Prendere in giro (letteralmente: Prendere i cappelli)

    Nota: anche si impiega il verbo "vacilar"---> "No me vaciles" (Non prendermi in giro) ma devo indicare che "vacilar" anche ha il significato di tentennare, dubitare, esitare, barcollare, ecc. che ha l'italiano "vacillare"

    Policia de paisano: Polizia in borghese (letteralmente: Polizia di civile)

    Fulano y mengano: Tizio e caio (non c'è una traduzione letterale).

    L'origine di queste due parole è arabo. Fulano (dall'arabo ispanico fulán) significa "quest'uomo" e mengano (dall'arabo ispanico man kán) significa "chicchessia".
    Ultima modifica di Churchil; 25-04-2009 alle 22:37

  15. #15
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    Reglas de acentuación IV (Regole di accentazione IV)

    Adverbios terminados en -mente: Avverbi finiti in -mente

    Soltanto vengono accentuati quelli in cui l'aggettivo dal quale derivano portava "la tilde", cioè:

    Rápido---> Rápidamente
    Último----> Últimamente
    Óptimo---> Óptimamente
    Ridículo---> Ridículamente

    Ma:

    Cierto
    ---> Ciertamente
    Correcto---> Correctamente
    Perfecto---> Perfectamente
    Maligno---> Malignamente

    Nota: in tutti i casi, l'accento ricade nella stessa sillaba che nell'aggettivo (Cierto/Ciertamente) anche se la prima sillaba dell'avverbio "men" ha certa forza al pronunciarla, ma credo che sia lo stesso in italiano.

    Ah, per certo, io ho appena scoperto questa regola dei pochi giorni fa. Approfittate il dettaglio, alla fine perfino potresti parlarle lo spagnolo meglio da un madrelingua come io.
    Ultima modifica di Churchil; 09-07-2010 alle 00:28

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