Originariamente Scritto da
axeUgene
di solito, no; posto che la cosa, ovviamente, viene utilizzata per promuovere prodotti - e in quel caso, ognuno decide per sé cosa sia giusto o sbagliato - il ruolo dell'influencer, che è solo il vecchio testimonial della pubblicità, ma da parte di qualcuno che si è ritagliato da solo quello spzio, è sempre lo stesso:
promuovere identità feticcio della libertà dal bisogno;
le persone sono naturalmente insicure e temono il giudizio altrui; potrebbero voler fare cose assolutamente lecite, ma l'insicurezza li ostacola; l'influencer è uno che testimonia: se lo faccio io, lo puoi fare anche tu; vuoi portare i calzini con le Birkenstock ? ci pensa la Ferragni a sdoganarli, e nt'o culo agli arbitri d'eleganza; ti vergogni delle vacanze al paesello in Abruzzo e pensi di dover andare alle Maldive, magari quando non è nemmeno stagione ? magari esce il personaggio dello spettacolo che racconta che in estate passa tre settimane nel paesino della Maiella, un paradiso "per pochi", e immediatamente la casa del nonno fabbro e analfabeta diventa una residenza di cui andare fiero, e te la godi;
io non disprezzo queste insicurezze della gente comune; ci siamo passati tutti, generazione dopo generazione; anche perché in effetti noi ci educhiamo proprio per emulazione di modelli estetici, prima che per morale; se uno ci fa la morale, facciamo il contrario, diventa competizione; ma se vediamo una persona che ci piace e che si comporta in un certo modo, vogliamo essere come quella e la emuliamo; solo dopo quel comportamento sembra eventualmente doveroso;
il bambino piccolo è tendenzialmente prepotente, perché ancorato alla soddisfazione di bisogni primari imperiosi; poi viene educato all'empatia e alla gentilezza, anche se ovviamente, c'è sempre una certa frangia che incontra handicap più sostanziosi e resta alla fase del bullismo infantile, della tortura agli animaletti, ecc...